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Autore: swaggieeonyou    09/02/2013    1 recensioni
Lo fissai un altro po’ negli occhi, mi persi ancora una volta, persi la condizione del tempo; in un momento non sapevo più il posto in cui mi trovavo, ne riconoscevo la mia identità, quando ad un certo punto, un’idea pazza mi fece ritornare in terra.
Mi avvicinai a lui e con un colpo secco sprofondai le mie labbra sulle sue, lo baciai con passione, con foga, e quei baci erano diversi da quelli che davo ogni tanto a Sam, il mio ragazzo.
Continuai a baciarlo e ne lui ne io volevamo fermare quel momento; desiderai fermare il tempo e capii che avevo tutto il mio mondo tra le mie mani.
Ci staccammo dopo ormai tanto tempo e continuammo a guardarci negli occhi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1.
#justin
“Ferma, dove vai!” Dissi alla ragazza rivolta di spalle verso di me  “non andare via, ti prego”  Continuai implorandola.
“Ehi? Non sono mica invisibile, potresti anche girarti e smetterla di darmi le spalle”.
La strana ragazza dai capelli lunghi castani rimase immobile; i suoi capelli mossi le occupavano quasi tutta la schiena e sembravano morbidi, tanto che avrei voluto toccarli. Erano scalati, ma non troppo, e al di sotto di essi un fisico da modella la rendeva perfetta.
Appariva in ogni sonno, ogni notte, la stessa ragazza, quella stessa donna che non ero ancora riuscito a vedere in faccia. Ogni volta che faceva per girarsi ero interrotto dalla mia stupida sveglia appoggiata sul lato destro del mio letto che avvisava l’ora in cui mi dovevo svegliare, purtroppo, per andare a scuola. Quell’insignificante oggetto interrompeva ogni santo giorno il mio sogno, che era sempre lo stesso.
Sognavo quella stessa ragazza da ormai un mese, e non ero ancora riuscito  a vederla in faccia, e quanto meno ne capivo il significato.
“Avanti Justin alzati, ormai sono già le 7.15” gridava mia madre entrando nella mia camera, così ogni mattina.
“ Si mamma, stai calma e non gridare a prima mattina, mi stoni le orecchie” mi lamentai  scendendo dal letto.
“Non parlarmi così, sono tua madre, e tu hai solo 17 anni” continuò mia madre.
“Mamma per favore smettila” uscì dalla camera.

Arrivai in bagno notando le enorme occhiaie che si erano formate sul mio viso. I miei capelli erano posizionati in modo disordinato; cercai di aggiustarli con la mano in modo da essere come sempre attraente.
Non ero un montato di prima categoria, solo che ci tenevo a sentirmi bene con me stesso e con gli altri. Mi piaceva fare la figura di un montato, quando non lo ero, e i miei amici lo sapevano perfettamente.

Uscii dal bagno e raggiunsi la cucina per iniziare la giornata.
Aprii lo sportello del mobile in cucina e presi l’essenziale per la prima colazione: latte e biscotti. Mi sedetti al tavolo ed una volta aver finito di colazionare salii al piano di sopra per vestirmi.
Dall’armadio tirai fuori un pantalone di tuta ed una felpa rossa con una grande scritta al centro: CANADA.
Indossai il mio paio di Blazer di colore blu e andai in bagno per terminare di sistemarmi.
Uscii da casa pronto per una nuova giornata e come sempre mi posizionai alla fermata del bus aspettando  i miei amici Call e Liam.
 
#nat
“non sai che ti sei persa ieri alla festa” disse la mia migliore amica Cenza mentre camminavamo nell’enorme corridoio del liceo.
“sentiamo, cosa mi sono persa?” chiesi curiosa mentre tenevo due libri in mano.
“Matt ha baciato Zac!” scoppiò a ridere, lo feci anche io. “Ce ti rendi conto? Due ragazzi, non voglio discriminarli, però non pensavo che questa situazione mi facesse ridere così tanto” disse continuando a ridere.
“Pss, Cenza, andiamo, basta, sembra male” continuai trattenendo un enorme risata. “E’ maleducato” confermai alzando una sopracciglia.
“Si perché tu non stai ridendo, no, è impressione.” Disse.
Le feci una linguaccia e la zittii, fiera di me stessa.
“Allora? Che hai fatto ieri sera?” chiese poi aprendo il suo armadietto.
“Ho visto titanic con Sam” dissi arrossendo.
“Oh che teneri, e ti ha abbracciata nei pezzi paurosi?” continuò poi.
“Perché dovrebbe” chiesi senza domandarle.
“Andiamo, state insieme da cinque mesi ormai” continuò la mia migliore amica.
“Eh allora?”
“Eh non avete ancora fatto sesso” disse abbassando il tono della voce mentre pronunciava la parola sesso ( che brutta parola ).
“Abbiamo solo 17 anni, non 20.” Dissi.
“Appunto, non hai più 15 anni Nat, andiamo” ribadì lei.
Mi appoggiai all’armadietto sbuffando. “Basta Cenza, non voglio farlo, non sono pronta, e credo che Sam non sia il ragazzo giusto” confermai.
“Eh perché non lo lasci?” chiese interrogativa.
“Non lo so. Smettila di stressarmi” dissi chiudendo l’argomento mentre la campanella che dava inizio alle lezioni, suonò.
“Ci vediamo alla ricreazione” disse la mia migliore amia salutandomi.
“A dopo”.
Io e Cenza ci conoscevamo dal primo liceo, era sempre stata la mia migliore amica. Noi due insieme eravamo una cosa sola, c’eravamo sempre l’una per l’altra, e ci aiutavamo sempre nel momento del bisogno, come due sorelle.
Cenza era la sorella che non avevo mai avuto, ma che desideravo.
Mi diressi verso l’aula di biologia, dove si sarebbe tenuta la prima ora di lezione.
Incontrai il mio ex ragazzo, ma anche il mio amico Leo.
Leo era il solito ragazzo dolce e comprensibile. Lo avevo amato per due anni, e per dimenticarlo ci avevo messo tre anni. Ci pensavo ancora ora, ma i miei sentimenti per lui erano ormai messi da parte. Ora al primo posto c’era solo e soltanto Sam, il mio attuale ragazzo.
“Nat!” disse Leo stampandomi un tenero bacio sulla guancia.
“Amò” risposi scherzando.
“Ci vediamo a ricreazione” disse andando via.
“Certo” risposi.

Girai l’angolo e salì le scale che portavano all’aula di biologia, quando girando l’angolo, per la distrazione mi scontrai con un ragazzo.
Caddi a terra come una stupida, raccolsi i miei libri da terra.
“Scusa” continuava a ripetere il ragazzo biondo dagli occhi castani.
Portava un abbigliamento abbastanza casual; una tuta ed una felpa rossa con la scritta CANADA, ed infine un paio di Blazer.
“Non preoccuparti” dissi alzandomi da terra per poi andarmene.
Raggiunsi l’aula di biologia e mi sedetti al mio solito posto, fila centrale, quarta e ultima fila.
Attesi per alcuni minuti tutti i miei compagni che mi salutarono con tanti buongiorno buttati all’aria. Alcuni lo dicevano felici, altri assonnati, altri invece lo dicevano e basta, e poi c’era chi non lo diceva proprio.
Ma a me non importava più di tanto, non m’importava della classe, di ciò che avevo intorno; Mi preoccupavo solo di seguire le lezioni.





Ciauz :)
Sono swaggieeonyou e sono ritornata con una nuova ff.
Spero che possa interessarvi, un bacione a tutte.




  
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