Serie TV > Una mamma per amica
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Autore: Aura    12/02/2013    3 recensioni
|Literati fic|
Sono passati dieci anni dal loro primo incontro, e cinque dall'ultimo. Un giorno che qualcuno definisce come “il suo giorno fortunato”, Rory lo rivede. Come se fosse ancora la diciassettenne per le strade di Stars Hollow, Jess ritorna ad essere la sua calamita, ed esattamente come dieci anni prima, ammetterlo non è semplice.
-Ho sempre pensato di non essere alla tua altezza, se vuoi sentirtelo dire, dannazione. Capisci che odio vederti con lui? Lui è come me! - gridò Jess.
Rory deglutì, sbattendo le palpebre per ricacciare le lacrime.
- Io non sto con lui.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jess Mariano, Rory Gilmore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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gg6





O we will know, won't we?
The stars will explode in the sky
O but they don't, do they?
Stars have their moment and then they die

There's a man who spoke wonders though I've never met him
He said, "He who seeks finds and who knocks will be let in"
I think of you in motion and just how close you are getting
And how every little thing anticipates you
All down my veins my heart-strings call
Are you the one that I've been waiting for?
(Nick Cave, Are you the one that I've been waiting for)





Rory si rigirò tra le lenzuola: si sarebbe arrabbiata, se non fosse stato che qualcosa non quadrava. All'inizio, quando si erano conosciuti, superate le prese in giro a volte Rick aveva iniziato ad avere un atteggiamento malizioso nei suoi confronti; ma con il passare del tempo era impercettibilmente mutato, a poco a poco, fino a trasformarsi in semplicemente amichevole. Anche quando era ammiccante sotto non vi leggeva secondi fini; non si spiegava cosa lo avesse portato a comportarsi così.
Poi si addormentò, cullata dal rumore in sottofondo della tv accesa in soggiorno.

Quando Darla si svegliò era mezzogiorno passato, e Rory era in piedi già da un pezzo.
- Ti odio, - sbadigliò la sua nuova coinquilina, - come fai a essere così splendente appena sveglia?
- Ritiro, ho vissuto con una persona che era ben più stressante di mia madre: Paris Geller, e tu non sei nemmeno lontanamente come lei, quindi queste settimane saranno una passeggiata, per me. - le disse, ricordando quando Paris anni prima le aveva fatto un'osservazione simile. - E neanche vivere con me è rose e fiori: ti ho mai detto che sono cresciuta a caffè e take away? Non so cosa tu possa trovare di commestibile nella mia dispensa.
Darla aprì il frigorifero, controllò il latte, reputandolo ancora buono, e lo versò in una tazza con una generosa porzione di cereali.
- Come pranzo va più che bene, e volendo anche come cena. - disse, sedendosi a gambe incrociate sul divano e iniziando a mangiare.
Rory era pensierosa, continuava a pensare a quello che era successo con Rick, ed era come se le sfuggisse qualcosa: mancava un tassello al puzzle, che le impediva di capire.
- Darla, mi spieghi come fate tu e Rick ad arrivare sempre sull'orlo dell'omicidio? Voglio dire, anche a me dà sui nervi l'ottantanove per cento del tempo, ma ormai penso di averci fatto il callo, e tu lo conosci da più tempo di me. Mi sembra che tra voi stia peggiorando sempre di più. - notò.
- Non ci sei ancora arrivata, Rory? Non ha
provato a portarmi a letto, come dice Jess; siamo andati a letto insieme. - Rory evitò di spalancare la bocca a quell'affermazione, e si morse la lingua mentre l'ascoltava. - Mesi fa, prima della storia del bar, io mi ero lasciata da poco con quello stronzo del mio ex, ed è successo. È finita lì, per carità, e non ci siamo più visti fino a quando non mi hanno assunto, non è niente di che, ma ora odio, odio che cerchi in tutti i modi di passarmi a Jess, manco fossi una coppa dell'amicizia, e che diamine. - brontolò.
Rory si concesse di respirare,
- Tu e Rick? - era vicina alla soluzione, lo sentiva.
- È già, ci sono cascata, ma non pensavo di doverlo sopportare ancora. - ammise lei.
- E quindi tra te e Jess... non c'è davvero niente?
Darla strabuzzò gli occhi,
- Non ti ci mettere anche tu!

Passò il pomeriggio a mettere a posto il suo raccoglitore, dove aveva archiviato tutti gli articoli, preparandosi per il colloquio.
Quando era entrata all'Observer era fiera del suo traguardo, ma al tempo stesso si era ripromessa di non concludere le ricerche, e puntare sempre più su, non “o il Times o niente”, il sogno di tanti ragazzi come lei che si affacciavano al mondo del giornalismo; poi gli anni erano passati, e la paura di perdere la sicurezza economica e di uscire dal giro l'avevano arenata.
Aveva iniziato a pensare che il mondo del lavoro si stava facendo più difficile, che chi aveva un posto fisso era stupido ad abbandonarlo; e dopo che tutti avevano festeggiato ampiamente la sua entrata nel mondo ufficiale degli adulti non voleva tornarsene a Stars Hollow con le ali spezzate e un mucchio di rimpianti per aver voluto troppo.
Poi, nell'ultimo mese, aveva radicalmente cambiato opinione, ritenendo la sua paura come l'unica cosa che la teneva legata: all'Observer era serena, amava il suo lavoro ma avrebbe voluto provare a vedere se esistevano altre realtà dove avrebbe potuto sentirsi ancora più completa; poco importava se il primo tentativo falliva, o se all'inizio i suoi trafiletti sarebbero ritornati a restringersi a poche righe. Avrebbe sudato per riconquistarsi il suo posto, era proprio lì che stava la sfida e aveva tutte le capacità per vincerla.
Colora la mia vita con il caos dell'inquietudine.

Doveva ammettere che una grossa spinta gliel'aveva data l'incontro con Jess, in quanto tale: aveva scombussolato la sua routine, mischiato le carte delle sue giornate e le aveva fatto vedere i suoi ventisette anni con una prospettiva diversa: lui si reinventava in continuazione, rimanendo fedele più che mai a sé stesso, la sua sola presenza l'aveva spronata a desiderare di cambiare.
- Rory, - la chiamò Darla, mettendo la testa nella sua stanza. - che ne dici se ordino una pizza e stasera ci guardiamo un film?
Rory chiuse il raccoglitore, pronto.
- Dico che è perfetto.


Chiuse la porta del bagno, per evitare che il rumore del phon svegliasse Darla.
Sentiva l'adrenalina a mille, era agitata come una bambina al primo giorno di scuola, con la differenza che lei non sapeva se in realtà avrebbe avuto o meno il posto; ma il solo fatto di provarci, di poter avere un colloquio in cui giocarsi le sue carte con il solo fine di migliorare, era una grossa novità.
Quando, una volta pronta, uscì dal bagno, sussultò intravvedendo Darla in pigiama sul divano, che guardava i cartoni animati del mattino.
-Mh.-commentò con la bocca piena di cereali,- È vero che ti metti in tiro quando vai al lavoro.
Rory alzò le spalle,
- È un giorno particolare, ho un colloquio, all'Usa Today. - disse, cercando di trattenere l'ansia.
Prese una tazza di caffè, che aveva preparato appena sveglia, e controllò un ultima volta il suo raccoglitore.
- Non lo sapevo, si dice in bocca al lupo in questi casi?
- Grazie, va più che bene. - le disse, tesa come una corda di violino. - L'ho detto solo a Jess. - aggiunse poi, distrattamente, dedicandosi alla sua tazza di caffè.
Rischiò l'infarto quando sentì la suoneria del cellulare provenire da dentro la sua borsa, dove l'aveva già messo, appoggiò il caffè lontano dal raccoglitore prima che un evento cosmico glielo facesse cadere addosso, compromettendo tutta la sua preparazione
Spalancò gli occhi, leggendo il nome del mittente.
- Jess! - disse felice, rispondendo.

- Ah davvero? - le disse poi Darla, sarcastica, - Lo hai detto solo a Jess?
Rory guardò stupita la sua faccia dubbiosa.
- Che c'è che non va?
- Non posso credere di non essermi mai accorta di niente, ti piace Jess! - scoppiò a ridere, incredula, mentre Rory avvampò,
- Cosa dici, no...
Darla si sistemò meglio sul divano, incrociando le gambe, sembrava una ragazzina.
- La tua faccia è tutta un programma, guardati: sorridi ancora! Ti piace Jess!
Rory controllò l'orologio.
- Devo scappare, dopo il colloquio vado in ufficio e uscirò per le sei. - disse, mettendo il suo sacro raccoglitore nella ventiquattrore, e incamminandosi verso la porta. - Darla... - disse poi, titubante, non sapendo neanche lei come continuare.
- Non una parola. - promise, alzando il cucchiaio come segno di giuramento.

Era in agitazione da tutto il giorno, il colloquio sembrava fosse andato bene, ma l'avevano avvisata che l'ultima parola spettava a quello che avrebbe dovuto essere il suo caporedattore, e che quindi l'avrebbero chiamata per un ulteriore colloquio quando sarebbe tornato dalle ferie.
Di quello non l'avevano avvisata, e il pensiero di aspettare ancora dieci giorni prima di sapere del suo futuro la mandava in crisi.
Quando la sera Darla era tornata a casa l'aveva trovata già in pigiama, con una fascia tra i capelli, raggomitolata sul divano intenta a mangiare thailandese con delle bacchette troppo corte.
- È andata così male? - le chiese, ferma sulla porta.
- No, è andata benino, ma ho ancora più di una settimana prima di sapere il responso. Tu?
Darla scrollò le spalle,
- Oggi al lavoro era un inferno, non so cosa avessero quei due.


Declinò la proposta di Darla, di andare con lei all'inaugurazione di una mostra, provò a chiamare Jess per raccontargli del colloquio ma lui non rispose al telefono; probabilmente, considerò Rory, era già a letto, stanco dalle notti precedenti passate tra lo scrivere e il trasloco di Darla.
Riempì la vasca da bagno, per sciogliere la tensione e l'agitazione dovute al colloquio, accese qualche candela profumata, si riempì un calice di rosso, e sprofondò nel relax.
Andò a letto presto, con la mente sgombra, e si svegliò qualche attimo prima del suono della sveglia, riposata. Quando aprì gli occhi improvvisamente i pezzi del puzzle andarono a posto, e capì tutto.
Più ci pensava e più si chiedeva come avesse fatto a non accorgersene prima, o almeno a non capirlo immediatamente non appena Darla le aveva raccontato i suoi trascorsi con Rick; le ci volle tutta la forza di volontà di cui disponeva per non catapultarsi al Book&Cafè direttamente in pausa pranzo, e appena uscì dall'ufficio si fiondò sul primo taxi che trovò con tanta foga che Rick sarebbe stato fiero di lei.
Aprì la porta della caffetteria e rimase sull'uscio, inquadrandolo in un attimo.
- Vieni fuori, - disse a Rick, - subito.
Ignorò il suo sorriso spaccone, e lo aspettò in strada.
- Piccola Straniera, ti sono mancato? - commentò lui, con un ghigno.
- Perché mi hai baciato? - gli chiese, diretta, pronta a smontare il sorriso malizioso che gli vide spuntare. - Ti piace Darla, Rick, l'ho capito. - confessò poi.
Lo vide rabbuiarsi, per la prima volta da quando lo conosceva.
- Aspettami qui. - le disse.
Entrò, lo vide avvicinarsi al banco per dire qualcosa a Jess, e in un attimo se lo ritrovò nuovamente accanto.
- Da dove ti vengono certe idee? - le chiese, iniziando a camminare.
- Non l'ho capito immediatamente, lo ammetto, ma ne sono sicurissima: continui a volerla spingere tra le braccia di Jess, ma ti mangeresti le mani ogni volta che lo fai, così ti comporti male e la fai arrabbiare. Non so neanche perché ci hai provato con me, forse per uno sciocco tentativo di dimenticarla. So che la conoscevi da prima che lavorasse qua, - gli svelò, poi, arrancando per stargli dietro, - e so che c'è stato qualcosa tra voi.
Rick si fermò di colpo.
- Te lo ha detto lei? - disse, stupito.
- Sì. Devi smetterla di comportarti come se non fosse mai successo, è una cosa da stupidi: se la rivuoi cerca di conquistarla!
Rick si sedette su una panchina, sbuffando una risata disillusa,
- Rory, - le disse, chiamandola finalmente per nome, - lei mi odia.
Cercò di essere onesta, nonostante sarebbe stato più facile negare.
- Perché tu continui a comportarti come un cretino: la fai esasperare.
Aveva inoltre la sensazione che Rick fosse in qualche modo, strano e assurdo, ricambiato; ma non poteva illuderlo.
- Cosa dovrei fare, il damerino?
- Sii te stesso: sei migliore di come sei con lei, lo so.
Rick si appoggiò alla panchina, sbuffando.
- E pensare che quando ti ho visto pensavo volessi limonare ancora...



La sua vita era quanto mai strana, come il cubo di Kubrick: sistemava una faccia e le altre andavano in frantumi.
Non poteva giurarlo, ma il presentimento era forte.
Aveva stabilito un rapporto civile con Rick, o meglio, un'amicizia, dal momento che dal giorno in cui avevano parlato la confidenza che avevano creato aveva cementato la simpatia reciproca che lentamente avevano provato; con Darla stava così bene che stava pensando di proporle di non trasferirsi più, il giorno del responso del colloquio si avvicinava e Rory era sempre più speranzosa a riguardo; e Jess improvvisamente aveva creato un muro tra di loro.
La evitava, non le parlava più dello stretto necessario e sempre con una nota di freddezza nella voce.
Inizialmente Rory dava la colpa alla stanchezza, o ai suoi cambi d'umore, ma il presentimento che ci fosse dell'altro sotto era sempre più plausibile.
C'era anche un'altra cosa, che occupava la sua mente, ed erano Rick e Darla. Più li osservava e più pensava che non solo erano fatti per stare insieme, ma era sempre più sicura che non solo Rick provasse qualcosa a riguardo; ma sull'argomento Darla era ancor meno raggirabile di lui.
- Sbaglio o è da qualche giorno che non strepiti più addosso a Rick? - le chiese sabato sera, - È quasi un record, vero?
Lei scrollò le spalle, passando per i tavoli vuoti e raccogliendo le tazze sporche.
- Non ci hai visto stamattina, mancava poco che gli ficcassi la testa nella lavastoviglie. - disse, serena a discapito delle sue parole.
Come se non volesse ammettere di aver capito quello che intendeva Rory, effettivamente in quella settimana Rick aveva cambiato comportamento nei suoi confronti, smettendo le continue allusioni su lei e Jess, e Rory aveva intravvisto addirittura un'impercettibile confidenza, tra i due.
- Ficcargli la testa nella lavastoviglie non è staccargliela a morsi. - continuò, testarda.
Darla sospirò, si guardò intorno per accertarsi che né Jess né Rick fossero in ascolto e le si avvicinò.
- Lo so, gliel'hai detto tu di dirmelo: grazie. - ammise.
- A cosa ti riferisci? Abbiamo parlato, ma non gli ho detto di dirti niente.
Darla la guardò, stupita.
- Ah, ok. - borbottò, allontanandosi per nascondere che la notizia un po' le aveva fatto piacere. Rory scese dal suo sgabello e la seguì.
- Perché? Cosa ti ha detto? - sussurrò.
- Niente di che. Vieni, andiamo nel retro: devo buttare i vetri.
La seguì fuori, aspettò che si accendesse una sigaretta e si decidesse a parlare.
- Allora? - la spronò.
- Non pensare chissà che, - disse, nel tentativo di smorzare la cosa, - è venuto semplicemente da me e mi ha detto che non si era mai accorto che mi seccassero tutte le battute che faceva su di me e Jess, e mi ha chiesto scusa.
Rory si costrinse a non sorridere: l'allievo superava ogni sua aspettativa.
- È una buona cosa, no?
- Mi sta sulle palle lo stesso. - commentò Darla, rovesciando i vetri nella campana, ma dal suo tono Rory ebbe la conferma che i suoi sospetti erano fondati.
- Siete pronte, ragazze? Andiamo a bere qualcosa? - chiese Rick, non appena tornarono nel bar.
- Passo. - disse Darla, specchiandosi nell'acciaio del lavello per mettersi il rossetto, - Le mie amiche mi aspettano per una serata, anzi, se posso andare subito sarei già in ritardo per la cena.
Rory sicura che non vuoi venire? - le chiese, prendendo la sua borsa.
- Tranquilla, vai e divertiti: ho ancora i postumi da ieri sera, preferisco qualcosa di più tranquillo.
- Va bene, vado.
- Fai la brava. - le disse Rick, strizzandole l'occhio mentre usciva. - Bene, - disse poi, rivolto agli altri due, - Rory vota per una serata tranquilla, tu Jess che dici?
Lui fece scattare con un colpo secco la penna, chiuse il registro degli incassi e lo mise dentro al cassetto.
- Io vi dico buona serata, ho da fare. - disse, aspro, uscendo.
- È un po' così ultimamente, - commentò Rick, notando l'espressione smarrita di Rory, - lascialo stare. Quindi, appurato che non limoneremo perché secondo te non sarebbe giusto dal momento che “mi piace Darla”, che si fa?
Rory si lasciò andare ad un sorriso,
- Continui a raggiungere livelli di stupidità che non pensavo fossero possibili. Comunque, ho saputo che le hai parlato, sai che mi hai stupito?
- Hai visto? - disse lui, fiero, spegnendo le luci e facendola uscire, per chiudere. - Sto seguendo la retta via.
Decisero di guardare un film, Rory dovette lottare con le unghie e con i denti per evitare qualsiasi cosa che avesse “Alien”, “Rambo” o “Rocky” nel titolo, e alla fine si accordarono per le Iene.
- Cavolo, quasi peggio di quando Jess mi costringeva a guardare ininterrottamente Quasi famosi. - borbottò rassegnata finito il film, quando Rick mise a tradimento Rocky IV. - E io e te non stiamo nemmeno insieme.
Rick mise in pausa.
- Scusa, puoi ripetere? Mi stai dicendo che tu e Jess stavate insieme?
Rory si raggomitolò sul divano.
- Fai partire il film, prima che cambi idea e ti cacci fuori di casa.
- Oddio, questa sì che è una notizia.
Rory gli strappò di mano il telecomando, premendo su play. Era vero, non glielo aveva mai detto, ma evidentemente non lo aveva mai fatto nemmeno Jess.

- Darla tu sapevi che Rory e Jess stavano insieme? - le chiese Rick, quando rientrò.
- Certo. - rispose, sedendosi in mezzo a loro con una tazza di cereali in mano, - E tu sapevi che Rory è ancora innamorata di lui?
- No! - disse Rick sorridendo, stupito, mentre Rory alzò il volume del film.
- Non è vero. - rispose, sicura, - Piantatela.
Se fino a una settimana prima non aveva senso, con il loro ritrovato rapporto, in quel momento ne aveva ancor meno. Si mordicchiò le labbra e cercò di concentrarsi sul finale del film, evitando di chiedersi a oltranza che cosa fosse cambiato da allora.







Nda Lo so, Jess è stato inesistente in questo capitolo, ma seguendo il pov di Rory non c'erano molte alternative...
Quest'ultima
sta iniziando a rosicare, e che cos'abbia Jess penso che sia facilmente intuibile, no?

Infine, Rick e Darla, ebbene sì, qualcuno lo aveva indovinato :-P ecco perché nello scorso capitolo dicevo che Rick era stato infantile.
Non so, ditemi se i risvolti di questo capitolo vi sono piaciuti, o se è stato subito troppo tutto insieme, grazie mille per le recensioni che mi avete lasciato e alla prossima!

   
 
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