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Autore: Clars_97    13/02/2013    0 recensioni
"Stavo rovistando nel cappotto in cerca delle mie cuffie, quando sentii una voce.
Era una voce maschile. In treno se ne sentono migliaia, soprattutto nei treni degli orari scolastici, ma quella fu l’unica voce che aveva la capacità di spiccare nel bel mezzo di altre milioni di chiacchiere assordanti."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 2.
 
La mattina dopo, in treno, guardai in giro nel caso ci fosse stato anche lui; lo cercai, ma con le mie amiche mi fermai solamente al primo vagone, quindi non ebbi la possibilità di capire se lui avrebbe potuto essere nel treno o no oppure, anche, semplicemente la possibilità di vederlo. Chiesi alle mie amiche che cosa avevano programmato per il sabato successivo e loro mi risposero che avevano intenzione, come al solito, di andare in centro. A me, però, era venuta la brillante idea di andare a ballare e chiesi loro:
-Ragazze, ma perché non andiamo a ballare sabato prossimo? E’ da una vita che non ci andiamo tutte insieme!
-Da quando tu chiedi a noi di andare a ballare? Ci sei sempre venuta incerta e affaticata! Per caso non hai qualcuno da vedere?
Io risposi prontamente:
-Nono! Ma che dici! E’ solo che mi è venuta tanta voglia di andarci.
-Ok, se lo dici tu! In ogni caso a me va benissimo!
-Anche a me, se si tratta di ballare sono sempre la prima!
-Ci sarò anche io, non posso mancare!
-Contate pure anche su di me!
Semplicemente perfetto. Meglio di così non poteva andare, mancava soltanto un particolare:
-Ah però ragazze oso sperare che andremo al “Moonshine”!
-Nooo! Ma come? Perché lì? Ci sono una valanga di persone che mi stanno antipatiche… Non possiamo andare alla solita nostra discoteca?
-Io preferivo andare lì, era tanto tempo che non ci andavo.
-Come vuoi, anche perché è vero, non ci siamo più andate dal compleanno di Marco e poi è probabile che sia cambiato qualcosa là dentro, che ne sappiamo!
-D’accordo, ci sto.
-Benissimo, però c’è un problema: non ho un vestito decente da mettermi, voi?
-Io volendo sì, ma se ne comprassi un altro, non farebbe del male a nessuno.
-Io no… cavolo, adesso è anche il freddo, con il vestito che ho rischio di diventare un ghiacciolo!
-Neanche io, l’ultimo che misi si strappò!
-Il mio era bianco ed è andato a finire nella lavatrice, in mezzo ad altre magliette e pantaloni colorati e non so neanche come ha fatto ad andarci, quindi immaginatevi le sue condizioni!
-Allora perché oggi non andiamo a fare un po’ di shopping?
-Non sarebbe una cattiva idea! Anche date le condizioni in cui ci ritroviamo!
- Ok, allora oggi tutte in centro? Tanto per domani abbiamo da fare solo matematica!
- Sisi va bene, alle 16.00 alla stazione?
-Va benissimo, così prendiamo il treno e andiamo in centro.
-Ok ma riempite il borsello di soldini!
-Sisi contaci ahahah!
 
Così, il pomeriggio stesso ci trovammo alla stazione, prendemmo il treno e andammo a fare shopping tutte e cinque insieme. Chiesi alla mia carissima madre di darmi un po’ di soldi per il vestito e altri celi avevo già, quindi, per quelli, ero apposto. Dovevo solamente trovare il vestito perfetto, per quello che si riteneva un futuro splendido sabato sera. Lo volevo trovare giusto, adatto a me e, al tempo stesso, carino e non troppo appariscente. Ne avevo visto uno carinissimo in un negozio in cui vado sempre: era nero, corto sopra le ginocchia; aveva, però, la parte superiore non scollata, ma, più che altro, “a canottiera” e quindi con gli spallini molto sottili, con cui avrebbe potuto farmi molto freddo. Poi, sopra, era pieno di lunghi fili neri e oro, stile “cowboy”, che facevano il delirio. Era perfetto. Non mi faceva neanche tanto la pancia!
Arrivammo in centro che non c’era tanta gente, anche perché era giovedì, perciò non ci potevamo lamentare. Entrammo inizialmente nel negozio più visitato da tutti: uomini, donne, ragazze e bambini. Lì c’erano tanti vestitini e magliette proprio carine, colorate e sprint, ma non vedemmo niente che ci stupì particolarmente.
Dopo fu il turno del negozio che visitava sempre mia madre. Era un negozio particolare, con vestiti di gran classe e anche molto costosi, ma neanche lì non ci impressionò niente di che. Per terzo negozio fu quello più visitato da noi ragazze, dove i vestiti erano sempre a buon prezzo e veramente al top della moda, ma soprattutto il negozio che aveva ancora in vetrina l’unico vestito che mi colpì veramente. Feci vedere alle altre qual’era il vestito di cui avevo parlato in treno e loro chiesero se non era troppo eccessivo. Io dissi loro di no e pensai che non avrei perso un minuto per provarmelo e per dimostrare loro che avevano torto.
Così entrammo, pensando che lì avremmo sicuramente trovato quello che faceva per noi. Senza perdere tempo, chiamai le altre e le trasportai nel reparto in cui era esposto il vestito. Presi la mia taglia e andai in camerino all’istante. Me lo provai e uscii. Vidi le mie migliori amiche a bocca aperta, con gli occhi spalancati e praticamente senza parole: con quelle espressioni capii subito che quello era il vestito perfetto per me. Poco dopo riuscirono ad iniziare a commentare l’oggetto:
-Oddio! E’ un incanto! Altro che eccessivo!
-Uau! Sei splendida!
-Sei bellissima, farai un figurone con questo vestito!
-Ritiro tutto ciò che ho detto! E’ fantastico, direi che tu hai già trovato quello che stavi cercando.
-Grazie ragazze; sì, penso proprio di averlo trovato. Ho l’idea che sia la perfezione in tutta la sua straordinarietà. Adesso però tocca a voi a trovare il vestito giusto!
Tornai in camerino e mi tolsi il vestito, decidendo che l’avrei comprato, senza pensarci una seconda volta. Andai subito nel reparto in cui erano le mie amiche per consigliare un vestito meraviglioso anche per loro. Guardammo tutte insieme vari bellissimi vestiti e alla fine ognuna di noi trovò quello che cercava. Pagammo e uscimmo dal negozio, soddisfatte dei nostri acquisti. Andammo alla stazione e prendemmo il primo treno possibile, anche perché si era fatto abbastanza tardi.
  
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