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Autore: dontletmeboo    12/02/2013    102 recensioni
Pregherei gentilmente di NON copiare questa storia, come già sta succedendo.
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“69 Days in Love -  Come far innamorare una celebrità in 69 giorni”
Ma se Julie prendesse troppo sul serio questo articolo?
Se al suo lavoro si mischiassero per sbaglio anche dei sentimenti?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter Two
Research.


 

«Amore mio, andiamo! Sai che ti voglio bene, vero? Quindi…vedi di muovere il culo!» sbraitai, tirando un pugno secco sulla scrivania «Dio che male!» mi massaggiai la mano.
«Forza che ce la puoi fare, dai! Ancora un piccolo sforzo e..ma porco cazzo!» urlai «Una! Una sola e ti blocchi; mio nonno è più veloce di te, ma che dico..il mio bisnonno, trisnonno, quatris, quintis, sicstis e septisnonno!» sbuffai «Basta! Mi arrendo» feci per alzarmi dalla sedia ma lo schermo cominciò a lampeggiare.
«Si! Dei segni di vita» sospirai «Tesoro, se oggi ce la farai, dopo ti preparo la torta al cioccolato, quella che ti piace tanto, ok?» chiesi speranzosa, in attesa di una risposta che non arrivò.
 
Un colpo di tosse e alzai lo sguardo, incrociando quello di Ally che era sulla soglia del mio ufficio; teneva le braccia conserte e mi guardava sconvolta.
Le sorrisi, facendo una risata isterica.
«Julie?»
«Si?» sorriso da ebete «Con chi stavi parlando?» chiese confusa e preoccupata.
Finsi un attacco improvviso di tosse; pensai di mentire, poi ci rinunciai.
«Parlavo con..il computer» ammisi.
«E gli offrivi una torta?!» annuii, sorridendo e mostrando i denti come una bambina «Tanto poi lui non la vuole e me la mangio io» sbuffai.
«Convinta te..ora smettila di parlare con una macchina intelligente e ricomincia con le ricerche sul ragazzo!» annui «Intelligente? Anche il mio trisavolo era più…» mi guardò severa «Non posso neanche fare una pausa per la torta?» chiesi speranzosa.
Scosse la testa e finsi un broncio.
«Sissignor capitano! Mi metto subito al lavoro» sorrise, uscendo dalla porta. 
 

* * * 

Digitai sulla tastiera il suo nome: ‘Harry Styles’ e una marea di notizie apparvero sullo schermo.
Mi sfregai il mento, con fare intelligente, cominciando a girare varie pagine scritte da ragazzine tredicenni arrapate per i Uan Dairecsion, o come cazzo si chiamano.
«Cresciuto a Holmes Chapel, nel Cheshire…» cominciai a leggere ad alta voce «il primo febbraio 1994…» diciott’anni?! Quasi diciannove!
E’ ancora un bambino! Tralasciamo che io non ho neanche due anni in più di lui ma..ma..fa niente! Sono di certo più matura no? Parlo con i computer, però..aah, lasciamo perdere.
«Dotato di buon carattere, disinvolto, Harry non cerca di costruirsi una falsa immagina da fighetto, dentro di sé è un tipo rilassato. La vita gli ha giocato brutti tiri negli anni precendenti, ma ha saputo scansarli con precisione» Stiamo scherzando vero?
Come fa un bambino a scansare problemi con precisione?!
«Figlio di Anne Cox e Des Styles ha una sorella maggiore di 3 anni, Gemma..» non me ne fotte un’emerito c..estino «La madre ha sempre pensato che sarebbe finito sul palcoscenico, fin da bambino faceva sorridere la gente..» ma che cazzo vuol dire?! Pure mia mamma pensava che sarei diventata qualcuno di importante e ora mi ritrovo a dover far innamorare di me un ragazzino per un fottuto articolo!
 Mi pare ovvio che questa Anne non abbia detto ‘Mio figlio era un coglione che non aveva l’emerita voglia di fare niente dalla mattina alla sera!’.
Sbuffai.
Guardai l’orologio e mi si illuminarono gli occhi quando vidi che era mezzogiorno passato! Mi alzai, presi la giacca e uscii dall’ufficio, pronta per il pranzo.
«Dove crediti di andare?» ci pensai un attimo «Io dovere prendere cibo. Io essere affamata, io portare torta a computer!» le sorrisi speranzosa, aspettandomi qualche risata, che non arrivò.
«Ally. Non ridi mai alle mie battute favolose, fatti una vita! E’ divertente parlare come un Robot, no?» ancora il solito sorriso a 32 denti.
Scosse la testa, esasperata.
«Vieni nel mio ufficio» iniziai a preoccuparmi.
«Non mi devi licenziare vero? Perché se è così io non credo di aver fatto nulla di male! Insomma, se vuoi smetto di parlare come un Robot, anche se io lo trovo divertente. Non è divertente giusto? Però per me lo è, non trovi?» cominciai a sclerare «E poi ci conosciamo da tanti anni ormai, dove lo troveresti il coraggio per licenziarmi e non chiedermi più di…» mi bloccò.
«Julie Elisabeth Hyde!» urlò il mio nome di battesimo «Non voglio licenziarti, ma vieni comunque nel mio ufficio, ora! » le sorrisi un’altra volta, portando poi la mano sul capo e facendo un cenno  «Subito signora» mi guardò storto «Signorina!» mi corressi. 
 

* * *

Spalancò la porta del suo ufficio e la seguii a ruota.
Un rumore assordante riempì la stanza e fissai un attimo il cestino, sul quale avevo inciampato, caduto a terra e rovesciato completamente. Scoppiai a ridere.
«Scusa! Colpa dei tacchi..sai, non dovresti obbligare le dipendenti a indossare abiti firmati, tacco da 69 centimentri e..Dio! Mi hai messo in testa questo fottuto numero, mi sento una maniaca pervertita! » questa volta fu lei a ridere; quando entrava nel suo ufficio e chiudeva la porta, non era più Allison Irwin, direttrice di uno dei più famosi giornali di Gossip di Londra, ma Ally, la mia migliore amica!
Cominciai a camminare per tutta la stanza, mettendo le mani ovunque.
«Se magari stai ferma e ti vieni a sedere, ti parlo del tuo articolo» sbuffai «Ti prego Al, devo farlo per forza?! Insomma..quel ragazzo ha 18 anni ed è di certo un tipo-so-tutto-io-e-ti-guardo-dall’alto-verso-il-basso. No! E’ dal basso verso l’alto; anzi..»
«Vuoi stare un po’ zitta?!» tentai di protestare, ma ci rinunciai, sedendomi di fronte a lei.
«Mi sembra un colloquio di lavoro, proprio come…ok, sto zitta» misi il muso.
 
«Allora..» cominciò «cos’hai trovato stamattina sul ragazzo?» dovevamo parlare ancora di lui?! «Bambino!» la corressi «Già uno che ha un secondo nome, è uno sfigato» mi guardò storto «Julie, anche tu hai un secondo nome, Elisabeth» Dio santo, aveva ragione «Sono dettagli, parlo per i ragazzi io. Edward, che secondo nome è?! Come il principe..c’è un principe che si chiama Edward, vero? O forse quello era..» mi interruppe «Edward ed Elisabeth! Due principi, Dio siete perfetti insieme, neanche a farlo apposta!» finsi una risata, che terminò con un ‘no’ secco.
«Spiritosa lei..torniamo a noi, una domanda! Perché proprio..69 giorni?» chiesi titubante, avendo paura della risposta.
Scoppiò a ridere. «Perché questo articolo apparirà nel numero che pubblicheremo tra due mesi e tra 70 giorni si va in stampa! Semplice no? E poi..era così carino come numero, no?!» mi chiese divertita «No che non lo è! Mi prenderanno tutti per una pazza pervertita!» mi fissò per un attimo «Non lo sono affatto io!» urlai «Ok, forse un pochino..passiamo oltre» ammisi.
«Bene..» cominciò «ho un piano perfettamente malefico, sul futuro casuale incontro con Harry» amo i piani!
«Spara» dissi curiosa, finsi una risata malefica, poco credibile!
Poi riprese parola.
«Beh, prima di tutto dovrai-»


 







 
 
 
 
VOOOLAREE OOOH OOOHH


"Neel blu, dipinto di blu! E volavo, volavo.."
Scusatemi :') Mi sono lasciata trasportare dal ritmo(?)
Sono Simona, e vi parlo in diretta dal mio computer. *applausi*
Chiedo scusa per il ritardo di..un mese.
Ma come detto nel primo capitolo, nello spazio autrice, all'altra ragazza con cui ho scritto il primo capitolo della storia, hanno bloccato l'account.
Quindi scriverò solo io e la storia è pubblicata qui.

Devo dire che il capitolo fa un po' vomitare, però sono felice perchè sono malvagia :')
Ho fermato il capitolo sul più bello. Lo so.
E ora mi preparo a tutti i vostri insulti.
Volete scoprire come si incontreranno? Eh? Eh? Bene, allora vi tocca continuare a leggere c:


Come sempre mi trovate su:
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Facebook.

E con questo mi dileguo c:

Simo.

   
 
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