Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: jawaadskebab    14/02/2013    23 recensioni
“E se provassimo a separarli?”
Separarli? “In che senso?”
“Possiamo farli dividere. Così Olivia si metterà con me, e Harry con te.”
“…Zayn, io…”
“Viola, pensaci.”
“Non lo so…”
“Pensa che potrai realizzare le tue fantasie erotiche con Harry. Pensa che sarà tutto tuo.”
Appena sentii le parole ‘erotiche’ e ‘Harry’ si accese una lampadina sopra alla mia testa.
Davvero sarebbe successo? Dopo 15 anni, sarebbe davvero stato mio?
Dopo aver spento la lampadina, guardai Zayn: “Ci sto.”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A













[ 12 ]

DAMN, I LOVE YOU.













 

“Sapevo che questa festa sarebbe venuta bene, ma non così tanto.”
“Già.”
“Ho proprio superato me stessa questa volta. Dio, che genio.”
Eravamo alla festa di fine anno scolastico, e per un’ora intera, un’ora dico, fui costretta ad ascoltare Carrie che si lodava da sola.
Quella ragazza era strana.
Molto strana.
Certo, la festa era uscita benissimo. Insomma, ci lavorava da ormai cinque mesi. Ma giuro che se avesse aperto di nuovo la bocca per lodarsi, le mie ovaie sarebbero uscite e avrebbero minacciato di provocare un incendio.
“E ora una pausa, ci vediamo fra poco ragazzi!” il dj raggiunse il bar, seguito da una piccola massa di ragazze urlanti.
Che schifo.
Io non credevo più nell’amore, odiavo tutti i ragazzi. E pensare che era passata una settimana da quella sera, immaginatevi come sarò messa fra cinquant’anni. Mi immagino davanti al camino seduta sulla mia sedia a dondolo che non fa altro che scricchiolare, con i piedi appoggiati a un pouf blu pieno di polvere, mentre lavoro ai ferri per fare l’ennesimo maglione a uno dei miei settantaquattro gatti. Poi magari qualcuno si metterà a cagare in giro per casa, ed io sarò costretta a scrostarmi dalla sedia a dondolo per pulire. Chissà, magari pianterò anche qualche scorreggia. Visto? Pensavo solo a stronzate senza senso, e ogni volta che vedevo qualche coppietta che si scambiava effusioni davo di matto. Pensate che quattro giorni prima ero stata buttata fuori da un parco accusata di ‘aggressione’ a un cittadino. Ma io avevo solamente strappato una ciocca di capelli a una ragazza che stava abbracciata a un ragazzo. Aggressione a un cittadino. Voi ditemi se era necessario fare tutto questo casino. Dopotutto era colpa loro. Insomma, se li avessero visti dei bambini? Non credete che sarebbero rimasti scioccati nel vedere due che sembravano volersi succhiare i denti a vicenda? Ecchecos’è.
…si, era Pakistan che mi aveva resa così nevrotica.
Era tutta colpa sua. Era colpa di quel fottuto bastardo se continuavo a mangiare gelato davanti a film romantici strappalacrime, se mi immaginavo le scorregge che avrei fatto a sessantasette anni, se davo di matto non appena vedevo delle coppie, o se andavo in giro a strappare capelli alla cazzo. Ma sapete qual era la cosa peggiore? Tutto ciò mi aiutò a rendermi conto che in fondo, ero innamorata di quel coglione.
I miei pensieri, molto significativi, furono interrotti da una voce. Spostai lo sguardo verso il palco e vidi un ragazzo che a malapena si teneva in piedi, che parlava come se fosse appena stato punto da una vespa sulla lingua: “Ehi! Il mio nome è Jackson,  ho diciannove anni. E sono felicemente fidanzato da due anni con la stessa e meravigliosa ragazza.”
E mo’ chi era questo? Che me ne fotteva della sua vita sentimentale? Già la mia era una merda, se poi si aggiungeva un coglione del genere a vantarsi di quanto fosse felice.
 “E circa dieci minuti fa l’ho beccata mentre si limonava con un altro.”
…Occazzo.
Povero ragazzo.
Fossi stata nei suoi panni mi sarei strozzata con un laccio della felpa.
“Perché vedete – ricominciò a parlare – le ragazze ti promettono amore eterno. E a volte ti fanno anche sentire in colpa dicendo che non le dai molte attenzioni, che guardi troppo le altre ragazze, che non la fai sentire unica al mondo. Ma la verità, è che sono tutte puttane.”
In quel momento l’atmosfera iniziò a scaldarsi. L’ammasso di ragazzi che stava al centro della pista iniziò a discutere sul fatto che avesse ragione o meno.
Notai Carrie mangiarsi le unghie, cosa che non faceva mai. Il che significava che fosse alquanto preoccupata.
“Viola… - sussurrò con gli occhi sbarrati – devi fare immediatamente qualcosa. A causa di quel rincoglionito la festa rischierà di andare a puttane.”
“Cosa? Ma perché io? Checcazzo, la festa è tua, non vedo per quale motivo dovrei…”
“VIOLA PORCA PUTTANA, FA’ QUALCOSA.”
“Va bene, va bene – mi arresi alzando le mani – tranquilla, andrà tutto bene.”
Che sia chiaro, accettai solamente perché era la festa di Carrie, l’unica in grado di sopportarmi, e mi sarebbe dispiaciuto vederla cadere in depressione a causa di una festa andata a puttane. E poi mi avrebbe anche scassato l’anima in una maniera spaventosa, quindi in un certo senso fui costretta.
Fosse stato per me avrei preso una mega porzione di popcorn e mi sarei seduta in un angolino gridando ‘Rissa, rissa, rissa’.
Salii sul palco e mi avvicinai a Jackson, accennando un saluto al pubblico.
“Ehi Jackson.”
Si girò verso di me strofinandosi gli occhi: “Che vuoi?”
“Mi daresti gentilmente il microfono?”
Guardò prima il microfono, poi me, poi di nuovo il microfono, e poi finalmente si decise: “Ma certo, ecco.”
“Grazie.”
Non appena recuperato il microfono, gli tirai una spallata facendolo cadere giù dal palco, provocando un gridolino spaventato da parte delle ragazze.
Dopo aver controllato che non si fosse rotto niente, mi rivolsi al pubblico con un sorriso da ebete stampato in faccia: “Ehm….va tutto bene, continuate pure a divertirvi. Il nostro Jackson starà meglio.”
Mi incamminai verso le scale, ma fui interrotta da un’altra voce: “Ha ragione, voi ragazze siete tutte uguali.”
Cosa? Quel coglione insinuava che le ragazze fossero tutte puttane? Loro invece? Eh no, eh.
Lì non ci vidi più. Anche perché persi le lenti a contatto.
Dopo aver tirato un’occhiata omicida verso la zona da dove proveniva la voce, tornai indietro e gridai al microfono: “Noi ragazze? E voi invece? Voi siete così...così schifosi. L’unica cosa a cui mirate è il dolcetto che teniamo qui sotto. Puttanieri, ecco cosa siete.”
Sentii dei versi di approvazione da parte delle ragazze: “Così orgogliosi. Solamente una pistola puntata alla tempia riuscirebbe a farvi dire un ‘ti amo.’ Poi fate tanto gli sbruffoni, pensando di essere chissà chi, ma quando arriva il momento decisivo in cui dovete tirare fuori i coglioni vi tirate indietro. Ragazze, gli uomini forti, romantici, gli uomini che lottano per ottenere ciò che vogliono non esistono. Avete presente quelli dei film romantici? Puttanate. L'uomo non è forte. L'uomo è un coglione. Anche se accadesse una magia, davanti alla camera di un hotel, un qualcosa di romantico, intenso... gli uomini non sarebbero capaci di ammetterlo. Perchè sono deboli. Esatto, siete deboli. Pezzi di merda.”
Le ragazze iniziarono ad applaudire gridando lodi tipo 'Brava!', o 'Spacchi i culi sorella!'
In effetti era da un po' che pensavo a quel discorso, ovviamente alludendo a Zayn.
“Ogni riferimento a Zayn Malik è puramente casuale.”
Il pubblico si zittì ed io continuai: “Esatto. Sto parlando di Zayn Jawaad Malik. Il più popolare della scuola. Nonchè il più puttaniere della scuola. La più grande testa di cazzo che io abbia mai potuto conoscere. Una grandissima testa di cazzo. Anzi, enorme. E scommetto che, anche se cercassi bene, non troveresti mai un paio di coglioni. Perché non ce li ha.”
“Bene. Ora che ho finito il mio discorso, posso andare ad abbuffarmi di noccioline al buffet.”
Dopo aver ottenuto nuovamente delle lodi da parte delle ragazze, stavo per scendere definitivamente dal palco, quando una voce, per la terza volta, minchia, mi fece irrigidire sul posto.
“Te la dico io una cosa su voi donne.”
Avrei riconosciuto ovunque quella voce.
Tornai sul palco e mi avvicinai a lui: “Avanti, dimmi.”
“Con piacere.” Dopo avermi rivolto un sorriso strafottente, mi strappò il microfono dalle mani, brutto stronzo, e si rivolse al pubblico: “Vedete, esistono due tipi di donne: quelle che la danno facilmente, e le suore. Ovviamente le più gettonate sono le prime. Perchè? Semplice. Non rompono i coglioni. - partì un applauso da parte dei ragazzi - Non fanno le vittime, non si ostinano a dire che noi spezziamo il loro cuore per divertimento, no. Trombano e basta. Le suore invece, dio. Dite di volere il vero amore, e invece vi fissate con un modello di ragazzo inesistente. Deve essere bellissimo, gentile, simpatico, protettivo. In pratica senza difetti. E non esiste una persona perfetta. Ragazzi, se non rientrerete nei loro canoni, vi assicuro che non ve la daranno. Nemmeno con un gesto romantico.”
In quel momento la folla andò in delirio, scaturendo la reazione negativa da parte delle ragazze. Tutto questo diede vita a una vera e propria 'guerra tra i sessi.'
Marò, sembrava di essere in un film.
Mi appropriai di nuovo del microfono: “Detto da un ragazzo che per gesto romantico intende una trombata selvaggia alla cavallo in calore.”
Mi si avvicinò pericolosamente: “Ah sì? Quello in hotel non è stato romantico?”
“Quello è stato un momento di passione, mandato immediatamente a puttane per colpa tua.”
“Colpa mia?! Guarda che sono venuto io in camera da te.”
“Si. Sei venuto in camera mia dicendomi di aver commesso un errore, e poi te ne sei andato.”
“Mi sono semplicemente rifiutato di competere con lui.”
Ghignai: “Se solo fossi stato meno coglione da capire che oramai avevo già scelto te.”
Mi guardò confuso e sussurrò: “Cosa?”
“Quella sera l'ho scaricato, brutto deficiente.”
“L'hai scaricato?”
“Oh, vedo che adesso ti interessa. Beh, se credi che riprenderemo il discorso dell’hotel ti sbagli, non ti darò un’altra possibilità.”
“Oh ma per favore, io non ho mai avuto una possibilità con te!”
“E invece ti sbagli! – sospirai - Per un momento ho creduto che tu fossi diverso. Ma non so nemmeno come ho fatto a pensarlo.”
Aggrottò la fronte: “Che intendi dire?”
“Sono Zayn Malik. Adoro le troie succhia cazzi, mi piace trombare quanto un incrocio tra un macaco e una lepre in calore e innamorarsi è allucinante.”
“Si, è davvero allucinante. Specie se mi innamoro di una scaricatrice di porto.”
“Non sono una scaricatrice di porto.”
Ghignò: “Ho detto che sono innamorato di te, e l’unica cosa che hai sentito è scaricatrice di porto.”
“Io non sono una scaricatrice di porto. Va bene, dico tante parolacce. Molte. Forse un po’ troppe, ma non per ques…”
“Silenzio. – mi bloccai - Ho detto un’altra volta che sono innamorato di te, e tu non fai altro che parlare.”
Aveva detto che era innamorato di me? Zayn era innamorato di me?
Mi passai una mano fra i capelli abbassando lo sguardo. Uhm, com’era interessante il terreno del palco. Ma come faceva ad essere così pulito? Minchia. Più tardi avrei chiesto a Carrie come avevano fatto.
Oh, ma chi cazzo stavo prendendo in giro? Zayn mi aveva appena detto due volte che era innamorato di me, ed io pensavo a quelle stronzate. Che dovevo fare? Dovevo dirgli che anche io ero innamorata di lui? Beh, era la verità. E visto che anche lui ricambiava avremmo potuto trombare felicemente come conigli per il resto della nostra vita, no? E se invece poi fosse stato tutto uno scherzo? Se appena gli avessi detto ‘Anche io vorrei avere cinque gemelli con te, sposiamoci.’, sarebbe uscito un camera-man e tutti mentre ridevano come pazzi avrebbero gridato ‘He’s an actor, we’re actors, and you are on mtv’s disaster date!’
…Che figura di merda.
No Viola, no. Tu conoscevi Zayn, lui non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere. Dai cazzo, diglielo. Digli che sei innamorata di lui, diglielo.
“Ehm…io…”
‘DIGLIELO PORCA TROIA!’
Ma chi aveva parlato? Coscienza? Occavolo no, ho sbagliato storia.
“Zayn io…”
“Tu?”
Ce la puoi fare Viola, ce la puoi fare.
“Trench.”
Oddio no, ci risiamo. Non è possibile.
“Trench?”
Nel pubblico iniziarono a diffondersi gridolini. Brutti bastardi, loro non erano nella mia situazione.
Dai Viola, ce la puoi fare.
“Zayn, tu sei un coglione.”
Mi guardò confuso? “Cosa? Ma…cazzo c’entra adesso?”
“Sei una testa di minchia.”
“Oh, grazie. Gentile da parte tua.”
“Silenzio, fammi parlare. Sei l’essere più – iniziai a contare con le dita – spregevole, schifoso, porco, lurido che io abbia mai conosciuto. Seriamente Malik, mi fai venire il voltastomaco. Ogni volta che ti vedo mi viene voglia di prendermi a pugni.”
Mi guardava impassibile: “Interessante.”
“Ti ho detto che potevi parlare? Eh? No. Allora stai zitto, e ascolta.”
Sbuffò e io continuai: “Nonostante questo, anche io sono innamorata di te.”
I suoi occhi si illuminarono: “Sul serio?”
Annuii.
“Ma...ma perché non l’hai detto prima?! Deficiente.”
Cosa?! Deficiente?! Io ero deficiente?! “Ma sarai te deficiente, pirla d’un pirla.”
“Rincoglionita.”
“Cazzone.”
“Minchiona.”
“Coglione.”
“Oh, fanculo!”
“Ma vacci te, col tappo in culo!”
“La vuoi piantare?!”
“Dammi la pianta, e la pianto!”
“Viola!”
“Zayn!”
“Oh ma checcazzo, avete rotto i coglioni. Prendila e baciala!”
Ci girammo entrambi per vedere da dove proveniva la voce, e scorsi Harry che mi faceva l’occhiolino.
Che carino. Quasi quasi avrei mandato a fanculo Zayn e sarei tornata da lui.
“Allora…è vero che sei innamorato di me?”
Sospirò: “Si.”
“Nessuna candid camera?”
“Nessuna candid camera.”
“Mtv’s disaster date? Neanche?”
Ghignò: “Neanche.”
Oh, ok. Potevo stare tranquilla allora.
“Vieni qui, demente.” Disse con un sorrisino dolce allungano una mano verso di me.
Mi avvicinai a lui sorridendo, lasciando perdere la sua offesa per evitare di creare un’altra lite. Dopo però lo avrei sicuramente menato. Chissà, magari lo avrei preso a padellate in testa.
Strinse le mani sui miei fianchi attirandomi a lui, per poi poggiare dolcemente le sue labbra sulle mie.
Dio, da quanto aspettavo questo bacio.
Ricambiai avvolgendo le braccia attorno al suo collo.
La folla iniziò ad applaudire incessantemente, e partirono anche fischi e gridi tipo 'Toccale il culo!'
Quel coglione di Pakistan ovviamente seguì il consiglio, infatti la sua mano finì un po' più giù rispetto alla mia schiena.
“Zayn.” sussurrai sulle sue labbra.
“Si?”
“Togli immediatamente quella mano se non vuoi che te la tagli insieme a qualcos'altro.”
Ghignò stringendomi fra le sue braccia: “Dio, quanto mi sei mancata.”
E sì, ero la ragazza più felice del mondo.
Ero, perchè da quel momento in poi avrei dovuto sopportare Pakistan, cosa alquanto difficile.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH.
Avete visto il nuovo banner? Favoloso. Crediti a Chiara_88 kjdfkds
Scusate per il ritardo, ma non avevo proprio ispirazione cc
Così la mia prima ff in assoluto è finita. Ovviamente c’è l’epilogo, però in teoria è finita.
*si dispera*
Com’è questo capitolo? In caso non ve ne foste accorte è ispirato al finale de ‘La dura verità.’ Marò, cosa non è quel film lkjkl. Volevo fare una cosa originale, ma temo che sia uscito un po’ banaluccio cc
Voi che ne pensate? Spero vi piaccia.
Ehm…che volevo dire? Per chi non ha capito la battuta della Coscienza e della padella, è perché sono collegate all’altra ff ‘The pan.’
Allora ci vediamo al prossimo capitolo, cioè l’epilogo, che sarà l’ultimo in assoluto.
*si dispera*
Ah si, un’ultima cosa, giuro. Grazie per le 150 recensioni. Seriamente, mi commuovo quando le leggo. Anche se nella maggior parte ci sono parole come ‘Sei fuori di testa kebby.’ lol
No sul serio, vi amo troppo ljklkjh
Voi mi amate?
(Dite di si, bitches.)
Sciao prinscipese kjhjk


 

  
Leggi le 23 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: jawaadskebab