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Autore: xkalouis    11/02/2013    5 recensioni
«Sapete, mia cugina è proprio figa! Non vedo l'ora di farvela conoscere.» disse Niall, con un ampio sorriso tra le labbra, parlando ai tre ragazzi seduti sul divano color crema davanti a lui. «È assolutamente perfetta, e non lo dico solo perché sono suo cugino, lei lo è davvero.» concluse dando una spinta ad Harry che, seduto accanto a lui su un divano in pelle identico a quello di fronte a se, lo infastidiva da una buona manciata di minuti torturandogli i capelli.
«Vacci piano irlandese; niente in contrario con tua cugina, ma, per quanto può essere bella, la perfezione non esiste.» Aggiunse Louis con una leggera scrollata di spalle, guardando la figura accanto a sé. «Fatta eccezione per te.. Tu sei perfetto Bradford Bad Boi.» e, scherzando, tirò un bacio in direzione di Zayn.
Qualche secondo di risate e poi il silenzio calò tra i cinque membri degli One Direction.
«Pensi questo perché ancora non la conosci. Fidati di me, cambierai idea amico.» Harry ruppe quel breve silenzio, lo sguardo fisso su Louis che in quel momento scuoteva la testa sorridendo incredulo. «Scommetti?» continuò Harry in tono di sfida, tendendo la mano verso di lui.
«Ci sto.» concluse Louis.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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(MI SCUSO DAVVERO PER AVER AGGIORNATO SOLO ORA, MA TRA UNA COSA E L'ALTRA NON HO AVUTO TEMPO! SPERO CHE ALMENO VI PIACCIA! - ROBERTA)

  Capii perché Harry aveva chiuso le sicurezze della macchina, o, per lo meno, quella era la spiegazione che mi ero data. In quel momento volevo solamente uscire da quell’auto. Volevo sentire l’aria fresca sul mio volto che mi scompigliava i capelli e che sbrogliava quella confusione che si era formata tra i miei pensieri. e che risuonava fin troppo forte su quel silenzio che si era ricreato. Ma non lo feci. Restai solamente a fissare il cruscotto della sua costosa auto. Non riuscivo neanche a capire se ce l’avevo con lui, o semplicemente con me stessa. Sentivo solo rabbia e rimorso. Mi sentivo ferita, vulnerabile, imbarazzata, arrabbiata. Sentivo di dovermi scusare con lui, sentivo di doverlo picchiare, ma soprattutto, sentivo il suo sguardo ostinato su di me, come se si aspettasse una qualche risposta. Una risposta che gli dovevo. Una risposta che non si meritava. Perché tenermi tutto nascosto? Improvvisamente mi trovai a ripensare ad Alex, ed i miei occhi si appannarono dalla consapevolezza delle mie azioni.

  Ero stata insieme ad Alex per circa otto mesi, e questo voleva dire solo una cosa; una cosa che mi faceva sentire davvero quello che fino ad un’ora prima una massa di ragazzine mi stava urlando. Una troia.

    «Mi odi ora, non è vero?» la sua voce roca interruppe quel silenzio fin troppo lungo. Rimasi ancora in silenzio, esitando se guardarlo in viso o meno. «ti prego, non tenermi sulle spine.» insistette citando la frase detta da me in precedenza. Finalmente lo guardai, stringendo appena le labbra per trattenere quel fiume di parole che la mia gola stava trattenendo per fin troppo tempo. Scossi appena la testa.

  «Non odio te.» mi limitai a sussurrare, abbassando nuovamente lo sguardo sul cruscotto. «mi sento solo in colpa.» ammisi minimizzando quello che provavo davvero dopo qualche secondo.

  «È per questo che stai piangendo?»  a quelle parole mi sbrigai ad asciugare le mie gote che erano diventate improvvisamente umide.

  «Non sto piangendo.» dissi sostenuta, guardandolo dritto negli occhi. Sembrava contrariato, ma non gli diedi peso. In quel momento il mio pensiero era fisso su Alex. Il silenzio calò nuovamente tra di noi.

  «Hellen, sai che con me ti puoi aprire, e non intendo le gambe questa volta.» un sorriso ironico spuntò sul suo volto dopo aver sdrammatizzato bruscamente l’aria tesa che si era creata. Un piccolo sorriso di rimando si formò tra le mie labbra, accompagnato da un leggero schiaffo sulla sua spalla. Presi un lungo sospiro e diedi sfogo a tutta la mia frustrazione.

  «Ho tradito senza saperlo il mio ormai ex ragazzo, nonché migliore amico.  Io non credevo fosse successo questo, Harry. Qualche cosa ricordavo, ma la conclusione che mi ero imposta non era minimamente simile a quello che in realtà è successo. Ricordo che avevo bevuto troppo e stavo piangendo e poi mi ricordo che noi due eravamo in camera mia e mi stavi abbracciando. Credevo che mi stavi consolando e basta. Non pensavo che…  Hai capito, insomma.» dissi sbuffando a disagio.

  «Avrei dovuto dirtelo prima, invece di tenertelo nascosto.. Scusa.» la sua voce era piena di senso di colpa. Mi morsi un labbro, sospirando.

  «Quante volte devo ancora ripeterti di smettere di darti la colpa?» lo rimproverai appena, per poi sorridergli. «Hai fatto bene invece. Sarei stata comunque costretta a tenerglielo nascosto, visto che conoscendolo, l’avrebbe detto a tutti. Perciò è stato meglio esserne all’oscuro, almeno non ho dovuto fingere.»  alzai le spalle, iniziando a valutare che forse era stata la miglior cosa. Ovviamente, non potevo dire niente di tutto questo ad Alex. Avrebbe perso la testa dicendolo a tutti, così come dovevo mantenere il segreto con le mie, ormai lontane, migliori amiche. «Quindi Niall non sa niente di tutto questo?» chiesi per conferma e, come mi aspettavo, Harry annuì con la testa. Odiavo l’idea di mentire a Niall, ma, per il momento, la cosa migliore era che l’accaduto rimanesse solamente tra me ed Harry.

  «Devo ammettere però che a letto te la cavi molto bene.» disse con una nota eccessivamente maliziosa nella voce. Io scoppiai a ridere, mentre tutta la preoccupazione scivolava via dalla mia mente. Lui sorrise, e dopo una lunga pausa di riflessione, mi guardò dritto negli occhi. «E ora, fatti baciare.» sbottò ad un tratto, saltandomi addosso ridendo e scompigliandomi i capelli, mentre io cercavo inutilmente di cacciarlo ridendo a mia volta. L’aria si era fatta decisamente più rilassata. «Beh, quando vuoi… Basta chiedere.» aggiunse in modo provocante con un occhiolino, prima di partire.
  Il tragitto da quell’isolato parcheggio alla loro lussuosa villa era stato accompagnato dalle canzoni passate alla radio, cantate a squarciagola da entrambi. L’imbarazzo che quella situazione avrebbe dovuto creare, era al minimo. Niente sarebbe cambiato tra di noi, se non in meglio. E questa cosa stranamente mi piaceva.

  «In realtà non abiti molto lontana da noi, per venirti a prendere ci ho messo mezz’ora.. Non è tanto, no?» mi chiese mentre stavamo scendendo dall’auto, giunti a destinazione. Io scossi la testa, mentre i miei occhi si fiondarono sull’enorme villa davanti a noi. Il grande cancello nero si chiuse alle nostre spalle mentre mi avvicinavo alla piscina di fronte all’ingresso principale. Da una grande finestra riuscivo a vedere i tre componenti della band che non avevo avuto modo di conoscere sei mesi prima. Il cuore cominciò a martellarmi nel petto, mentre l’agitazione cominciava a farsi sentire. Tenevo molto, forse troppo, al giudizio degli altri. E se gli risultavo antipatica? Come sarebbe andata a finire?

  «Tranquilla! Gli piacerai, te lo prometto.» Harry sembrò quasi leggermi il pensiero. Presi un lungo respiro di incoraggiamento mentre le sue labbra lasciavano un piccolo bacio sulla mia fronte. Varcai il grande portone color mogano e in confronto all’arredamento, i miei vestiti risultavano quelli di una senzatetto. Il salone in cui mi trovavo era gigantesco e lussuoso. Due grandi divani di pelle color crema ospitavano tre ragazzi impegnati in una coinvolgente conversazione su un incontro con qualche fans del giorno prima. Cercai con lo sguardo i capelli biondi di mio cugino, che con mia grande delusione, non trovai. Harry chiuse la porta alle mie spalle ed i tre ragazzi si girarono verso di noi. Harry e Louis si scambiarono un’occhiata complice che non ebbi il tempo di interpretare visto che fui distratta dalle parole di un ragazzo alto e moro, ad eccezione di un piccolo ciuffo biondo e da due occhi a mandorla marroni. Riconobbi Zayn Malik ancor prima di trovarmelo davanti, in effetti.

  «Allora tu sei Hellen, mh? Niall non ha fatto altro che parlare di te questi ultimi giorni, finalmente ti conosciamo.» mi disse con un mezzo sorriso tra le labbra dopo un veloce abbraccio.

  «Il piacere è mio, Zayn.» sorrisi al ragazzo davanti a me mentre un po’ dell’agitazione si dissolveva.

  «E se non era Niall a parlarci di te, era Harry. Eri diventata un’ossessione per loro!» Il ragazzo dagli occhi nocciola ed i capelli castani accennò una risata, come il resto dei presenti. Guardai Harry come per rimproverarlo, per poi unirmi a quella breve risata collettiva. «E’ un piacere conoscerti.» le sue parole furono seguite da un breve abbraccio. Le foto non rendevano per niente giustizia a Liam Payne.

 «Vale lo stesso per me.» sorrisi di nuovo, con ancora un po’ d’imbarazzo nella voce.

 Improvvisamente, dal piano superiore si sentirono dei passi pesanti ed affrettati che mi attirarono la mia attenzione.

  «Niall, la pizza non è ancora arrivata, tranquillo!» urlò Harry in direzione dei passi.
 
  «Io direi che è molto meglio della pizza!» aggiunse un ragazzo dagli occhi color ghiaccio, molto simili ai miei, puntati addosso a me. I suoi capelli castani erano alzati e tirati all’indietro, allontanandoli dal suo volto. Fui travolta da un suo abbraccio che mi costringeva a dondolare sui miei stessi piedi. Sentii dei passi frettolosi per scale ed il cuore iniziò a martellarmi nel petto per l’emozione. «Sono contento di conoscerti.» continuò Louis Tomlinson, ma io ormai ero presa solo dall’idea di riabbracciare Niall.

  «Sono felice anche io di potervi conoscere tutti, finalmente.» feci in tempo a dire solo questo prima di correre verso di Niall che mi guardava con un enorme sorriso sul volto dalla base di una grande scalinata che portava al piano superiore. 

  Senza dire neanche una parola, lanciai le mie braccia al suo collo, stringendolo il più possibile a me. Il mio sorriso si allargò maggiormente quando mi prese in braccio. Incrociai i miei piedi attorno alla sua vita, mentre lui mi sorreggeva con le mani sotto le cosce. Ci scambiammo più volte dei baci sulle guance prima di affondare il mio volto sulla sua spalla, lasciandomi invadere dal suo profumo.

  «Mi sei mancata tanto, Helly!» lo sentii dire ridendo.

  «Non rovinare questo momento con quello stupido nomignolo!» dissi a voce forse troppo alta, visto che alle mie spalle udii delle risate.
  Posai i piedi per terra e lo guardai in volto. Era sempre stato un bel ragazzo, ma in quei sei mesi era davvero migliorato. I biondi capello erano allontanati dal suo volto in un acconciatura simile a quella di Louis e Zayn. Il viso si era leggermente sfinato, mentre aveva messo su diversi muscoli. Ma gli occhi, quegli occhi blu che mi facevano impazzire, erano rimasti gli stessi.

  «Diventi sempre più figa. Dovrò rinchiuderti da qualche parte se non voglio diventare troppo geloso.» mi anticipò lui di qualche secondo.

  «Ma senti chi parla! Vorrei poter dire lo stesso, ma milioni di ragazze mi ucciderebbero.» ribattei con un sorriso sarcastico.

  Qualcuno alle nostre spalle tossì, facendomi pensare che forse stavo risultando poco interessata nei loro confronti. Mi voltai ancora sorridente verso di loro mentre Niall mi trascinava al suo seguito diretto ai divani ormai vuoti. Cercai di sedermi con tutta la calma possibile, quando Niall ed Harry si buttarono, letteralmente, accanto a me. Sentii le braccia di entrambi posarsi intorno alle mie spalle. Trattenni l’ennesimo sorriso, e diedi un’altra occhiata generale a quella grande sala.

  «Vedo che le cose non vi vanno poi così bene, mh?» dissi ironica rivolta anche al resto dei ragazzi che avevano preso posto su un divano identico a quello su cui eravamo seduti davanti a noi. Sorrisero tutti, guardandosi intorno.

  «Effettivamente stiamo messi maluccio.» disse Louis ridendo. Ricambiai quella breve risata scambiando uno sguardo dal ragazzo dagli occhi color ghiaccio.

  «Ti sei abbronzata un po’, eh?» Niall mise a confronto il suo braccio con il mio. Effettivamente a confronto risultava alquanto pallido.

  «Ho approfittato di Santa Monica per prendere un po’ di sole prima di dire definitivamente addio al mare.» risposi con un accenno di amarezza nella voce. Amavo il mare, ed il fatto che in America ci abitavo a meno di 20 minuti per me era davvero il massimo. Mi lasciai avvolgere per qualche istante di troppo da quell’aria nostalgica che si era creata attorno a me. Respirai a fondo, cercando di tirarmi su con un sorriso.

  «Vorrà dire che ti porterò al mare, alla fine è solo un ora e mezza di viaggio» disse Niall con un sorriso, accarezzandomi i capelli. Annuii appoggiando la testa su un braccio, il quale non saprei dire se era di Harry o di Niall.

  «Allora immagino che quella collana sia in ricordo della California.» aggiunse Liam che era seduto esattamente di fronte a me. Portai istintivamente la mano al collo, dove trovai il ciondolo a forma di gabbiano che avevo completamente dimenticato negli ultimi giorni.

  «Ed io che credevo che era dedicata alla tua sconsiderata passione per gli uccelli.» Harry sbottò a ridere per quel doppio senso da lui stesso creato, e dopo qualche istante, si aggiunsero anche il resto dei ragazzi.

  «Hai deciso di morire oggi, mh?» gli dissi dandogli un altro schiaffo sulla spalla, anche se tra le mie labbra c’era comunque un sorriso.

  «E questo?» mi domandò Niall, accarezzando il braccialetto di cuoio.

  «Era di Alex, me l’ha regalato come portafortuna.» mi limitai a dire con un’alzata di spalle. Come risposta ricevetti una sua smorfia.

  «Quel tizio non mi è mai piaciuto. Secondo me, finge di essere qualcuno che non è.» disse seccamente, come ogni singola volta che usciva l’argomento “Alex”. Da quando lo aveva conosciuto, Niall mi ripeteva costantemente le stesse identiche cose; così questa volta lo ignorai.

  «Allora, parlaci un po’ di te» disse Zayn con un mezzo sorriso, cercando di cambiare argomento. «anche se Niall ed Harry ci hanno già detto tutto, praticamente… Come fate tu ed Harry a conoscervi così bene?» lanciai una veloce occhiata al ragazzo dagli occhi smeraldo alla mia destra e sorrisi, mentre Harry mi precedeva nel racconto.

   «In quelle due settimane libere a gennaio, quando tu sei andato a trovare la tua famiglia e Louis e Liam le hanno passate con Eleanor e Danielle, io e Niall siamo andati da lei. Poi da lì ci siamo conosciuti meglio…» in quell’istante mi guardò, ancora sorridendo, mentre io distoglievo lo sguardo sapendo perfettamente a cosa si riferiva. «… e ci siamo continuati a sentire.»

  Da quel momento, il tempo sembrò scorrere troppo velocemente. Iniziai a raccontare un po’ su di me, su come da piccola passavo i miei pomeriggi a casa di Niall, su come avevo vissuto il mio primo trasloco, su mia sorella e su argomenti che solitamente non condividevo con degli sconosciuti, ma con loro mi risultava alquanto facile. Troppo presto arrivò la pizza come arrivò in seguito il tempo di tornare a casa. Harry si offrì di riaccompagnarmi, ed io accettai.

  Il portico debolmente illuminato di casa mi ricordò di una promessa che mi ero fatta mentalmente  poco prima di uscire di casa. Una promessa di cui mi ero completamente dimenticata, ovvero di chiamare Eileen e di farla salutare da tutti. Il senso di colpa diminuì quando la vidi seduta sul primo scalino, con le esili gambe piegate contro il petto. Probabilmente mi stava aspettando nella speranza di poter incontrare uno dei suoi idoli al mio ritorno.
 
 «Puoi scendere dalla macchina quando ti faccio un cenno?» gli chiesi entusiasta, sicura che quel piccolo gesto l’avrebbe fatta contenta. Lui disse di sì con la testa ed io scesi dall’auto andando a grandi passi verso di lei.
 Eileen alzò debolmente il capo verso di me, sul suo volto non c’era nessun sorriso. Mi avvicinai più lentamente e la luce, anche se fioca, mi permise di intravedere i suoi occhi nocciola lucidi.
 
 «Cos’hai?» le chiesi in fretta, ma lei nascose il viso tra le ginocchia e, per pochi secondi, i suoi singhiozzi riuscirono a sovrastare le urla che provenivano dalla nostra casa.
  

  
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