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Autore: Evaney Alelyade Eve    12/02/2013    1 recensioni
Jensen Ackles è un detective di Chicago, Misha Collins è un giornalista del Chicago News. Due vite lontane che s'incroceranno alla morte della giornalista Julie Mcniven amica di Misha. Nel corso delle indagini i due scopriranno segreti sconvolgenti che riguardano persone importanti, ma soprattutto scopriranno l'amore.
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jensen Ackles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Primo Appuntamento, Misha!POV:

Parte II – Voglio il mio dessert, Jens, perciò mollalo e andiamo!



 

 

 

Arrivarono alla Road House in pochissimo tempo; fortunatamente ellen aveva da un po' stabilito che l'orario di chiusura fosse le 23:00, perchè erano le 22:58 e mancavano due minuti alle undici.

"Dio, grazie al cielo, appena in tempo!" esclamò sollevato il detective mentre scendeva dall'auto, seguito a ruota da un Misha alquanto divertito.

"Sembri un disperato nel deserto che ha appena trovato un'oasi, Jens!" disse, ridacchiando; Jensen lo guardò serio con quei suoi occhi verdi così... oh, le viscere di Misha fecero un paio di capriole.

"E' una faccenda seria, amico! Il mio stomaco sta per andare in coma." lo rimbeccò il biondo, mentre entravano nel locale e si fiondav al banco.

Misha sospirò, scuotendo la testa; "detective.." pensò andando ad accomodarsi accanto al compagno.

"Jens, cosa ti porta quì a quest'ora?" gli chiese sorpresa Alona, accennando un saluto col capo ad entrambi. Misha sorrise in cambio, Jensen invece mise su la sua miglior faccia da cucciolo bastonato ed abbandonato sul ciglio di un'autostrada.

"Ti prego, ti scongiuro Al, fa che la cucina non è chiusa!" e congiunse le mani, per dar forza alla sua preghiera.

"Io...lo sai Jens la cucina a quest'ora..." balbettò l'altra, a disagio. Jensen fece finta di svenire e sbattè la testa contro il banco. Misha gli battè due colpi sulla spalla per consolarlo.

"Ma cos'ha? Sembra che non mangia da secoli." si aggiunse Ellen, madre di Alona e proprietaria del locale.

"Jens.. beh ecco.." iniziò a raccontare Misha, ma fu subito interrotto dal detective che, ripresosi, in un moto di speranza si aggrappò al braccio della donna.

"Questo pazzo mi ha portato in un ristorante francese dove la concezione di cena si riduce a strane brodaglie!" si lagnò. Misha sbuffò, alzando gli occhi al cielo.

"L'hai proposto tu, io ti ho solo detto che andava bene. " borbottò, sentendosi vagamente in colpa.

"Sigh...d'accordo, va bene credo che possiamo arrischiarci a cucinarti un hamburger come si deve, prima che tu uccida qualcuno o ti faccia cacciare a calci da questo poveretto!" Ellen ebbe più pietà di Misha che di Jens che intanto se avesse avuto la coda, avrebbe scodinzolato come un cane.

 

°°°

"Sul serio Jens, mangia piano o finirai pre strozzarti!" lo rimbeccò il giornalista, guardandolo ad occhi spalancati mentre divorava il primo di due hamburger.

"Baaf, tffanguillof!" ribattè l'altro, con la bocca piena.

"Oddio, sembra un bambino..." pensò divertito Misha, resistendo all'impulso di arruffargli i capelli.

Guardarlo mentre mugolava ad ogni morso, seguito ad un sorso di birra, era un spettacolo fantastico e faceva fremere le viscere del giornalista che si sarebbe volentieri sostituito all'hamburger in questione.

"Potrei esserne quasi geloso" pensò mentre il detective fissava con adorazione il secondo panino, prima di assaltarlo.

Misha era nel pieno di fantasticherie poco caste quando fu bruscamente richiamato alla realtà dalla voce di Alona e queste crollarono come castelli di sabbia.

"Uh? S-scusa, non stavo ascoltando" si giustificò, arrossendo appena mentre il cavallo dei suoi pantaloni diventava appena più stretto.

"Cazzo, ci mancava." si lamentò internamente, cercando di concentrarsi sulla ragazza e non sulle labbra oscenamente bagnate dalla birra di Jensen.

"Ho detto: come hai fatto a convincerlo ad entrare in un ristornate? Jens li odia!" ripetè divertita, osservandolo con quell'affetto riservato ai fratelli.

"Forse era così affamato che non ha fatto nemmeno caso a dove stava entrando!" scherzò Ellen, mollando al detective in questione uno scalpellotto dietro la nuca per intimargli di mangiare piano.

Misha scoppiò a ridere e subito sentì, calamitato su di sè, lo sguardo liquido ed attonito del detective.

"C-cosa?" domandò subito, vagamente imbarazzato.

"Nulla è che..da quando ti conosco non ti ho mai sentito ridere così" e alzò le spalle.

"Oh.." riuscì solo a borbottare, mentre cercava di collegare la linea tra cervello e corpo, momentaneamente in black-out.

Le due donne finsero di ritornare alle loro occupazioni per lasciar loro un po' di...privacy? Non che ce ne fosse molta in un locale pubblico, no?

"Ehi hai un po' di..." ma era più facile agire che parlare, così Misha si sporse verso Jens e leccò via la macchia di ketchup dall'angolo della sua bocca.

"Uuuuhu, ebbravo Mish!" si congratulò la voce di Rich, nella sua testa, accompagnato dall'applauso di Seb.

Fu la volta di Jensen di rimanere senza parole, ma fu poco perchè Misha reclamò, con sicurezza, la sua bocca coinvolgendolo in un bacio al sapore di ketchup e birra.

Non sapeva da dove nascesse tutta quella sicurezza: il fatto era che con Jensen tutto passava in secondo piano e lui scopriva un lato di sè che non sapeva di avere. Era esaltante vedere come la lingua di Jensen cedeva al suo attacco, sentire quanto fosse friabile e malleabile la sua bocca..

Era eccitante vedere come si attiravano come due calamite e persino respirare era intuile.

Passò un'infinità di tempo prima che decidesse di lasciar libera la bocca del suo compagno e con piacere si accorse di non essere l'unico a corto di fiato.

"Muoviti a mangiare Jens, ho voglio del mio dolce" sussurrò con voce roca al suo orecchio che subito s'infiammò.

Allontanandosi notò che l'uomo s'inumidì un paio di volte le labbra, mentre prendeva un sorso di birra.

Misha sorrise soddisfatto, mettendosi quieto ad aspettare che Jensen finisse di divorare a grandi morsi il suo panino.

"Non sono l'unico a volere il dolce" constatò ghignando Misha.

"Ehi non puoi portarmi in un ristorante francese e poi provocarmi in quel modo senza aspettarti che io mi prenda anche il dolce!" sogghignò di rimando l'altro.

 

°°°

 

Mezz'ora dopo erano di nuovo in auto, sotto casa di Jens.

 

°°°

Dieci minuti dopo erano ancora in macchina intenti a succhiarsi l'anima a vicenda.

 

°°°

Cinque minuti dopo erano nell'atrio ancora intenti nell'occupazione di dieci minuti prima.

"Mi sento un'adolescente arrapato" fu tutto quello che riuscì a pensare Misha, mentre le porte dell'ascensore si chiudevano alle loro spalle.

 

°°°

Riuscire a coordinarsi per uscire dall'ascensore fu una vera e propria impresa titanica, ma fortunatamente arrivarono sani e sani alla porta senza svegliare l'intera palazzina.

Si sentivano ubriachi, ebbri di quella gioia che solo la compagnia di chi si ama può dare. Erano come amanti che si erano a lungo cercati e che finalmente si erano ritrovati; in virtù di questo cercavano di recuperare tutto il tempo passato inutilmente separati.

Misha non aveva mai provato sensazioni del genere nemmeno con il suo ex sempre così preso da se stesso, dal suo piacere e dal suo aspetto. Quando stava con lui Misha passava in secondo piano, e ciò che pensava, provava e desiderava non era altro che un accessorio superfluo.

"Non ti serve pensare, Misha, ci penso io." gli ripeteva sempre.

Jensen era diverso, e ne aveva dato la prova stasera: aveva cercato di accontentarlo, buttandosi nel ristorante francese che tanto odiava solo per lui. Quel detective tutto lentiggini e occhioni verdi si era infilato nella sua vita senza un perchè, così all'improvviso e Misha non poteva far altro che pensare che "non tutti i mali vengono per nuocere."

Julie se n'era andata e al suo posto era venuto Jensen, e lui sentiva di esserne ormai, irrimediabilmente innamorato, e come poteva essere altrimenti quando sentiva il suo cuore battere così forte, all'unisono con lui, contro il suo petto?

Non c'erano dubbi: Jensen era arrivato quando lui più ne aveva bisogno, quando oramai aveva smesso di credere nell'amore e tutto sembrava una farsa e lui, Misha Collins, non si sarebbe lasciato sfuggire quello smeraldo unico nel suo genere.

"Mio" fu tutto quello che mormorò sulle sue labbra, mentre crollavano sul letto sfatto e pregno dell'odore di Jens.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

Non dirò nulla così da non aggravare la mia situazione *trema*

spero solo che il capitolo vi sia piaciuto e prometto che il prossimo sarà....goloso ;D

 

 

Ev

   
 
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