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Autore: Giveme    15/02/2013    2 recensioni
Hope, una ragazza di soli 17 anni, non ha veri amici cambiando due o tre città all'anno, ora è costretta di nuovo a trasferirsi...
Joe, un ragazzo di 18 anni con una famiglia perfetta alle spalle...
Dopo aver sofferto tutti e due tanti anni, ma con un sorriso finto sempre sul viso, un incontro cambierà la loro vita...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Venite sul ciglio”, disse.
“Abbiamo paura”, risposero.
“Venite sul ciglio”, disse.
Loro andarono. Lui li spinse….  E loro volarono.
 
A volte abbiamo solo bisogno di una piccola spinta, di un incoraggiamento, per renderci conto che anche noi possiamo volare. <3 <3
                                                     
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Drrrrrriiiiiiiiiin, drrrrrrriiiiiiiiiiiiinnnnnnnnnn.
Il suono della sveglia mi fa quasi cadere dal letto, quella sveglia odiosa che segna appena le 6:30 del mattino, la butto a terra ma non è ancora decisa a spegnersi…

Sono costretta da alzarmi, la prendo e la butto dalla finestra della mia carissima stanza d’hotel di New York,  che mi mancherà tanto, sento un signore dalla strada alzare la testa ed urlarmi qualche parola che non riesco a decifrare ma non penso che siano parole dolci.

Mi giro subito, mi allontano dalla finestra e la chiudo. Mi lavo, mi trucco e mi metto questi ( http://weheartit.com/entry/52434640/via/endless_ocean). Alle 7:30  scendo nella hall e vado nella sala per fare colazione e raggiungere mia madre..

-Buongiorno Hope, allora dormito bene?- mi chiede mia madre. La rispondo con un’occhiataccia, così finisce di mangiare la sua colazione. Finita, saluto mia madre e vado nella mia camera per finire di fare le valigie…
 
Controllo gli armadi della stanza e quello che trovo lo metto nelle mie 4 valigie della Louis Vuitton .  Mentre prendo il mio cellulare e il mio I-pod, sento dire da mia madre attraverso la porta che è tardi e che mi aspetta nella hall…

La raggiungo dopo circa 15-20 minuti e la vedo parlare con quello della reception e pagare le nostre due stanze. Mi guardo intorno e mi accorgo che questo era l’hotel che mi è piaciuto di più e che ci sono restata più a lungo.
Mi mancherà il giovane bagnino che mi guardava sempre,mi mancherà il cameriere che mi serviva sempre i cocktail, mi mancherà il mio massaggiatore e le mie saune..

Di questo hotel penso mi mancherà quasi tutto …

Anzi di questa città mi mancherà tutto…

 
Mia madre mi risveglia dai miei pensieri  e insieme ci dirigiamo al taxi che ci porterà all’aeroporto di New York. Arrivati, il conduttore ci aiuta a scendere e ci consegna le valigie,subito prendiamo quel carrello dove mettere le valigie, perché sono circa 8-9 non considerando le borse e sarebbe un’impresa molto difficile portarle.

Ci dirigiamo alla biglietteria e mia madre ritira i biglietti, già acquistati online. Mi porge il mio e ci dirigiamo per fare il check-in.


Dopo tutti quei noiosissimi controlli, ci sediamo e finalmente osservo  il mio biglietto. Uffaaaaaa non sto vicino a mia madre, una parte di me è contenta così non mi potrà rompere e mettersi a parlare della nuova città, ma dall’altra ho paura di chi starà vicino a me.
 
Sono al posto 18B, quindi dovrei stare in mezzo a due persone, che brutto. Spero solo che vicino a me non capitino delle persone noiose che si mettono  a parlare, oppure che vomitano a causa dell’aereo oppure che si mettono a cantare, non sopporto proprio queste persone.

Lo dico per esperienza, ogni volta mi capita un tipo strambo e non un ragazzo bello che ti affascina e ti dice cose dolci come nei film. A me capitano solo tizi molto strani.

La mia unica speranza è quella di potermi fare un sonnellino, non chiedo troppo giusto?.


I miei pensieri sono fermati da una voce che annuncia che dobbiamo imbarcarci … Saliamo sulla navetta che ci porta all’aereo e arrivata salgo quelle scale che ho sempre odiato, per una mia caduta che ebbi da piccola.

L’hostess mi accompagna al mio posto,e alla vista di una persona con una croce in mano (*) e con le mani unite come se volesse pregare, mi fa ridere a crepapelle dentro di me …

Lui sembra non farci caso, così mi siedo al mio posto e vedo le persone che vanno a sedersi anche loro e comincio a contare quanti posti c’erano, mi sembra circa 125…

All’improvviso vedo un bellissimo ragazzo salire sull’aereo, parlare e sporgere il biglietto all’hostess. Al contrario del mio caro vicino di posto  che non si è mai girato a guardarmi, questo incontra i miei occhi e mi sorride. Mi giro subito facendo finta di non averlo mai visto …
 
Questo ragazzo si avvicina sempre di più al mio posto, che facendoci caso quello affianco a me non è ancora occupato, oddioooo  spero solo che non si viene  a sedere vicino a me altrimenti non so cosa gli farei. 

Pensieri perversi andate via dalla mia mente, viaaa…

 
Come sempre diciamo la sfiga, ma anche un po’ di fortuna, è sempre con me, quindi come avrete capito il ragazzo da me soprannominato Jay (**) si siede accanto  a me.

Mi guarda e mi sorride.

Imbarazzata con le guance che scottano per il troppo rosso, sorrido anche io e prendo l’i-pod dalla mia borsa e ascolto le canzoni..
La prima è “Un centimetro al giorno” dei LAIN…( Ascoltatela, ve la consiglio).



C’è un ragazzo in un parco,sembra che mi stia aspettando, ha un viso già conosciuto, ma non mi ricordo di lui…
Questo mi si avvicina piano piano come se mi vorrebbe salutare, ma io subito mi allontano. Comincio a  correre anche non sapendo dove andare.

Corro. Corro.

Sto scappando da quel ragazzo, non ne so neanche il motivo, ma in quel momento il mio pensiero è fuggire, lui mi rincorre,ma non riesce a fermarmi.

Urla il mio nome, ma io non lo ascolto, mi fermo e mi ritrovo in una stanza buia, ci sono solo io ed il buio, comincio a toccare ogni punto delle pareti, ma non trovo neanche una porta, uno spiraglio di luce.

Niente. Zero.

Ecco che finalmente sento qualcuno sfiorarmi la pelle e chiamare, a quel contatto sussulto.

 
Mi sveglio e mi ritrovo tutta accaldata e tutta la maglia bagnata, mi tocco la faccia e sento che ho pianto.

Mi giro e incontro quella mano che è ancora sul mio viso e il suo sguardo.


-Ciao,Tutto bene?- mi dice.

-Ehm…penso di sì,non lo so- rispondo.
 
Mi guarda perplesso, dopo incrociando i miei occhi, si rassicura  e mi sorride..
  
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(*)Ho incontrato veramente un giovane che aveva una croce in mano, sull’aereo diretto in Sardegna per una vacanza-studio.
 
(**) Non ho fantasia scusatemi, pleaseeeeee
 
Note dell’autrice:

Ringraziatemii sto scrivendo il capitolo, invece di studiare latino e matematica.. Ma vabbè tutto per voi..

Ringrazio le tre persone che seguono la mia storia e grazie per la recensione che appena letta,mi ha fatto sorridere.


Baci, Give me :D

  
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