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Autore: jasonhugsme    09/02/2013    2 recensioni
-Non che volessimo fare chissà che cosa, ma a me piaceva dormire insieme ad Howard.
Sentire il suo respiro, il suo profumo, il suo cuore battere mi rendeva immensamente
felice e poi quando mi avvolgeva con le sue potenti braccia mi sentivo al sicuro, al
sicuro da tutto e da tutti-.
*è la mia prima fanfiction, spero vi piaccia*.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Howard Donald, Jason Orange , Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It’s Only Us

 
 
La mattina seguente mi svegliai di soprassalto, qualcuno mi aveva scoperto e aveva aperto la finestra facendo entrare un freddo tipico di tutte le giornate di inizio febbraio.
Aprii gli occhi e mi trovai davanti Mark, con il suo solito sorriso a 36 denti.
-Ti è piaciuta la sveglia Jay?- sghignazza il piccoletto uscendo dalla mia stanza.
Faccio una smorfia mentre mi metto i calzini –Sei proprio simpatico signora Barlow!-.
Mark rientra in camera mia agitando il pugno –Come mi hai chiamato?-.
-Mark, ti ho chiamato Mark. Scherzavo- lo spingo via e lui se ne va dopo aver dato un calcio ad uno dei tanti fogli pieni di appunti che avevo accartocciato e gettato per terra.
Sospiro e cerco nell’armadio qualcosa di decente da mettermi e appena lo trovo scendo di corsa giù per le scale.
-Jay, se vuoi la colazione è pronta- urla Mark dalla cucina.
-Non ho tempo Mark, devo andare- dico mentre mi infilo frettolosamente le scarpe.
La sua testa sbuca dalla cucina e finge di piangere –Ma io l’avevo preparato con tanto amore-.
-Mi dispiace Mark, la mangerò stasera! Non aspettarmi per pranzo, sono impegnato. Ciao- metto la giacca, afferro le chiavi e mi precipito fuori di casa.
Prima che chiuda la porta sento Mark che risponde –Ok- seguito da alcuni insulti rivolti a me.
Manca un quarto alle nove e io sono in ritardo come al solito.
Apro il cancello del grande palazzo in cui io e Mark viviamo e corro fuori. Giro l’angolo e vado a sbattere contro una persona, gli rimbalzo addosso e questa prontamente mi prende per i fianchi evitando di farmi cadere.
-Hey Orange, perché tanta fretta?- riconosco quella voce, alzo lo sguardo sorridendo. La persona che avevo urtato era Howard, e ora era li, davanti a me, mi stringeva a lui tenendomi per la vita e rivolgendomi uno dei suoi stupendi sorrisi.
-Stavo venendo da te, pensavo di essere in ritardo- dico prima di baciargli la guancia –e non chiamarmi Orange, sai che lo odio!-.
Mi lascia e si infila le mani in tasca –Piccolo ti va bene?-.
Scuoto la testa energicamente.
-Come diavolo devo chiamarti allora?- chiede guardandomi negli occhi. Odio quando lo fa, non riesco a resistere più di dieci secondi quando mi guarda così intensamente, distolgo sempre lo sguardo. Lui è troppo bello.
-Chiamami semplicemente Jay- dico facendo spallucce.
Lui ride, adoro la sua risata, così rumorosa e…unica –Va bene Jay, andiamo?-.
-Dove?- chiedo curioso.
-Non lo so, a me basta stare insieme a te- sorride e mi prende per mano intrecciando le sue dita con le mie e ci incamminammo verso il parco.
Passammo tutta la mattina li, girando mano nella mano e stando anche semplicemente seduti sulle panchine, abbracciati per riscaldarci.
-Howard, io ho freddo- mi lamento dopo che sono stato percorso da un brivido per l’ennesima volta.
-Anche io, ho le mani congelate. Che ne dici se andiamo a casa mia, ci beviamo una belle cioccolata calda per scaldarci e poi ti riaccompagno a casa in macchina- porta il suo braccio intorno alle mie spalle e sorride.
Annuisco e lo bacio, sento il suo respiro pesante sulla mia pelle e questo mi riscalda un pochino.
Andiamo a casa sua, non abita molto lontano, solo al di là del parco.
Anche lui come me e Mark abita in un appartamento di un grande palazzo.
Appena ci arriviamo mi fa accomodare in salotto e lui va in cucina dove lo sento armeggiare con pentole e padella.
Dopo dieci minuti di lui ancora non c’è traccia, decido di raggiungerlo. Lo abbraccio dal dietro appoggiando la testa sulla sua spalla –Che stai facendo Howard?-.
-Stavo cercando di preparare qualcosa di buono per te, ma come vedi non ci sono riuscito- si gira verso di me, ha la faccia tutta sporca di cioccolata.
Ne tiro via un po’ dalla sua guancia con il dito e la provo –Tu e la cucina non andate proprio d’accordo- rido.
-Ah, perché tu invece sei un cuoco professionista- prende della farina e me la tira addosso.
Io contraccambio lanciandogli parte dell’impasto che aveva preparato, e così inizia una vera e propria guerra di cibo dove vola di tutto, perfino uova e panna montata.
Alla fine ci ritroviamo entrambi sporchi da capo a piedi che ridiamo seduti sul pavimento, Howard è una delle persone più divertenti che conosco, qualsiasi cosa può diventare un argomento su cui scherzare quando sono con lui e questa “battaglia del cibo” ne è  un esempio.
Mi bacia tenendomi una mano sulla guancia –Sai che sei più bello da sporco?-.
Sbuffo –Sai che sei più simpatico mentre dormi?-.
-Jay stavo scherzando. Vieni qui dal tuo Howard- mi abbraccia e poi mi bacia la guancia.
Guardo l’orologio, è già ora di tornare a casa –Devo andare, Donald prendi le chiavi della macchina- dico mentre mi alzo mi pulisco un po’ i vestiti.
-Ai suoi ordini- balza in piedi e scendiamo nel garage a prendere la macchina.
Mi riaccompagna a casa e il tragitto è talmente breve che non abbiamo nemmeno il tempo di parlare.
Arrivati davanti al cancello mi bacia –Ah Jay, mi son dimenticato di dirti che sabato Bob ha organizzato una festa, cioè, non è proprio una festa è solo un ritrovo di noi cinque per parlare un po’ e stare insieme. Che dici ci andiamo?-.
Annuisco –Certo, ciao Howard-.
-Ok, ciao a domani- risponde prima che chiudessi la portiera.
Salgo le scale ed entro in casa, in salotto trovo Gary seduto comodamente sul divano.
-Hey Gaz, che ci fai qui?- chiedo poggiando le chiavi sul tavolino all’entrata.
-Mark mi ha chiesto di dargli una mano con i compiti- dice il biondo facendomi vedere il quaderno che aveva tra le mani.
-I compiti eh? E Mark dov’è?- chiedo.
-In bagno- indica la porta vicino alla cucina.
-Ok, se avete bisogno di aiuto io sono in camera mia- mi tolgo le scarpe e vado verso la mia stanza.
Il biondo annuisce e io mi ritiro nella mia stanza.


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Finalmente ce l’ho fatta a scrivere il secondo capitolo!
Spero vi piaccia J
Ringrazio ancora chi ha recensito e chi ha letto il primo capitolo J
 
l’Orangee
 
  
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