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Autore: orkaluka    11/02/2013    1 recensioni
Quando dalle foreste di Hogwarts spariscono gli unicorni Melinda si offre volontaria per le ricerche, queste cominciano insieme a Ted e James, finiti, ovviamente, in castigo. Purtroppo però la questione non finisce qui, perché di fatti strani ad Hogwarts, quest'anno, ne accadono parecchi. Gli alleivi vengono attaccati da forze oscure e solo Melinda sembra in grado di percepire quando questi sono in pericolo. Tra amicizia, lealtà, magia e ovviamente avventura riusciranno Melinda, James, Rose, Scorpius e Al a sventare la minaccia che grava su tutti loro?
Siate clementi, é la mia storia non originale! Non sono affatto brava nelle presentazioni, quindi spero che vorrete dare almeno una sbirciata al testo XD
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 16 – Verità e amicizia

 

Camminò per i corridoi, fino a raggiungere i suoi amici al tavolo dei Grifondoro, che la sommerso di abbracci. Sta bene! Finalmente! Ero così preoccupata…Si vede che sta meglio, il suo colorito è molto più sano ora…Che bello rivederla, ci era mancata!...Tutto il tavolo Grifondoro la salutò con gioia. Melinda guardò James e cercò di utilizzare il suo “dono” in un modo nuovo. Si allungò verso la mente del suo amico e condivise con lui un pensiero. Come hanno fatto a spiegare ciò che mi è successo? James, che stava bevendo il succo di zucca si strozzò per lo spavento e il suo succo finì sulla veste. Hanno detto che sei stata colpita da una maledizione scagliata da uno sconosciuto. Melinda annuì, senza farsi notare mentre James cercava di ripulirsi la veste.

“Gratta e netta”

Disse Melinda puntando la bacchetta e tutto il succo scomparve dalla divisa del ragazzo, che la guardò riconoscente. Melinda condivise un altro pensiero con James. Forse è meglio che io glielo dica, devo dirgli del mio “dono” e di tutto ciò che è successo, hanno il diritto di sapere, sono miei amici. James rabbrividì, sembrava che avesse la pelle d’oca e Al se ne accorse.

 “Hai freddo? Vuoi che ti presti dei guanti?”

 James scosse la testa e lanciò un’occhiataccia a Melinda, che se la rideva sotto i baffi. Non. Farlo. Mai. Più. È una cosa fastidiosissima, sembra di essere percorsi dai ragni. Lei gli sorrise, poi si rivolse ai suoi amici. “Sentite ragazzi, vi devo raccontare delle cose…importanti. Possiamo andare da qualche parte dove non ci senta nessuno?”

Melinda vide Scorpius illuminarsi.

 “Ragazzi, un posto così ce l’ho. Mio padre mi raccontava sempre di questo cunicolo buio dove si rintanava con i suoi amici per discutere di cose legalmente discutibili.”

 Rose, Al, James e Melinda scoppiarono a ridere.

“Anche io so usare i paroloni e allora? Comunque venite ragazzi del primo anno, da questa parte prego.” Scoppiarono di nuovo tutti a ridere, l’imitazione del prefetto che li aveva accompagnati nel dormitorio il primo giorno di scuola era perfetta.

 

 

Il cunicolo era proprio un cunicolo: buio, sporco, umido. Melinda si sedette su un masso e cominciò a raccontare ai suoi amici del suo “dono”. Alla fine tutti la guardarono sorpresi, le loro menti erano in subbuglio. Non è possibile, nessun libro parla di una cosa simile, si è sentito parlare di Legilimens molto potenti ma mai di un dono simile. I pensieri di Rose erano certamente i più rumorosi. Melinda rialzò i muri per rispetto nei confronti dei suoi amici.

“Allora?”

 Chiese con voce tremante, in un sussurro.

 “Cosa ne pensate? Mi volete ancora bene?”

 I tre ragazzi di Grifondoro rimasero in silenzio, James lanciava e riacchiappava un boccino che aveva rubato da qualche parte. Fu Rose a parlare, dopo interminabili minuti.

 “Io penso…. Credo di aver bisogno un po’ di tempo per pensare da sola. Ti voglio bene, ma Melinda, questo cambia molte cose. Potresti sapere tutto ciò che penso e …”

Era la prima volta che a Rose mancavano le parole.

 “Capisco.”

Disse Melinda annuendo, Rose abbandonò il cunicolo, sentirono i suoi passi dissolversi in mezzo al rumore di quelli degli altri studenti. Scorpius la seguì poco dopo. Al invece rimase qualche minuto in più, stava pensando intensamente.

“Io mi sento un po’ ferito. Avresti potuto dircelo Mel, non ti avremmo giudicata.”

 James alzò un sopracciglio, come se non credesse a quelle parole. Melinda disse.

 “Davvero Al? Io ho paura, paura di voi. Vi voglio bene e ho paura che voi non vogliate più stare con me. Vuol dire non avere segreti, nessuno, sarebbe difficile, complicato, sincerità assoluta su tutto Al.”

Lui annuì, poi disse.

 “Per te Mel avremmo potuto farlo, ora scusami ma ho lezione tra poco.”

Lasciò anche lui il cunicolo, Melinda intanto affondò la sua faccia nelle mani. Fu una carezza di James a farle alzare il viso, la guardò e le disse.

 “Al è uno stupido. Rose è troppo intelligente e Scorpius…è un Malfoy!”

 Melinda gli sorrise anche se aveva le lacrime agli occhi.

“Vedrai che si risolverà tutto, ti vogliono bene. E finché loro ti eviteranno ricorda che tu hai anche me.” Melinda gli sorrise ancora una volta, poi si alzò in piedi ed uscì con James dal cunicolo. Melinda lanciò un’occhiata all’orologio e notò che era in ritardo da cinque minuti. Corse a perdifiato per i corridoi fino a raggiungere l’aula di trasfigurazione e il test per cui non aveva aperto un libro.

 

 

Non è possibile! Non ci posso credere. Questa ragazzina è un portento, non può essere. Il professor Zenit stava analizzando ancora una volta il risultato perfetto del test pratico. Melinda aveva trasformato un corvo in un bellissimo calice che pareva essere di cristallo, finemente decorato con degli svolazzi di vetro, sembrava un’opera d’arte. “Complimenti Melinda, complimenti.” Lei sorrise al professore, ringraziandolo. “Ora potrebbe per piacere riportarlo ad essere un corvo?” La ragazza annuì e pronunciò la formula, il corvo riapparve, con il piumaggio nero lucido e il becco aperto pronto a gracidare. Zenit annuì, ancora sorpreso e disse che il suo test era finito. “Questo merita una E signorina Moon.” La ragazza gli sorrise, raggiante. “Posso chiederle un favore? Non è che mi trasfigurerebbe di nuovo quel corvo in un calice?” Melinda annuì, visualizzò nella sua mente un calice bellissimo come quello di poco prima e si concentrò molto più di prima. Puntò la bacchetta e pronunciò la formula, il risultato fu ancor più stupefacente, tanto che al professor Zeit caddero gli occhiali a forma di rombo dal naso. Il calice era completamente trasparente, dei tralci partivano dalla base per arrivare formando delle volute fino al bordo del calice. I tralci non erano trasparenti, ma del colore del cielo di notte. Era bellissimo, Melinda rimase affascinata per un poco a fissarlo.

“Va bene così professore?”

 Lui annuì, tornando alla sua solita espressione vacua.

“Grazie Melinda, puoi andare.”

 Melinda fuggì dall’aula quasi a gambe levate, lasciandosi dietro quel bicchiere.

 

Note dell’autrice

E dopo una miriade di tempo eccomi di nuovo qui! Probabilmente nessuno di voi avrà più voglia di leggere questa storia e ne ha tutte le ragioni, però mi pare ingiusto lasciarla incompiuta, quindi finirò di pubblicare la parte di racconto che manca un po’ per volta, spero non ne abbiate troppo a male con me.

  
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