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Autore: GraStew    13/02/2013    15 recensioni
[IN REVISIONE]
Maya è una donna di quarantadue anni. Si trasferisce con sua figlia Sophie, a Londra, per non soffrire più a causa della separazione con suo marito, Peter.
Qui inizierà una vita felice e spensierata, fin quando...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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OPEN YOUR HEART TO THE FATE
 

*An unexpected encounter*
 
Prologo

 
 
 
 
“Il colpo di fulmine è quella particolare condizione emotiva tipica di chi ha la certezza di essersi imbattuto nell’anima gemella, cioè di avere finalmente incontrato la persona reale che coincide con quella immaginaria”
 

 
Mi sono imbattuta per caso nella definizione di colpo di fulmine e mi viene istintivo scuotere la testa.
Che gran cavolata!
Non ho mai creduto in esso in quarantadue anni di vita. Come posso cascarci proprio adesso?  Uomini e sentimenti non vanno di pari passo.
Quando, durante la vita, rimani ferita tante volte ti viene naturale non credere più a sentimenti come l’amore, la fiducia e la lealtà.
Ed è così che mi sento.
Ferita e depressa.
Ho perfino cambiato lavoro e Stato pur di non soffrire più, ma, ahimè, anche qui il suo pensiero mi tormenta.
Molte volte mi sono chiesta come può finire un amore. Adesso lo so.
Uno dei due ha sempre la colpa e in questo caso sono felice di non avercela io.
Peter, il mio ex marito, è stato davvero un gran cafone. Mi ha tradita talmente tante di quelle volte che alla fine si è fatto anche beccare… coglione!
Ho sempre dato tutta me stessa per il nostro amore e per il nostro matrimonio ma, lui è riuscito a rovinare tutto.
E adesso come dovrei comportarmi davanti la possibilità di una nuova relazione?
Sono giorni che l’immagine di "lui" mi continua a comparire davanti. I suoi occhi azzurri come il cielo, i suoi capelli castani e il suo sorriso bello come il sole mi accompagnano nelle lunghe giornate.
«Maya? Tutto bene?» salto per lo spavento quando la mia migliore amica Ashley, mi chiama.
«Sì sì. Tranquilla» so che lei mi conosce alla perfezione e sono sicura che sa che in realtà non va per niente bene.
«Dimmi la verità, Maya» ecco appunto. Le sorrido debolmente e alzo le spalle.
«Non mi dire che pensi ancora a lui!» esclama scuotendo la testa mentre si avvicina a me.
«Non riesco a farne a meno, Ash» ammetto più a me stessa che a lei.
«Maya…» sussurra appoggiando una mano sulla mia spalla. Mi giro e la guardo.
 Lei si preoccupa per me ed io dannazione non so proprio cosa fare.
«Lo so! Sono appena uscita da un matrimonio che era tutto tranne questo. Ho appena cambiato casa, anzi Stato, per non soffrire più»
«Ecco appunto e non ti dimenticare che hai Sophie»
«Non potrei mai e poi mai, dimenticarmi di lei, Ashley. È mia figlia e darei la mia vita per lei» sorrido e la mia amica mi abbraccia per  infondermi un po’ di forza.
«Lo so, tesoro. Sei una madre fantastica e anche tua figlia lo è. Per fortuna ha preso da te e non da quel lurido di suo padre»
«Smettila» la ammonisco perché sa che nonostante tutto il male che mi ha fatto è sempre il padre di mia figlia.
«Sì! Va bene. Piuttosto parlami di quest’uomo che ha catturato il tuo cuore. Raccontami di nuovo come vi siete incontrati» sorrido al pensiero della brutta figura che ho fatto due mesi fa.
«Se ci penso mi viene da ridere» mormoro sedendomi sul divano in salotto.
Mi sono trasferita a Londra quattro mesi fa con mia figlia e abitiamo in casa di Ashley al momento.
«Aspetta, aspetta» esclama lei correndo verso la cucina. Aggrotto le sopraciglia non capendo che vuole fare ma quando torna con in mano due lattine di coca-cola ed un pacco di patatine scoppio a ridere.
«Come ai vecchi tempi» farfuglio divertita.
«Esatto» risponde facendomi l’occhiolino.
«Allora, cosa vuoi sapere?» le chiedo conoscendo già la sua risposta.
«Tutto, naturalmente»
Annuisco e mi sistemo meglio sul divano pronta al suo interrogatorio.
«Ero appena arrivata a scuola con un po’ di fatica dato che pioveva a cielo aperto. Ricordi vero?» annuisce e mi fa segno di continuare.
«Ero imbarazzata e intimorita da quel nuovo ambiente. Non sapevo chi sarebbero stati i miei alunni, i miei colleghi e non conoscevo neanche il preside»
«Non hai perso tempo, però» esclama facendomi la linguaccia.
«Spiritosa» controbatto scuotendo la testa.
«Dai scherzo» ride mentre addenta due patatine. Lei è così. Usa qualsiasi cosa pur di farmi arrabbiare. L’ha sempre fatto, anche da ragazzine.
Una volta mi ha fatto talmente tanto incavolare che non le ho parlato per un’intera settimana.
Inutile dire che è stata una delle più brutte della mia vita.
«Comunque, ero fuori dal portone principale. Il mio sguardo era rivolto verso la grande struttura alle mie spalle. Non stavo attenta alle persone che avevo intorno, così mentre sbattevo l’ombrello per togliere l’acqua in eccesso ho sentito qualcuno lamentarsi proprio davanti a me. “Stia attenta, insomma” borbottava irritato. Io ero così imbarazzata che gli chiesi scusa, a testa bassa e corsi dentro».
Se ci penso ancora adesso me ne vergogno.
«La miglior brutta figura della tua vita» scoppia a ridere ed io faccio la finta arrabbiata ma molto presto anche io rido come non ho mai fatto.
 «E poi?» continua a chiedermi una volta ristabilito il silenzio.
«E poi quando sono entrata dentro tutti mi guardavano dato che sembravo un pulcino tutto bagnato e sperduto. Credimi se ti dico che non mi sono mai sentita così osservata come quella volta. Lo stupore aumentò quando bussai alla porta del preside e mi ritrovai davanti proprio lui. Robert Moore, l’uomo che avevo schizzato fuori con l’ombrello. Volevo scomparire sprofondando nelle viscere della terra». Chiudo gli occhi e l’immagine di lui che mi guarda male mi si ripresenta.
«Oddio! Volevo vedere la tua faccia»
«Scema. Volevo vedere te al mio posto» la rimprovero girando lo sguardo verso la grande vetrata del salone. Sono sempre stata la più saggia tra le due. Non che lei non lo sia, ma diciamo che la sua parte razionale non viene mai fuori. Segue l’istinto e si prende le sue conseguenze. Io, invece, ci penso mille volte prima di fare una cosa.
«Cosa ti ha detto?», mi chiede per spezzare l'aria pesante.
«Non sapeva che ero io la nuova insegnate di storia dell’arte ed io non sapevo che lui fosse il preside. Alla fine l’abbiamo presa a scherzare ma ho capito fin da subito che tra noi sarebbe nato qualcosa. Mi guardava in un modo che…» non faccio in tempo a finire la frase che Ashley salta per tutta la casa come se fosse una ragazzina di vent’anni. In realtà è più grande di me di un anno ma ha una vitalità e una forza da far invidia.
Rido gustandomi la scena, la quale ben presto viene interrotta dall’arrivo di mia figlia.
«Che succede qua?» chiede Sophie scuotendo la testa divertita dal siparietto che ha davanti agli occhi. Io, sul divano, a mangiare patatine e la mia amica che salta e balla ridendo.
«Tua mamma è innamorata, tua mamma è innamorata» grida ed esulta Ashley.
La guardo arrabbiata.
Non si è resa conto di quello che ha appena detto.
Si calma all’istante e abbassa la testa per chiedermi scusa.
Ho capito che non l’ha fatto di proposito, però poteva evitarlo. Sophie, ancora, non sapeva niente di tutto questo. Adesso dovrò spiegarle tutto.
Ashley continua a guardarmi e solo quando le rivolgo un sorriso, si rilassa. Raccoglie le lattine ed il resto ed in silenzio si dirige in cucina.
Mia figlia, che è ancora in piedi, mi osserva in silenzio. So che sta cercando di capire cosa mi passa per la testa. Ho timore a raccontarle tutto, ma devo. Tra noi, non ci sono mai stati segreti. Lei ha quasi diciotto anni e mi ha sempre riferito ogni sua cosa personale.
"Trova il coraggio, Maya!", continuo a ripetermi.
Respiro profondamente, le sorrido e le indico il posto accanto al mio.
 
 
 
Salveeeeeee :3
Sono una folle psicopatica... Lo so!
Sto iniziando questa storia così... Avevo questo capitolo scritto da tanto tempo nel pc e oggi, riaprendolo, mi sono venute tante idee in testa.
Vi dico già da ora che sarà una storia di quattro/ cinque capitoli ^_^
Sono una folle, ditemelo, vi prego ;)
Spero che il prologo vi abbia incuriosito un pochino <3
Un bacio,
Gra
   
 
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