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Autore: Mara Mara    13/02/2013    1 recensioni
Helen deve affrontare la dura realtà: dovrà combattere contro il male, difendere la sua famiglia e continuare la sua vita da teenager il più normalmente possibile affinché possa mantenere il suo segreto. In un miscuglio di dolore e passione, incasserà duri colpi, da un grave incidente a una spiacevole rivelazione. Il futuro è nelle sue mani, sta a voi scoprire perché.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Quella mattina era parecchio silenziosa, passarono poche macchine nel giro di dieci minuti. Cominciavo a pensare di tornare dentro tra le braccia di mio padre, ma all’improvviso un’auto sgommò davanti a casa. Era Arianna, la mia migliore amica. Ho sempre detto che non sapeva guidare.
- salta su, Vicky! Ti porto io a scuola.
Sapeva che mi ero in imbarazzo, mi aveva trovato per terra sotto il portico ed essendo la mia migliore amica, sapeva anche che odiavo quando qualcuno mi faceva domande inopportune.
-ho saputo di tuo fratello. Non sai quanto mi dispiace, davvero se c’è qualcosa che posso…
-no, non puoi fare niente Ari, e lo sai. Guarda che è rosso, non puoi passare…
-anche il tuo cervello è rosso, ma le idiozie ti escono dalla bocca comunque – guardandomi con aria di sfida, passò l’incrocio. Doveva essere ubriaco chi le ha dato a patente. Meno male che eravamo “invulnerabili”, altrimenti non avrebbe giocato mentre guidava.
-eccoci
-tu sei al corso B le prime due ore?
-esatto, tu no?
-no, salterò e andrò in palestra, c’è il torneo di badminton
- d’accordo. Aspettami all’intervallo, mi raccomando – fece l’occhiolino e attraversò il parchetto a passo svelto. Io me la presi comoda. Dovevo riflettere su alcune cose. Volevo andare da Matias ma non mi sentivo pronta, così optai per il torneo.
C’era la squadra di Sue, la miss simpatia, che sembrava molto in forma e quella di Ian. Era tremendamente carino ma non molto aperto alle ragazze. Per questo lo ritenevo il ragazzo perfetto: tanti problemi in meno. La sera prima mi aveva scritto e ora non avevo il coraggio di guardarlo in faccia. Poi si girò e mi fissò. Stavo per alzare la mano per salutarlo ma l’allenatrice fischiò, e si concentrò solamente sul volano. Era il migliore in quello sport, ma Sue sembrava pronta a tutto quella mattina. Notai un’intesa strana tra i due ma non gli diedi peso.
Andai a prendermi una bibita e quando tornai, Sue era in vantaggio di due punti. Peccato. Mancava un minuto e pareva impossibile anche solo pareggiare. Ma Ian, non a caso, segnò un punto, scaraventando il volano a una velocità da renderlo quasi invisibile. Ancora due punti, pensai tra me e me. Gregory segnò un altro punto; l’avevano sottovalutato parecchio, ottima tattica per la squadra di Ian. Ora erano in pareggio. Al fischio, Gregory batté, ma mancando solo un secondo, si udì un altro fischio. Mentre questo accadeva, una giocatrice dell’altra squadra inciampò e si scortò la caviglia. Un fatto determinante che fece diventare la squadra avversaria, vincitrice.
Ero spinta dal desiderio di congratularmi con lui ma, qualcosa mi frenò. Forse stavo fraintendendo le cose, forse nutrivo vane speranze.  
Poi suonò la campanella e mi diressi al tavolo mio e di Arianna. La vidi arrivare, sfinita. Aveva delle gambe snelle e alte; una vita stretta ma era anche molto magra. Al contrario di me, non aveva delle forme definite; aveva piuttosto un fisico da ballerina, ecco. 
- Ciao, chi ha vinto?Deduco il tuo principe dallo stupido sorrisetto che hai stampato sulla faccia
-deduci bene. Almeno mi distraggo un po’.
-sono felice, Vicky. Se vorrai andare da lui, ti posso accompagnare quando vuoi.
-grazie, ma per ora rimanderò
-certo. Ora raccontami qualcosa, o le due ore di fisica finiranno per farmi mangiare un sacco di quelle paste appetitose – si stava già alzando per prenderle, ma la afferrai per un braccio.
-credi che possa esserci qualcosa tra Ian e Sue?
-quella pettegola? No, non credo. Non è fatta per lui.
-lo dici per farmi felice o ne sei convinta?
-no, convintissima
-già – quando finii di mangiar il mio pranzo, mi alzai – ora vado da Violet – quel nome mi fece tremare le gambe, mi tornò in mente la sera precedente, quando parlai con Matias.
-vuoi che venga con te?
-no, di’ solo che stavo male e sono andata a casa
-sissignora!
-A dopo
Il vialetto mi sembrava così lungo. Forse voleva darmi un’altra possibilità di fare retro marcia, ma continuai a camminare. Quando suonai il campanello, il silenzio che c’era svanì. Sentii un rumore di passi svelti che si avvicinavano. La porta si aprì di colpo, e senza guardarmi, Violet mi abbracciò, scoppiando in lacrime.
Eravamo molto amiche. Da quando stava con Matias, avevamo legato molto.
-Vicky sei arrivata finalmente
-scusa, ero a lezione. Va tutto bene? – è stata la domanda più idiota che abbia fatto – scusa, volevo dire se avevi bisogno di qualcosa – rimediai.
-no, tranquilla. Entra pure.
 
 
 
 
 
   
 
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