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Autore: Mitsuki91    11/02/2013    1 recensioni
Tom Orvoloson Riddle ha trovato l'amore.
Grazie ad un gioco organizzato da alcuni studenti di Hogwarts è riuscito a conoscere una ragazza che, pian piano, ha fatto breccia nel suo cuore di ghiaccio. Assieme a lei ha scoperto le sue origini e la sua parentela con Salazar Serpeverde, sempre con lei ha scoperto e aperto la camera dei segreti sfiorando la tragedia... Fortunatamente Albus Silente è riuscito ad intervenire in tempo ed i due si sono beccati solo un'enorme punizione.
Ora le vacanze estive sono alle porte, ma né Tom né Eva vogliono tornare a casa... Tom desidera rimanere ad Hogwarts e, soprattutto, vuole capire come mai sedici anni prima sua madre è morta in uno squallido orfanotrofio per darlo alla luce, nonostante fosse una strega.
Che ne sarà di Tom ed Eva? Scopriranno cos'è successo realmente a Merope, e capiranno cosa vogliono fare davvero della loro vita d'ora in avanti?
[seguito de 'L'erede di Serpeverde', a sua volta seguito de 'Il gioco degli inafferrabili']
[STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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- Questa storia fa parte della serie 'Non tutto il male viene per nuocere'
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Ragazzi e ragazze, non sono morta, sono tornata! =D
Ho scritto questo capitolo dopo un sacco che non scrivevo più in generale, quindi non siate troppo dure =..= in ogni caso ora ho un problema D= so cosa deve succedere al compleanno di Tom, so forse cosa deve succedere al compleanno di Eva… Poi però le cose che devono accadere accadono dopo! D=
Come faccio?! Che ci scrivo, in mezzo?! D=
Lo sapevo che non dovevo lanciarmi in questa impresa prima di aver finito di scrivere tutto è.é è che non voglio fare troppi salti temporali, ma così… Non so, proverò >..< se vado troppo di fretta, comunque, cercate di non linciarmi! >..<
Per concludere, ringrazio chi segue/preferisce/ricorda e recensisce, anche se io sparisco a mesi alterni! XD cercate di capirmi, questa storia di è rivelata più difficile del previsto…


Primo giorno di scuola

Alla fine, Tom decise di scrivere a sua nonna. Non lo disse ad Eva, ma lei vide la prima delle lettere di risposta, riposta con cura in un cassetto del loro piccolo appartamento, e sorrise.
L’estate stava finendo. Presto sarebbe iniziato un nuovo anno scolastico e Tom era più sereno. Eva non sapeva come sentirsi: da una parte non vedeva l’ora di abbracciare di nuovo i suoi amici, dall’altra sapeva che lei e Tom non potevano continuare a dormire insieme, dato che sarebbero dovuti ritornare nei rispettivi dormitori.
Mancavano ancora due anni prima che finissero Hogwarts. Ogni tanto Eva ci pensava, stupendosi da una parte di come il tempo fosse passato in fretta e, dall’altra, di quanto ancora rimanesse da fare prima che la società magica la considerasse adulta. Beh, per quello ci voleva di meno, giusto un anno. A marzo avrebbe avuto diciassette anni, e per tutti sarebbe stata maggiorenne… Tranne che per i Babbani. Un moto di stizza la pervase, mentre ripensava a zia Emily, alla sua cattiveria e al suo modo di sfruttare la morte dei suoi genitori per farsi i suoi interessi.
Tom l’afferrò da dietro proprio in quel momento, calmandola. Lei era seduta sul pavimento – fresco: dato che c’era un gran caldo era una soluzione ottima, nonostante settembre fosse alle porte – e lui era appena uscito dal bagno.
“Che succede?” chiese, affondando il viso nei suoi capelli.
“Come accidenti fai a sapere che mi stava succedendo qualcosa, scusa?” chiese Eva, meravigliata dalla perspicacia del ragazzo. E dire che solo un anno prima sembrava così freddo, insensibile…
“Sei diventata rigida. Non è mai un bene, quando t’irrigidisci.”
Eva sorrise, rilassandosi.
“Beh, niente. Pensavo a zia Emily…”
“Oh, già. Non me ne hai mai parlato molto, vero?”
Lei cercò di scrollare le spalle, per quanto fosse possibile, dato che Tom la stava stringendo.
“Non c’è molto da dire. E’ diventata la mia tutrice dopo la morte dei miei. Solo che mi fa una rabbia… Non si è mai interessata di me, mi considera un peso, eppure è decisa a sopportarmi perché così può mettere le mani sui soldi di papà. I miei erano abbastanza ricchi, sai, e finché sarò minorenne lei può fare quello che vuole, con la scusa che deve pensare al mio ‘bene’…”
Tom allentò la stretta e le mise due dita sotto il mento, per farle alzare il viso verso di lui.
“Non andrà avanti per sempre, Eva. A marzo sarai maggiorenne, e potrai fare ciò che vuoi.”
Prima che lei potesse rispondere, sottolineando il fatto che ci sarebbero voluti ancora due anni per diventare maggiorenne nel mondo dei Babbani, lui la baciò.
Eva lo considerò un buon diversivo, così i due continuarono a coccolarsi per tutto il resto del giorno, godendosi appieno gli ultimi istanti di vacanza che spettavano loro.
Il giorno dopo, infatti, sarebbe stato il primo settembre.
Fu strano andare in stazione per aspettare il treno che doveva arrivare, fu ancora più strano cercare gli amici fra la folla e salutarsi, così come tornare al castello senza bagagli e animali al seguito.
Nella carrozza di Eva c’erano ovviamente Annie, Beth, Daniel e Tom, che aveva invitato qualche suo compagno di Casa. L’atmosfera era piuttosto tesa, ma lui manteneva un controllo impeccabile, presentando tutti a tutti. Si vedeva che stava cercando di appianare le divergenze di pensiero, e gli incauti Serpeverdi che provavano anche solo a fare una smorfia di ribrezzo finivano per lo scontrarsi con gli occhi di Tom e rabbrividire. Nonostante tutto, a loro quel ragazzo faceva ancora paura, e non avevano intenzione di contrariarlo.
Con il banchetto la tensione venne lasciata alle spalle e, forti della divisione fra Case, gli amici di Eva si lanciarono in un racconto entusiasta delle loro vacanze estive. La ragazza annuiva e sorrideva a tutti, ma non sapeva che dire riguardo alle sue, di vacanze estive: non aveva fatto molto, e l’unica volta che lei e Tom erano usciti dal castello era stato per cercare i parenti ancora in vita del ragazzo… Una questione delicata, da non condividere a cuor leggero. Per tutta la serata, comunque, si sentì stranamente osservata, e più volte vide gli occhi di Annie scrutarla con interesse e sospetto. Proprio non capiva che cos’avesse l’amica.
Lo scoprì il giorno dopo. Le lezioni erano incominciate e tutti dovevano riprendere il ritmo. Eva si era abituata a tutt’altri orari e faticò ad alzarsi la mattina, così si trascinò in una nube di stanchezza per tutto il giorno, almeno finché Annie non la trascinò in un’aula vuota, alla fine delle lezioni.
Era così curiosa di scoprire finalmente cosa si celasse dietro il comportamento dell’amica che si svegliò definitivamente.
“Eva, io… Ecco, devo chiederti una cosa… Anzi, no, dirti…”
“Annie, taglia corto, che succede?”
La ragazza era nervosa, si torceva le mani e annaspava. Alle parole di Eva, arrossì fino alla punta dei capelli.
“Ecco, ma tu… Hai mai fatto certe cose con Tom? Voglio dire…”
Aveva parlato veloce, ma Eva aveva capito lo stesso. Anche lei arrossì.
“Oh.” rispose solo, non sapendo bene che dire.
L’amica, vedendola in quello stato, si affrettò a precisare.
“E’ che l’anno scorso ho detto delle cose, e tu sembravi a disagio, così quest’estate ci ho pensato, e insomma, forse sbagliavo io, no? Certo per me bisogna sempre e comunque aspettare, però non è che se lo fai prima del matrimonio allora sei una sgualdrina, e non vorrei che tu ti fossi fatta un’opinione sbagliata! Cioè, l’opinione che ho io di te… Non cambia per questo, sei una brava ragazza…”
La voce di Annie si spense in un sussurro, mentre lei continuava ad arrossire e si guardava furiosamente i piedi.
Eva ci mise un attimo per realizzare cos’era successo, poi sorrise e si sentì liberata di un peso. Appoggiò una mano sulla spalla dell’amica e lei alzò il viso.
“E’ vero.” disse, grata di potersi confidare con l’amica “Ho fatto… Ho fatto certe cose. Ma non me ne pento, né me ne vergogno. Anche se non vado a dirlo in giro, ovviamente. Non te l’ho detto perché… Non sapevo come la pensassi, avevo paura che tu mi giudicassi male. Mi fa piacere sapere che mi sbagliavo.”
Annie allargò le braccia e la strinse, come a consolidare la loro amicizia.
“Sono contenta che tu me l’abbia detto ora. Se vuoi raccontarmi, sappi che ti ascolto.”
Eva ricambiò l’abbraccio e sorrise ancora di più.
L’anno scolastico era iniziato nel migliore dei modi.
   
 
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