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Autore: Nanek    10/02/2013    4 recensioni
Quella città, era l’album dei loro ricordi: quei posti, quei locali, avevano una traccia di loro, avevano qualcosa da ricordare, qualcosa da far tornare in mente, qualcosa che li faceva tornare indietro, nei loro ricordi, nel loro passato.
-Ti va di andare a passeggiare un po’?- gli chiese lei, abbracciandolo.
-Non è che ti affatichi troppo?- rispose lui.
-Sono incinta, non decrepita- rise lei, facendolo sorridere a quella risposta.
Si presero per mano e si avviarono per le vie di quella piccola cittadina, che lei aveva tanto odiato, ma che le aveva fatto conoscere la persona più importante della sua vita.
Passarono davanti a quella scuola, la scuola che li aveva fatti incontrare.
Lei si strinse più forte a lui; -Chi l’avrebbe mai detto che la scuola sarebbe stata utile?- chiese lui ridendo.
-Non ti viene voglia di andare a salutare la preside?- chiese lei.
-Non metterei piede dentro quella scuola per nessuna ragione al mondo.-
-Come sei gentile amore mio-
-Non mi serve più la scuola per vederti, a me basta trovarti a casa-
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Gli amici di sempre, gli abbracci più lunghi




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Lui era uscito, doveva andare a lavoro, come ogni mattina.

Il suo lavoro non era male, piaceva a lui: il dentista.

Lavorava insieme ad alcuni vecchi amici, avevano uno studio tutto loro, si divertivano insieme, c’era la complicità che faceva venire la voglia di darsi da fare.
Non stava via tutto il giorno, ogni pomeriggio alle cinque e mezza, era sempre di ritorno: non era mai troppo stanco per lei, tornava a casa sereno, la voglia di abbracciarla c’era sempre.

Vanessa guardava fuori dalla finestra, mentre quello che era suo marito, sfrecciava via con la sua macchina nera.
Due colpi di clacson, e la salutava con la mano fuori dal finestrino: certe cose non cambiavano mai.
Sorrideva, e mentre ricambiava il saluto con un cenno della mano, il bambino nella sua pancia scalciò, lei sorrise.

Le mancava andare a lavoro, le mancavano i suoi alunni: faceva la maestra alla scuola elementare di Mullingar, insegnava storia; si metteva spesso a pensare a tutti loro, ai suoi bambini e alle sue bambine, si chiedeva se si trovassero bene con la supplente, si chiedeva se l’avrebbero riconosciuta una volta tornata.
Era a casa da sette mesi, e già le mancava quella scuola, quei corridoi, amava quel posto, amava stare con i bambini.

Stava cercando qualcosa da bere nel frigo, e quando lo richiuse, non poté far a meno di notare una foto appesa; ritraeva lei e suo cugino Alberto, la sera del suo compleanno, in mezzo a loro c’era una donna, i capelli arancioni e ricci, gli occhi color pece, le lentiggini che la caratterizzavano: sorridevano all’obiettivo, come poteva dimenticarsi di lei?
Colei che le aveva insegnato molte cose sul mondo del lavoro, colei che accolse lei e suo cugino con entusiasmo, colei che le mancava da morire, le mancava quel posto, quel locale: il suo primo lavoro.

 
Si mise qualcosa di carino, non troppo scollato, per evitare di prendere freddo, e si avviò con la bicicletta verso quel pub: Jody Daly.
Non era troppo distante da casa loro, ma tra il lavoro, il bambino in arrivo, e tutti gli altri problemi, passava di rado da quelle parti.

Varcò la porta di quel vecchio pub, anche se non era orario di apertura, ma sapeva che l’avrebbe trovata lì, come sempre: doveva pulire e sistemare tutto, era una sua mania.

 -Ma guarda chi è venuto a trovarmi!- urlò Roxy, avvolgendo Vanessa e lasciando lo straccio con cui stava pulendo un tavolo: sempre la solita Roxy, i capelli sempre arancioni, sempre ricci, sempre lei, sempre uguale.
-Ma quanto cresce questo bambino? È più grande di te ormai mia piccola italiana!- continuava, accarezzandole il pancione.
-Eh, mangia tanto! come stai Roxy?- chiese timida Vanessa.
-Non sai che piacere vederti! Saranno anni che non ti vedo! Siediti piccina! Come stai tu? E quel matto di tuo cugino? Sta bene?- continuò a chiedere Roxy, gli occhi che brillavano.

Si accomodarono al bancone, un bancone che Vanessa conosceva fin troppo bene.

***

Ricordava ancora la prima volta che varcò la porta di quel pub, era insieme a suo cugino, la piccola cugina Gaia, e Conor.
I due cugini volevano lavorare, quell’anno, volevano dare una mano alla famiglia, volevano trovarsi qualcosa da fare per il week end.
-Ho io il posto che fa al caso vostro- aveva detto Conor, e loro finirono lì, in quel pub irlandese, tra le braccia di Roxy, la proprietaria, fin troppo entusiasta dei due nuovi arrivati.
E fu anche grazie a quel pub che conobbe uno dei suoi amici più cari: Zayn Malik.

 
La prima sera di lavoro, lo vide entrare da solo, con gli occhi fissi nel vuoto.
Si avvicinò a lui, e lui le chiese un tavolo per uno.
Lo fece accomodare vicino alla finestra, ma lui, chiese se poteva sedere vicino al bancone.
Lei annuì, e gli indicò gli sgabelli.

Dopo aver servito un tavolo, si dedicò al ragazzo appena arrivato: era un bel ragazzo, e trovarselo lì davanti a fissarla, mentre preparava le bibite, un po’ la imbarazzava.
I capelli corvini, gli occhi color nocciola, una bocca a dir poco perfetta, un ragazzo così bello non l’aveva mai visto a Mullingar, e dai lineamenti, non doveva neanche essere inglese.

-Cosa mi consigli?- chiese lui, accennando un sorriso, e mostrandole quanto il suo sorriso fosse perfetto.
Lei abbassò lo sguardo, dicendo che i suoi gusti erano troppo strani per piacere alla gente comune.
-Ci sarà qualcosa di commestibile.- continuò lui.
-I club sandwich sono buoni- concluse lei, dopo aver finito di preparare il vassoio con le bibite del tavolo 14 ed aver urlato a suo cugino di andare a prenderlo.
-Vada per un club allora, e una tequila, facciamo tre- concluse il ragazzo misterioso, chiudendo il menù.
-Una tequila con un club sandwich? Non ti farà male?- chiese lei.
-Peggio di così..- rispose lui.
-Guarda che pago la tequila, non vado a scrocco.- continuò con voce quasi irritata, fissandola negli occhi, spaventandola un po’.
-Non.. intendevo questo..- disse lei, riempiendo tre bicchieri con la bevanda richiesta e porgendogliela.
-Scusami..- disse lui, prendendole la mano –Non volevo essere brusco-
Lei si liberò dalla presa, e scappò in cucina, dove rimase fino alla chiusura del pub.
Il ragazzo strano, se n’era andato, e lei poteva considerarsi salva, non appena si ritrovò tra le braccia di Conor.

 
Il giorno seguente però, il ragazzo misterioso fece di nuovo tappa al pub, sta volta, prima dell’inizio del turno: posizionato su una panchina, la sigaretta tra le labbra, appena la vide arrivare con Alberto, le chiese di non scappare.

-Mi spiace ma.. io.. devo.. lavorare..- si giustificò lei, cercando di nascondersi dietro Alberto.
-Come vuoi, vorrà dire che parleremo dentro.- concluse il ragazzo, entrando con loro e rimettendosi nel posto della sera precedente.
Vanessa cominciò a preparare il bancone, osservata dal ragazzo misterioso, che la osservava in silenzio, senza rivolgerle la parola.
-Non volevo spaventarti, mi spiace- sbottò.
-Io.. non sono spaventata-
-Come ti chiami?- chiese il tipo.
-Io.. Vanessa.. tu?-
- Zayn-
- Zayn? Che nome strano-
-Sono per metà pakistano sai com’è.. tu invece? Il tuo accento non sembra irlandese-
-Italiana.-
-E che ci fai qui?-
- Io.. ehm.. – continuava a balbettare.
- Sta tranquilla, non voglio rimorchiare, so che hai un ragazzo, lo conosco Conor, gioca a rugby con me-

All’udire quel nome, i suoi muscoli si rilassarono.

Come un fulmine a ciel sereno, cominciò a capire chi fosse quel ragazzo.
Lo fissò, con sguardo serio, quasi da spaventarlo, gli prese il braccio e gli sollevò la manica del golfino fino al gomito.
Notò quel famoso tatuaggio.

-Oddio ma tu sei Zayn quello del microfono!- urlò Vanessa, facendolo imbarazzare.
-Conor mi ha parlato di te! Tu sei quello che si è fatto questo tatuaggio! Oddio scusami!- e Zayn si liberò dalla sua presa, tirandosi giù la manica del maglione.
Sorrise alla ragazza, lui sapeva bene chi avesse davanti agli occhi.
Zayn cominciò a raccontarle di Conor, di quante volte si metteva a parlare di lei in spogliatoio, assillando i suoi compagni, facendoli ridere.

-Dire che è innamorato perso è dire poco!- diceva Zayn, facendola arrossire.
-Dopo che dici di fare un giro?- le propose, ma lei fece cenno di “no” con il capo: Conor sarebbe andato a prenderla, gli aveva promesso una serata in discoteca.
-Spiacente miss, ma Conor non può venire, è per questo che sono qui-
-E perché non può venire?-
-Partita miss, una delle più importanti-
-E tu non giochi?-

Zayn sollevò il piede e lasciò intravedere la fasciatura alla caviglia.

-Che ti sei fatto?-
-Ti va se te ne parlo dopo allora?-
-Va bene dai, finisco il turno a mezza notte e mezza.. se sei sveglio..-
-Ci vediamo dopo miss- rispose il ragazzo, sorridendole e lasciandola interdetta.

Quella notte, non se la sarebbe mai scordata.

Zayn era qualcosa di strano e di unico allo stesso tempo: le piaceva la sua compagnia, le piaceva il suo strano modo di porsi, era simpatico, era piacevole, era una cara persona; sarebbe presto diventato suo amico, fu lui che le insegnò qualcosa che dava molto fastidio a Conor: fu Zayn a insegnarle a fumare, e glielo insegnò quella notte stessa, quando lui le chiese:

-Vuoi una sigaretta?- e lei rifiutò, dicendo –Non fumo.-
-Hai mai provato?-
-No.. poi Conor è un tipo tutto salutista, non gli andrebbe bene questa cosa-
-Dai dai, Conor non c’è, sono leggere le mie, te lo garantisco!-
-Che fumi?- chiese curiosa.
-Marlboro rosse- rispose Zayn soddisfatto.
-Alla faccia, sono tra le più pesanti! No, no, non le voglio grazie.-
-Che dici di queste allora? Phillip Morris, queste sono aria pura!-
-Ma in quella giacca hai una tabaccheria tu?- chiese lei, facendolo ridere.
-No, è che volevo provare a smettere, e ho provato con queste, ma.. il fumo ha sempre la meglio, è il mio vizio, non riesco a smettere- sorrise lui, porgendole una sigaretta.
-Dai prova, non lo dirò a nessuno!-
-Come faccio a fidarmi? Non ti conosco nemmeno- chiese lei, sorridendo, e prendendo la sigaretta.
-Il fatto stesso che l’hai presa in mano, dimostra che tu ti fidi già di me.- rispose soddisfatto.

-E faccio male?-

-Al massimo diventerai una ciminiera, ma non temere, saremo in due a farci compagnia- concluse Zayn, prendendo l’accendino.

Lei si avvicinò la sigaretta alle labbra, lui si avvicinò con la fiamma dell’accendino.

-Ora, io accenderò con la fiamma, ma devi inspirare, capito? Tira su- la incitò lui.

Vanessa prese alla lettera le sue parole, e inspirò un po’; quando si trovò il fumo in bocca, lo buttò fuori subito, facendo uscire una nuvoletta piccolissima.
Zayn rise divertito; si prese una sigaretta anche lui, e cominciò a spiegare.

-Non devi tenerlo in bocca, sciocca! Quando lo tiri su, devi mandarlo ai polmoni, così- e fece vedere lo strano meccanismo.
-Così quando espiri, ti viene fuori una nuvolona tipo drago sputa fuoco!- e mandò fuori il fumo.

Vanessa riprovò.

Inspirò, e una volta avuto il fumo in bocca, inspirò nuovamente, facendolo andare giù, nei polmoni, per poi buttarlo fuori, e far uscire quello che Zayn si aspettava.
Aveva le mani fredde, e la testa le girava, si sedette per terra.

-Mi gira la testa- si giustificò.
-é normale le prime volte, brava comunque, impari in fretta- disse Zayn, sedendosi vicino a lei e continuando a gustarsi la sua sigaretta.

Vanessa inspirò di nuovo, poi ancora e ancora, fino a finirla.
Non pensava fosse così complicato, fumare; ma di una cosa era certa, quello che provava ad ogni tiro, era qualcosa di strano, si sentiva più attiva, si sentiva quasi leggera, non capiva perché; l’unica cosa che la infastidiva, era l’odore del fumo sulle dita e in bocca.

-Non hai una caramella?- chiese a Zayn, che prontamente le passò una caramella alla menta.
-Sei delicata ragazza- la derise.
-Fammi abituare almeno, credo che questo vizio me lo porterò per sempre, mi piace questa cosa! Guarda che mi fido, non dirlo a Conor!- concluse.

Zayn annuì.



Poteva  sempre contare su Zayn, di lui si poteva fidare e affidare ciecamente.
Quel vizio però, lei non lo prese mai davvero, lei non era come lui; lui si lasciava trasportare da tutto, era una preda facile per ogni cosa, lei no: lei era forte, lei non si lasciava sopraffare dal fumo o dall’alcol, era diversa da lui.

Le poche volte che fumava, scroccava a lui le sigarette, e quando lo faceva era sempre in base a qualcosa: un litigio con Conor, o con suo cugino, o un voto non meritato, cose passeggere; la scusa della sigaretta, era il suo modo di dire a Zayn che aveva bisogno di lui, della sua comprensione, dei suoi consigli: aveva bisogno del suo amico.
Zayn era l’amico che lei stava cercando.

Se a primo impatto le sembrava una persona molto strana e rude, si rese conto presto del suo lato tenero, del suo lato dolce che sapeva avvolgerla.
Con Zayn non aveva nulla da nascondere: con lui poteva parlare di tutto, dai vestiti, alle scarpe, amava anche lui essere perfetto e farsi guardare dalla gente, era un narciso, o almeno così si divertiva a chiamare, amava guardarsi allo specchio, amava piacere alle ragazze per il suo aspetto, cosa che a lei non importava molto in fatto di ragazzi.

La sua massima era sempre –essere belli esteriormente è segno di amore nei propri confronti- , così si giustificava quando arrivava in ritardo ai loro incontri, facendola innervosire ancora di più.

-Zayn sei sempre il solito!- gli urlava lei, facendolo ridere.

Ma poi lui, la prendeva vicino a sé, le lasciava un bacio sulla guancia, e le prometteva di comprarle qualcosa di carino.

Insieme facevano shopping, facevano i compiti, erano talmente diversi che Conor e Alberto spesso si interrogavano sul motivo di tale legame così forte tra di loro.
Lui era il cocco della professoressa di inglese, lei di quella di italiano, lui amava la geografia, lei preferiva la matematica; lui era un appassionato di rugby, lei preferiva nuotare; lei amava i colori accesi, lui era il ragazzo delle tenebre.

Lui amava il pericolo e l’adrenalina nelle vene, lei in mezzo ai vecchietti stava bene.
Lei gli consigliava i regali più adatti per le sue eventuali ragazze, come dei braccialetti, o delle collane con dei ciondoli, lui invece, la portava nei negozi di intimo: pizzo nero era sempre un “must” per lui.
-Conor impazzirà- o almeno così diceva mentre le passava le cose da provarsi.

Si divertivano insieme, erano fatti per essere amici, erano fatti per sopportarsi a vicenda: lui sopportava le sue lamentele e i suoi giorni “no”, lei sopportava i suoi monologhi sull’essere innocente per la rottura con l’ultima ragazza conosciuta.

Zayn, a differenza di lei, non amava le storie fisse, e molto spesso, questo suo atteggiamento menefreghista verso le altre fanciulle, spaventava Conor.

-Quello lì ti metterà contro di me- diceva a Vanessa, quando loro due litigavano e Conor non capiva il motivo.
-So che ti comporti così perché lui ti fa il lavaggio del cervello, lui ti dice come comportarti! Mi sembri Zayn in questo momento, non tu- le ripeteva sempre, quando lei alzava la voce.

Ma a lei poco importava, non avrebbe mai lasciato andare la sua amicizia per delle incomprensioni, e Conor, aveva imparato ad accettarlo.

***

Vanessa, dopo un’ora passata a parlare con Roxy, la salutò e si diresse con la bicicletta verso quella casa arancione, che non scordava mai, e che ogni volta che la vedeva, la faceva singhiozzare: casa di Zayn.
Il ricordo di quel ragazzo la rattristava, la faceva sentire male, e per questo si avviò in fretta verso casa, dove il pranzo da preparare l’aspettava.
Si lasciò alle spalle quella casa, piena di ricordi, e si diresse verso il parco, per tagliare un po’ di strada, un parco che segnò la sua adolescenza.

 




Note di Nanek:
eccomi tornata! con il capitolo 2 di questa storia :)

che dire, beh, alcune cosette, tanto per chiarire un po': prima di tutto, NON preoccupatevi se non capite chi sia il misterioso ragazzo con il quale la nostra Vanessa vive, il quale è evidentemente suo marito, la sua identità si scoprirà leggendo ;)

poi, questa storia è basta moooooooooooolto sul passato, sui ricordi dei protagonisti, e per segnalarveli: dopo gli asterischi *** cambio lo stile del racconto, in modo da non confondere presente-passato ;)

il capitolo di oggi introduce una nuova figura, quella dell'amico ;) Zayn Malik :) viene raccontato l'episodio del loro incontro e fatto un quadro generale della loro amicizia :) spero che vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito ;) posso garantirvi che sarà un tipo simpatico il nostro Malik ;)

per quanto rigurda i ringraziamenti: ringrazio le due persone che hanno recensitxlovaticforevah e Mari_BubblyGirls
ma ri
ngrazio anche Mari_BubblyGirls e  niallsvoice_x per aver messo questa storia tra le
preferite ;)

spero di icevere altre recensioni da parte vostra :) e spero di non deludervi :)
a presto!
Nanek
  
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