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Autore: jawaadhugsme    15/02/2013    90 recensioni
«Ho ventidue anni Zayn, io voglio fare esperienza, capire come si seduce un uomo,
come essere abbastanza per un ragazzo.»
sospiro passandomi una mano tra i capelli.
«Annabelle...» inizia accarezzandomi il braccio delicatamente, provocandomi dei brividi.
«Queste cose verranno da sé, devi solo aspettare il momento giusto.» mi sorride per rassicurarmi.
«Il problema Zayn, è che io non voglio essere impreparata quando arriverà.» sussurro imbarazzata,
distogliendo lo sguardo dal suo, mi vergogno troppo per guardargli anche solo le mani.
Il silenzio ci circonda per diverso tempo, fino a quando sento Zayn muoversi
al mio fianco farsi sempre più vicino per poi prendermi il viso delicatamente, voltandolo verso di lui.
«Lascia che ti insegni io allora. Sarò il tuo maestro e ti darò lezioni di seduzione.»
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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13. Lascia che mi innamori di te.









Dopo essere atterrati, aver preso i bagagli e esser usciti dall'aeroporto, siamo andati in un bar per fare colazione.
«Cosa pensi accadrà?» domanda Zayn sorseggiando il suo caffè guardandomi attraverso le lenti degli occhiali.
«Spero solo che mi venga detta la verità.» rispondo sincera finendo la mia cioccolata calda.
Mi volto verso la vetrina al nostro fianco, osservando fuori: il cielo ha raggiunto un colore rosato, tipico di Mullingar la mattina presto.
«Che ore sono?» domando senza spostare gli occhi da dove si trovano. «Le 6.45»
Annuisco distrattamente. «La mia famiglia sarà sveglia per le 7.30.» sospiro sistemandomi meglio sulla poltroncina.
«Beh, facciamo un giro? Mi mostri Mullingar?» sorride. Annuisco e ci alziamo, lasciando una banconota da cinque sterline sul tavolo e usciamo.


«Questo, invece, è il parco dove andavo da piccola.» sussurro facendo un mezzo sorriso.
Camminiamo lentamente, percorrendo la stradina che percorre alle altalene dove ci sediamo e iniziamo a dondolarci.
«Non ti manca il luogo dove sei cresciuta?» mi domanda guardando atterra. «Insomma, io sono di Bradford e sono cresciuto lì, mentre tu sei di Mullingar..» continua spiegando la sua domanda.
Annuisco piano, stringendo la catena dell'altalena e dondolandomi grazie ai piedi. «Si, lo ammetto, ma ci sei tu che mi fai dimenticare la solitudine.» arrossisco rendendomi conto di ciò che ho appena detto.
Intorno a noi regna un silenzio imbarazzante, forse perché nessuno dei due sa cosa dire o che discorso affrontare.
«Sai, venivo sempre qui dopo l'asilo o la scuola..» incomincio imbarazzata e sento lo sguardo di Zayn su di me.
«Venivo qui assieme a Niall e giocavamo a rincorrerci oppure a calcio, era davvero bello. Mi divertivo così tanto con lui e c'è sempre stato per me.»
Alzo il viso e lo sposto sullo scivolo e le immagini di me e Niall tornano vive nella mia mente.

«Niall, aspetta!» urlai dietro al bambino con la chioma castana che rideva e saliva le scale dello scivolo, per poi scivolare giù da esso.
«Non mi prendi Annabell!» disse tra le risate e io sbuffai, spostandomi i capelli biondi dal viso sfuggiti dalla treccia fatta da mia madre quella mattina.
Cercai di correre più veloce, fino a quando inciampai e caddi, sbucciandomi un ginocchio.
I miei occhi si riempirono di lacrime e il bambino mi raggiunse sedendosi accanto a me, stringendomi tra le braccia.
«Non piangere An, ora ti do un bacino e passa tutto.» e così fece, baciandomi la sbucciatura per poi sorridermi.
«Sai, la mia mamma diceva sempre che se si bacia una ferita, passa tutto.» mi sorrise e feci lo stesso, abbracciandolo forte.


Mi perdo con lo sguardo nel vuoto, per poi riposarlo su Zayn che mi guarda curioso.
«Avevamo quattro anni quando ci incontrammo la prima volta e da lì, eravamo sempre insieme.»
Sospirai, lacerata dai bei ricordi, i quali, erano solo ricordi.
«Era la persona più importate della mia vita, e mi giurò, in un pomeriggio di primavera, che sarebbe sempre rimasto al mio fianco, nel bene e nel male.»

«Hey An, come stai?» domandò il tredicenne sorridendomi e sedendosi al mio fianco.
«Stanca. Anche oggi mi hanno presa in giro perché sono bionda e dicono che sono stupida, ma io non lo sono! Le bionde non sono stupide!» urlai.
Ero spesso vittima di Victor, compagno di classe che mi prendeva in giro assieme alle altre bionde dicendo che eravamo stupide galline senza cervello.
«Guarda me: - disse indicandosi i capelli- io faccio la tinta! Potresti farla anche tu, ma castana!» mi sorrise ed annuii, ancora pensierosa.
«Niall..» sussurrai piano e lui mi prese le mani incitandomi a continuare. «E se te ne andrai?» domandai con gli occhi lucidi.
Il biondo tinto sospirò, posizionandomi meglio tra le sue gambe facendo aderire la mia schiena al suo petto, baciandomi il capo.
«Non ti lascerò An, te lo prometto, qualsiasi cosa succeda.»
Ed io, a quelle parole, ci credevo davvero...


Sospirai e sentii la mano di Zayn staccare la mia dalla catena, facendo intrecciare le nostre dita.
«E' per questo che non ho mai avuto un ragazzo: non voglio ritrovarmi nuovamente sola dopo che qualcuno mi promette di esserci sempre.»
Il moro annuisce, guardando a terra e facendo per parlare, ma sospira e porta lo sguardo sull'orologio.
«Andiamo An, sono le sette e quaranta.» annuisco e mi alzo dall'altalena, afferrando lo zaino e iniziamo a camminare verso casa.


Con mano tremante, porto l'indice sul campanello e pigio, sentendo suonare all'interno della villetta.
Zayn mi stringe la mano per infondermi coraggio e sento la serratura scattare e, quando la porta si apre, rivela Justin.
«Oddio, An, sei proprio tu?» urla per poi accogliermi tra le sue braccia.
«Fratellone! Dio, quanto mi sei mancato!» dico per poi baciargli la guancia.
Ci stacchiamo e mi sorride, per poi guardare alle mie spalle e notare Zayn che sorride imbarazzato.
«Piacere, Zayn.» sussurra porgendo la mano a mio fratello che la stringe sorridendo. «Justin.»
Ci guardiamo per un po' fino a quando Justin ride, spostandosi dalla porta. «Avanti! Entrate.»
E così facciamo, entriamo e ci guardiamo attorno: Zayn osserva curioso mentre io noto che non è cambiato nulla.
«Josephine! Guarda chi abbiamo qui!» urla e dalla cucina spunta la testa di mia sorella che, quando mi vede, urla come una pazza vendendomi incontro e abbracciandomi.
«Oddio, non ci posso credere che tu sia qui! Sono così felice! Ma perché?» domanda senza spegnere il sorriso ma che, alle mie parole, scompare.
«Niall.» «E' nella sua stanza, intanto noi parliamo un po' con Zayn.» sorride mio fratello. Annuisco.
Percorro il lungo corridoio dipinto di bianco fino a giungere alla stanza di mia madre.
Busso piano, per la paura che stia ancora dormendo, ma sento un flebile avanti.
Apro la porta e sorrido, mentre mia madre ha gli occhi lucidi. «An...»
Cammino velocemente verso di lei e la stringo tra le mie braccia, ispirando il profumo di buono che emana e che mi mancava.
«Che ci fai qui?» domanda. Divento seria e mi stacco da lei, invitandola a sedersi sul letto, e così facciamo.
«Niall. Mamma, ho bisogno di sapere la verità, per favore.» sussurro prendendole le mani.
Annuisce sospirando, schiarendosi la voce.
«Amavo Bobby, e lo amo tutt'ora: sono stati anni meravigliosi assieme a lui, e lo sai bene. Quando mi hanno diagnosticato la malattia comune a tuo padre, andai in panico: decisi e pensai che era meglio farla finita, così lo lasciai. Lui mi chiese il motivo, e io gli spiegai tutto: non volevo soffrisse quando sarebbe arrivato il momento. Gli ho chiesto io di andarsene e così per Niall. Lui non voleva andarsene, voleva rimanere al tuo fianco come aveva sempre fatto in quegli anni e nella notte partirono. Niall non ti ha mai abbandonato: mi chiamava, voleva sapere come stavi e io cercavo di non farti capire che lui c'era ancora per te. Sono stata una cattiva madre in questo, lo so, ma pensavo solo fosse per il tuo bene.» sussurra ormai mentre le lacrime rigano il suo viso pallido.
Mi lascio sfuggire qualche lacrima anche io e la stringo a me, accarezzandole i capelli come lei faceva con me quando ero bambina.
«Tutti commettono degli errori mamma, e ora che so la verità è meglio.» sorrido staccandomi da lei.

Mi svegliai, come ogni mattina e andai nella camera di Niall, pronta a svegliarlo.
Avevo diciassette anni allora.
«Niall, sveglia è ora...» ma le parole mi morirono in gola: la camera di Niall era spoglia e il letto vuoto.
Scesi le scale di corsa e andai in cucina, trovando mia madre che beveva il caffè con lo sguardo vuoto.
«Dov'è Niall? E Bobby?» domandai con voce flebile.
«Se ne sono andati. E' finita.» sussurrò.
E il mio cuore, si spezzò.





Scendo le scale e trovo i miei fratelli ridere e scherzare con Zayn e, automaticamente sorrido.
«Zayn, possiamo parlare?» domando e i tre si azzittiscono, mentre il moro annuisce alzandosi dal divano e seguendomi in giardino.
Ci sediamo sul dondolo e il moro porta un braccio dietro alle mie spalle, iniziando a dondolarci lentamente.
«Come stai?» domanda Zayn accarezzandomi la schiena lentamente, sa che mi fa calmare.
«Sono arrabbiata, lo ammetto, ma non posso esserlo, insomma, mia madre non sta bene e morirà e non voglio che se ne vada con la consapevolezza che l'ultimo nostro discorso era pieno di "ti odio", "non dovevi farlo". L'importante è che so la verità e che posso tornare ad avere il rapporto di prima con Niall.» a quelle ultime parole, Zayn si irrigidisce.
«Che tipo di rapporto?» domanda sussurrando e posso percepire del dolore dal suo tono di voce.
«Eravamo fratellastri ma, prima di ciò, migliori amici.» e alle mie parole, il moro rilassa i muscoli.
«Sono felice sia tutto risolto.» sorride sinceramente baciandomi il capo e annuisco distrattamente.
«Zayn, baciami.» sussurro. Il moro strabuzza gli occhi e mi guarda sorpreso. «Cosa?»
«Baciami e fammi sentire viva, come solo tu riesci.» ripeto più sicura portando i miei occhi nei suoi.
Siccome Zayn rimane fermo cercando di capire se stessi scherzando o no, chiudo gli occhi e lo bacio, un semplice bacio a stampo.
Mi sento viva, ancora, come ogni volta che mi bacia facendomi sentire amata.
Quando ci stacchiamo, Zayn mi guarda intensamente, portando la mano libera sulla mia guancia che viene accarezzata dal pollice.
« Perché?» domanda.
« Perché voglio che tu mi faccia tornare ad amare, che tu mi insegni ad amare. Voglio che tu mi faccia innamorare di te.»









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Ma saaalve!
SONO FIERA DI QUESTO CAPITOLO, SISI.
Perchè spiega molte cose:
le paure di Annabell, i sentimenti di Zayn, chi è Niall (sperando lo abbiate capito), la famiglia di An (che vedremo anche nel prossimo capitolo).
E quindi, eccoci al capitolo tredici!
Amo questo capitolo, per due motivi:
- Zayn che resta vicino a An
- An che vuole che lei la faccia innamorare di lui.
dfjkgdksjg, cioè *^*
I prossimi capitoli, quindi, saranno dedicati ad Annabell e Zayn!
Li sto facendo lunghi, perchè in teoria la stroria doveva essere di 30 capitoli,
ma così, unendoli, vengono più lunghi anche se più "corta" la storia.
Manca poco alla fine! Esattamente sette capitoli çç
quindi qui c'è il prologo della nuova storia:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1602728&i=1

(dovete cliccare sull'immagine (: ).
Passate e lasciate un parere se vi va, oltre che al capitolo (:
Fine! Ho detto tutto (': .
Vado a rispondere a tutte le recensioni, avvisarvi su twitter e facebook.
Al prossimo capitolo (:
Recensite con più di dieci parole e fatemi sapere,
Elisa.

Se volete contattarmi, qui ci sono i siti:
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per eventuali domande di chiarimento:)



   
 
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