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Autore: laisaxrem    13/02/2013    1 recensioni
Come avrete sicuramente dedotto dal titolo, parlerò della vita dei personaggi post guerra.
Alcune ff saranno tristi, altre allegre, altre demenziali, altre ancora vi faranno versare lacrime amare (mamma mia come sono poetica XP).
I miei personaggi preferiti della nuova generazione sono Ted Lupin, Albus Potter e Lily Potter, per cui non stupitevi se troverete molte ff che li riguardano.
Ho inventato anche molti personaggi che presenterò mano a mano che la storia lo richiederà. Molti nomi vi saranno familiari (ho dato prole a molti dei co-protagonisti come Dean Thomas, Seamus Finnigan ecc); altri saranno completamente estranei alla storia originale.
Enjoy!
Genere: Commedia, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Weasley, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Teddy Lupin | Coppie: Draco/Astoria, Hannah/Neville, Harry/Ginny, Luna/Rolf, Ron/Hermione
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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IO VEDO LA TUA LUCE

Tu sei prima d’ogni cosa, prima di ogni tempo, di ogni mio pensiero, prima della vita.

 

31 Ottobre 2004

 
Harry Potter era preoccupato.
Erano quasi sei ore che si trovava in quel posto e non si era fermato un attimo. Aveva continuato a percorrere il corridoio a grandi passi.
Non era mai stato così teso e nemmeno l’intervento dei suoi due migliori amici, Ron Weasley ed Hermione Granger, l’aveva aiutato.
In quel momento Hermione era seduta su una di quelle sedie scomode di plastica beige con un libro tra le mani. Stranamente era più di un’ora che si trovava alla stessa pagina. Ron, d’altro canto, passava da un momento di tranquilla rassegnazione in cui stava seduto accanto alla moglie, ad un altro in cui balzava in piedi e si metteva a percorrere la stessa strada di Harry.
I minuti scorrevano lenti ed ogni secondo che passava l’ansia cresceva.
In quelle sei ore si erano alternate nella ronda silenziosa almeno una ventina di persone, quasi tutte con i capelli rosso fiamma. Tutti aspettavano, tutti attendevano.
Poi finalmente la porta si aprì.
Harry si paralizzò nel mezzo del suo peregrinare e si voltò lentamente a guardare l’uomo con i capelli bianchi, il terrore stampato in faccia.
Ma nel vedere il sorriso sul volto del Medimago, il Bambino  che È Sopravvissuto, il Prescelto, il Salvatore del Mondo Magico, non poté fare a meno di trarre un sospiro di sollievo.
Tutti e tre si avvicinarono al vecchio mago, gli occhi che agognavano risposte.
<< È andato tutto bene, signor Potter. Se vuole può entrare >>.
<< Posso... entrare? >>
Il Medimago sorrise incoraggiante ma il cervello di Harry sembrava reagire molto lentamente in quel momento. Toccò ad Hermione dargli una forte spinta sulla schiena e condurlo verso la porta aperta.
I tre maghi entrarono nella camera d’ospedale e si bloccarono subito dopo: sul letto immacolato in mezzo alla stanza c’era una Ginny Weasley pallida che stringeva tra le braccia un fagotto.
Appena vide il neo marito, la giovane strega sorrise e quel sorriso le illuminò il volto.
<< Vieni Harry. Vieni a vedere il nostro bambino >>.
L’uomo era paralizzato.
<< È... È un... >>
<< Sì, è un maschietto >>.
Deglutì. Si sentiva enormemente stupido. Santa Morgana, aveva sconfitto Voldemort e non riusciva ad avvicinarsi a sua moglie e suo figlio!
Suo figlio... quel fagottino grande come un suo avambraccio era suo figlio.
<< Merlino >> sussurrò mentre le lacrime iniziavano a pungergli gli occhi.
Lentamente fece qualche passo tremante e si avvicinò al letto.
Il piccolo dormiva tranquillo tra le braccia della madre. Aveva pochi capelli ma erano di un caldo marrone rossastro. Il suo visino era tondo e paffuto e la piccola bocca era socchiusa. Aveva i pugnetti stretti davanti al petto ed Harry allungò una mano fino a sfiorare con i polpastrelli quelle del piccolo.
In quel momento sentì le lacrime scorrere lungo il suo viso e non tentò nemmeno di trattenerle: non era virile e lo sapeva, ma non gliene importava nulla. Non gli importava se il suo migliore amico l’avrebbe deriso a vita, non gli importava perché davanti a lui c’era il suo bambino, suo figlio. Ed era bellissimo.
<< Ciao piccolino >> sussurrò. << Ciao. Ciao ciao ciao >>.
Ginny rise. Una risata leggera, stanca ma piena di gioia.
<< In fin dei conti avevo ragione io, hai visto? È un bellissimo bambino. Peccato che non abbia i tuoi occhi ma li erediterà un altro dei nostri figli >>.
<< Figli? >> chiese l’uomo.
<< Ma certo non vorrai che il mio piccolo James Sirius rimanga senza qualcuno con cui giocare. Certo magari potremmo aspettare un po’ per il prossimo, ma... >>
<< James Sirius? >>
Ginny si bloccò.
<< Scusa ma avevamo deciso che se fosse stato maschio avrei deciso io il nome. Credevo che avresti apprezzato la scelta che ho fatto. Mi sembrava giusto rendere omaggio a tuo padre e a Sirius ma se non vuoi... >>
Harry si lanciò ad abbracciare la moglie senza distogliere gli occhi dal piccolo James.
<< Grazie >> sussurrò come se avesse paura di distruggere la magia di quel momento speciale. << Ti amo >>.
<< Ti amo anche io >> rispose la strega coi capelli rossi dandogli un bacio a fior di labbra poi si accorse che il piccolo si era svegliato. << Ecco, prendilo >>.
Il mago si paralizzò di nuovo.
<< Co-cosa? No Ginny, lo farò cadere >>.
La donna lo ignorò e gli depose il fagottino tra le braccia.
<< Smettila. Sei suo padre, non puoi farlo cadere. Ecco, sposta le mani così. Vedi? Sei bravissimo >>.
Gli occhi verdi di Harry brillavano d’orgoglio mentre osservava il figlio. Lentamente se lo avvicinò al volto fino a che i suoi occhi si specchiarono in quelli marroni del bambino.
<< Benvenuto, Jamie. Benvenuto tra noi. Ti giuro che cercherò di essere un buon padre, ma tu cerca di prendere i lati buoni dei tuoi omonimi. Ti voglio bene. Ti voglio bene con tutto me stesso >>.
L’attimo di silenzio che seguì quelle parole fu rotto da un singhiozzo profondo. Harry si voltò e si trovò ad osservare un Ron piangente con Hermione che gli batteva una mano sulla spalla scossa dai singhiozzi.
I tre ragazzi si fissarono e poi scoppiarono a ridere in sincrono.
 
 
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Nota brevissima.
Il titolo ed il sottotitolo fanno parte di una canzone che canto col coro della mia parrocchia.
  
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