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Autore: Ram92    15/02/2013    0 recensioni
La storia dell'arrivo dei malandrini ad Hogwarts e delle loro prime avventure.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo undicesimo.
 
Se già da lunedì Sirius poté riprendere tranquillamente le lezioni, i denti di James ci misero un po’ di più a ricrescere. La febbre di Remus cominciò ad abbassarsi piuttosto rapidamente e presto poterono tornare a fare i compiti e seguire le lezioni. Il professor Melian e la professoressa McGranitt si offrirono subito di aggiornarli sugli ultimi argomenti affrontati in classe con una rapida serie di lezioni pomeridiane. In particolare la professoressa aveva insistito perché riteneva molto importante non perdere queste prime lezioni, ovvero i rudimenti primi e necessari per la formazione di un mago.
Remus, anche se fisicamente non accusava nessun particolare dolore, si sentiva ancora piuttosto spossato e quando alla sera raggiungeva il suo letto a baldacchino crollava nel giro di pochi istanti.
- Remus è proprio a pezzi. – commentò Gerald una sera.
- Vorrei vedere! – protestò vivamente James. – Con tutte quelle lezioni in più!
- Tu non mi sembri molto distrutto, però…
- Che c’entra, io sono James Potter, non mi batte nessuno.
- Già, tranne Northwood. – lo canzonò Sirius.
James si rabbuiò.
Alla fine la Gamble aveva riconfermato l’incarico a Northwood. Per quanto ammirata, aveva già avuto delle grane per quel che era successo alle selezioni. “Potresti riprovare l’anno prossimo”aveva detto, strizzandogli un occhio.
- A proposito, sabato c’è la partita di apertura. – disse poi Gerald. – Tassorosso contro Serpeverde.
- Voi per chi tifate? – chiese Thomas.
- Tassorosso, è ovvio. – ribatterono all’unisono James e Gerald, con disprezzo.
- E tu, Sirius?
- Beh, dopo quello che è successo con mia cugina non vedo l’ora che qualcuno la faccia cadere dalla scopa.
- Bellatrix gioca a Quidditch!? – chiese James balzando in piedi.
- E anche Malfoy, se è per questo. – disse Sirius, la mascella contratta. – Sono cercatore e cacciatrice.
- L’anno scorso hanno vinto loro la Coppa, no? – chiese Thomas, che negli ultimi giorni si era informato.
- Già. Dicono che siano anche abbastanza forti. – si inserì Samuel, sedendosi accanto a loro vicino al fuoco.
- Scorretti, vorrai dire! – si infervorò Gerald. – Mai visti tanti falli come quando gioca un Serpeverde.
- Che vuoi, fratellino, è nella loro natura.
James strinse i pugni. Avrebbe voluto giocare per fargliela vedere a quegli stupidi Serpeverde. Ancora un anno, però, un lunghissimo anno, e poi sarebbe diventato cercatore.
 
Remus continuava a non sentirsi bene. La febbre era passata, ma un certo malessere lo accompagnò ancora per qualche giorno. Era molto diverso da come si sentiva di solito, dopo la Luna Piena. La notte si svegliava sudato e ogni sera lo prendeva un forte mal di testa.
A poco a poco però i disturbi cominciarono a scemare e già venerdì sera, seppur stanco, riuscì a fermarsi nello studio del professor Melian. Il professore, come suo solito, lo accolse nella penombra.
- Ciao Remus. – lo accolse, cordiale. – Come ti senti?
- Ancora un po’ frastornato.
- Avevi la febbre veramente molto alta, credo sia normale.
Remus alzò le spalle.
- Allora, - continuò il professore. – hai letto fino in fondo le istruzioni per creare la Pozione Anti-lupo?
Improvvisamente Remus si ricordò di tutto quel che era successo in biblioteca e rabbrividì pensando al libriccino che era rimasto per tutto quel tempo nel suo baule.
- Sì. – disse, cercando di mantenere un tono neutro. – Ma l’ho trovata piuttosto complicata e… beh, lunga da preparare.
- Beh, lo è. – rispose Melian. – Sicuramente non pretendo che tu riesca a realizzarla completamente sin da subito. Però è bene cominciare a vedere di cosa sei capace, dato che probabilmente già dal prossimo anno potresti già aver bisogno di prepararla da solo.
- Perché, professore? – chiese Remus, per niente convinto di riuscire ad imparare una Pozione così complessa in così poco tempo.
- Remus, come forse avrai sentito, la cattedra di Difesa non è tra le più fortunate. Sembra che la sfortuna voglia che ogni anno il professore in carica sia costretto alle dimissioni.
Remus rimase basito.
- Professore, non mi dica che anche lei crede a queste cose, alla storia della maledizione e tutto il resto…
- Perché non dovrei?
- Perché sono chiacchiere! Chi potrebbe voler lanciare una maledizione simile su una cattedra?
- Forse qualcuno che voleva la cattedra per se’- disse Melian con semplicità.
Remus non riusciva a crederci. Lui aveva bisogno del professor Melian, non avrebbe potuto farcela da solo. E poi quella storia della maledizione non aveva senso.
- A volte Remus, – continuò il professore, avvicinandosi alla scrivania. – dobbiamo semplicemente osservare i fatti e prenderli per quel che sono, senza una spiegazione logica. Le ragioni, le vicende degli uomini sono troppe perché noi le possiamo comprendere o conoscere tutte.
Melian gli sorrise incoraggiante, mentre il ragazzo si rifugiò in fondo alla sua sedia, con le braccia incrociate sul petto.
- Io cercherò di starti accanto il più a lungo possibile, questo te lo prometto. – continuò il professore. – Ma anche se riuscissi a rimanere a Hogwarts più del previsto, se anche io arrivassi all’età in cui il professor Ruf si addormentò davanti al camino della sala degli insegnanti e si svegliò fantasma, beh, anche in quel caso prima o poi dovrai cavartela da solo. E io sono qui per questo, per insegnarti come fare. Hai capito?
Remus, suo malgrado, annuì.
Sapeva che il professore aveva ragione. Ci aveva pensato tante volte prima, che sarebbe rimasto solo con il suo problema. Ma da quando era arrivato ad Hogwarts le cose erano cambiate al punto che non era più riuscito a pensare alla Licantropia come un problema vero e proprio. E soprattutto non aveva più pensato che sarebbe rimasto solo.
 
- Amanda Farris in possesso di palla, scarta abilmente un Bolide, prontamente ribattuto da Leverson che riesce a disarcionare Nott, bella mossa! Ehm… nel frattempo la Farris segna, superando senza difficoltà le difese di serpe verde. Dieci punti a Tassorosso!
L’intero spalto dei Grifondoro scoppiò in un applauso di solidarietà.
- Guarda com’è bello il loro cercatore. – sospirò Elizabeth Stretforth, guardando in alto verso il bel ragazzo biondo che dominava il campo alla ricerca del Boccino.
- Philip McKinnon. – intervenne Mary. – Un gran giocatore.
- McKinnon? – chiese Thomas. – Non c’è una McKinnon anche al primo anno?
- Sì, Marlene McKinnon. La loro è una delle più antiche famiglie del mondo magico. – spiegò Samuel. – Da sempre Tassorosso, c’è chi dice che siano i discendenti diretti di Tosca.
- Di certo, McKinnon è un gran giocatore di Quidditch, uno dei migliori di Hogwarts. Forse migliore addirittura di Northwood.
- Non credo proprio. – intervenne Emmeline indispettita.
- Beh, sarà comunque interessante vederli giocare. – fece Gerlad con aria sognante. ­– Sarà come guardare una partita tra professionisti, entrambi hanno ricevuto proposte da squadre di Quidditch… Dite che dovremmo chiedere un autografo?
- Dubito che McKinnon accetterà una di quelle proposte. – disse Samuel, guardando il fratello con pena. – E’ uno dei maghi più brillanti della scuola, ha preso voti altissimi in tutti i suoi GUFO. Si dice che pensi di diventare Auror.
- Auror? – chiese Thomas. – Che cos’è un Auror?
- Un cacciatore di maghi oscuri, lavorano per il ministero. – intervenne prontamente James, senza staccare gli occhi dal campo. – Mio padre è un Auror.
Peter si voltò improvvisamente verso il suo compagno di Casa. Ma in quel momento il portiere di Serpeverde, Augustus Mole prese la mazza dalle mani del proprio Battitore per spedire un Bolide dritto su Ralph Wildfox, Cacciatore di Tassorosso, che cadde dalla scopa da una considerevole altezza. Tutta la tribuna di Grifondoro si alzò in piedi urlando con una prontezza tale da lasciare spiazzati gli stessi Tassorosso. Così Peter rimase come impietrito, guardando James fischiare e urlare improperi all’indirizzo dei Serpeverde, senza riuscire a spiccicar parola.
 
Quando Remus rientrò dal lungo pomeriggio passato con Melian nella preparazione di parte della Pozione Anti-lupo, trovò la Sala Comune rivestita dai colori di Tassorosso e James e Sirius che ballavano sui tavoli cantando strani inni, incoraggiati dall’intera Casa.
Andò stancamente a sedersi vicino al fuoco, accanto a Peter che sembrava perso nei suoi pensieri.
- Devo supporre che abbia vinto Tassorosso? – chiese lasciandosi cadere stancamente sulla poltrona.
Peter si riscosse e sorrise.
- Beh, sì. A metà partita Bellatrix ha disarcionato dalla scopa il portiere di Tassorosso, ma questo ha fatto assegnare a Tassorosso tutta una serie di tiri liberi in porta che ha salvato la situazione. James e Sirius per poco non si erano fatti cacciare dallo stadio, ma non erano i soli.
- Capisco. – fece Remus, vagamente impressionato.
- E poi McKinnon ha trovato il Boccino. E’ stata una bella sfida con Malfoy, ma i Serpeverde non avevano speranze. – continuò Peter.
- Hey, Remus! – gridò Sirius dall’altra parte della Sala, scendendo sudato fradicio dal tavolo e correndo verso lui e Peter. – Dov’eri finito? Ti sei perso una gran partita!
- Già, è vero, che fine avevi fatto? – gli fece eco James, raggiungendoli.
- Beh, ero con il professor Melian, sai, io ho perso più lezioni di te James, e…
- Ma c’era il Quidditch!
- Sì, lo so, ma…
- E poi era contro i Serpeverde. – insistette Sirius, ghignando di gusto. – Ti sei perso lo spettacolo di Bellatrix malamente sconfitta! Non l’avevo mai vista così arrabbiata in tutta la mia vita!
- La prossima volta devi esserci. – concluse James.
- Già, un’istruzione non è completa senza conoscere le gioie del Quidditch! – esclamò Sirius.
- Beh, proverò ad esserci…
- Bene così!
- Lo prendo come un giuramento, Remus! – esclamarono ancora James e Sirius, prima di tornare ai festeggiamenti.
Remus sorrise. Se anche la Licantropia sarebbe tornata ad essere un problema, dubitava che sarebbe più stato solo, non con James e Sirius nei dintorni e Peter che lo ragguagliava su quel che si era perso. E improvvisamente si sentì pieno di energie.
- Andiamo Peter, dobbiamo festeggiare una vittoria! – disse raggiungendo di corsa gli altri.
 
Quella sera, dopo che la McGranitt aveva spedito tutti a letto con le sue urla e dopo che anche James e Sirius si erano addormentati dopo aver bisbigliato e sghignazzato lungamente, Peter si ritrovò di nuovo solo con i suoi pensieri. Anche suo padre era stato un Auror, sapeva che cosa significava.
Simon Minus, nato babbano, era stato un grande Auror, era arrivato a presiedere il dipartimento. Ma a grandi cariche corrispondono grandi responsabilità e a grandi onori immense invidie. Peter aveva sei anni quando suo padre scomparve, ma già da tempo in famiglia si temeva il peggio. Le minacce erano cominciate nel momento stesso in cui aveva cominciato a ricoprire la carica. Ritrovarono il cadavere solo molti mesi dopo, con evidenti segni di tortura, in un fossato nei dintorni di una piccola cittadina della Cornovaglia.
Peter sapeva che cosa voleva dire essere figlio di Auror. Non avrebbe mai immaginato che anche James lo fosse.
 
  
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