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Autore: Taiga_02    10/02/2013    1 recensioni
Dopo il crollo del laboratorio n^5, Envy e gli altri Homunculus decidono di controllare gli Elric più da vicino usando l'ottavo uomo artificiale che Dante ha preso sotto la sua protezione apposta per l'occasione.
Quest'Homunculus cambierà radicalmente la vita dei due fratelli, ma... Nella storia ci sarà una svolta che stravolgerà totalmente il suo mondo!
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Envy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-CENTRAL CITY-
Dall'entrata in scena di Laisha nella vita degli Elric erano passati due giorni, trascorsi tranquillamente nella stanza di Edward.
Era dicembre, ma la neve non accennava a cadere e il freddo tardava ad arrivare.
Edward era nella sua camera a parlare con Maes ed Alphonse di questioni personali e avevano lasciato la ragazza a vagare senza meta per l'ospedale.
Era seduta accanto ai telefoni su una poltroncina, accovacciata con i lunghi capelli rossi che le cadevano sulle spalle e gli occhi erano fissi sul pavimento del corridoio.
Se ne stava li, pensierosa.
Pensava alla mano di Al, poteva ancora sentirne il peso sulla spalla, la pressione delicata che aveva esercitato sulla clavicola e alla sensazione fresca che le aveva provocato la stoffa del palmo, ma la sua attenzione venne catturata da un paio di gambe che si erano fermate davanti a lei.
Quando alzò gli occhi vide Ed che la guardava sorridendo, dicendo -Ciao!-
Lei fece un cenno di saluto con la testa e un lieve sorriso.
-Non... Non riesci a parlare?- Chiese lui serio, ma lei rispose con un fil di voce -Si che ci riesco, ma non voglio farlo davanti ai militari...- Edward sobbalzò.
Non si aspettava di ricevere una risposta, si era già convinto che fosse muta, che sapesse solo sorridere ed annuire.
La voce di lei era melodiosa e lieve, dolce e ipnotica, che avrebbe rassicurato un neonato in lacrime anche se avesse pronunciato parole cruente e crudeli.
Rimase fermo per qualche secondo, poi si riprese e continuò il discorso - Perchè non... Vuoi parlare con i militari?- Si sedette accanto a lei.
-Io... Ho visto i miei genitori... Uccisi da quei mostri... E tutto è accaduto davanti ai miei occhi...- Disse lei stringendosi le ginocchia al petto.
Era nata solo da poco, ma quello che diceva era vero.
Ricordava una parte della sua vita prima della trasmutazione, piccoli frammenti di vita vissuta:
una bambina solare che giocava in un giardino con due bambini più grandi di lei, una famiglia felice riunita in un salottino e... Un massacro.
Sangue da tutte le parti, impronte rosse sulle pareti della casa e... Un ragazzo ricoperto di sangue che percuoteva il corpo senza vita di un ragazzino poco più piccolo di lui.
L'ultimo ricordo che aveva della sua vita era una stanza buia, piena di una nebbia leggera, lo stesso ragazzo dei suoi ricordi precedenti che la guardava speranzoso, sanguinante. Poi la sua espressione sorridente mutò in una smorfia disgustata, vomitò... Mimò una parola con le labbra che la ragazza non riuscì a comprendere, poi cadde a terra, ed infine l'oscurità.

Non appena smise di ricordare, si accorse che Il biondino guardava verso il basso con un'espressione addolorata, che disse -Mi dispiace..- Lei tentò di confortarlo -Non preoccuparti, roba passata! È successo quand'ero molto piccola, ormai mi sono abituata.- Allora lui alzò lo sguardo e le rivolse un malinconico sorriso -Ti dispiace se faccio una telefonata? Se vuoi tu puoi tornare in camera con Al e Huges.- lei scosse il capo -No, ti aspetto!-.
Dunque prese il telefono e chiamo una ragazza di nome Winry.
Laisha ascoltò attentamente la telefonata: trattava di una visita a domicilio per la... Riparazione di un braccio? 
In effetti non si era accorta dell'arto meccanico di Edward, sostenuto da una fascia bianca che solitamente serve per le ossa fratturate.
Appena la telefonata fu terminata, il ragazzo invitò la compagna a seguirlo lungo il corridoio e lei lo seguì.

Appena arrivarono nella stanza, trovarono Alphonse messo all'angolo da Maes, il quale gli sventolava davanti alla faccia una fotografia.
Quando i due li sentirono entrare, il fratello minore del ragazzo fuggì dalla presa dell'uomo, che si voltò a salutarli -Ehilà!-.
Il biondo e la rossa ricambiarono il saluto, ma Ed non fece in tempo a parlare che il Tenente-Colonnello si lanciò sulla quattordicenne appiccicandole al naso la stessa foto con cui aveva tormentato l'armatura, dicendo -Dato che sei la nuova arrivata, non hai ancora visto la mia bellissima figlia!- lei indietreggiò -N-No, non ho ancora avuto il piacere...-.
-Guarda, lei è la mia bellissima Elisha!- la foto ritraeva una bambina di circa tre anni dai capelli biondo scuro raccolti in due codini e gli occhi verdi. Abbracciava un orso di peluches e sorrideva, allegra.
Laisha sorrise sinceramente -Davvero carina.- e il padre riprese -Si, lo so! Lei è la luce dei miei occhi, la gioia della mia vita!- 
E mentre Maes si gongolava, Edward si sdraiò sul lettino e Al si appoggiò al muro accanto a lui, mentre la ragazza si sedette sulla sedia, appoggiando i piedi alla sponda del letto, poi chiese all'armatura di passarle il suo blocco da disegno e l'astuccio con i quali era arrivata. 
Il ragazzo obbedì e l'amica si mise a disegnare, domandando -Chi sarebbe Winry?- 
Il biondo gli spiegò che era una loro amica d'infanzia, ma il fratellino aggiunse -È anche la ragazza che piace al fratellone, ma non lo vuole ammettere!- Allora il maggiore gli mollò un pugno sulla spalla, arrossendo -Piantala Al! Non è assolutamente vero!-. 
I tre si misero a ridere e Al si avvicinò alla rossa, osservando il disegno.
-Wow!- esclamò il ragazzo -Fratellone, guarda che bello!-.

Edward si avvicinò. Il disegno che vide rappresentava un bambino di dieci anni con i capelli corti, un ciuffetto ribelle e due grandi occhi color oro.
*Sono... Io!* Pensò Ed *Ma come fa a sapere com'ero da piccolo?*
Il ragazzo era preoccupato, si chiedeva come quella sconosciuta potesse conoscere il suo aspetto di bambino, ma quello che vide poco dopo lo spaventò ancora di più: accanto all'Edward bambino che fissava serio l'artista c'era un piccolo Alphonse... Umano.
Era esattamente identico al bimbo di quel tempo, quello sensibile ed insicuro che non sapeva se seguire il fratello o se rinunciare alla folle impresa della trasmutazione e rassegnarsi all'idea di aver perso una delle persone più importanti della sua vita.
Anche il fratello, alla vista della persona raffigurata sul foglio, si spaventò.
Ma non era ancora finita. Dietro ai due, la ragazza delineò una coppia formata da una donna dai capelli lunghi raccolti in una coda laterale e morbida e gli occhi sorridenti e...
-Quella donna è...- Ansimò il biondino con il cuore in gola.
-Ho incontrato una persona... Che mi ha fatto vedere una foto simile... I bambini erano più piccoli... Ma non sono molto brava a disegnare i neonati, quindi li ho fatti "crescere"!- si giustificò allegramente la ragazzina. 

L'ultimo volto che la ragazza abbozzò era il viso di un uomo sulla quarantina che Ed riconobbe subito -Lui... L'hai incontrato?-
-Si, mi è piaciuta tanto la sua foto e l'ho memorizzata per riprodurla, ma... Come fai a conoscerlo?- 
Domandò lei al compagno, ma non arrivò alcuna risposta, bensì altre domande -Ci hai parlato? Che ti ha detto?-.
-Si, ma è stato tempo fa, quindi non capii cosa mi disse.- rispose lei.
-... Capisco...- concluse l'Elric maggiore. Al non sapeva di chi stessero parlando i due e decise di non porre domande.
Laisha aveva incontrato quell'uomo mentre il suo giovane corpo di Homunculus era ancora in precoce sviluppo. Lui le aveva parlato al lungo pur sapendo che non lo poteva sentire, ma mentre si girava a guardarlo, riuscì a sentire una sola frase, che l'aveva fatta riflettere, ma Envy la convinse a non darle peso.
Poco dopo Edward annunciò la sua decisione -Dopo che il mio braccio sarà riparato, partiremo per Dublith.-.
Il fratello annuì e la ragazza non potè fare altro se non imitare l'armatura.
Ed spiegò che Winry sarebbe arrivata per le riparazioni il giorno seguente e che, da due giorni a quella parte, sarebbero dovuti partire da Central City.
Detto questo, la ragazza prese una piccola cifra di denaro che le era stata concessa da Bradley e uscì dalla stanza -Non ho abiti con me, andrò a comprarne un po'!- E, così dicendo, si allontanò dall'edificio.

Si avviò verso il centro, poi svoltò per arrivare alla periferia, entrando in un albergo diroccato, salì due rampe di scale, percorse un lungo corridoio e, alla stanza 214, bussò svogliatamente.
Ad aprirle, accorse Gluttony, l'incarnazione del peccato della gola, che rise gridando -È arrivata Laisha! Eheheh!- Ma i suoi bollenti spiriti furono placati da Lust, che la salutò con un cenno del capo, come fece poco dopo Envy.
-Allora? Cos'hai scoperto?- domandò la donna appoggiandosi al muro con le braccia conserte.
-Tra due giorni partiremo per Dublith... Il motivo non me l'anno detto...- Sintetizzò la rossa.
-Bel lavoro, ragazza!- Ghignò Envy a voce molto alta per poi scompigliarle i capelli, ma ricevette uno sguardo truce e si allontanò.
-Non guardarmi così... Tu sei pericolosa, lo sai vero?- disse l'Homunculus alzando le mani in segno di resa.
-Si... I miei vestiti?- tagliò corto Laisha, che ricevette una busta da Gluttony contenete alcuni vestiti che le sarebbero serviti per la sua copertura.
Sapeva di essere pericolosa, forse la più pericolosa, ma... Forse stava diventando anche la più sensibile. 
Non sapeva il perchè, ma stare con quei due ragazzi che se ne fregavano degli altri e pensavano solo ad essere due fratelli che si volevano bene, con un sogno da realizzare, aveva smosso una catena dalle porte del suo cuore.
Ma le catene e le porte erano ancora tante e non sarebbero certo bastati un atto di gentilezza e qualche complimento per farla affezionare. Ci voleva ben altro. Almeno così credeva.

Envy si era accorto che qualcosa nell'animo di Laisha era cambiato, e la esortò a non pensarci. Lei acconsentì. 
Ma non lo fece seriamente. Continuava a pensarci, a riflettere, ma... 
Più che riflettere... Sperava.
Alla fine lei era un po' diversa da Lust, voleva diventare umana, ma non di corpo, non di animo, voleva solo... Essere amata.
Mentre rifletteva, la ragazzina uscì dalla stanza salutando gli altri con un gesto della mano, che fu ricambiato da tutti e tre.
*Voglio essere amata...* Pensò stringendo il manico della busta nel pugno serrato mentre percorreva le vie del centro *... E alla fine spero... Che loro riescano a farlo. Perchè forse io infondo... Voglio già bene a Ed e Al...*
Aveva dei sentimenti, dei VERI sentimenti, aveva ricordi, obbiettivi e sogni, e non se li sarebbe fatti scappare.

SPAZIO AUTRICE.
Ciau! ^^! Ed ecco a voi il 3^ capitolo di quyesta FF... Cosa ne dite?? :3! Recensite, mi raccomando! :D... Ciao! 
  
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