La grande distesa d'acqua si mosse appena, tremolio leggero che bastò a far scuotere l'intera superficie del lago; senza echeggiare minimamente, i passi lenti della donna sembravano sparire, inghiottiti dall'oscurità della notte.
"Immaginavo di trovarti qui."
La voce maschile che si era levata la costrinse ad alzare gli occhi da terra, fissandoli sulla figura seduta sulla sponda del lago che le dava tranquillamente le spalle; nessuna emozione sul viso di lei {maschera candida di freddezza ed indifferenza}, si limitò ad avvicinarsi al ragazzo senza domandarsi come avesse fatto a scoprirla nonostante fosse stata attenta a rimanere silenziosa.
"La stessa cosa potrei
dire di te."
Capitava non di rado che Pain paragonasse la propria compagna alla neve, algida
e pungente ma anche delicata, di quella che si posa a terra senza far rumore; la
sentì accucciarsi di fianco a lui, avvicinandosi all'acqua tanto quanto bastava
per poter osservare quella superficie.
Lo specchio naturale le restituì l'immagine di un volto di una giovane donna ma
non poté ricreare le profonde sfumature che si potevano leggere nei suoi occhi: nemmeno l'acqua
riusciva a distinguerle perfettamente.
La ragazza allungò appena il braccio, andando a sfiorare la superficie del lago
con l'indice della mano destra; Pain osservò i centri concentrici {li vedeva
davvero?} che andavano a formarsi nell'acqua, muovendosi con armonia.
"C'è troppo casino anche senza quegli idioti, pensavo di poter finalmente
osservare il cielo con tranquillità." disse lui, con voce ferma, prima di
rialzare lo sguardo verso il cielo; la compagna lo imitò, prima di rialzarsi con
grazia.
"Allora io vado."
mormorò senza guardarlo, credendo di non essere gradita; Pain rimase seduto, limitandosi a voltare piano il
capo verso di lei.
"Dove avresti intenzione di andare?"
La donna lo conosceva
troppo bene per non percepire in quelle parole un muto invito a restargli
accanto; annuì, accennando ad un debole sorriso che di caloroso non aveva
proprio nulla.
"Pensavo odiassi il rumore, Pain..."
"Tu non incarni nulla di tutto ciò; e non usare quella smorfia falsa con me,
quando i tuoi occhi dicono tutt'altro."
Lei si concesse una
risata smorzata, più uno sbuffo che altro. "Perché? Tu cosa leggi nei miei
occhi?"
Il Leader si decise a lasciar perdere la contemplazione del cielo,
concentrandosi interamente sull'unica donna dell'Akatsuki; la sua espressione
non mutò ed alla ragazza pareva quasi che lui non la vedesse affatto.
Sostenne lo sguardo malgrado tutto, come pochi riuscivano a fare, ma il compagno
non le rispose, volgendo il capo altrove per osservare un puntino luminoso che
gli volava attorno.
La donna sospirò appena, scuotendo la testa. "Una lucciola." disse, senza troppo
entusiasmo.
Pain allungò una mano, afferrando l'insetto con delicatezza e portandolo vicino
al volto. "Sembra quasi innaturale." commentò, osservandone il candore, prima di
stringere la mano a pugno, stavolta con forza.
La piccola luce si
spense tra le sue dita e lui lasciò cadere l'insetto, morto, sul prato. "Non
importa quanti tenteranno di sfidare l'oscurità della notte, cadranno tutti ad
uno ad uno."
"Eppure è stata proprio l'oscurità a cedere per prima, lasciando che anche
quella piccola luce potesse brillare."
La donna si circondò le gambe con entrambe le braccia, tentando di trasmettersi un po' di calore; Pain chiuse gli occhi, lasciando che le labbra si piegassero in un sorriso privo di allegria, di quelli che sollevano solo gli angoli della bocca. "Forse... Ma noi non falliremo."
Non finché ci sarai tu con me.
Il rombo di un tuono
in lontananza e la pioggia iniziò a scendere, leggera; la ragazza si sistemò
l'abito all'altezza del collo, mentre ciocche di capelli bagnati le ricadevano
lungo il viso.
"...Freddezza."
Lei si voltò, ritrovandosi a fissare le strane iridi vermiglie del compagno a
poca distanza da lei. "Come?" domandò, con un'impercettibile nota di incertezza.
"I tuoi occhi..."
Pain alzò una mano,
sfiorandole con le dita il fiore che teneva imprigionato tra i capelli. "Sono
freddi... Di una freddezza carica di tristezza."
Non ho mai visto occhi simili.
La sentì irrigidirsi e
per la prima volta lei distolse lo sguardo, chinando appena il capo di lato.
Se tu fossi la luna, la tua luce si perderebbe nell'oscurità.
"Andiamo."
Il ragazzo interruppe il delicato contatto, alzandosi con un colpo di reni ed
iniziando ad incamminarsi; la ragazza lo imitò, lanciando un'ultima occhiata al
lago prima di fermare lo sguardo sulla schiena di Pain.
Se
tu fossi il sole, i tuoi raggi sarebbero spenti.
Mi ero
ripromessa che la mia prima fanfiction nella sezione Naruto sarebbe stata
sul mio personaggio preferito: Akasuna no Sasori.
Però... non so, questi due personaggi mi hanno colpita profondamente...
Le
loro espressioni, il fatto che fossero l'una l'opposto dell'altro (basti pensare
al loro colore di capelli); d'accordo, forse non è proprio il massimo della
profondità di pensiero, ma ci tenevo a fare qualcosa su Pain e la sua partner!
Spero solo che non sia venuta troppo mielosa, non sono un'amante del genere rosa
^^;;