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Autore: _Rockstar_    09/02/2013    1 recensioni
Ho avuto un sogno davvero strano questa notte. Una ragazza dai capelli d’oro si perde in un oscuro e malvagio bosco. Poi incontra un principe, ma non sa che lui in realtà è il lupo. Ma ormai lei si è invaghita del ragazzo sbagliato. Così si uccide.
Il seguito della fanfiction "You and I'll be Safe and Sound"
Genere: Azione, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I – Rose non esiste più 
 

Si chiese che cosa le stesse succedendo, che cosa fosse capitato e perché non riuscisse a ricordare. Iniziò con cose semplici: Si chiamava Roseleen Snow, un cognome maledetto che avrebbe dovuto portare fino alla fine dei propri giorni, aveva quindici anni ed era nata a Capitol City. Si rincuorò nel sapere che la sua memoria non era sparita del tutto. Non ricordare le faceva paura, era come perdere una parte di se stessa, forse quella più importante. Era viva ma non riusciva a capire perché. Chi l’aveva sottratta dalla morte ma soprattutto da cosa l’aveva salvata? Non capiva, non ricordava. Provò a muoversi ma soltanto piccole parti del suo corpo rispondevano ai suoi comandi. Prima le dita delle mani poi quelle dei piedi. A fatica alzò il braccio destro e lo osservò. La pelle era pallida e cadaverica, la superficie era segnata da profonde ferite ricucite e ormai quasi guarite. Aveva freddo, forse aveva la febbre. Piegò un gamba e poi l’altra, si mise a sedere. Forse non fu la mossa giusta perché la testa cominciò a girarle vorticosamente, così avvicinò le mani al volto e chiuse gli occhi. Dopo qualche minuto passò tutto. In quella stanza non c’era nessuno, tutti gli uomini ch aveva visto al suo risveglio erano spariti o forse nemmeno mai esistiti. Le mancava la voce gentile e premurosa di quella donna, assomigliava tanto a quella della madre. Prese un respiro profondo. Era ancora legata a delle flebo e nella sua mente risuonava quell’odioso suono di quel macchinario che controllava il regolare andamento dei battiti del suo cuore. Voleva scappare via, lontano da quel luogo, ma dove? Non sapeva dove si trovasse. Stava per rimettersi sdraiata quando la porta si spalancò lentamente.
– Sei sveglia, cara – esordì la donna dalla voce dolce.
Rose annuì. La dottoressa aveva dei corti capelli neri e occhi di un colore inusuale, tra il grigio e l’azzurro, davvero poco naturali.
– Dove mi trovo?  - le chiese con voce soffocata
– In un luogo segreto – le rispose la donna osservando una cartella clinica, la sua.
– Dove mi trovo? – chiese più decisa. Voleva delle risposte. La donna alzò lo sguardo
– Non posso dirtelo – appoggiò i documenti.
– Sono felice che tu stia bene, tra poco potrai uscire – le sorrise.
Ed era esattamente ciò che voleva. Passarono poche ore e Rose già riusciva a stare in piedi da sola, il mal di testa era sparito e anche le vertigini. Era veramente guarita ma ancora non si ricordava che cosa l’avesse ferita precedentemente. La fecero rivestire e la lasciarono andare. Scoprì che si trovava in una sorta di ospedale dove, a quanto pare, l’unico paziente era lei. Percorse corridoi e corridoi fino a quando, scortata da due pacificatori e la donna dalla voce premurosa, si ritrovò nella sala d’aspetto di quella strana clinica. Cominciò a pensare di essere pazza e che l’avessero rinchiusa lì per chissà quanto tempo e solo ora che era guarita l’avevano lasciata andare. –
Sono pazza? – chiese Rose alla donna che sistematicamente si mise a ridere
– No, certo che no. – rispose aprendo la porta antipanico, rigorosamente bianca.
Alzò lo sguardo, che aveva tenuto basso fino a quel momento e lo posò sulla prima persona che vide davanti a lei. Era una ragazza circa della sua età o forse più grande. Aveva dei lunghi capelli castani e un sorriso sul volto. Sembrava conoscerla e anche molto bene. Si avvicinò a lei e l’abbraccio. Una sola cosa la colpì immediatamente. Quel profumo così famigliarmente nuovo, una sorta di mescolanza tra vaniglia e menta, un odore dolce e uno forte che annunciava un carattere delicato ma allo stesso tempo determinato.
– Ti ricordi di me? – chiese dolcemente la ragazza guardandola fissa negli occhi. Rose scosse il capo e il sorriso nel volto senza nome scomparve.
– A seguito dell’incidente la signorina ha presentato durante la maggior parte dei test, delle perdite di memoria. Niente di cui preoccuparsi, è soltanto in uno stato di shock. Tutto tornerà normale molto presto. Dovete soltanto aiutarla un poco – spiegò la donna che era rimasta ferma sul ciglio della porta
– Incidente? Quale incidente? – chiese allora Rose ma nessuno sembrò volerle rispondere.
La donna stava per iniziare a parlare ma la ragazza la bloccò sul nascere
– Nessun incidente, niente d’importante. Ne parleremo più tardi, va bene? – Rose annuì.
Perché tutti la trattavano come una bambina e nessuno sembrava avere la voglia di rispondere, era davvero frustrata.
– Possiamo andare ora? – chiese subito dopo
– Certo – le rispose la ragazza accarezzandole i lunghi capelli biondi.
La forte luce le accecò per un momento la vista e per un attimo di secondo si ricordò qualcosa. Prima i raggi del sole, poi una leggera brezza d’acqua marina e dolore, tanto dolore. La ragazza misteriosa la trascinò quasi correndo attraverso delle vie della capitale che le sembrava di non aver mai visto, come se avesse fretta o paura.
– Dove stiamo andando? – le chiese dopo qualche minuto
– Non posso dirtelo ora – rispose lei
– Perché no? – infierì Rose
– Perché è un segreto! – terminò stizzita l’altra.
Tutti questi segreti, tutti questi ignoti luoghi. Che cosa stava succedendo? Arrivarono davanti ad una piccola porta sul retro di un qualche luogo, un negozio forse. Dopo essersi guardata intorno, la ragazza la aprì e la richiuse in fretta dietro di sé. Si ritrovarono in un luogo completamente buio e con un forte e insopportabile odore di chiuso e muffa che fece starnutire Rose. Le luci si accesero e vide che infondo alla stanza erano stati posti uno specchio e una sedia a schienale, sembravano essere finite in uno studio per parrucchieri o qualcosa del genere. Dalla porta di fronte a loro entrò un uomo, veniva chiaramente da Capitol City, non era giovane ma neanche anziano e teneva sulle spalle un telo di seta nero.
– Sei arrivata in ritardo – si lamentò l’uomo
– Lei non smetteva di farmi domande e bloccarsi ogni trenta secondi. Ce la farai? - chiese spingendo Rose verso di lui.
Aveva già visto anche quell’uomo ma il nome ancora le sfuggiva. La fece accomodare e Rose si guardò subito nello specchio. I suoi capelli le ricadevano morbidi e leggeri sulle spalle, forse si erano allungati dall’ultima volta che li aveva visti e questo le fece pensare a quanto tempo fosse passato, poi abbassò lo sguardo sul riflesso dei suoi occhi. Il colore azzurro acqua che aveva tanto amato era sparito ed era stato rimpiazzato da un comunissimo castano con niente di particolare. Il suo cuore perse un battito, si strofinò il volto con il palmo della mano, sperando fosse solo un sogno ma riaperti gli occhi nulla era cambiato –
Che cosa avete fatto hai miei occhi?! – urlò all’uomo, poiché la ragazza era già sparita chissà dove, non l’aveva nemmeno sentita andarsene
– Rose, abbiamo dovuto farlo. Per la tua sicurezza... - le rispose lui. Lei cominciava davvero ad arrabbiarsi
– La mia sicurezza? Di cosa state parlando tutti?! Voglio sapere cosa sta succedendo e lo voglio sapere adesso! – continuò sempre con lo stesso tono.
Era davvero stanca di tutti quei segreti, voleva la verità.
– Non ti ricordi proprio nulla, vero? – Rose non rispose ma osservò l’uomo sedersi su uno sgabello accanto a lei e cominciare a parlare
– Qual è l’ultima cosa che ti sembra di ricordare esattamente della tua vita, l’ultimo momento? – la ragazza ci pensò un po’ su ma le venne in mente soltanto quell’allucinazione che aveva avuto poco tempo prima, la luce, il vento, il freddo.
– Mi ricordo soltanto una immagine. C’è molta luce, da destra proviene il soffio di una leggera brezza marina e posso sentire il tipico profumo del mare. Sento che ho paura come se stessi per morire – gli confessa.
– Tu sai cosa sono gli Hunger Games, vero? – la ragazza annuisce. Chi non lo sapeva d’altronde.  
– E sai anche di essere stata scelta e di aver partecipato? – No, non lo sapeva, cioè sì ma credeva fosse soltanto un tremendo incubo, ma si sbagliava, era successo veramente. Il suo cuore cominciò a battere più velocemente.
– Beh, hai affrontato la battaglia e hai vinto, quasi almeno… - continuò
– Che cosa vuoi dire con “quasi”? Come si possono “quasi” vincere gli Hunger Games? – gli chiese lei.
In quei giochi o si vince o si muore, non esisteva una via di mezzo.
– Sei arrivata fino alla fine ma sei stata quasi uccisa. Un hovercraft ti ha recuperata appena in tempo per salvarti la vita. – le confessò allora.
Rose chiuse gli occhi. Ora si ricordava tutto. Si chiamava Roseleen Snow, aveva quindici anni e abitava a Capitol City. E’ stata scelta per partecipare agli Hunger Games ed è sopravvissuta, quasi.
– Sean - sussurrò Rose abbracciando l’uomo
– Sì, cara Rose. Mi sei mancata – le rispose lui accogliendo quel gesto d’affetto
– Mi sei mancato anche tu, ma cosa ci facciamo qui? – continuò lei sciogliendosi dalla stretta
– Non potevamo certo farti passeggiare per le vie di Capitol allegramente, Rose. Non sono molto felici, non lo sono per niente e non te la faranno passare liscia – le confessò Sean
– Mi stanno cercando? Ma non dovrei essere morta? – gli chiese dubbiosa e spaventata lei
– Questo è il punto. Lei ha un sospetto che qualcuno ti abbia salvata. Ha paura – Rose sapeva a chi si riferiva: Alma Coin.
– Perché dovrebbe avere paura di me? – Sean sorrise
– Ti sei mai chiesta perché sei stata scelta proprio tu, Roseleen Snow la nipote del presidente e non un’altra ragazza qualsiasi? – lei scosse la testa
– Non è una casualità, lei non lascia mai niente al caso. L’ha fatto per eliminare l’unica persona che avrebbe potuto fermarla. Tu. – il cuore batteva sempre più forte e il respiro era diventato irregolare, era nervosa e spaventata.
– Ma ora ha timore che il suono piano possa avere una falla. Per questo motivo abbiamo deciso di darti una nuova identità – la mente della ragazza cominciava a diventare pesante, troppe informazioni, tutte in un a volta.
– Chi l’ha deciso? – chiese dopo qualche minuto di silenzio
– Katniss e gli altri – le rispose. Adesso si ricordava. La ragazza dai capelli castani era la famosa Katniss Everdeen, colei che era stata la sua mentore durante i giochi, in un certo senso le era mancata.
– Aspetta, ma loro non erano quelli che portarono la Coin al potere? Loro non erano i ribelli? – chiese con un leggero tono amaro di rimprovero nella voce – Le cose sono cambiate anche troppo velocemente, lo capirai presto – le rispose
- Per quanto tempo ho dormito? – gli chiese allora. Di certo non per anni, non era cambiata poi tanto, tranne che per gli occhi, certo.
– Sei mesi, siamo a novembre – Rose non fece in tempo a rispondere che dalla porta sbucò una furente Katniss
– Forza, fate in fretta. Siamo in ritardo! – annunciò toccandosi il polso e indicando un finto orologio
– Le ho dovuto spiegare cosa sta succedendo – si giustificò Sean.
Rose non disse nulla, in un certo senso si sentì tradita. Non riusciva a capacitarsi di cosa fosse successo. Delle persone erano morte e loro non sapevano più da che parte stare, lei aveva perso tutto e loro avevano cambiato idea. Kaniss sparì nuovamente, dopodiché Sean le appoggiò il telo si seta nera attorno al collo e cominciò il lavoro. Le disse che la sua trasformazione sarebbe terminata a breve, a quanto pare le avrebbe tinto i capelli di color castano, doveva diventare una nuova persona. Rose ormai non esisteva più.   



Risponde l'autore: 
Ok, benvenuti al primo vero capitolo del seguito della fan fiction. Beh, spero che l'attesa non vi abbia fatto dimenticare tutto quanto, ma comunque anche se fosse, potete sempre andare a rileggere i pezzi che vi mancano, no? Non vedo l'ora di raccontarvi di più perchè ciò che Rose ha scoperto ora è soltanto l'inizio. Siete interessati e non vedete l'ora di sapere di più? Non posso svelarvi niente ma soltanto farvi vedere il trailer di questo sequel, basta cliccare il link qui sotto. 

http://www.youtube.com/watch?v=mnW-6Uj52T4

  
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