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Autore: thenightsonfire    15/02/2013    13 recensioni
Prendete uno stage lavorativo a Cannes, una diciassettenne imbranata e allergica alla sensualità fan dei 30 Seconds to Mars, il cantante del suddetto gruppo, un'amica incapace di coprire le scappatelle, un professore troppo furbo e un Blackberry galeotto. Cosa si ottiene?
Un gran casino, se la suddetta diciassettenne si è appena svegliata mezza nuda in una camera d'albergo con Jared Leto affianco e, per qualche motivo, non ricorda nulla della notte appena passata.
Quindi, ricapitoliamo.
Sono a quattro piedi, in una stanza che adesso conosco, in un hotel che credevo d’aver visto solo da fuori e con una persona con cui probabilmente ho passato la notte a fare Dio solo sa cosa.
E, cosa più importante, sono in mutande. Questo significa che in questo momento sto dando una globale, perfetta visione a trecentosessanta gradi del mio culo a Jared Leto.
“Sempre che stanotte, del tuo culo, tu non gli abbia offerto solo la visione.”
Sotterratemi.
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: per esigenze di “trama” (capirete leggendo), alcune battute di Jared dovranno essere scritte in Inglese. In ogni caso riporterò subito sotto la traduzione, okay? Enjoy!

 

Capitolo 3, ovvero: “Come NON dovresti presentare Jared Leto a tua madre”

 

 

Be', penso allora in un minimo di ottimismo: se proprio va male, e Jared mi fa causa per avergli rubato il cellulare, posso ancora andare a fare la coltivatrice di pomodori in Argentina per cercare di ripagarlo. Oppure darmi alla macchia in Patagonia. Oppure mimetizzarmi tra i pinguini in Antartide.

Prendo un respiro profondo mentre Shannon, dall'altra parte della cornetta, continua imperterrito a imprecare perché il fratello (cioè quello che crede essere alla cornetta, ma che in realtà – surprise! – sarei io) non risponde, e avvicino il BlackBerry all'orecchio.

« Jared, cazzo, vuoi deciderti a parlare? » sbraita Shannon in inglese.

Decido di esordire brillantemente, almeno per non veder sfumare subito tutte le mie speranze di riuscire a spiegarmi e di non dover indossare le vesti di agricoltore argentino prima che abbia compiuto diciotto anni.

« Ahm. Io... ahm. Eh. Ciao. »

Mi sbatto una mano sulla fronte. Pasqualina, il mio neurone femmina, strilla in preda ad una crisi nevrotica e sbatte la testa contro le pareti della mia scatola cranica. Ermenegildo, il suo unico compagno, piange in un angolino le sorti della sua amara vita.

Segue un momento di silenzio.

« Tu non sei Jared » esclama Shannon.

Bravo, Shannon. Chapeau.

Sempre detto che quest'uomo brilla per acume.

« E il cavallo bianco di Napoleone è bianco » rispondo, alzando gli occhi al cielo. « No, non sono – ehm – Jared. »

« E lui ti ha lasciato toccare Berry? » domanda in tono stranito.

Berry? L'ha sul serio chiamato Berry?

Commentò quella che ha chiamato Jared il suo BlackBerry,” osserva la mia Coscienza.

Sospiro, lanciando un'occhiata sospettosa in giro. Da qui – una via secondaria di Rue de Meynadier larga a stento per due persone messe di fianco – non mi sembra di vedere Jared coi suoi peli pubici facciali e il giubbotto da Ispettore Gadget nei paraggi. O l'interpol. O l'esercito. O i Men in Black. O qualsiasi organismo internazionale abbia intenzione di chiamare per riottenere indietro il suo cellulare e dopo avere il mio sangue o un risarcimento per cui i miei dovranno fare un mutuo.

Quanto dite che pagano per un rene al mercato nero?

« Sei Colette? » chiede Shannon, sospettoso.

Eh? « No! »

« Annabelle? »

« Ma che–no! »

« Chloe? »

« Eh, ma porca puttana » esclamo, esasperata. « Tuo fratello un cantante o un magnaccia?! »

Suo malgrado, Shannon scoppia a ridere, e mi ritrovo a pensare che abbia una bella risata. La apprezzerei di più, se solo non stessi sudando freddo nascosta in un vicolo come i peggio pusher del Bronx.

« Allora mi dici il tuo nome? Credo di non conoscerti » ridacchia.

« Elena. Sono Elena. »

Sento il rumore di qualcuno che sta soffocando, o qualcosa del genere. « ALENA? »

« No, non Alena! Elena! » esclama, indignata. « Shannon, ricomincia a respirare, non sono la Gerber! Io ho un cervello e i capelli castani! »

Sento un sospiro di sollievo. « Mi stavo quasi per sentire male. »

Me ne sono accorta.

Ci manca solo che faccio venire un infarto a Shannon e voilà, nemmeno Giove sarà abbastanza lontano per salvarmi la pelle. In un momento di apocalittica lucidità, vedo sfilarmi davanti agli occhi le immagini mandrie di Echelon inferocite che mi inseguono con martelli e mazze come il tipo mascherato di Hurricane. Vedo lupare e pistole e coltelli ben affilati puntati alla mia gola.

Deglutisco. « Tutto apposto, sicuro? Battito cardiaco regolare? Pressione sanguigna? Temperatura corporea? »

Volto la testa. Appena fuori da questa traversina, a qualche metro da me, una turista biondo platino, probabilmente tedesca, col figlio affianco, mi guarda di sottecchi. Stringe le labbra, mi scocca un'occhiata di rimprovero, stringe il bambino a sé e sgattaiola lontano da me il più velocemente possibile.

Non male,” dice la mia Coscienza. “In meno di due ore ti sei aggiudicata molestie, furto e sospetto possesso di droga. Ora fatti venire un attacco di isteria, ammazza un passante e abbiamo passato tutti i gradi penali della giustizia italiana.”

Coscienza. Sta zitta. Sta zitta.

Shannon ridacchia ancora. « Sicuro. » Poi aggiunge (e giuro che posso immaginarlo mentre se la ride alla grande, lì dov'è): « Allora, dimmi, Elena, che ci fai col cellulare di mio fratello? Dov'è quel vecchio marpione? »

Mi mordo il labbro. « È una storia molto, molto lunga. »

« Con mio fratello, non c'erano dubbi che fosse una storia lunga. »

Eh. Ti pareva.

« Shannon, in tutta serietà, è più complicato di così » dico. « Ti spiego. Ehm. Eravamo in un bar, lui aveva un giubbotto pesantissimo e ha cominciato a spogliarsi, perché sembrava l'ispettore Gadget, sai?, poi ha firmato, però il quaderno con l'autografo è finito sul pavimento, così niente, per riprenderlo mi sono dovuta mettere a quattro zampe e con la testa sotto il tavolino di tuo fratello, poi ho alzato la testa di botto quando non dovevo ed ho combinato un disastro, perché è finito tutto bagnato a terra! Ho cercato di spiegarmi, ma non so proprio usare la bocca! »

Dall'altra parte della cornetta sento il ronzio tipico di quando l'interlocutore rimane in silenzio assoluto per più secondi.

« Credo di stare per rivedere le uova e la pancetta di stamattina » sbotta alla fine, nauseato.

Che è? Che ho detto?

Riavvolgo mentalmente. Quattro piedi sotto il tavolino. Testa alzata di botto. Tutto per terra. Bagnato. Bocca usata male.

MA DANNATA EVA!

« CHE CAZZO, SHANNON! » strillo, disgustata. « MA CHE HAI CAPITO? »

« Sei tu che hai parlato di testa sotto il tavolino, fluidi per terra e bocca usata male! »
Ho il feroce istinto di sbattere la testa contro il muro. Forte. Fino a tramortirmi. « Ma potresti pure provare a interpretare, porco Tomo! »

« E va bene, okay, scusa! Non hai fatto un po... »

« … POMPAGGIO, POMPAGGIO! »

« … a mio fratello, ti credo! » si arrende. « Perdonami, ma lo conosco, e non mi sembrava tanto impossibile come scenario! »

« Ugh » biascico, massaggiandomi le tempie. « Non voglio sapere nient'altro sulla condotta sessuale di tuo fratello, va bene? E se gli dici di questo equivoco, gli racconto che hai mangiato dei pulcini a colazione. »

« Per favore, no, sarebbe capace di inseguirmi a colpi di rapa per punizione » risponde lui in tono lamentoso. Allora aggiunge: « Mi vuoi dire o no che ci fai col cellulare di Jared? O dov'è Jared, piuttosto? ».

Prendo un respiro profondo. Dovrò fare ricorso a tutte le mie capacità dialettiche e linguistiche, ricercare una calma zen che non possiedo e fare finta che a qualche chilometro da me non ci sia un quarantenne in piena crisi di mezza età che quasi certamente sta piangendo il proprio BlackBerry come se fosse il figlio perduto.

Ermenegildo continua a piangere disperato in un angolino del mio cervello.

Pasqualina, dal canto suo, si sta legando un cappio al collo dettando le sue ultime volontà.

E comincio: « C'erano una volta, in un paese lontano lontano nel sud della Francia, un BlackBerry e una BlackBerry femmina che si incontrarono per caso in un caffè... ».

 

All'incirca due chilometri più in là, in Rue d'Antibes, un uomo all'incirca di quarant'anni sta camminando a passo di marcia giù per la strada, sbraitando in una lingua che qualche bestemmia fa somigliava all'inglese – al momento, invece, sembra più un'ammucchiata di parolacce e imprecazioni varie buttate lì a caso. Si passa una mano fra i capelli, nervoso, poi va a sfiorare la tasca dei pantaloni, dove il suo cucciolo, l'amore della sua vita, il motivo unico della sua esistenza ora è al sicuro. Fino a questo momento, non si è nemmeno rischiato a provare ad illuminare lo schermo. Dopo che la Pazza Omicida (l'ha appena rinominata così) se l'è data a gambe levate, lui ha soccorso il suo Berry, asciugandolo millimetro per millimetro con fare materno.

Se Berry fosse un uomo, Jared avrebbe la stessa espressione di Colin Farrell nei panni di Alessandro Magno al capezzale di Efestione.

Fortunatamente c'è caldo, si dice il nostro eroe, così Berry si rimette in sesto più in fretta. Speriamo. O, si dice, setaccerà ogni angolo della terra per trovare l'Attentatrice Scriteriata e farle pagare fino all'ultimo centesimo di danni morali.

Una vita senza Berry.

Il nostro eroe si sente quasi svenire.

Lui non può vivere senza Berry.

Berry è la luce.

Berry è la vita.

Berry è dove tiene ancora le foto delle tette di Scarlett.

Non può perdere le foto delle tette di Scarlett. L'umanità intera ne andrebbe danneggiata. Lui ne andrebbe danneggiato. Le tette di Scarlett Johansson sono la versione a forma geoidale del forziere di Davy Jones.

Non potrebbe nemmeno mandarlo a riparare, il bistrattato Berry, perché dentro ci troverebbero ancora qualche video compromettente e no, no, no, non può rischiare. Lì dentro ha il vero dietro le quinte di Hurricane.

Jared tossisce fra sé e sé.

Quando tornerà a L.A., la prima cosa da fare sarà trasferire certi file da Berry al computer.

Non si sa mai.

È quasi sulla Croisette, ancora sotto il sole cocente di una giornata che non intende volgere al termine, che il BlackBerry squilla. Non riflette nemmeno sulla suoneria, non riflette sul fatto che non è la sua suoneria, perché lui nemmeno ce l'ha la sigla di Pollon nel cellulare. Non riflette. In un balzo di giubilo, tira fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni, legge il nome di chi lo sta chiamando e aggrotta le sopracciglia.

Sul display c'è scritto: “Mom!”. E uno smile.

Non ricorda di averla registrata così.

Poco importa, si dice. Berry è vivo! È vivo! Può sentire i cori degli angeli, le campane di una chiesa, le risate dei bambini. BERRY È VIVO!

E risponde.

 

« … QUANTE VOLTE TI DEVO DIRE DI TOGLIERE LA DANNATA VIBRAZIONE AL CELLULARE?! »

Jared allontana il BlackBerry dall'orecchio, sobbalzando.

« What the fuck...? Mom? » esclama, confuso.

Ma che cazzo...? Mamma?

« ELENA! ELENA, RISPONDI, ADESSO! »

Inutile dire che, per quello che ne sta capendo Jared, quello potrebbe essere Serpentese, cirillico o l'antica lingua di Atlantide. Sa solo che l'ennesima pazza squinternata sta strillando al suo delicatissimo apparato auditivo in una lingua che non cono...

Jared si blocca in mezzo al marciapiede. Un pedone dietro di lui, preso alla sprovvista, lo urta. Poi lo guarda male, gli borbotta qualcosa in francese e se ne va col naso all'insù, indignato per tanta sfrontata maleducazione.

Jared è raggelato. Una statua di sale. Non riesce nemmeno a respirare. Perché non può essere, giusto? Non può essere. È impossibile. Non può essere successo come in quel dannato film di quell'altra psicolabile (a proposito), la Lohan – Quel pazzo venerdì.

Ma se quelle si scambiavano di corpo, lui e quella... quella Elena si sono scambiati i BlackBerry. Che è peggio.

Merda.

Jared Leto sente che ucciderà qualcuno.

A mani nude.

Si guarda le dita.

E fanculo la manicure e lo smalto fresco.

« You better be fucking kidding me » sibila, a denti stretti.

Spero che mi stiate prendendo per il culo.

La scimmia urlatrice che ha al telefono, nel frattempo, deve aver raggiunto gli ultrasuoni. Può quasi immaginarla mentre, urlante, si dibatte di qua e di là come un pesce morente o qualcuno in preda ad una crisi epilettica. Nel marasma di suoni che sta emettendo – alcuni intuitivamente molto poco carini, a primo acchito – riesce a comprendere solo nome: “Elena”.

La scimmia urlatrice è la madre della ragazza.

Evidentemente la sanità mentale non è compresa tra i geni di famiglia.

« Okay, you fucking listen to me now » ordina ad alta voce, per coprire le strilla della donna. « Shut the bloody fuck up already! »

Okay, cazzo, tu ora mi ascolti. Stai zitta, porca puttana!

« ELENA, DOVE SEI, CHI DIAMINE È AL TELEFONO? CON CHI SEI? ELENA! »

« SHUT YOUR MOTHERFUCKING MOUTH UP! » urla Jared.

CHIUDI LA TUA CAZZO DI BOCCA!

Non ne può più. Sente il bisogno di stringere le mani al collo di qualcuno. E, per una volta, non c'è alcuna connotazione sessuale in questa frase.

Per due paradisiaci secondi la donna rimane in silenzio, poi fa: « Ma... » Pausa, e probabilmente sta controllando il display del cellulare. « Ho sbagliato numero? Elena? »

Ovviamente Jared non sta capendo un benemerito nulla di quello che la donna sta dicendo, a parte il nome della figlia. Mentalmente, sta solo cercando il modo di mettere in fila quattro parole in croce in inglese semplice per spiegare la situazione. Si impone allora di mantenere la calma e di non far innervosire la psicolabile all'altro capo del telefono. D'altronde lui è Jared Leto. Lui è riuscito a rendere un video musicale la ricostruzione della sua avventura sessuale tipo. Lui è riuscito a far dubitare Colin Farrell del suo orientamento sessuale.

Lui può.

Avendo conosciuto la figlia, però, decide di agire tentando di arginare i danni e le possibili conseguenze sulla psiche della Pazza.

« I am not your daughter » dice, lentamente, scandendo ogni parola.

Non sono tua figlia.

« Oddio, ecco, ho sbagliato numero. Eppure mi sembrava giusto... »

« I hope you understand what I'm saying. »

Spero tu capisca cosa sto dicendo.

« Dove cazzo ho chiamato? »

« I've got your daughter's mobile phone right now. It was a mistake. That's why it's me talking. »

Ho il cellulare di tua figlia in questo momento. È stato uno sbaglio. Ecco perché sono io che parlo.

« Ma che cazzo sta dicendo questo? » fa la donna, in quello che Jared crede sia italiano. « Se mi arriva una bolletta del telefono da duemila euro la ammazzo. La ammazzo. Farà meglio a rimanere in Francia »

Jared pensa che forse, forse sta finalmente stabilendo una connessione.

« I don't know where your daughter is. »

Non so dove sia tua figlia.

« Cosa cazzo vuole questo? » borbotta la donna. « Bah, io chiudo. La chiamata dev'essere stata deviata di nuovo in un altro Paese, come l'altro giorno. »

« Do you understand? » chiede ancora Jared, speranzoso.

Mi stai capendo?

« Understand? » fa la donna, incerta. « Cosa dovrei “understand”? »

« Yes, yes! » replica Jared, quasi con le lacrime agli occhi dalla felicità. « Oh, finally. Now please, could you help me and contact her somehow? »

Sì, sì! Oh, finalmente. Ora, per favore, potresti aiutarmi e contattarla in qualche modo?

« Oddio. Che vuole questo da me? Ahm. Aim sorri. Ai dont anderstend. »

« You don't... you don't understand? » boccheggia Jared. « But you just told me...! »

Non... non capisci? Ma mi hai appena detto...!

« E che parlo, arabo? » sbuffa la donna. « Ai no spìk inglisc. Sorri. Bai bai. I foned tu mai doughte. »

« YES, YOUR DAUGHTER! » tenta ancora Jared. « Please, please listen. I know her. I know her! She's got my goddammit BlackBerry! »

SI, TUA FIGLIA! Per favore, per favore, ascolta. La conosco. La conosco! Ha il mio dannato BlackBerry!

« Ah! » fa la madre della Pazza. « Ecco, ti pareva, ho beccato un agente di compagnie telefoniche. Sorri. Ce l'ha già mia figlia Elena il Blackberry, non sono interessa. Gudbai! »

« JUST WAIT! » esclama Jared. « Just fucking wait, you... »

ASPETTA! Aspetta, cazzo, razza di...

Tu-tu-tu-tu...

La donna ha chiuso.

Jared sbatte le palpebre, come paralizzato dallo shock. Nella sua testa c'è un vortice di pensieri che non rende ad alta voce perché, se lo facesse, non servirebbe sapere l'inglese per capire con quanta volgarità sta bestemmiando esattamente.

Si porta le mani tra i capelli, e se il suo ultimo parrucchiere lì a Cannes non fosse costato all'incirca centocinquanta euro – nemmeno avesse i crini di Raperonzolo – se li strapperebbe ad uno ad uno per la rabbia.

Mai, mai nella sua vita è stato così incazzato. Comincia a camminare avanti e indietro sotto lo sguardo guardingo di qualche passante, mormorando qualche sporadico “cazzo” ogni tanto.

Okay, deve fare il punto della situazione. Fa una scaletta mentale.

  1. Non si è portato alcun dannato portatile dietro, visto che voleva “scappare dal mondo” per un po'. Coglione, si dice. E se sta arrivando a biasimarsi, vuol dire che o il mondo sta per finire o che si trova davvero nei fottuti guai.

  2. Prima o poi, qualcuno chiamerà al suo numero, che sia Shannon o Emma o la biondina di due giorni fa di cui non ricorda il nome e che ha cacciato dal suo letto la mattina dopo aver passato una notte per niente memorabile (anzi, onestamente avrebbe una gran voglia di dimenticarla). Biondina che, per inciso, ha dimenticato le sue mutandine nella sua camera d'albergo – e non è nemmeno la prima, eh. Proprio non capiscono che al massimo accetta il latex, non il pizzo. Il pizzo, detto papale papale, gli prude. Non ha voglia di riportare alla mente come fa a sapere che il pizzo prude. Lo sa e basta. Che sia valutata come verità assoluta, okay?

  3. Se dovessero chiamare a vuoto, qualcuno prima o poi si preoccuperà. A meno che non chiami la biondina del punto 2). È abbastanza certo che lei vorrebbe volerlo morto. O peggio, evirato.

    3b. A tal proposito, almeno in tutto ciò Satan è salvo. Non c'entra molto, ma sapere di avere comunque ancora un paio di palle lo rincuora sempre. È un maschio, che ci può fare? Il trauma dell'Attentatrice durante un vecchio live di Buddha for Mary, con tanto di microfonata finale per salvare i suoi Regali Gioielli di Famiglia ed evitare di diventare una voce bianca, lo ha traumatizzato a vita.

  4. Se invece lei dovesse rispondere, nutre la speranza che spiegherà loro la situazione. E lo contatterà. Ovviamente non sarà certo lui a contattarla, visto che è stata lei a combinare tutto il disastro.

  5. Il punto 4), ripensa Jared, vale solo se non si fa viva entro – diciamo – mezzora. In tal caso, considererà il suo Berry come disperso e trarrà la conclusione che non ha intenzione di ridarglielo.

  6. Conseguenza del punto 5): scorrerà del sangue.

  7. Non pensare a ciò che contiene la memoria, non pensare a ciò che contiene la memoria, non pensare a ciò che contiene la memoria.

  8. A proposito della memoria del cellulare. Jared ha un ulteriore brivido al pensiero delle foto delle tette – e non solo – di Scarlett che vengono divulgate su internet. Rapidi flash di manette, pinze per i capezzoli, fruste e bende gli guizzano davanti agli occhi.

  9. Immediata conseguenza del punto 8): la ragazza dovrà entrare nel mercato nero del sesso per pagare le spese legali che dovrà sostenere in questo caso, perché le farà causa. Una causa che farebbe sembrare quella della EMI una tranquilla partitina a bocce.

  10. Immediata conseguenza del punto 9): indipendentemente dal risultato della causa, che comunque vincerebbe perché è Jared Leto e in quanto tale lui può tutto (un coro gospel di “amen” risuona dal basso della sua coscienza), se quella Pazza Imbranata dovesse diffondere i suoi messaggi o le sue foto private, nessun posto sulla Terra o nell'intero fottuto universo sarà abbastanza lontano dalle sue mani smaltate.

Il suo flusso di coscienza viene interrotto da un nuovo squillo del suo cellulare. Di nuovo furioso, guardò lo schermo, sperando fosse il suo numero.

Ovviamente no.

Sullo schermo c'è scritto: “Anna”.

Risponde e avvicina il cellulare all'orecchio, ma prima che possa parlare l'ennesima voce femminile urlante in una lingua non ben definita – quello non è italiano – lo tramortisce.

« EmmaporcaputtanaElena! » strilla la voce. « Dove straminchia sei? Ti aspettavo ore fa, non so se ti rendi conto del numero di marocchini ammiccanti che mi è passato davanti! Porcalammerda, oh, facessi colpo almeno su qualche francese figo! »

Jared comincia seriamente a rivalutare la sua vita. Non è possibile che finisca sempre col conoscere delle pazze psicopatiche al posto di donne normali.

Con alcune si è addirittura fidanzato.

Rabbrividisce.

Mai, mai più.

« Well shit » risponde Jared a denti stretti, « hello there you damn psychopath. Nice to hear you, too, even though I don't have a fucking clue of who you are. »

Be', cazzo, ciao a te, dannata psicopatica. È carino sentirti, anche se non ho una fottuta idea di chi tu sia.

C'è un momento di silenzio.

Poi la voce prorompe, in un canto idilliaco: « E tu cu spacchiu sii? ».

No, si dice Jared. Quello non ha affatto l'aria di essere italiano. La cadenza gli ricorda vagamente alcuni dei personaggi del Padrino, in realtà. Aggrotta le sopracciglia.

« Are you Sicilian or something? »

Sei siciliana o qualcosa del genere?

La ragazza sembra capire che lui non comprende la sua lingua – o qualunque tipo di linguaggio sia quell'associazione di acuti e grugniti incomprensibili, quindi, finalmente, prende la decisione migliore della giornata: parlare in inglese. « Yes. Where's Elena? Who are you? Where is she? »

Sembra davvero una del Padrino. Ha quasi la tentazione di dirle che le farà un offerta che non potrà rifiutare.

« She's got my BlackBerry by accident » spiega Jared, sollevato che finalmente qualcuno lo capisca. « I've got hers, too, as you can see. I dunno where she is right now – but I want my BB back. As soon as possible, or all of this could get much worse that it already is. »

Ha preso il mio BB per sbaglio. Io ho il suo, pure, come puoi vedere. Non so dove sia – ma voglio indietro il mio BB il prima possibile, o tutto questo potrebbe diventare peggio di quanto già non sia.

C'è un secondo di silenzio.

Poi un altro.

Poi un altro ancora.

Jared comincia ad essere preoccupato, detto onestamente. Controlla che la chiamata sia ancora attiva, poi fa: « You there? ».

Ci sei?

« E la porca puttana di tua madre. Non c'ho capito un cazzo. Voi americani, manco se aveste una fiamma ossidrica sul culo. »

« What? »

« Eh, uòt uòt. La mannaggia miseria di tua sorella, ecco che uòt. Siete peggio dei francesi. »

Jared continua a non capire ciò che sta dicendo, ovviamente. Le prese per il culo, però, volenti o nolenti sono internazionali. E lui non è scemo.

Non così tanto, perlomeno.

« Now you fucking listen to me » dice ancora, con voce ferma.

Adesso tu mi ascolti, cazzo.

« Eh. Yes. Tell me, signoria sua illustrissima » fa la ragazza, sensibilmente seccata. « Fucking freacking fuck fuck, come dite voi americani. T'ascolto. »

« Fine » dice ancora Jared, e si decide a svelarsi. « I'm Jared Leto. »

« Jared Leto? The singer? »

« Yeah. That's me. »

Sì, sono io.

Sente il suono di una mano che viene schiaffata violentemente sa qualche parte – probabilmente la faccia della sua interlocutrice. « Minchia, pure mitomane. »

« Could you please just speak English? »

Potresti per favore parlare inglese?

« Could you please just imparare l'italiano, razza di rincoglionito? » fa quella, urlando. Jared non ne è sicuro, ma “reenkoyonitoh” non gli pare proprio un fior fiore di complimento. « If you're Jared Leto, then I'm Scarlett Johansson. »

« What a funny choice of metaphors » commenta Jared, alzando gli occhi al cielo. « You could easily be tho. Last time we were together she was screaming the shit out of her. It must be a curse or something. »

Che divertente scelta di metafore. Comunque potresti facilmente esserlo. L'ultima volta che siamo stati insieme lei stata urlando da far schifo. Dev'essere una maledizione o qualcosa del genere.

In effetti, lui le ragazze le fa urlare tutte.

In un modo o nell'altro.

« Minchia, e di nuovo » fa la ragazza. « Ma quando voi americani parlate tra di voi vi capite davvero o vi esprimete a gesti? »

« Oh. Fuck it. I'm not doing this. »

Oh, vaffanculo. Non ho intenzione di continuare.

« Where is Elena? What are you doing with her phone? » dice lei con un forte accento italiano.

Adesso Jared non ci vede più. E boom, scoppia. Dov'è lei? Cosa sta facendo lui con il suo cellulare?

« I DON'T FUCKING KNOW! » urla. Un paio di passanti sobbalzano, spaventati, e sgambettano via dopo avergli lanciato occhiate atterrite. « Argh, bloody hell – Not only did I get my beloved Berry soaking wet – which is a motherfucking outrage against God and the whole Earth and against myself in particular – my dear, beloved, precious BlackBerry, I'm the one who's blamed, too. Can you fucking believe it? I just wanted a damned vacation on my own, and then BANG, that vile excuse for a girl just messed everything up. This is even much worse than a bad blow... »

NON LO SO, CAZZO! Argh, dannazione – non solo il mio amato BlackBerry viene inzuppato d'acqua – cosa che è un fottuto attentato contro Dio e contro la terra tutta e contro di me in particolare – il mio caro, amato, prezioso BlackBerry, ma io sono pure quello che viene incolpato! Ci puoi credere, cazzo? Volevo solo una fottuta vacanza da solo, e poi BANG, quella vile imitazione di una ragazza ha rovinato tutto. Tutto questo è molto peggio persino di un cattivo pomp...

Continua così per altri trenta secondi, poi si rende conto di una cosa.

Il tu-tu-tu-tu di una chiamata chiusa.

 

Jared Leto questo giorno prende tre decisioni.

Decisione numero uno. Dovesse riuscire a riprendere il suo BlackBerry, prenderà delle lezioni di lingua straniera e smetterà di fingere di sapere il francese.

Decisione numero due. La sua prossima ragazza sarà una sordomuta.

Decisione numero tre. Deve cancellare le dannate tette della Johansson dal suo cellulare.

Però prima le riguarderà un'altra volta.

Certe cose sono difficili da cancellare.

 

 

Note dell'autrice: sto male mentalmente. Si vede?

Ah, “cu spacchiu sii?” significa “chi cazzo sei?” in siciliano. Spacchiu, ho scoperto, sarebbe il liquido seminale maschile. Ehm.

Spero che abbiate apprezzato un Jared un tantino schizzato. Le domande sono: riuscirò il poveraccio a cancellare le foto della Johansson? A riottenere il cellulare? Com'è che finisce a letto con la nostra protagonista? E Shannon, come la prenderà questa storia? E la mamma e l'amica della nostra Elena? E quand'è che l'autrice se ne va a quel paese?

To be continued.

Un bacio sul naso,

Carme.

   
 
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