The
Flame Dancer
Bentornati
in un nuovo capitolo
del mio parziale Crossover. I fatti si svolgono in un mondo, quello di
Yu-Gi
oh!, ma sono fatti totalmente distinti, così come la
stra-maggioranza dei
personaggi: infatti solo tre di essi sono di altri manga. Uno
verrà svelato
presto, gli altri due tra qualche capitolo. Spero che anche questo
capitolo
piaccia come il precedente. Un particolare ringraziamento va ad Angy
Valentine,
che mi ha segnalato errori di cui non mi ero accorta e che mi ha
suggerito di
fare cose che, per quanto semplici, mi hanno aiutata tanto! XD Grazie ancora, Angy Valentine! ^^
Bacioni Miciuzumachi.
Capitolo 2 – Because I’m
Just Lose it And You Just
Lose It Without me BD
Mentre
tornava a casa, Kah vide
una luce accecante che si schiantava al suolo a circa 15 kilometri di
distanza
dal punto in cui si trovava con la moto. Anche se non lo aveva detto a
nessuno,
lei credeva fermamente nel potere delle stelle cadenti, tanto che
appena ne
vedeva una esprimeva subito un desiderio. Quindi decise di esprimere
l’ennesima
“magica richiesta”, ovviamente fermandosi.
-Bella
stella cadente, che
avveri i desideri… mandami per posta prioritaria un bel figo
da spupazzare! XD-
disse, ridendo, la giovane. Ovviamente lei sapeva che era difficile che
il suo
desiderio si avverasse, ma tutti speriamo che succeda, no?
“Nel mondo c’è chi
vuole vincere al lotto, no? Bene. Io voglio un fidanzato!”
pensava e ripensava
la bella rossa. Mai avrebbe immaginato che quello fosse il giorno
fortunato. Si
rimise in sella alla sua moto e ripartì. Proprio
in quel momento ricevette una telefonata dalla sua tutrice e ovviamente
si rifermò,
incuriosita, per rispondere e capirci qualcosa. Era raro che Balia la
chiamasse
più di tre volte al giorno: in genere lo faceva alle 11:00
(appena dopo la
lezione del mattino), alle 14:00 (dopo pranzo) e alle 18:00 (orario di
uscita dalla
palestra di danza).
-Pronto?
Chi alla all’altro
capo del telefono? XD- chiese, pimpante e sorridente, nonostante
sapesse chi
fosse. Già immaginava che le chiedeva cosa volesse mangiare
per cena: spaghetti
con sugo e salsa piccante o hamburger con formaggio e salsa
piccantissima? Così
non fu, purtroppo… le diede una bruttissima notizia.
>Ehm,
signorina? Ha presente
quelle belle rose arancio, che sfumavano verso il rosa, e che le
piacevano
tanto? Bene… sono morte!< Kah si schiaffò
una mano in faccia, mentre i suoi
pensieri in materia di cibo sparivano… anche
perché conosceva bene lo scarso
pollice verde della sua tutrice.
-Come,
scusa? HAI FATTO MORIRE
ANCHE QUELLE? Sei una bimba cattiva, Balia!- disse, piagnucolando.
Quelle rose
le sarebbero mancate tantissimo, le amava proprio, tanto che erano
profumate.
Aveva anche intenzione di far loro un funerale, con tanto di incenso, e
di
commemorarle a vita, una volta l’anno.
>Si,
ma… non è colpa mia!
Anche il baobab è andato!< la rossa iniziava a
pensare che non avesse il
coraggio di dirle qualcosa. Poi iniziò la tristezza per il
baobab, quello che
aveva piantato al centro del giardino suo padre su sua richiesta.
-Noooo!
Il mio baobab!- stava
soffrendo per quelle piante. Povere piante. Per questo la giovane
iniziò ad
urlare su come l’avrebbe menata e torturata per vendicare
quei poveri fiori. –Erano
delle piante che dovevi accudire con amore, mentre io frequentavo i
corsi! Come
hai fatto a farli morire, eh?- chiese alla fine, esasperata.
>Beh,
vede… qualcosa è
caduto nel nostro giardino! Un qualcosa che assomiglia ad un essere
umano!<
disse Balia, >Quindi non è colpa mia, è
colpa del presunto tizio che è
caduto qui dal cielo!< concluse poi. Ora… questa era
proprio la faccia che
stava facendo in quel momento Kah:ààààò__ò.
Un tizio? Caduto nel giardino? Dal cielo? UN TIZIO CADUTO DAL CIELO NEL
SUO
GIARDINO? LA POSTA PRIORITARIA ERA GIA’ ARRIVATA?
-Come
sarebbe a dire che un
uomo è appena caduto dal cielo? Balia, non è uno
scherzo convincente!- domandò,
perplessa, ma allo stesso tempo
molto speranzosa di trovare suddetto uomo li, disteso a terra.
>Non
è uno scherzo! E si, è
caduto dal cielo! Ed ancora… accidenti, se è
bello!< rispose la donna, con
molta perplessità nella voce. La rossa stava saltando di
gioia, la posta era
arrivata con straordinaria precisione e soprattutto con una
puntualità unica! Per
di più era figo come l’aveva richiesto!
>Signorina,
è ancora al
telefono?< Kah si bloccò improvvisamente, cercando di
darsi un contegno.
Balìa, però, sapeva che stava saltando di
gioia… la conosceva troppo bene,
l’aveva praticamente cresciuta!
-
Si, Balìa! ^^ ‘ Senti, non
fare niente, ok? Sto arrivando!- quindi chiuse il telefono per tornare
in pista,
agitata ed emozionata, e arrivare in pochi minuti a casa.
Ciò che vide la
scosse non poco… nel cratere c’era un giovane
uomo, bello, alto e muscoloso (il
tipo di uomo verace che cercava lei, insomma! U.u Come darle torto?! Nd
Me).
–Non
ci credo! Mi è davvero
caduto un uomo dal cielo! O_O- affermò tra se e se,
sbalordita. Ed era anche un
gran bel figo! Certo, era particolarmente colorato, con quei capelli
azzurri e
il trucco sotto gli occhi dello stesso colore, ma era davvero molto
figo. –NON
POTEVO SPERARE DI MEGLIO! IL CIELO MI VUOL BENE, MI MANDA I BONAZZI PER
POSTA
PRIORITARIA DALLE STELLE! XD Guarda che bicipiti, complimenti davvero
tessoro!
XP- urlò di gioia la poveretta, che a quanto pare di
delusioni in amore ne
aveva avute fin troppe! Poi notò una cosa stranissima, un
buco in pancia.
–NOOOOOOOOOOOOO!
Me lo hanno
già ucciso, ammazzato e stecchito! Beh, quando mai i fighi
cadono dal cielo,
dopo tutto? Solo quando sono morti! Buahahahahahahahahahah!- Disse
piangendo. Iniziò
a battere i pugni a terra per la disperazione, come una bambina
viziata, per
poi rotolarsi a terra un paio di volte.
Balìa,
però, le poggio una mano
sulla spalla e affermò convinta
–Signorina… è vivo! Respira!- e Kah,
tirando su
con il naso, si girò verso di lei, sperando che fosse vero,
che prima o poi
avrebbe aperto gli occhi, sorprendendola con l’effettivo
colore di essi, e che
le avrebbe fatto sentire la sua voce. Chissà
com’era, la sua voce? Forse era
roca e profonda, o magari alta ed un po’ squillante.
Nonostante questi
pensieri, la sua espressione non
era
cambiata.
–Davvero,
Balìa? È vivo?- la
donna la guardò apprensiva, cercando di darle speranza, ma
la faccia della
giovane non era propriamente da pianto disperato ed era troppo
divertente per
poter restare seri. La sua tutrice scoppiò quindi a ridere.
-Ma
Balìa, perché ridi adesso?-
chiese alquanto stranita, ma ancora con le lacrime, alla sua tutrice.
La
guardava come se la donna più grande fosse pazza ed appena
uscita da un
istituto di sanità mentale.
-Ha
una smorfia impagabile,
signorina! Ahahahahahahah!- Kah sbuffò, gonfiò le
guance e si voltò, offesa.
“Ecco! Ora mi prende in giro!” pensò la
poveretta. Non bastava avere un uomo
con un buco in pancia, ci voleva anche la mentore in preda ad una crisi
isterica.
-
Mi scusi.- disse ridacchiando
la donna, per poi aggiungere –Parlando
d’altro… non penso sia umano!-. Kah,
riprendendosi dallo shock, dovette concordare annuendo. -Si ricorda dei
mostri
di cui parlava suo padre?- la ragazza annuì di nuovo.
-Gli
hollows? Si, me ne
ricordo! Beh, lui ha la maschera…- disse girando il volto
dell’uomo -…e anche il
buco, ma in lui non vedo niente di mostruoso!
Cioè… guardalo! Nonostante tutto
ha due occhi, due orecchie, un naso, una bocca… ed anche se
non avesse tutto
questo, lo vedrei comunque come un uomo!- disse convinta, facendo
sorridere
teneramente la sua tata.
-Sa,
signorina… lei è sempre
così buona!- la giovane sorrise raggiante, sentendosi
gratificata da quelle
parole –Ma se non offriamo un letto comodo a questo giovane e
verace uomo, come
pensa che possa reagire, sentendosi tutto indolenzito e svegliandosi
per terra,
vicino ad una perdita d’acqua, per di più?- fece
presente, alla fine. Inutile
dire che Kah aveva la stessa faccia di Homer quando gli chiedono quanto
fa due
più due.
-Me
ne ero dimenticata,
eheheheheh!- ridacchiò imbarazzata. Senza problemi
apparenti, si passò il
braccio sinistro del bello addormentato nella fossa
dietro al collo,
trascinandolo in casa più come un sacco che come un persona.
Lo portò nella
camera degli ospiti, dove preparò le coperte, stranamente in
tinta con
l’ospite, con cura non eccessiva. Mise quindi il cuscino e ve
lo adagiò dentro,
per poi rimboccargli le coperte. –Ecco! Ora
dormirà beato e domani mi dirà come
si chiama! XD- cinguettò, spensierata. Accese
l’abatjour, chiuse le luci della
stanza ed infine la porta, facendo il più possibile silenzio.
-Ma
come siete premurosa,
signorina!- le prese un po’ in giro Balìa, notando
l’insolita premura. La rossa
si limitò a fare spallucce, e a tenere le braccia dietro la
schiena. Kah
sorrise con molta dolcezza e simpatia, facendo accorgere
Balìa di quanto fosse
realmente cresciuta.
“Signorina…
è cresciuta meravigliosamente!” disse dentro di
se, ammirando la sua piccola
protetta, ormai non più piccola, mentre scendeva le scale,
coi capelli
lunghissimi che si muovevano a tempo del suo passo.
Erano
passati circa tre giorni
da quando il giovane che era caduto nel giardino, uccidendo le sue rose
ed il
suo baobab. Lei, che in quel periodo non aveva lezioni per una strana
serie di
influenze, stava ripiantando suddette piante (aveva ordinato un baobab
bello
grande! XD Nd Me) ed aiutava ogni tanto gli addetti ad aggiustare le
tubature.
-Strano
che un meteorite delle
dimensioni di una palla da calcio abbia fatto una buca così
piccola!- urlò in
direzione della padrona di casa uno degli addetti. Lei rise, quasi
incantando i
suoi interlocutori, e gli lanciò un bacio con la mano.
Inutile dire che ormai
quello si comportava come un disco rotto.
-Fa
attenzione, scemo! Stavi
cadendo nella buca!- gridò di rimando il suo collega, per
evitare un incidente
e soprattutto un morto sulle spalle. Poi si ricordò che non
potevano morire e
si schiaffò quindi una mano in faccia.
Nel
frattempo, Kah era
rientrata in casa ed attendeva di potersi fare finalmente una doccia in
casa,
piuttosto che chiedere alla sua migliore amica di poterla fare a casa
sua. A
Kah non piaceva fare i suoi comodi nella casa degli altri, salvo in
casi
estremi. Non che non si fidasse… semplicemente era un tipo
rispettoso degli
spazi altrui. Si ridestò improvvisamente dai suoi pensieri
quando notò che
qualcuno non solo dormiva, ma russava pure sonoramente, così
sonoramente che
sembrava un terremoto.
–Dannato
Jack… si mette sempre
a dormire sul tetto, iniziando anche a russare! Stupido uomo, ora vado
a
dirgliene quattro!- disse, inviperita, iniziando a camminare a passo di
marcia.
Per andare sul tetto passò proprio davanti alla camera degli
ospiti… rendendosi
conto che era l’hollow a russare come un marinaio che dormiva
scomodo.
Ora…
lei aveva una pazienza
davvero ammirevole (Se, certo! Come no! -.- Nd Me), ma una delle poche
cose che
non sopportava era il russare! Cielo, come non sopportava la gente che
russava.
Fu per questo che aprì la porta di scatto, facendola anche
urtare contro la
parete con un rumore assordante ed assurdo! Per tutta risposta,
l’azzurro non
si mosse neanche. Anzi, di tutta risposta, si girò di spalle
e si gratto i
glutei con davvero tanta calma.
Già
esasperata, Kah allora urlò
con tutta la voce da cantante nata che aveva, allenata in anni ed anni
di
esperienza –SVEGLIAAAAAAAAAAA!-. Il povero uomo bucato
addirittura saltò da
sopra il letto e si aggrappò come un gatto impaurito al
soffitto con le unghie
(riflesso incondizionato! XD Nd Me). Si guardarono, si scrutarono, lui
scese
atterrando pesantemente sul povero letto che gridava aiuto e
continuarono a
scrutarsi. Poi lei parlò. E cominciò il putiferio!
-Tu…
io ti ospito e tu che fai?
INIZI A RUSSARE BELLAMENTE COME SE LA CASA FOSSE TUA? MA SEI SCEMO?-
gli inveì
contro, senza rendersi conto che tutti potevano sentirla.
L’uomo si sedette ad
indiano sul letto, continuando a fissarla un po’ sconcertato,
pensando “Ma chi
diavolo è questa pazza che continua ad urlarmi
contro?” e cercando di trovare
una risposta guardandosi in giro. Alla fine si stancò di
guardarsi intorno e
delle cretinate che in quel momento stavano uscendo dalla bocca della
rossa,
quindi, alquanto spazientito, preferì urlare anche lui!
-MA
CHI CAZZO TI CREDI DI
ESSERE, EH? SI SVEGLIA COSI’ UN’OSPITE, DA QUESTE
PARTI? BRAVA, DAVVERO
OSPITALE, LURIDA STRONZA!- urlò il giovane. Lei si
scandalizzò e si decise a
stare zitta. Quando lui pensava di poter finalmente avere un
po’ di pace, non
fu così: lei prese il cuscino e cercò di
soffocarlo. –Ohi, e smettila! Mi vuoi
uccidere, per caso?- chiese lui. La giovane annuì e si
rimise in posizione
pronta per il tentato omicidio. Poi si fermò e si
ricordò che non sapeva
nemmeno il suo nome.
-Si
può sapere almeno come ti
chiami?- chiese, cercando di non perdere la calma e di dargli un attimo
di
tregua. L’azzurro scese dal letto alzandosi in piedi, facendo
realizzare alla
ragazza quanto fosse realmente alto. Fece scrocchiare un attimo le ossa
stranamente indolenzite, mentre si preparava a presentarsi. Fece per
dire
qualcosa, poi si bloccò. Ed aveva anche uno sguardo
incredulo e alquanto
confuso.
-Beh,
sto aspettando?- incalzò
impaziente Kah, ma lui la guardò come a dire
<
-Non
me lo ricordo!- la sparò
così a brucia pelo, senza farci caso e con una sicurezza
degna di una faccia da
bronzo, che la nostra cara amica cadde per terra malamente dallo
stupore. Si
rialzò quasi subito, schiaffandosi una mano in faccia. E
sorrideva pure, il suo
ospite!
“Non
ci posso credere… ho uno
svampito in casa!” disse dentro di se lei, interloquendo poi
con un –Quanti
anni hai, almeno questo lo ricordi?-. <
-Ho
310 anni, decina più decina
meno!- disse sornione. Per la seconda volta Kah cadde
all’indietro per terra.
“Si riesce anche a mantenere più giovane di tutti
i vecchiacci della città!
Pazzesco!” pensò sbigottita, mentre si rialzava
tenendosi allo stipite della
porta.
-Ed
ora posso sapere il tuo, di
nome, gnocca?- chiese il bel smemorato. Si guardarono per un lungo
minuto negli
occhi, come se non sapessero cosa fare, poi Kah si ricordò
di non avergli detto
il suo nome. “Che vergogna!” pensò
scandalizzata la nostra ballerina.
-Mi
chiamo Kah… Hitodama Kah! E
non chiamarmi mai più gnocca, mi da fastidio!- rispose,
leggermente
imbarazzata, girandosi di spalle per non far vedere il rossore sulle
guance…
era rimasta affascinata da quegli occhi così azzurri e
freddi!
-Piacere!
Senti, bambola… avevo
una spada con me, una katana! Sai dov’è?- la voce
roca dell’ospite senza nome gli
trapanò le orecchie. Sembrava che avesse un rospo in gola.
Si girò infastidita
dall’appellativo, per poi indicare la poltrona, con i nervi a
fior di pelle. Lui
si girò in direzione della poltrona e mormorò un
qualcosa di indefinito simile
ad un ringraziamento.
-Posso
sapere da dove vieni?-
chiese nuovamente la ragazza, cercando di attirare la sua attenzione.
Lui fece
finta di non sentire... già gli piaceva farla incavolare. La
rossa quindi gli
tirò un cassetto appena sfilato dal comodino e svuotato. Si,
avete capito bene:
Kah, quando si arrabbiava, tirava mobilio addosso alle persone.
Preso
alla sprovvista, il
povero “Arrancat” gridò dal dolore,
poiché era stato colpito prima dallo
spigolo e poi dal resto del cassetto, che sembrava obbedire ciecamente
a quella
pazza sclerata che si ritrovava davanti. –MA SEI IDIOTA O
COSA? PERCHÈ MI HAI
TIRATO IN TESTA UN CASSETTO?- sbottò l’uomo,
guardandola come una pazza appena
uscita dal manicomio.
-Ti
ho fatto una domanda, neh!
RISPONDI, UOMO METEORA, O TI METEORO NELL’OCEANO!- la scarsa
pazienza della
protagonista uscì fuori come la lava da un vulcano. Grimmjow
la squadrò dalla
testa ai piedi, stando muto come un pesce (o forse dovremmo dire come
un gatto
con in bocca un pesce? O.o Nd Me). Ma non era certo il tipo da farsi
comandare
come un cuccioletto bastonato.
-Mettiamola
così: NON RICORDO
UN CAZZO, A PARTE L’ETÀ. SEI CONTENTA, ADESSO?-
l’affermazione dell’azzurro
fece strabuzzare gli occhi a Kah. Lei sapeva che non tutti avessero una
casa in
cui tornare. Ma essere addirittura senza alcun ricordo le sembrava la
punizione
peggiore del mondo.
-Come
sarebbe a dire?- disse,
sconsolata. –Quindi ora devo fare i conti con un idiota che
russa come un
trombone deformato, che grida come un gatto litigioso
e che ha la memoria di un pesce rosso?- (i
pesci rossi hanno una memoria di pochi secondi. U.u Nd Me).
L’arrancar
si incavolò
alquanto, affermando di rimando –Ehi, a chi hai detto di
avere una memoria da
pesce rosso, razza di squillo, eh?-. Lei si scandalizzò, lo
guardò in cagnesco
e gli prese la spada. –Sei scema? È troppo pesante
per te!- rise l’uomo. Ma la
rossa non lo ascoltò. Sguainò quella spada
tenendola perfettamente in mano,
senza nemmeno avvertire il peso reale della stessa.
-Cosa
vuoi che ti tagli, per
prima cosa? La testa o… I TESTICOLI!- disse, iniziando a
maneggiare la spada
come a volergli tagliare per davvero qualcosa. L’azzurro si
rese conto della
cazzata, ma riuscì a bloccarla prima che potesse tagliargli
qualcosa per
davvero. Ormai disarmata, la ragazza non aveva scelta… gli
diede un calcio
dritto nei gioielli di famiglia, quando lui meno se lo aspettava, che
quindi si
accasciò per terra dolorante. –Bene, guarda chi
striscia ai miei piedi!
Chiedimi scusa, gatto! Altrimenti ti prendo di nuovo a calci nelle
balls, fino
a quando non ti uscirà sangue dall’uretra!-
sussurrò con aria omicida Kah.
Grimmjow
pensò “Se mai
recupererò la memoria, sono certo che questo
resterà il ricordo peggiore della
mia esistenza!”. Infatti non aveva mai visto sguardi di quel
genere! Non era
intimorito, ne aveva paura, ma era alquanto esterrefatto dal coraggio
della
ragazza. Di una cosa era sicuro: nessuno prima di allora si era
permesso di
parlargli in quel modo, perché gli faceva paura, lui, alle
persone. Eppure
quella se ne stava in posa di pseudo vittoria davanti a lui come se
fosse una
persona normale!
-COL
CAZZO CHE DICO SCUSA AD
UNA COME TE! OUCH…- appropinquò l’uomo,
per poi ricevere il secondo cassetto
addosso, questa volta arrivato di fondo e dritto in faccia!
–Possibile che i
cassetti sembrino obbedirti? COMUNQUE, SMETTILA DI MANDARMI OGGETTI
ADDOSSO!-
ma la giovane sembrava non dargli retta e cominciò a
lanciargli piatti in
faccia. –TEME, SMETTILA DI LANCIARMI OGGETTI IN FACCIA!-
gridò ancora il povero
malcapitato.
-Non
sento le paroline
magicheeeeeeee!- sussurrò la rossa, con aria dispettosa. Fu
allora che
l’arrancar rabbrividì! “Ma
questa… è sana di mente o ha la voglia di
sezionarmi
vivo?”. Non sapendo più che fare, per tutti quegli
oggetti che attentavano alla
sua vita, pensò bene di proteggersi, sforzandosi a
pronunciare quella parola.
-S…
S… Scu…sa!- bofonchiò, rosso
in viso dalla vergogna. Si sentiva preso in giro. La ragazza
schioccò le dita,
i pezzi di piatti si rinsaldarono in men che non si dica, i cassetti si
aggiustarono… il tutto avvenne con un gioco di colori tra il
rosso e l’arancio.
–Ma… come diavolo hai fatto?- chiese, stupito da
quelle capacità.
-Ho
il potere del fuoco. Il
fuoco può riforgiare gli oggetti, riportandoli allo stato
iniziale o
addirittura modificandoli e dandogli nuova forma.- spiegò la
bella. La guardò
di nuovo. Nonostante l’avesse già guardata, doveva
riconoscere che guardarla
una volta in più ogni volta gli piaceva. Il corpo
prosperoso, i lunghissimi
capelli rossi, pelle chiarissima e gli occhi color smeraldo erano un
quadro che
madre natura non aveva esitato a dipingere nei minimi dettagli.
-Sai,
devo ammettere che sei un
tipo tosto, da come ti comporti, pupa!- le disse, mentre Kah si girava
per
andare a prendere qualcosa in un armadio. Mentre lei frugava in cerca
di
probabili vestiti maschili, lui le guardò il fondo schiena,
aggiungendo –E hai
anche un bel culo!-. Lei si girò e gli tirò in
faccia una scarpa.
Mentre
ancora l’azzurro si
lamentava del dolore al naso, la ballerina si appropinquò a
dire –Guardare, ma
non toccare… e nemmeno commentare!-. Poi, con passo deciso,
si avvicinò al
letto, dove posò i capi che gli aveva scelto. Camicia
bianca, pantaloni blu
oltremare, scarpe dello stesso colore, cinta nera e giacca bianca e
blu. –Mio
padre amava questi colori. È l’unico completo che
si è salvato, visto che era
in tintoria. Puoi metterlo tu, se vuoi!- disse con voce apparentemente
tranquilla.
-Perché
hai detto che è l’unico
che si è salvato?- chiese. Lei sospirò
pesantemente, cercando di non far capire
niente al suo ospite, oltre che di dare troppe informazioni su di se.
Grimmjow
si accorse di ciò, ma sapeva che avrebbe risposto con poche
parole.
-Mio
padre e mia madre morirono
in un incendio, tanti anni fa. Questa casa è stata
ricostruita dagli abitanti
della città circa due mesi dopo il fatto.- l’uomo
annuì, e si girò verso la
finestra. La giovane lo fermò appena in tempo.- Aspetta, se
ti affacci ti
vedranno di sicuro. Sarai anche uno spirito, ma qui tutti possono
vedere gli
spiriti! Capito?- disse, afferrandolo per un braccio. Dalle labbra
mascoline
uscì un suono scocciato: lui voleva prendere aria!
-Senti,
bambola, voglio solo un
po’ d’aria fresca, quindi apro la finestra,
d’accordo?- detto fatto, l’aprì, ma
nel giardino, già tutto risistemato, non c’era
nessuno. – Non è che mi hai
preso per il culo? In giardino non c’è nessuno!-
asserì, cercando di farle
intuire che si stava innervosendo. la padrona di casa quindi si
affacciò,
constatando l’assenza degli operai!
-Come
hanno fatto a finire così
presto? Ah, che stupida! Mi avevano avvertita che ci sarebbe voluto
poco, oggi!
Beh, allora fa pure! Prendi aria, micione!- a suddetto micione non
piaceva
quell’appellativo, e ringhiò di rimando.
-Non
micione! Inventatelo, un
nome, ma non chiamarmi micione! Chiaro?- ringhiò ancora. La
ragazza ci pensò un
po’ su, per poi schioccare le dita, soddisfatta. Poi
ridacchiò, con aria
divertita e felice. –Beh, allora? Come mi vuoi chiamare,
scema?- domandò
l’arrancar.
-Ti
chiamerò come l’architetto
preferito di mio padre: Grimmjow! Non è esattamente lo
stesso… è che ho
preferito dargli un suono più spagnoleggiante!- lui si
stupì: aveva scelto un
nome che gli piaceva moltissimo!
-Sempre
meglio di micione!-
asserì, divertito. Si, quella ragazza lo divertiva tanto.
Non solo gli
atteggiamenti, ma gli occhi, le movenze. Lo divertivano molto.
-Beh,
vado a preparare la cena! Tra un’ora scendi giù,
ok? A dopo!- si congedò,
uscendo dalla stanza lasciando aperta la porta. Lui la seguì
con lo sguardo,
fino a quando non scomparì dietro la porta.
Ridacchiò ancora quando la sentì
parlare con un’altra donna, al piano inferiore. Si
sdraiò sul letto, ripensando
a quel nome che, doveva ammetterlo, gli piaceva davvero tanto.
ANGOLO
DELLO SCLERO
Spero
che anche questo capitolo
vi sia piaciuto! XD Come vedete è molto lungo.
Kah:
Mi
piace! Cerco di ucciderlo in più di un’occasione!
Così si trattano gli uomini!
XD
Grimmjow: A me non piace appunto per questo. Mi fa sembrare uno
smidollato! Io
sono il tipo che ti ammazza a dovere con tanto di infilzo stile
spiedino alla
fine! DB
Me: Ricordati che qui non sei il vero te! Hai perso la memoria! U.u
Grimmjow:
A me non piace comunque! DX
Me: ma
stai zitto! D8
Grimmjow: Basta abbandono la parte! Metteteci qualcun altro! U.u
Kah:
Siiiiiiiiiii! Magari quell’Ace di One Piece…
è così figo! XD
Grimmjow: *si blocca*
Me: E’ morto! T^T
Kah: NOOOOOO! Che peccato! T.T
Grimmjow: *si rilassa*
Kah:
che ne dici di quel bel tenebroso di Itachi Uchiha! BD
Grimmjow: *si ri-blocca*
Me: Sarebbe stata un’ottima idea… ma è
morto pure lui!
Grimmjow:
*si rilassa nuovamente*
Kah:
Uffiiiiiiii! t.t CI SONO! Che ne dici di quel Kai di Beyblade? XD
Me:
Troppo piccolo per te! u.u
Grimmjow:
*si gira* va bene, ho capito! Rimango! DX
Me/Kah:
BD
Scusate
lo sclero improvviso! Ci riscriviamo presto! XD Segnalatemi eventuali
errori
grammaticali e commentateeeeeeeeeee! XD Baci a tutti da
MICIUZUMACHIIIIIIIIIIIIIII! XD