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Autore: Iurin    15/02/2013    6 recensioni
E' il 1992, l'anno scolastico, ad Hogwarts, sta per cominciare, e Silente, grazie a Miss Pince, ha assunto un'assistente bibliotecaria, parente della suddetta Miss Pince, forse, per "un decimo di millesimo di grado". La ragazza, appena ventottenne, si chiama Soleil Scrooge (sì, come Ebenezer Scrooge), ed arriva ad Hogwarts già piuttosto restia a fare quel lavoro, ma poi si deprime totalmente quando capisce di essere praticamente entrata in conflitto con "l'acido" Severus Piton. E, complice una strana tinta per capelli usata per sbaglio (o forse per far colpo su Gilderoy Allock), proprio Severus Piton le affibbierà un soprannome, con il quale solo lui, però - o per fortuna - la chiamerà: Cirque.
Cirque du Soleil.
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gilderoy Allock, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Salve a tutti, 'adepti'! :D
Come andiamo? E' un pochino che non mi faccio sentire, ma come vedete... eccomi qua!
Spero che il capitolo vi piaccia, mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate! ;)
Un bacione!! <3







Capitolo 18
 
Le mie serate in sala professori, seduta sulla solita poltroncina, si stavano intensificando. Per quanto riguardava me, soprattutto. Severus diceva che non potevo svolgere le sue stesse mansioni di ‘controllore’ – anche se così sembrava intendessi il controllore dei biglietti del treno – semplicemente perché non ero un’insegnate? E allora io passavo più tempo con i professori, così mi sarei integrata ancora meglio nel suo stesso gruppo!
Certo, come se ad Hogwarts vi fossero due fazioni rivali, come se già non fossero bastate le continue e stupide ‘guerre’ tra Grifondoro e Serpeverde.
Come se ci fossero state due gang. Da una parte I Professori, con Severus, Silente, la McGranitt, Vitious e compagnia bella; dall’altra I Più Forti Dell’Universo – sarebbe stata la mia gang, il… nome significativo era d’obbligo – composta da me, Miss Pince, Madama Chips, Gazza e Hagrid. E… Oddio, anche Pix, sì.
Ehm… Non che, a pensarci, Gazza potesse effettivamente far parte di un gruppo chiamato ‘I Più Forti Dell’Universo’ proprio per definizione, però… ehi, almeno avrebbe tenuto pulita la nostra Base Segreta. E, per contro, c’era Hagrid, con tutti i suoi simpatici animaletti da scagliare contro i nostri rivali, specie quelli somiglianti a pipistrelli giganti.
In tutto ciò però I Professori avevano Silente e Gilderoy. Mmh… Vabbè, uno lo si sarebbe distratto con una cesta di caramelle e l’altro… Okay, mi sarei sacrificata io per la causa e l’avrei circuito. Per la causa, ovvio.
Ma in ogni caso… Sala professori.
Avevo iniziato a frequentarla piuttosto assiduamente nei giorni seguenti, praticamente tutte le sere, alla faccia di tizi scorbutici che se ne stavano seduti in un angolo buio a leggere. Sì, a leggere al buio.
Brividi.
E mi stavo integrando con tanta naturalezza che gli altri professori mi coinvolgevano nelle loro conversazioni, rivelandomi pure che nell’armadio antico e mezzo scrostato situato in un angoletto c’era addirittura un Molliccio.
Brividi doppi.
Fu proprio durante una di queste serate che ad un certo punto, nel bel mezzo di un discorso che stavo portando avanti con la professoressa Sinistra, Gilderoy si mise in piedi al centro della stanza, a braccia conserte premute sul petto e con la testa bella alzata, col naso in su, verso il soffitto.
“Ho avuto un’idea!” Annunciò a gran voce “Un’idea che sicuramente troverete brillante, più che brillante, luminescente!”
Inevitabilmente tutti i discorsi più o meno futili vennero interrotti e tutti gli occhi vennero puntati su di lui.
“Qual è questa idea, Gilderoy?” Chiese dunque Madama Chips, al che il diretto interessato fece un sorriso bello grande.
“Prego, prego, ascoltatemi.” Si schiarì la voce “Stavo pensando proprio ieri sera a tutta questa storia delle aggressioni, al fatto che, se ci dovesse essere un altro attacco o cose simili, bisognerà in qualche modo contrastarlo.” Breve pausa “Data la mia grande bravura nel duello e la mia vasta conoscenza degli incantesimi da combattimento, io non avrei problemi. E sicuramente, immagino, neanche voi, nel vostro picc-- Oh, beh, neanche voi. Ma gli studenti, invece?” Ci guardò praticamente uno per uno “Loro che possibilità avrebbero, poveri ragazzi?”
Beh, sì... In effetti era un ragionamento più che logico. E bravo, Gilderoy, che si preoccupava delle persone più in difficoltà!
Vabbè, non che io fossi chissà quale grande strega di fama mondiale, ma si supponeva che fossi messa meglio almeno di un dodicenne.
Guardando le espressioni degli altri astanti – ‘astanti’… che parola fascinosa – mi resi conto che anche loro – o perlomeno quasi tutti – la stavano pensando come me.
“Ha in mente qualcosa di più specifico?” Chiese allora la McGranitt, interessata.
Gilderoy fece qualche passo camminando un po’ in tondo.
“In realtà sì.” Rispose allora “Pensavo di insegnare loro l’arte del duello.”
Dal fondo della stanza si udì distintamente uno sbuffo, divertito, per giunta, e quando tutti noi ci voltammo verso la sua fonte io non mi stupii affatto di trovare Severus proprio in quel punto.
“Lei non è d’accordo, professor Piton?” Chiese allora Gilderoy, giustamente.
“Mmh.” Fece l’altro “Stavo solo pensando che insegnare l’arte del duello… O meglio, che lei insegni l’arte del duello a quei ragazzini sia un modo piuttosto gentile me non meno enfatico di dir loro di farsi fuori a vicenda, Allock.” E fece un leggero sorrisetto.
“Quanta poca fiducia nei suoi studenti, professor Piton. La cosa mi meraviglia!” Ribatté Gilderoy “Quando tra l’altro hanno un insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure come me, poi!”
Già, evidentemente Gilderoy non aveva notato la frecciatina diretta esplicitamente a lui, oltre che ai ragazzi delle varie Case.
E comunque l’espressione di Severus non fece capire di aver cambiato idea sull’argomento. Anzi, nel qual caso la cosa fosse stata possibile, divenne ancora più truce.
“Ma allora chi è che è d’accordo con me?” Continuò imperterrito Gilderoy guardando noialtri, evidentemente non capendo il nostro non-partecipare alla conversazione.
O al verbalmente sanguinoso dibattito in corso, sarebbe stato meglio dire.
“In effetti pare una buona idea, professor Allock, almeno secondo me.” Disse qualcuno dietro le mie spalle che non identificai.
“Un’ottima idea, vi dico!” Confermò Gilderoy.
“Bah.” Si sentì distintamente il commento di Severus.
“Beh, possiamo fare a votazione, allora.” Propose dunque la McGranitt, prima di rivolgersi direttamente a tutti noi “Quanti sono a favore dell’idea del professor Allock alzino la mano.”
Io mi guardai intorno e vidi che molti stavano alzando le mani. Decisamente più della metà delle persone presenti.
Che volevo fare io? Beh, a me l’idea di Gilderoy pareva buona. Non ci eravamo molto parlati durante quel periodo e, come avevo già appurato… non era che ne sentissi così tanto la mancanza. Insomma, non mi piaceva più in quel senso, in quel modo – dovevo ammetterlo per forza – un po’ da bambina. Per non parlare del fatto che lo consideravo ancora un po’ un cafone, pensando a quella storia dell’avermi lasciata sotto la pioggia.
Ma quella era una bella idea, e di sicuro tutti gli studenti avrebbero solo potuto giovarne. Quindi alzai la mano anch’io, convinta.
E poi Gilderoy sarebbe stato un ottimo insegnante, anche questo bisognava ammetterlo! In fatto di combattimenti ne sapeva veramente tanto, no? E i suoi libri e resoconti lo dimostravano altamente.
Quando non vi fu più alcun movimento ripresi a guardarmi intorno, notando così che oltre a Severus neanche Hagrid – strano… – Gazza e il Professor Rüf avevano alzato la mano. Quest’ultimo, forse, perché semplicemente stava pensando ai fatti suoi, a pensarci meglio.
Oh, beh, la conclusione della votazione era più che prevedibile!
“Bene.” Riprese allora la McGranitt “Quanti invece sono sfavorevoli?”
Gazza alzò la mano, il professor Rüf non si mosse affatto e Hagrid guardò momentaneamente da un’altra parte toccandosi la barba folta. Severus alzò gli occhi al cielo, mormorando qualcosa e sbuffando. Evidentemente – e giustamente – trovava inutile votare.
“Bene, allora, a quanto pare, la decisione è presa!”
L’espressione di Gilderoy era anche più entusiasta – beh, giustamente – di quando aveva esposto la sua idea.
“Perfetto! Estremamente perfetto!” Esclamò “Sarà un successone, ve lo assicuro, e i ragazzi impareranno a combattere – ve lo dico io – spassandosela un sacco!”
Spassandosela… un sacco…” Sentii dire da Severus tra sé e sé, senza che però si fosse premunito di abbassare il tono di voce per non farsi sentire.
Ed era quasi… disgustato.
“Sì, professor Piton, sa… linguaggio giovanile. Serve per entrare in sintonia con i ragazzi.”
Severus alzò gli occhi al cielo.
Quindi” Intervenne la McGranitt a quel punto “deve solo dirci quando vuole cominciare queste lezioni aggiuntive, professor Allock.”
“Certamente, certamente. Prima però mi sembra giusto dire subito che per le lezioni mi servirà per forza un assistente.”
“Un assistente?”
“Un assistente. E… qualcuno si offre volontario per aiutarmi?”
E via col suo magico sorrisone.
Nessuno però, nonostante il palese e continuo entusiasmo di Gilderoy, rispose all’appello.
E poi Gilderoy guardò me.
Per la miseria, mi venne un colpo, neanche mi avesse appena fatto un attentato.
E di conseguenza divenni tutta rossa. La cosa mi imbarazzò, quindi arrossii ancora di più, in un bell’exploit di coloriti tendenti al bordeaux.
Prima che però potessi rispondere, dato che lui non la piantava di guardarmi, Severus disse qualcosa, qualcosa che mi sarei ricordata sempre, data la sua enorme stranezza.
“Lo faccio io, Allock.”
Gilderoy si voltò verso di lui, sorpreso come tutti i presenti in quella stanza. Anche se, a dire il vero, Gilderoy sembrava piacevolmente sorpreso.
“Tu?” Chiese per conferma.
“Sì, io. Noto che l’udito ti funziona ancora a meraviglia.”
Passò qualche secondo di puro silenzio prima che Gilderoy sorridesse nuovamente.
“Beh, per me va bene! Sarà un… piacere fare questa dimostrazione con lei, Piton. Ah, prima che me ne dimentichi.” Gilderoy si rivolse nuovamente a tutti noi “Vorrei chiamare questa iniziativa ‘Il Club dei Duellanti’, e immagino che tutti voi l’apprezzerete sicuramente tanto quanto me!”
 
La lezione di duelli, anzi, il primo incontro del Club dei Duellanti venne fissato per la sera di due giorni dopo, e, quando tutti i ragazzi ne vennero a conoscenza, ne furono tutti estremamente entusiasti.
E beh, sì, Gilderoy aveva proprio avuto una grande idea.
In tutto ciò sapevo che, a parte proprio Gilderoy e Severus, il suo… assistente, gli altri professori non avrebbero partecipato né assistito, però… oh, insomma, io invece volevo vedere cosa sarebbe successo! Ero troppo curiosa! Così lo chiesi a Gilderoy, e quando lui finì di ascoltare la mia richiesta la prima cosa che fece fu, a dirla tutta… mettersi a ridere.
Sul momento rimasi piuttosto perplessa. Per non dire stranita.
Per non dire che stavo per prenderlo a cazzotti. Perché capivo tutta l’ammirazione che potevo provare per lui, ma farsi ridere in faccia non era mai una bella esperienza, no?
Poi, però, finita la risata, mi guardò sempre con il sorriso sul viso.
“Ma certo che puoi venire ad assistere!” Mi rispose quindi lui, al che mi rilassai un po’ “Non devi neanche chiederlo, il Club dei Duellanti è aperto a tutti quanti!”
A quel punto anche a me venne da sorridere. Evidentemente allora non aveva riso perché mi riteneva… indegna di poter partecipare – o comunque assistere – alla lezione, bensì perché aveva reputato superflua una richiesta simile.
Sì, sì, l’avevano già capito tutti tranne me, ma vabbè.
Insomma, la sera della prima lezione del Club dei Duellanti arrivai in Sala Grande, il luogo preparato per la lezione, che ancora non era arrivata neanche la metà degli studenti. Erano di tutti gli anni e di tutte le Case, ovviamente, e, come me, si stavano guardando intorno. La Sala era stata sistemata in maniera diversa da come si trovava di solito: non c’erano più le varie tavolate e, addossato ad una delle pareti, c’era un lungo palco d’oro.
Caspita.
E poi c’erano anche delle candele fluttuanti proprio sopra il palco per illuminare l’ambiente, o meglio, probabilmente per imitare l’effetto teatro ed attirare tutta l’attenzione su chi sarebbe salito sul palco per la dimostrazione di duello.
Vabbè, come se ci fosse stato bisogno di ‘attirare l’attenzione’ su cosa sarebbe avvenuto quella sera.
Io, in ogni caso, mi addossai ad una parete, abbastanza vicina per poter guardare tutto ma non troppo per rubare spazio a quei bambini di undici e dodici anni che di sicuro avevano qualcosa in più da imparare rispetto a me.
Okay, non che io fossi un’esperta di duello, altrimenti invece di lavorare in biblioteca avrei fatto qualcosa come Gilderoy o l’Auror! Ma vabbè, in quel momento poco importava, di sicuro conoscevo qualche incantesimo in più di un bambino che aveva preso in mano la propria bacchetta solo l’anno prima, e questo bastava.
Mi addossai ad una parete, dunque, e aspettai l’arrivo degli altri ragazzi, ma soprattutto di Gilderoy e di Severus, e quando l’ora della lezione si avvicinò la Sala Grande si era già praticamente riempita; supposi infatti che solo pochi ragazzi mancassero all’appello.
Avevo anche visto Harry Potter arrivare con i suoi due inseparabili amici giusto mezzo minuto prima.
E poi, quando era ormai ovvio che non sarebbero arrivati altri spettatori, la lezione cominciò.
Io nel frattempo avevo anche cambiato posto, andandomi a sedere sull’ultimo gradino di fronte al tavolo dei professori – non era stato tolto, questo, differentemente da tutte le altre tavolate.
E quindi la lezione cominciò: tutti gli sguardi erano puntati sul palco, soprattutto perché in quell’istante vi salì sopra Gilderoy, appena entrato – per ultimo – nella Sala Grande.
Alcuni ragazzi diedero segno di sorpresa, altri invece sorpresi non lo furono affatto. D’altronde con tutte le imprese che aveva compiuto Gilderoy era più che ovvio che sarebbe stato lui l’insegnante di una simile disciplina. Senza contare che poi lui era anche il docente di Difesa Contro le Arti Oscure! Chi poteva essere più qualificato di lui per un simile compito?
Insieme a Gilderoy, comunque, salì sul palco anche Severus, una macchia nera in mezzo a tutto quell’oro del palco, mentre Gilderoy era vestito con un colore prugna scuro. Ah, beh, almeno tra di loro non c’era tutta questa diversità di tonalità.
“Buonasera!” Esclamò allora Gilderoy, a voce alta, con un ampio movimento del braccio, gesto che fece anche sì che tutti facessero silenzio e iniziassero a prestare attenzione “Il professor Silente mi ha dato il permesso di fondare questo piccolo Club dei Duellanti. In questo modo potrete imparare meglio come difendervi da qualsiasi attacco, cosa che ho dovuto fare anch’io innumerevoli volte, quindi capirete… sono un grande esperto. Ma se volete altri dettagli leggete i miei libri.”
E fece un sorriso ammiccante, al che qualche ragazza delle prime file ridacchiò.
E vabbè…
“Ma comunque!” Continuò allora lui “Come vedete c’è qui con me il professor Piton! Ha sportivamente accettate di collaborare con me per una dimostrazione, ma non temete…” Abbassò appena la voce, ma non per questo Gilderoy fu meno udibile. Sembrava come se volesse rivelare un ‘segreto’ “Avrete ancora il vostro professore di Pozioni, quando avrò finito con lui.”
Altre brevi risate.
Vidi Severus fare una palesissima smorfia e guardare Gilderoy con… Eh, sì, era proprio uno sguardo omicida, il suo.
“Ora… Cominciamo pure! Professor Piton, prego, si posizioni.”
Severus continuò a non dire nulla, ma almeno si mosse, e lui e Gilderoy si misero uno di fronte all’altro. Fecero entrambi un inchino e poi tirarono fuori le bacchette, mettendosi in posizione di combattimento. Vabbè, di duello o come lo si voleva chiamare.
C’era quasi… eccitazione, nell’aria. Sapevo che Severus non fosse affatto un professore amato dagli studenti, ad Hogwarts, e dal vociare che sentivo attorno a me, specie considerando che non mi trovavo molto vicino al palco e che da quella distanza gli studenti se la sentivano di parlottare tra di loro con un po’ più di libertà… Insomma, udii che più di qualcuno sperava che la promessa di Gilderoy di non far del male a Severus venisse infranta. Erroneamente o meno che fosse.
Ah, beh. Dopo questa potevo benissimo essere sicura della fama da cattivone di Severus.
Poveraccio, però, augurargli una maledizione da Gilderoy mi pareva un po’ eccessivo… Vabbè, parlavo io che ai miei tempi avevo augurato ai miei ‘nemici’ quotidiani le più atroci sofferenze. Mai avveratisi, comunque.
In ogni caso, Gilderoy, senza cambiare posizione, rimanendo con gli occhi fissi su Severus, stava nel frattempo continuando la sua spiegazione.
“Fate attenzione, ragazzi miei, perché al mio tre lanceremo i primi incantesimi. Ovviamente nessuno di noi cercherà di uccidere l’altro.”
Dopo quest’affermazione l’espressione omicida di Severus parve assumere una connotazione ancora più sinistra.
“Uno… due… tre…”
Gilderoy si mosse, ma Severus fu più veloce.
Expelliarmus!” Esclamò, e dalla sua bacchetta esplose una luce scarlatta che andò a colpire Gilderoy proprio in pieno petto e con un tale impeto che quest’ultimo finì per volare giù dal palco ed andare a sbattere di schiena contro la parete.
Lungo la quale si accasciò, oltretutto.
Tra il pubblico si levarono parecchi mormorii, qualche Serpeverde addirittura applaudì, e in effetti notai che l’espressione di Severus, seppur sempre truce, adesso manifestava anche un minimo di soddisfazione.
Non l’aveva ucciso, no, ma gli aveva fatto prendere una gran botta! Oddio, e se fosse svenuto?
…Fortunatamente non accadde nulla del genere, infatti un momento dopo Gilderoy era di nuovo in piedi ed intento a risalire sul palco d’oro. Aveva i capelli un po’ arruffati, a dire il vero.
“Ecco… Sì…” Si rimise bene in piedi “Questo… Questo era un Incantesimo di Disarmo, ragazzi, la cui finalità è proprio quella di far… perdere all’avversario la propria… Ma dov’è la mia bacchetta?” Una ragazza in prima fila gliela porse subito “Ah, grazie, signorina Brown. Dicevo, quello che avete visto è un Incantesimo di Disarmo, cosa che avevo intuito subito che il professor Piton avrebbe fatto, così ho pensato di… non oppormi, per mostrarvelo… E’ più istruttivo.”
Oh. Però la botta l’aveva presa ugualmente…
Ma proprio ‘il professor Piton’ aveva assunto nuovamente l’espressione da serial killer, e probabilmente anche Gilderoy se ne accorse, stavolta, perché si allontanò dal suo assistente di un passo.
Ma se Severus era così riluttante di trovarsi lì, così nauseato, così arrabbiato… Chi caspita gliel’aveva fatto fare a proporsi come aiutante?! Bah, misteri degli uomini-pipistrello.
“Ma ora basta con le dimostrazioni!” Annunciò Gilderoy – anche perché forse Severus non si sarebbe limitato solo al disarmo, la volta successiva “Ora cominciamo a fare un po’ sul serio: disponetevi a coppie e provate tra di voi quello che avete appena visto.”
“Magari sfracellamento a parte.” Ridacchiò un ragazzo accanto a me.
“Mi raccomando, però, solo l’Incantesimo di Disamo!”
E detto questo tutti iniziarono a muoversi e a chiacchierare per poter formare delle coppie, e sia Gilderoy che Severus scesero dal palco per poter dare ai ragazzi una mano ad organizzarsi.
Gilderoy si recò verso un gruppo di studentesse che invece di divedersi continuavano a parlare allegramente; Severus invece se ne andò di filato da Harry Potter.
Quel bambino lo irritava, sì – a detta di Severus stesso – però colui che si presumeva fosse un po’ più adulto forse se le andava proprio a cercare, le irritazioni…
Mentre tutti si sistemavano, comunque, io mi limitai a guardarmi intorno, pensando a ciò a cui avevo appena assistito.
Certo che Gilderoy aveva veramente preso una gran botta. Perché, poi, non aveva parato e deviato l’incantesimo? Per uno come lui non avrebbe dovuto essere affatto difficile… Okay, voleva far vedere a tutti quanti gli effetti dell’Expelliarmus, però... In realtà non avrebbe dovuto fargli giusto perdere un po’ di equilibrio e fargli cadere la bacchetta? Sì, beh, la bacchetta gli era effettivamente caduta, ma era anche stato scaraventato dall’altra parte della stanza.
Per la miseria!
Quanta caspita di potenza ci aveva messo Severus nello scagliare un semplice Expelliarmus? Vabbè, ma che mi sorprendevo a fare, lui di sicuro ci aveva goduto come un procione in calore.
…Sì, però che razza di paragone…
Insomma, meglio non pensarci più e ricominciare a guardarmi attorno, dato che ormai si erano posizionati nella maniera giusta praticamente tutti.
Io, ovviamente, non avrei scagliato neanche mezzo incantesimo, figurarsi, io ero lì giusto per assistere. Anche se in quella posizione ero proprio nel bel mezzo delle coppie, quindi era anche possibile che qualcuno mi lanciasse un Expelliarmus in testa, così mi alzai dai gradini e mi appoggiai alla parete di prima, un po’ più in disparte.
Giusto in tempo.
“Bene!” Esclamò a quel punto Gilderoy “Mano alle bacchette e colpite al mio tre! Uno… due… tre!”
Ma prima che potesse anche solo cominciare a formulare la parola ‘tre’, qualcuno era già partito all’attacco. Provai ad allungare il collo per guardare meglio, ma un momento dopo anche tutti gli altri studenti avevano iniziato a scagliare incantesimi, cosicché mi fu impossibile continuare a cercare, in mezzo a quella baraonda. Dopo giusto un paio di minuti, però, si sentì qualcuno cominciare a ridere a crepapelle, e subito dopo quello stesso qualcuno che pronunciava a gran voce un incantesimo che non assomigliava proprio per niente ad un Expelliarmus. Molte persone si voltarono, avendo capito anche loro che stava avvenendo qualcosa di anomalo, mentre altri, invece, continuarono a disarmarsi a vicenda – o almeno ci provavano.
Finite incantatem.” Tuonò poi, improvvisamente, Severus, al che tutti – tutti! – si immobilizzarono all’istante. Oh, neanche avesse lanciato quell’incantesimo a tutta la Sala Grande.
Tutti fecero silenzio, dunque, alcuni si rialzarono da terra, e... beh, in realtà quasi tutti fecero silenzio: c’erano Hermione Granger ed una corpulenta studentessa che ancora combattevano, solo che erano direttamente passate alle mani, ed ora stavano anche urlando.
Harry Potter, che, da quanto avevo capito, era stato uno dei due a scagliare altri incantesimi invece dell’Expelliarmus, era subito andato a cercare di bloccare la rissa allontanando la ragazza corpulenta dall’amica, solo che questa era anche più grossa di lui, quindi ci mise un po’ prima di riuscirci.
“Oh, santo cielo!” Stava nel frattempo esclamando Gilderoy “Non dovevano andare così le cose! Forse… Forse è meglio che vi insegni prima a bloccare un incantesimo, prima. …E’ sangue, quello?”
Ecco fatto, un ragazzo s’era pure fatto male.
“Ecco, sì, meglio insegnarvi a bloccare, prima. Proviamo con dei volontari. Paciock e Finch-Fletchley? Che ne dite?”
I due si stavano per muovere per raggiungere Gilderoy, anche se evidentemente di controvoglia, quando però si intromise Severus.
“Allock, è un’idea pessima.” Disse infatti “Se non vogliamo mandare i resti di Finch-Fletchley in infermeria dentro una scatoletta, lo sconsiglio altamente. Paciock fa fatica anche solo a comprenderli, gli incantesimi più semplici.” E guardò il diretto interessato con un ghigno, al che il bambino divenne tutto completamente rosso.
Ma che cattivo.
“Io propongo… Malfoy e Potter? Che ne dice?”
Eh, sì, allora! Se le andava proprio a cercare, le irritazioni! Harry Potter e quel… biondo di cui già non mi ricordavo il nome erano stati gli unici a creare un gran parapiglia!
Bah.
Gilderoy però parve totalmente entusiasta dell’idea ‘improvvisa’.
“Ottima idea, sì! Venite, venite, avvicinatevi!”
Harry Potter si guardò intorno per un momento, mentre il biondo – ah, Malfoy! Mi ero ricordata il nome – era già andato spedito verso Gilderoy, seguito da Severus, e a quel punto anche Harry non poté che fare altrettanto.
Malfoy andò con Severus da un lato del palco dorato, mentre Harry dall’altro insieme a Gilderoy. Severus mormorò a Malfoy qualcosa nell’orecchio, e quest’ultimo annuì sorridendo, mentre Gilderoy… beh, stava mostrando ad Harry una mossa con la bacchetta. Forse il Protego, dato che era quello che aveva preannunciato di mostrare?
Solo che… Gilderoy si stava quasi contorcendo il braccio, in quella mossa, e alla fine la bacchetta gli cadde pure per terra.
Ma che caspita stava facendo?
Possibile che uno come lui non sapesse spiegare come lanciare un semplice Incantesimo Scudo?
A quel punto, in ogni caso, Malfoy si avvicinò al centro del palco e disse qualcosa a Harry, che ribatté,  solo che da quella distanza non capii un granché.
“Fai esattamente quello che ho fatto io, Harry!” Fece allora Gilderoy dando al ragazzo una pacca sulle spalle.
“Cosa, far cadere la bacchetta?”
Oh, ehm… Non che il piccolo avesse tutti i torti… Solo che Gilderoy si era già allontanato di qualche passo e non poté sentirlo.
“Tre…” Cominciò infatti a contare ad alta voce senza rispondere alla domanda “Due… Uno… Via!”
Malfoy non perse affatto tempo. “Serpensortia!
Era un incantesimo che non avevo mai visto nella pratica, e quando dalla punta della bacchetta di Malfoy – ma come faceva di nome? – uscì un serpente, quasi mi prese un colpo. E non solo a me! Molti gridarono, infatti, facendo numerosi passi indietro. Quel serpente non sembrava molto… amichevole, e stava proprio fissando Harry Potter.
Ma una lezione di duelli normale era chiedere troppo?
“Stai fermo lì, Potter, ci penso io.” Disse proprio allora Severus, quasi con un tono divertito.
Anzi, no, aveva proprio un tono divertito.
Ma che cattivo. Di nuovo.
“No, faccio io!” Esclamò invece Gilderoy, che puntò subito la sua bacchetta contro il serpente.
Solo che il rettile, invece di sparire, venne praticamente sparato in aria per diversi piedi, e ricadde a terra con un tonfo. Proprio ai piedi di quel ragazzo che Piton non aveva voluto far duellare dicendo che il suo compagno avrebbe potuto farlo finire in un scatoletta.
Ma cosa… stava… facendo Gilderoy?!
Ma quel giorno si era rincretinito tutto assieme?
Per il diadema perduto di Corvonero…
Il bambino guardò il serpente con espressione terrorizzata, dato che quest’ultimo aveva anche appena scoperto le zanne.
E poi tutto quello che si udì fu… un sibilo, solo che non proveniva dal serpente, bensì da… Harry Potter.
Harry Potter stava parlando al serpente con la lingua dei serpenti, e il rettile si era quasi subito accasciato a terra, innocuo.
Tutti fecero silenzio, prima che il bambino che stava per venir attaccato gridasse “A che gioco stai giocando?”
Era arrabbiatissimo, ed un momento dopo era già corso fuori dalla Sala Grande, praticamente fuggendo.
A muoversi, a quel punto, fu Severus, che finalmente fece sparire il serpente.
Tutti cominciarono a bisbigliare, sempre con gli occhi fissi su Harry Potter, e quest’ultimo, allora, andò via dalla Sala Grande, anche lui correndo, accompagnato dai suoi due amici.
Ero assolutamente esterrefatta.
I borbottii continuarono anche dopo l’uscita di Harry, ovviamente, anzi, si intensificarono pure parecchio, al che Gilderoy cercò di attirare nuovamente l’attenzione su di sé.
“Ragazzi, ragazzi, per favore, non agitatevi, è tutto sotto controllo, non è successo nulla che non mi fossi già aspettato! Tutto normale, tutto a posto! Ora… Mi pare che come prima lezione sia andata bene, no? Non è d’accordo, professor Piton?”
Gilderoy si voltò verso Severus in cerca di supporto, ma lui aveva su di sé lo stesso sguardo omicida con cui stava guardando Gilderoy da… beh, praticamente da sempre.
“Ehm…” Riprese dunque Gilderoy “D’accordo allora! Vi farò presto sapere quando si terrà il prossimo incontro. Quindi ora tutti a letto! Op, op!”
Subitissimo tutti i ragazzi si mossero, e piano piano uscirono dalle porte della sala, diretti alle scale. Mi accodai anch’io al gruppo, pensierosa. Anche chi avevo intorno aveva molto materiale su cui pensare, e anche discutere sin da subito, ma nel parlare generale le uniche parole che percepii distintamente furono ‘inutile’ o addirittura ‘erede’.
Per il momento preferii non pensarci, anche perché non ne ebbi proprio l’occasione, dato che, poco dopo che ebbi oltrepassato la soglia della Sala Grande, qualcuno mi chiamò. Sul momento pensai a Gilderoy, e invece si trattava di Severus.
“E tu che ci faresti, qui?” Chiese.
Stessa identica frase con cui avevo esordito io quando l’avevo beccato da Mielandia, dopo la quale lui aveva risposto ‘Secondo te?’, e allora io feci la stessa, identica cosa.
“Secondo te?”
“Rispondere ad una domanda con un’altra domanda è maleducazione, Scrooge, ma sorvolerò, per ora.”
Sbuffai. A Mielandia non avevo potuto ribattere io, in questa maniera? Uffa.
Rinunciai in partenza, decisa comunque a chiudere quella conversazione nel minor tempo possibile, dato che, stranamente, fino a quel momento lui non aveva neanche lontanamente accennato a quanto mi aveva trattata di cacca la sera della mia prima ronda.
“Gilderoy mi ha detto che potevo assistere.”
“Ah, se l’ha detto Gilderoy… Almeno è cosciente di aver deliberatamente reso partecipe una persona in più della sua totale inettitudine.”
Effettivamente non era che stavolta potessi dargli tutti i torti. Però cambiai comunque discorso.
“E’ un Rettilofono?” Chiesi, quindi.
Severus mi guardò momentaneamente spesato.
“Prego?”
“Harry Potter, intendo. Hai visto anche tu cosa è successo. È un Rettilofono?”
“Potrebbe essere.” Rispose allora lui “Certo, a meno che Potter non si sia messo a sibilare cose senza senso tanto per attirare l’attenzione su di sé per l’ennesima volta.”
“E il serpente che si è fermato? Che ha fatto, ha avuto un ictus, scusa?”
“Mai tralasciare nessuna ipotesi.”
“Come quella che Harry Potter potrebbe saper parlare coi serpenti, allora.”
Severus buffò. “Ora gli manca solo saper sputare fuoco e l’elenco delle capacità dell’inutile Potter sarebbe completo.”
“Ma lui non è inutile.” Dissi subito, dato che le parole mi uscirono praticamente da sole “Ha ucciso Tu-sai-chi, no?”
Severus, però, mi lanciò un’occhiataccia.
Aveva da ridire anche su quello?
“Inconsapevolmente e indirettamente. Lui non ha fatto proprio niente.” Eh? “Ora, se permetti, mi ritirerei in camera.”
“Oh, beh, come preferisci…”
“E faresti bene a tornartene in camera anche tu. Non so se hai notato, il castello può nascondere sempre qualcosa.”
E detto questo se ne andò. Di botto, di nuovo, sparendo giù per le scale.
“Sì, mamma.” Mormorai io, come risposta, nella sua direzione.
E grazie per aver provato a mettermi l’ansia, eh.








Salve, sono sempre io xD
Volevo chiedervi un grande favore. Ma è una cosa da poco, non preoccupatevi :)
Potete aprire questo link di facebook? Vi troverete davanti un post, un piccolo racconto scritto da me e... potete mettere un 'mi piace'? E' per un concorso letterario :)
Tutto qua, non è una cosa molto impegnativa :)
Grazie a tutti, mi rendete felice!
Alla prossima!

Ecco il post:

In equilibrio
   
 
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