Granelli di sabbia
Hogwarts, primo settembre 1972
«
Black, Regulus! »
Il
ragazzino che era stato chiamato si staccò dal gruppetto degli studenti del
primo anno e si diresse nervosamente al centro della Sala Grande. Il suo viso
pallido risaltò ancora di più quando gli fu messo il solito cappellaccio nero
sulla testa.
Sirius,
alla tavolata dei Grifondoro, osservava la scena con finta aria spavalda, noncurante.
Il suo atteggiamento lo voleva inconsciamente proteggere da quella che, contro
ogni buon senso, sarebbe stata una delusione. Perché Sirius sapeva che Regulus sarebbe finito in
Serpeverde, e fino a qualche tempo prima la cosa non gli interessava neanche.
Ma, dopo le vacanze natalizie e, soprattutto, quelle estive, le cose erano
cambiate; non si era mai avvicinato tanto a suo fratello come negli ultimi
mesi.
Quando,
a giugno, era tornato a Grimmauld Place con una lettera vergata dalla mano
furente della McGonagall ― conseguenza delle prime sperimentazioni in
materia di scherzi e bravate ―, Sirius si era trovato in una mare di
guai; quella volta le aveva prese sul serio. Ed era rimasto in castigo
praticamente per tutta l’estate, visto che non aveva affatto tentato di
attenuare, comportandosi bene almeno a casa, la collera dei suoi. In un certo
senso, la libertà di cui aveva goduto ad Hogwarts e l’influenza di James non
avevano fatto altro che fomentare i suoi modi da ribelle; fatto sta che era
sempre meno capace di tenere a freno la lingua e di fare la bella statuina.
In
tutto questo, Regulus rimaneva sempre con lui. Certo, a volte era ancora
fastidiosamente pedante e si metteva perfino a rimproverarlo ― e Sirius
non sapeva se sbuffare o mettersi a ridere ―, ma poi aveva sempre la
faccia tosta di tornare ad essere il fratellino che gli invadeva il letto
durante la notte. Sirius lo prendeva sempre in giro per quell’atteggiamento
ambivalente; « Secondo me sei un po’ disturbato, » gli diceva guardandolo di
sottecchi. Tuttavia, anche se non lo dava a vedere, gli era grato; il piccolo
Reg era sempre lì a tentare di tirargli su il morale o a fargli compagnia nelle
lunghe giornate di punizione, e Sirius sapeva benissimo di non meritarselo. A
volte gli bastava anche solo la sua presenza per sentirsi meglio.
James
tirò una gomitata a Sirius, ridestandolo dai suoi pensieri e da quella che era
una meravigliosa espressione da pesce lesso. L’altro, sforzandosi, fece
spallucce e sogghignò. « Tanto so già dove finisce, quello lì » disse ostentando ancora di più un atteggiamento sfrontato.
Non voleva assolutamente far vedere quanto una parte di lui desiderasse che…
« SERPEVERDE! »
Sirius
sentì un piccolo peso sprofondargli nelle viscere. Eppure lo sapeva che sarebbe andata a finire così, non era affatto il caso
di farci su un dramma…
«
Che vi dicevo?! » buttò lì in risposta alle occhiate dei suoi amici. Voleva
ferocemente sembrare contento, come se fosse un sollievo per lui il non dovere
aver a che fare con quello scemo di
suo fratello anche a scuola.
Intanto
Regulus si era tolto il Cappello Parlante e aveva iniziato a dirigersi verso la
tavolata dei Serpeverde. A metà strada si fermò e guardò timidamente in
direzione dei Grifondoro, come se cercasse di distinguere qualcuno tra la
folla. Una parte di Sirius avrebbe voluto fargli un cenno, fargli capire che
andava tutto bene. Ma il ragazzo a volte sapeva essere terribilmente
capriccioso, quindi incrociò le braccia al petto e si fece scivolare in avanti
lungo la panca di legno. Era consapevole del fatto che non poteva far ricadere
su Regulus alcun tipo di colpa, ma si ostinava ad avercela con lui.
Non
riuscendo a intravedere Sirius, Regulus, alla fine, si decise a raggiungere il
tavolo dei Serpeverde. Sembrava un po’ tirato.
«
Be’, meglio così. »
Sirius
rideva. Remus fu l’unico a capire quanto quella risata nascondesse qualcosa di
grottesco.
Note
dell’autrice:
Come
avevo già accennato, piccolo capitolo ancora incentrato su Regulus e Sirius. Il
prossimo riguarderà Remus ;’).
Muffin
al Cioccolato: Ti ringrazio, mi fa davvero piacere sapere che hai letto la mia
raccolta tutta d’un fiato! *-*
Claire