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Autore: Saerling    10/02/2013    4 recensioni
Bianca e Arturo, due fratelli che nella vita non hanno mai fatto nulla di male.
Due ragazzi perbene, dall'educazione ferrea e dai principi saldi e inattaccabili.
Due persone, che nella loro esistenza hanno dovuto attraversare momenti difficili, e talvolta anche insuperabili.
Due vite, che non chiedono altro che la Libertà.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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è Troppo Tardi



2 – Un desiderio irrealizzabile:

 

<< è troppo tardi, ormai le lezioni saranno già incominciate. >> Mugugnai, assonnato.
Quella mattina, proprio non mi andava di recarmi a scuola. Era davvero impensabile credere di abbandonare il calore confortante del piumone e scendere ad incontrarlo.
Si, veramente impossibile.
La sera prima, infatti, mio padre era tornato dal pub mezzo ubriaco, tant’è che per un istante ebbi l’impressione che volesse picchiarci, me per primo. Fortunatamente ci risparmiò i lividi, arrecandoci semplicemente qualche graffietto da nulla.
Ovviamente, non avevo permesso a quell’uomo di sfiorare mia sorella nemmeno con un dito, cercando come potevo di proteggerla, ma sembrava che quest’ultimo non fosse minimamente interessato a lei, bensì al suo primogenito. Io.
Decisi così, precariamente sospeso nel baratro del sonno, di saltare almeno per questa volta la scuola.
O almeno, di riposarmi un pochino prima degli esami e delle verifiche…
<< Che c***o ci fai ancora qui? Non dovresti essere a scuola, stupido moccioso? >> Mi sbraitò minaccioso mio padre, entrando improvvisamente nella mia camera da letto.
Mi girai, cercando di fronteggiare quello sguardo, che non poteva altro se non incutere paura.
Non aveva una bella cera e tantomeno un portamento dignitoso e impeccabile come al solito, cosa che mi faceva gioire e tremare al contempo.
Quando mio padre era sobrio, potevi aspettarti di tutto, dalle percosse alle prese in giro, fino ad arrivare ai veri e propri attacchi di ira.
Mentre quando era ubriaco le uniche cose che era in grado di fare, erano qualche ferita e livido da poco.
Insomma, meglio ubriaco no?
Pensare a quanto fosse truce quell’uomo, mi fece rivoltare lo stomaco dal disgusto. Poteva un padre trattare in tal modo i propri figli? Evidentemente si. O forse il mio genitore era solo l’eccezione alla regola.
<< Che c***o hai? Il lupo ti ha mangiato la lingua, stamani? >> Mi schernì lui, in vena di scherzi.
Divertente, si davvero molto spiritoso…
<< Magari m’avesse mangiato solo quella… >> Sussurrai più a me stesso che a lui, con tono sarcastico.
<< Come scusa? Posso avere l’onore di sentire la tua voce, o chiedo l’impossibile? >> Mi disse lui, con una vocina alquanto stridula.
<< Vattene. >> Esclamai, fermo.
<< Oh! Ma come siamo irritabili stamattina! Cos’è, ti è venuto il ciclo? Ti fa male il pancino, caaaro? >> Mi provocò lui di rimando, allungando la “A” apposta.
Ok, questo era troppo. Davvero troppo.
<< Ora. Tu. Te. Ne. Vai. Da. Questa. Stanza. IMMEDIATAMENTE! >> Gli urlai contro, furente.
Non sopporto d’essere preso per una ragazza. Proprio non riuscivo a tollerarlo e lui, ciò lo sapeva bene.
<< Certamente, Arturino! >> Mi prese in giro, quello.
Dovevo smetterla di rispondere ai suoi scherni, dovevo piantarla di sperare che quell’uomo potesse minimamente cambiare. Migliorare.
In quanto, non c’era desiderio più irrealizzabile di questo.
Lo visi sparire dietro alla porta, con un sorrisino malefico stampato sul volto.
Era probabile che stesse tramando qualcosa, ma che cosa?
Aveva forse l’intenzione di rovinarci ancora la vita?
O forse semplicemente di peggiorarla?
Non lo sapevo. Non ero a conoscenza di nulla, se non la mia data di nascita e il mio nome.
<< Stasera vengono a cena i miei amici. Dì a Bianca, di prepararci i suoi manicaretti! E mi raccomando… - Fece una pausa di riflessione – Riferiscile anche, che se vuole può portarsi qualche amichetta a cena, mi piacerebbe molto scoprire che amicizie frequenta. >> Mi urlò, oramai fuori dalla mia visuale.
Ecco cosa stava nascondendo.
Crede che sia così ottuso, da fare quanto mi chiede? Beh, allora si sbaglia di grosso.
Ma chi si credeva di essere? Ma lo voleva capire o no, che Bianca non era la sua cameriera, bensì sua figlia?
<< Devo dire a Bianca di andare a dormire da Ilenia oggi. Stasera gli uomini si scateneranno, e di brutto. Non credo, che papà baderà molto alla sua incolumità, potrebbe anche essere presa di mira. E forse la costringeranno a fare anche qualcosa, che non vuole… >> Pensai, amareggiato.
Nel mentre, dalla finestra, un raggio di sole si rifletteva nella parete bianca della stanza, disegnando strane figure ondeggianti.

  
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