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Autore: xswaghair_    12/02/2013    1 recensioni
Pronta a lavorare, Emma ritorna a Londra e rivive tutto quello che aveva visto qualche anno prima insieme alla sua famiglia. I primi mesi di lavoro non sono dei migliori, è naturale per una giovane giornalista in apprendistato. Fa già parte una redazione e il lavoro si complica: poco tempo per tante cose. Si allontana dalla famiglia, dal fidanzato, dai vecchi amici ma dai libri, ciò che le hanno insegnato a sognare, no. Fra la confusione nei sotterranei londinesi, però, comincia a ricordare. Cosa? ''Ero piccola, una ragazza appena uscita dalle medie mano nella mano con mamma e papà, proprio qui davanti questa parete. Ricordo che la fissavo felice, ma non riesco ad andare oltre...''. Ne sono passati tanti di giorni per riuscire a ricordare. Lì c'era una pubblicità, una volta. ''I miei idoli, i miei cinque ragazzi: i One Direction'' tutte incertezze che svaniscono dopo un ''vai ad intervistare questi due ragazzi, degli altri tre non ne ho notizie. Questi oggi sono ospiti nella...'' erano ospiti da Alan Carr, perché due su cinque? ''Non puoi entrare negli studi. Solo alla fine dello spettacolo...'' ripeteva il capo parlando di coloro che non si dimenticano con il cuore. Ma poi...
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MEMORIES
Thirteenth chapter.


Ero andata normalmente a lavoro, ma prima ero passata da casa per cambiarmi, e il solo pensiero di quello che mi era successo non mi faceva sentire normale.
A tutti i costi cercavo di non ricordare nulla, ma la frase nothing is impossible non funzionava, perché quello era davvero impossibile. Per forza riuscivo a ricordare, magari non chiaramente, ma più le ore passavano... più i particolari mi tornavano in mente.
Avevo passato tutto il tempo in redazione a sistemare i lavori che avevo fatto prima di quel mercoledì sera, zitta nel mio angolino e con qualche vignetta che magari spuntava sulla mia testa.
Più cercavo di evitare certi argomenti, più questi si rendevano visibili proprio davanti al mio naso.
« Emma, va tutto bene? » mi domandava qualche volta Andrew entrando nel mio 'nuovo studio', per informarsi innanzi tutto che stessi completando il lavoro.

Erano già le diciotto, e per la prima volta in quelle settimane passate a Londra ero uscita in un oriario decente dalla redazione; avevo completato il giornalino e Mark era rimasto per completare il lavoro di revisione ed aggiunta delle immagini che aveva scattato proprio quel giorno. L'indomani il magazine sarebbe stato pubblicato, poi avrei dovuto riniziare il lavoro.
Comunque, ero già fuori all'aria aperta con mille pensieri che inondavano la mente: troppo sovraccarica, forse?
Decisi di andarmi a rilassare all'Hyde Park, proprio quello di fronte al centro estetico in cui ero andata con Martina, pensavo di poter fare qualche foto carina alla natura londinese, quindi mi incamminai sistemando i capelli in un tuppo.
Sinceramente c'era caldo quel giorno, il fascia-collo che avevo indossato non serviva e neanche il giubbino. Potevo benissimo camminare con jeans e maglia con maniche a tre quarti ed un paio di Vans ai piedi.

Ero seduta per terra e tutti i riferimenti alla sera precedente erano puramente casuali. Pur volendoli dimenticare non potevo. No, scusate... non volevo.
Cominciai a ripensare a tutti quei momenti che in mente non apparivano più come sfumature, adesso erano chiari come i trailer di un film. Tutto mentre scattavo foto al prato verde, ai canarini, ai cani che si avvicinavano. Tutto quel trambusto romantico mischiato con quell'altro, che uno scopo preciso non aveva.
La mia non era confusione, era semplicemente voglia di ricominciare, o meglio continuare, tutto quello che era successo e quella vocina dello 'scappare da ciò che mi era capitato' riuscivo ad ignorarla, quasi a non sentirla.

Sprofondai in un sonno profondo in quel prato, tranquilla come se fossi nel mio letto; avevo come cuscino la borsa e il giubbino e qualche volta arricciavo il naso sentendo le foglie cadermi sul viso, ma non aprivo gli occhi. Immaginare mi era più facile in quel modo, senza stare alzata né con il mento poggiato sulla mano, preferivo abbassare le palpebre per sognare.
In effetti stavo sognando, rividi meglio tutti quei momenti: la sua maschera mi apparse più limpida come la sua voce, tutto combaciava perfettamente. Quel tono che forse mi sembrava un tantino diverso da quello delle voci registrate in una canzone era uguale, la mia? Solo impressione. 
Una volta avevo letto su twitter "sono innamorata di ragazzi che non ho mai visto e di voci registrate" ed era così fottutamente vero. Vero finché non lo vidi, anzi... non li vidi. Avevo ancora visto solo Louis William Tomlinson dagli occhi color mare e lui, colui che avevo sempre amato con il cuore. Era la mente che li aveva dimenticati, non il cuore. Quello non dimentica, quello nasconde e conserva, ma basta poco per scovare ciò che si desidera, se amato con il cuore. 
Se dico che lui mi era sempre piaciuto più di tutti, era vero. Io li ho sempre amati, e questo lo ripeterò all'infinito, ma quel paio d'occhi che in quel preciso istante mi pareva di avere addosso mi avevano colpita. Sì, erano dei banalissimi occhi marroni, un po' a mandorla e con delle bellissime ciglia attorno, ma io mi ero innamorata.
La sua voce poi, i suoi acuti, la sua parlata, i suoi modi di fare con le mani e con quelle labbra che muoveva in modo delicato ma allo stesso tempo provocante.
Ecco cosa succedeva, mi provocava con la sua bellezza, con la sua dolcezza, con ogni molecola del suo corpo.
Non stavo solo vedendo tramite i sogni quel che mi era capitato, stavo riflettendo in un modo che prima non avevo mai adoperato. 

Avevo di nuovo le labbra contro le sue, gli occhi puntati gli uni sugli altri ed una musica in sottofondo.
Una musica in sottofondo. Non melodia, ma musica.


- They don’t know about the things we do;
they don’t know about the I love you; 
but I bet you if they only knew; 
they will just be jealous of us.
 
They don’t know about the up all night’s;
they don’t know I waited all my life;
just to find a love that feels this right; 
baby, they don’t know about;
they don’t know about us. -

Sì, avevo impostato quella canzone come suoneria - e non mi stavo baciando con nessuno, era solo un sogno. Tutto un sogno - me ne ero innamorata sin dall'età di quattordici anni e ricordo ancora quando la cantavo insieme alle mie compagne, anche se loro non uscivano pazze per i miei idoli.
« Emma, dove sei finita? Cerco di rintracciarti da ieri notte e non ho notizie di te sin da 'sta mattina! Mi vuoi dire cosa hai combinato? E cerca di tornare a casa! »
« Sì, torno subito! » dissi con un'aria risolente nonostante il tono di Martina non era dei migliori. Presi tutto quello che mi ero portata dietro e mi incamminai per prendere l'Underground ed arrivare a Marylebone. Seduta lungo il traggitto sotterraneo vidi tutte le foto che avevo scattato, erano dei capolavori. Fare la fotografa mi giovava alla salute, ma scrivere ancor di più!

« Quindi ti sei baciata con colui il quale non pensavi di incontrare mai nella tua vita? Ad una festa? Festa in maschera? Quando sei uscita fuori? E c'hai passato un'intera notte? »
Era forse la sedicesima volta che mi faceva le stesse domande nello stesso ordine, no, forse diciassettesima! Beh, avevo perso il conto... ma quel che mi sorprendeva e che non mi sentivo più l'unica a non poter credere a quello che mi era capitato. E' la centesima volta che lo ripeto, vero?! 
Immaginatevi voi al posto mio, dopo... come vi sentireste? 
Ritorniamo a noi: dunque, anche lei mi guardava scioccata e io avrei voluto un'altra me guardare la mia figura allo stesso modo in cui stava facendo Mart!
« Bella, ti squilla il telefono! » dissi alla migliore amica che non poteva distogliere i suoi occhi dal mio viso « Rispondo io, ho capito. »

« Ah, okay. No, per me non ci sono problemi. Sì, è andato tutto a posto! Te la passo immediatamente! Martina? »
Lei era ancora immobile come se stesse unendo i pezzi di un puzzle mentale, la chiamai più volte per andare a rispondere a Luke che era al telefono con me.
Dopo un po' scosse il capo e si alzò dalla sedia sulla quale era seduta e mi tolse il telefono dalle mani.
In poche parole quella sera loro sarebbero dovuti uscire ed io? Sola, a casa. 
Questa volta non me lo avevano chiesto di andare con loro, e io non ero affatto offesa, solo che avrei dovuto trovare qualcosa da fare e giocare con le carte al 'solitario' non mi andava.

Loro erano già fuori e io dentro come un topo in trappola, di uscire non mi andava, soprattutto in quel momento con dei tizi che passavano con le canzoni dello stereo ad alto volume. 
La mia non era paura, era aspettativa della realtà. Non volevo che mi succedesse qualcosa di brutto quindi mi accomodai sul divano e accesi la televisione.
Giocherellavo con il telefono ogni tanto e quando mi capitava il numero di mamma mi chiedevo se le fosse arrivata la lettera o se le fosse passata la minima idea di chiamarmi. Stessa cosa per papà; di Rob non avevo più tracce e molto probabilmente non ne avrei volute avere soprattutto in quel momento, ma dovevo essere onesta e non volevo essere amata e non volevo amare una persona per cui non provavo più la stessa cosa di prima, anche se quel più in qualche modo mi innervosiva. Gli inviai un messaggio e gli spiegai tutto chiaro e tondo.

Era passata più di un'ora di solitudine assoluta, l'unica mia compagnia era la televisione e quel cellulare che d'un tratto squillò. Pensavo fosse Rob, invece era un numero strano che non avevo mai visto prima. 
"Hi" c'era scritto e io risposi con la stessa ed indentica sillaba.
"Do u remember me?"
"I don't know who u're!"
Scriveva abbreviato e io rispondevo in altrettanto modo con quel che sapevo potessi abbreviare; poi una pietra sbatté contro il vetro della finestra, fortunatamente non rompendolo.
Piano piano mi avvicinai, pensavo fosse uno scherzo, non capivo.
Mi affacciai e giù non c'era nessuno; guardai per un millesimo di secondo le stelle balbettando qualcosa che stava a dire che probabilmente c'era qualche ragazzino in vena di scherzi, poi mi girai e...


popopopopolaretti! OGGI SONO DI BUON UMORE, lol. RINGRAZIANDO AL CIELO AVEVO GIA' ANTICIPATO BUONA PARTE DEI COMPITI PER DOMANI E QUINDI MI SONO DEDICATA INTERAMENTE A QUEST'ALTRO CAPITOLO CHE COME AL SOLITO SPERO VI PIACCIA! COSA NE PENSATE DI QUESTO E COSA IMMAGINATE DEL PROSSIMO? GRAZIE NUOVAMENTE A CHIUNQUE LEGGESSE QUESTA FF E A TUTTI COLORO CHE LA METTONO FRA LE RICORDATE/SEGUITE/PREFERITE!
SPERO DI AVERLO SCRITTO BENE E COME HO CHIESTO PRECEDENTEMENTE POTRESTE FARMI IL PIACERE DI COMMENTARE E SCRIVERE SE HO FATTO EVENTUALI ERRORI DI BATTITURA, SE VORRESTE SAPERE QUALCHE ANTICIPAZIONE COMPLESSIVA DEI FUTURI CAPITOLI POTETE RINTRACCIARMI QUI FACENDOMI QUALCHE DOMANDA --> http://ask.fm/xzaynsmoustache , NON SONO PRONTA A RISPONDERE A TUTTE QUELLE CHE PROBABILMENTE MI FARETE RIGUARDANTI IL TESTO, PERCHE' SINCERAMENTE NON HO GIA' PRONTI TUTTI GLI ARGOMENTI DA TRATTARE ANCHE NEI PROSSIMI CAPITOLI, TIRO TUTTO FUORI IN MODO SPONTANEO E MOMENTANEO QUINDI ADESSO NON SO COSA POTREI SCRIVERE NEGLI ALTRI CAPITOLI, lol. 
SPERO VI SIA PIACIUTO E VI RINGRAZIO IN ANTICIPO PER AVER LETTO CIO' CHE RIGUARDA DUE MIEI GRANDI SOGNI. GRAZIE, DI NUOVO.
  
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