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Autore: ValentinaWilliams    14/02/2013    2 recensioni
Hayley è una semplice ragazza di Los Angeles ma quando incontra Phoebe, con la quale stringe un rapporto d'amicizia indissolubile, tutto cambia; Avvenimenti soprannaturali e verità nascoste saranno causa di dolore,gioia,tristezza e di cambiamenti radicali. Nonostante tutto alla fine il bene trionferà.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero troppo curiosa di leggere quel libro ma dovevo pensare a Phoebe adesso, poiché avevo già perso troppo tempo e non potevo rischiare che le venisse fatto qualcosa. Mi incamminai perciò verso la prigione nella  quale avevano rinchiuso Phoebe: L’edificio era enorme cinto esternamente da altissime mura, al di sopra delle quali vi era del filo spinato dispiegato. Quest’ultimo copriva l’intero perimetro del muro per cessare dove cominciava la struttura del carcere.
Le alternative erano due: O entrare chiedendo di visitarla e una volta dentro avrei improvvisato oppure frantumare il cancello che vi era lì vicino, correre a prenderla e uscire alla stesso modo in cui ero entrata.
Nessuna delle due alternative mi entusiasmava ad essere  sinceri…
 Dopodiché mi accorsi della presenza di un militare di guardia davanti al cancello…


Hayley: Mi dispiace (Sussurrai guardando quel militare)
Mi avvicinai velocissima e senza dare nell’occhio gli ruppi il collo. Nascosi il corpo più in là e indossai i suoi vestiti: devo ammettere che mi calzavano alla perfezione nonostante fossero un po’ larghi ,e poi il cappellino era davvero carino.  Comunque smisi di fare l’egocentrica , presi le chiavi del cancello dalla tasca dei pantaloni ed entrai.
Non avevo un piano ben preciso, ma l’unica cosa che dovevo fare era non farmi notare poiché non volevo uccidere più nessuno.
Camminavo come un normale militare per quei corridoi bui dove l’unico rumore che udivo era quello delle urla e le risate dei prigionieri.


Hayley: Credevo fosse una prigione, non un manicomio (affermai tra me e me guardandomi intorno)

Superate circa tre celle me ne ritrovai davanti una che pareva essere vuota, improvvisamente mi accorsi di una figura minuta che stava accovacciata a terra con la schiena rivolta verso la parete. Si accorse di me e alzò lo sguardo curiosa, subito sgranò gli occhi come se mi avesse riconosciuta.

Phoebe: Oh mio Dio, Hayley! (Esclamò felice e sorpresa allo stesso tempo, avvicinandosi a me)
Mi stringeva la mano destra da dietro le sbarre e piangeva.
Hayley: Sssh! Fai piano o ci scopriranno (Sussurrai)
Phoebe: Ma come fai ad essere viva? Sto forse sognando? (Chiedeva senza smettere di piangere)
Hayley: Ti spiegherò tutto fuori di qui (le sorrisi). Adesso allontanati un po’ dalle sbarre (sussurrai ancora)
Phoebe: Perché? (Domandò dubbiosa)

 Con poca fatica afferrai due delle sbarre di ferro con le mani e le aprii in direzione l’una opposta all’altra. Improvvisamente suonò l’allarme così comandai a Phoebe di muoversi ad uscire, a quel punto la presi in braccio e prendendo un uscita secondaria (Grazie al mio super cervello) la portai finalmente fuori di lì. Percorsi ancora alcuni kilometri e quando fummo lontane abbastanza, la scesi per terra e la abbracciai forte; così forte che stavo quasi per ucciderla. Per fortuna Phoebe riuscii ad avvertirmi in tempo!

Hayley: Scusami! Ma mi sei mancata tanto (dichiarai felice)
Phoebe: Tu… tu non sei reale (Si allontanò triste) Questo è solo un sogno crudele da cui voglio svegliarmi all’istante! (esclamò nervosa)
Hayley: Io sono reale, Phoebe. (enunciai emotiva)
Phoebe: Tu sei morta, Hayls. (Affermò con il cuore in gola) Ed io devo accettarlo.
Hayley: Phoebe, Io non sono morta io so…
Ad un certo punto mi mancò il respiro e sentii delle così forti fitte allo stomaco tanto da dovermi piegare in due.
Phoebe: Hey! Che hai? (chiese preoccupata e mi si avvicinò) 
Hayley: Ho delle fitte e mi manca il res… (M’interruppi di colpo)
Istintivamente la mia attenzione si focalizzò sulla piccola ferita sul suo braccio sinistro dalla quale sgorgava sangue costantemente.
Phoebe: Cos.. cosa c’è? (Guardò la sua ferita) Non so dove me la sia fatta, ma tranquilla non è nulla (Si voltò verso di me)
Non riuscivo a parlare, ero ipnotizzata dal sangue che scorreva lento ma continuo sul suo braccio.
Phoebe: Hayley, che succede? (domandò preoccupata)

Non riuscii a proferire parola di nuovo e rimasi a guardare, dopodiché con la mano destra ne presi un po’ e lo odorai. Nell’istante in cui lo odorai sentii un dolore lancinante alle gengive e capì subito cosa stava accadendo così mi scaraventai volontariamente contro il muro per evitare il peggio. La parte di muro contro il quale avevo sbattuto cadde in mille pezzi, dunque mi aggrappai alla parte di muro rimasto illeso quando all’improvviso i miei occhi si colorarono di un rosso sangue e i canini uscirono allo scoperto; La gola e lo stomaco ardevano per la sete e temevo di esplodere da un momento all’altro, uccidendola.
Vedevo la confusione e lo spavento nei suoi occhi e questo mi procurava enorme piacere, ma ero ancora lucida perciò  continuavo a dimenarmi e a distruggere il muro a pugni, per dare sfogo alla rabbia causata dalla sete di sangue.


Phoebe: Tu.. sei… No, non è possibile (Balbettò incredula)
Sentivo la testa esplodere, la gola e lo stomaco bruciare insistentemente fino al punto di non riuscire più a sopportare quel dolore.
Hayley: Vai… Via (riuscii a balbettare combattuta)
Phoebe: Questo è solo un brutto sogno, stai tranquilla presto finirà tutto (affermò avvicinandosi a me)
Man mano che si avvicinava a me, il dolore aumentava.
Hayley: Scappa! (gridai)
Si allontanò un po’ impaurita, mentre mi agitavo per la sofferenza.
Phoebe: Ti prego, lascia che ti aiuti (Si avvicinò ancora intimorita)
Ero perfino arrivata al punto di piangere dal troppo dolore.
Hayley: Scappa! (gridai ancora di più)

Ciò che uscii dalla mia bocca fu un grido simile a quello di un animale furioso tanto che Phoebe ,spaventata a morte, cominciò a correre nella direzione opposta. Istintivamente, vedendo la mia preda scappare via, cedetti alla sete e corsi più veloce della luce per raggiungerla quando inciampò e cadde a terra indifesa. All’improvviso sentii l’odore di un altro individuo a sangue caldo proveniente da est in base alla mia posizione: Una donna stava passando di lì così, assetata di sangue, la raggiunsi;  La bloccai con le mani e affondai i miei canini nelle vene del suo delicato collo, portandole via tutto il sangue contenuto nel suo corpo fino all’ultima goccia. Finito il mio spuntino, il mio ego si ingigantì dunque mi voltai verso Phoebe e cominciai a fissarla.

Hayley: Oh, ma guarda un po’ che fortuna, ho preso due piccioni con una fava! (Risi avida)
Phoebe, ancora a terra, cercò di allontanarsi da me ma la presi per un braccio e la alzai. Sentii la paura attraversarle il corpo per intero e ciò non faceva altro che aumentare il mio ego e provocarmi piacere, così la bloccai e mi avvicinai per ucciderla quando cominciò a piangere. Improvvisamente mi fermai e la guardai negli occhi
Phoebe: Ti prego, non farlo. Te ne pentiresti amaramente! (Esclamò ancora in lacrime)
Hayley: E tu che ne sai?  (Chiesi arrogante)
Phoebe: Mi vuoi troppo bene per farmi del male. (proseguii)
Hayley: Davvero? Ne sei così certa? (Domandai annientando le sue certezze)
Phoebe: Sì (Mi guardò convinta)
A quel punto il mio buon senso riaffiorò e smisi di stringerla, allontanandomi di qualche centimetro. Lei mi si avvicinò e prendendomi la mano la strinse nelle sue per farmi sentire la sua vicinanza. Mi voltai verso la donna che avevo ucciso prima e poi guardai Phoebe, ad un certo punto i sensi di colpa invasero la mia testa così corsi a nascondermi dietro il muro che avevo frantumato.

Hayley: Non dovresti mostrarmi tutta questa compassione, guarda cosa ho fatto: sono un mostro! (Dissi terrorizzata da me stessa)
Phoebe: Come (fece una pausa) fai ad essere viva? Io ti ho vista morire! (Esclamò dubbiosa)
Hayley: Mi hanno trasformata quei tre uomini (risposi ancora inquieta)
Phoebe: Cosa? Perché mai? Perché proprio tu? (domandò ancora confusa)
Hayley: Sai, quando ero piccola avevo delle allucinazioni (dissi seria avvicinandomi un po’)
Phoebe: Che allucinazioni?
Hayley: Vedevo il diavolo. Le allucinazioni cominciarono all’età di 10 anni: non dormivo, non mangiavo e provavo perennemente paura poiché esse erano fin troppo reali. Due anni dopo svanirono, ma per questa ragione stavo male quando quei tre uomini ci inseguivano (feci una pausa) avevo avuto altre allucinazioni.
Phoebe: Perché non me l’hai detto? (continuò)
Hayley: Non ne avevo la forza. Ero troppo scossa poiché continuava a ripetermi: “Ti aspettavo con ansia,” (feci una breve pausa) “Benvenuta!”
Phoebe: Quindi lui ti stava aspettando? (Chiese meravigliata)
Hayley: A quanto pare, sì (risposi e mi fermai a riflettere) Credo sia meglio che tu mi stia lontana
Phoebe: Ma cosa dici? (chiese sconvolta)
Hayley: Non ti rendi conto? Stavo per ucciderti (risposi diretta)
Phoebe: Ma noi dobbiamo stare unite perché siamo ricercate da: Polizia, sequestratori e da mio padre. Non possiamo dividerci, questo ci renderebbe solo più fragili! (Esclamò con le lacrime agli occhi)
Hayley: Quando ho sete sono come accecata e divento un'altra persona. Sei in pericolo con me, e non posso rischiare di ucciderti (Dichiarai triste) 
Phoebe: Ma non mi hai uccisa, mi hai riconosciuta! (replicò)
Hayley: La prossima volta potrei anche non farlo. Non posso saperlo, Phoebe.
Phoebe: Non abbandonarmi, ti prego (supplicò)
Hayley: Mi dispiace, Phoebe. Mi dispiace. (dissi abbattuta)
Phoebe: Ti ho persa due volte (proferì seria)
Non riuscii nemmeno a risponderle poiché faceva troppo male, dunque mi voltai e me ne andai per la mia strada. Percorsi 5-6 metri mi girai per vedere se fosse andata via, ma mi accorsi che continuava a fissarmi triste pertanto mi voltai nuovamente e continuai per la mia strada. All’improvviso udii Phoebe urlare, così mi girai e tornai velocemente indietro nel punto in cui l’avevo lasciata. Lei non c’era più.

Hayley: Mi hai persa due volte (ripetei le sue stesse parole, rimpiangendo ciò che avevo appena fatto)

  
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