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Autore: Medy    16/02/2013    3 recensioni
"Roma, città eterna, città ove la storia si vive giorno per giorno, dove ogni strada parla , racconta, sussurra eventi , storie, giorni diversi da quello vissuto, giorni passati che hanno lasciato la loro traccia in ogni luogo e roccia , in ogni struttura, in ogni scultura e strada.
Roma , città dei mille colori, delle mille voci, dei sorrisi, delle bellezze, città della cultura stessa. Bellezza illuminata dal sole, bellezza sfiorata con raggi di luna. Meta, sogno, luogo di desideri e attimi da non perdere.
Roma , bellezza eterna, intramontabile......"
Roma farà da sfondo ai vari eventi che cambieranno la vita di ognuno di loro. Roma darà vita a sentimenti e scoperte di sè tenuto per lungo tempo nascoste o del tutto sconosciute.....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
Capitoli:
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whitesnow , che senza
La sua insistenza credo che questa Fan Fiction rimarrebbe Incompiuta.
A lei, che mi fa compagnia, sempre…che crea con me, che ama con me l’arte
Della scrittura..A lei , che vuole sognare, e aiuta anche a me a farlo
Grazie….TI VOGLIO BENE, SEMPER FIDELIS <3
 

 

Vacanze Romane 
-Terzo Capitolo-

 
 
Blaise spalancò gli occhi, e si ritrovò a fissare il soffitto candido e decorato, colorato dai deboli raggi di sole che attraversavano le tende sottili e setate . Il caldo di quella notte lo avevano costretto a dormire con solo un paio di boxer, e nonostante ciò, il sonno era stato del tutto disturbato e inquieto. Il caldo di Roma era quasi insopportabile, e forse non avrebbe potuto resistere ulteriormente in quel luogo afoso e privo di spifferi rinvigorenti. Si alzò a sedere, e cercò sollievo sul pavimento marmoreo. Sollievo che sparì quasi subito. Si stropicciò , distese ogni muscolo indolenzito e contratto. E seguì il rumore delle posate che si scontravano con i piatti. Il profumo delle cialde calde, del caffè caldo , lo attiravano a se, lo chiamavano con gustoso profumo, a raggiungere i piani inferiori, e magari scontrarsi nuovamente con il reale ” perché “ di quella permanenza in quella villa troppo grande e  sconosciuta. Indossò ciò che trovò sotto mano e con ancora il sonno che soffiava sul volto, si lasciò accogliere dall’abbandonante colazione che si apri a lui in una gustosa vista.
“Buon Giorno , sei sveglio finalmente” Theodore aveva gia preso posto , e lasciò la lettura della Gazzetta del Profeta per accogliere Blaise e il suo sguardo torvo e assonnato.
“I  muffin sono finiti” il tono austero di Draco non mancò nel quadro mattutino , e anche l’ultimo Muffin sparì, ancora prima che Blaise potesse prendere posto.
“Sopravviverò” Sussurrò lui, versando il caffe bollente nella tazza porcellanata che gli fu porta da Theodore.
Il caldo liquido scuro fu versato e assaporato con gusto. Il sapore amaro pizzicò nel giusto modo, al palato e la carica con estrema lentezza si insediò in lui, rendendolo vigile e attento,tanto da notare una sottile busta isolata e immobile . Guardò Theodore , ritornato alla cronaca magica, e poi Draco, perso nella contemplazione del paesaggio verdeggiante che si apriva al suo sguardo. Allungò una mano verso la busta elegante, e lesse appena il mittente che chiedeva di lui. Rimase a fissare la calligrafia sottile ed elegante, e il nome, tracciato con inchiostro dorato e brillante.
“Giusto, la lettera di Daphne” Blaise alzò lo sguardo verso Theodore, che con fare annoiato e assorto, ricordò quel particolare , giunto quella mattina, con le notizie mondane. Blaise annui, riponendo le notizie che gli mandava la sua fidanzata sotto il cumulo di lettere , giunto quella mattina. Ignorandone il contenuto, cercando di cancellare l’ultimo sguardo riservatogli prima di smaterializzarsi lontano da lei.
“Non la leggi?” Draco si intromise, notando quel gesto fortuito.
“Tu hai letto la tua?” Blaise attaccò elegantemente, marcando la continua indifferenza che Draco riservava ad Astoria, nonostante conoscesse quanto amore riservava per lui. Nonostante fosse conasapevole che quell’unione, ritenuta di convenienza per il rampollo Malfoy, per la giovane Astoria , era qualcosa che andava oltre il loro stato di sangue.
“Si… Letta e bruciata” La sedia strisciò fastidiosamente sul pavimento marmoreo, e senza aggiungere o ascoltare altro, Draco abbandonò la stanza, lasciando Theodore e Blaise commentatori del suo gesto, crudele .
“ Tua madre è uscita presto, è andata a fare compere… ha detto che stasera ci vuole tutti a cena.. Non ho idea cosa voglia, ma ha insistito che ti convinca a rimanere” Lo sguardo di Theodore, si distolse dalla figura di Draco, che aveva appena lasciato la stanza, ritornando a scorrere lungo le lettere del giornale, che nonostante avesse letto, e terminato, era un perfetto mascheramento. Gli occhi scuri si erano incupiti improvvisamente, e Blaise conosceva quel motivo , che non avrebbe svelato né a lui e né ad altri. Annuì appena a quelle informazioni , che fu assorbita e gettata altrove. Conosceva il perché di tale insistenza, e il pensiero della cena che si sarebbe svolta quella sera, gli chiuse lo stomaco. Guardò il pane tostato ,che Theodore, face scivolare sotto il suo naso, e sentì il bisogno di scrollarsi i pensieri, e lasciare che quell’intorpidimento mattutino scivolasse via. Si alzò dalla sua postazione, e lasciò Theodore affogare nel suo amore che ormai teneva segregato da anni.
                                                                                       *
 
 
 
“Queste posate sono opache… Maria, portale via, sono orribili” Dana Zabini si coprì il volto, stanca e spossata di fronte all’orripilante risultato , che i domestici Babbani avevano prodotto. Le sue parole erano state comprese male, e i suoi ordini del tutto ignorati. Sentiva la mancanza dei piccoli elfi domestici, che aveva lasciato a Londra, e per un attimo sentì il desiderio di chiamarli a sé, e dare a loro il compito di occuparsi di tutto. Quella cena era importante, quella cena doveva essere perfetta. I manicaretti dovevano essere abbastanza gustosi, da calmare l’irruente carattere di Blaise, che non sarebbe stato trattenuto, dopo che quell’ennesima notizia gli sarebbe stata servita, durante l’antipasto. I colori pastello dell’arredamento dovevano avere un effetto calmante su di lui, e magari nascondere la tensione tesa nella quale ormai era impregnato quel luoogo. Non aveva scontrato suo figlio, lo aveva evitato, era uscita , andata via per gran parte del giorno, perché il suo sguardo era tagliente e accusatorio. Faceva male, metteva in luce quell’egoismo, che anche la sua nascita, non gli aveva fatto dimenticare e abbandonare. Guardò Nuovamente la tavolo ben imbandita. Le peonie erano poste perfettamente al centro della tavola. I fazzoletti in pizzo erano perfettamente in pan-dam con la tovaglia in seta candida. Ogni bicchiere era lucidato e ben allineato e il buon profumo , proveniente dalle cucine, inondava la stanza, eppure Dana sentiva che ciò non bastava. Vedeva in tutta quella perfezione, qualcosa che avrebbe rovinato ogni cosa.Vedeva in quel candore, qualche macchia , che avrebbe distratto gli ospiti dal motivo principale, per aguzzare la vista sulle sue imperfezioni. Si toccò il viso , incerta se il suo sguardo comunicasse la vera felicità che godeva in quel momento. Si voltò di tutta fretta, diretta e spedita verso le scale, pronta e decisa a raggiungere le sue stanza. Ma qualcuno la fermò. Due braccia forti, robuste, calde e amorevoli la presero, e l’avvicinarono ad un corpo, robusto e forte, che sentì il desiderio di farla aderire a se.
“Dana, stai calma… “ La voce calda e profonda sembrò rilassarla. Le concesse un attimo di pura pace, esattamente come i suoi occhi, che la presero, l’attirarono a se, e le trasmisero un lieve coraggio, quel poco che serviva per calmarla del tutto.
“Lorenzo, non so se Blaise capirà. Ha visto troppe persone entrare ed uscire dalla sua vita… Ho paura in una sua reazione…”fino ad allora quelle paure erano rimaste racchiuse in lei, non avendo il coraggio di manifestarsi , di lasciare che lei si liberasse completamente del suo peso. Lorenzo ammiccò, lasciando che le rughe del volto seguissero le linee dell’espressione dolce e intenerita. Guardò la bella donna , e sfiorandole il volto , cercò di rassicurarla.
“Capirà, ne sono sicuro” La sua sicurezza era udibile e visibile, e Dana non potè fare a meno che lasciarsi coccolare da quella sicurezza, che l’avrebbe aiutata ad affrontare il crudele giudizio che il giovane Zabini non le avrebbe risparmiato.
Rimasero a fissarsi, perdendosi nei loro sguardi. Sguardi maturi, che non appena si scontravano ritrovavano la freschezza e spensieratezza di un amore giovane , appena sbocciato, ancora caldo . Lorenzo si perse nella bellezza di quel viso , che nonostante il tempo, rimaneva perfetto, e lei lasciò che il suo sguardo si saziasse di lei. Dana era completamente estranea a ciò che accadeva intorno  a lei, dimenticandosi anche delle posate che le avevano recato fastidio, dimenticandosi della presenza di insulse domestiche babbane, dimenticandosi del tutto della presenza di Blaise, che proprio in quel momento, con al seguito Draco e Theodore raggiunsero la sala.
Vederli in quel modo, osservare quello sguardo perso della madre, quel sorriso ebete, indossato con tanta spensieratezza, resero furioso il giovane serpeverde, che contrasse mascella e pugni, e indurì gli occhi, rendendoli glaciali, rabbisi, e privi della sua allegria, che di solito li rendeva luminoso. Sentì gli occhi dei due amici gravare sulla nuca, e nonostante il desiderio di uscire fuori , abbandonare quel  luogo imprignato di quell’ennesimo amore vuoto e fastidioso, riprese il passo, interrompendo le loro effusioni adolescenziali.
“Madre, Buona sera” La voce era un di un disgustato e austero. Era colma di ciò che in quel momento stava accadendo in lui, di quell’ennesimo odio provato per quell’ennesimo estraneo che si ostinava ad apparire perfetto ai suoi occhi.
“Blaise…Ragazzi…” Dana sembrò essere presa alla sprovvista. Si allontanò dal suo amato, si distaccò da quell’abbraccio e interruppe quel contatto. Guardò Blaise, con sguardo colpevole, con la paura di perderlo dipinta a chiari colori negli occhi. Guardò Draco e Theodore, chiedendo aiuto in loro, forse gli unici a far ragionare Blaise.
“Tu devi essere Blaise. Io sono Lorenzo, molto lieto” L’uomo si presentò senza attendere, interrompendo quell’attimo di imbarazzo, che sembrava non voler trovare una fine. Blaise osservò la mano protasa verso di lui, e sorrise amaramente, nel notare il segno distintivo di qualsiasi mago purosangue . Un enorme anello ornava l’indice dell’uomo. Sua madre anche per quella volta non aveva perso tempo, a mischiare il suo sangue puro con quello di un altro mago purosangue. Quell’uomo che si sarebbe ostinato , con tutte le sue forze , a rappresentare quella figura paterna del quale lui avrebbe potuto fare  a meno.
“Non posso dire lo stesso” Blaise non finse entusiasmo, e né si perse in convenevoli. Gli strinse la mano trasmettendo l’odio che in quel momento provava per entrambi. Dana abbassò lo sguardo, nascondendo il dispiacere che gli attraversò il volto, e Lorenzo finse di non essere stato colpito, da quello schiaffo, ma la mascella serrata comunicò il contrario. Theodore guardò Draco, che per un attimo abbandonò la maschera di perfetto borioso, per indossare quella di amico preoccupato.
“Vogliamo accomodarci. Maria ha preparato una magnifica cena, e non vorrei che venisse sprecata” Lorenzo ritirò la mano, temendo che gli venisse linciata, e indicò ai presenti la bella tavola pronta per loro. Blaise guardò con aria di sufficienza sia lui che il lavoro delle donne Babbane, che si erano preoccupate di svolgere, e sentì il forte desiderio di andar via, e lasciare a loro , il disgustoso onore di cenare con quell’uomo. Non ponderò il dispiacere che avrebbe provocato nella madre, non pensò all’imbarazzo nel quale avrebbe gettato Theodore e Draco. Pensò solo a quell’odio di rivedere la medesima scena ogni volta, di rivivere quegli eventi come da routine.
“Improvvisamente non ho più fame , se non vi dispiace, preferisco uscire… C’è aria VECCHIA qui dentro… Ho bisogno di qualcosa di nuovo, di diverso…” Dana sentì il viso divampare, prendere colore. Gli occhi pizzicare, da quelle lacrime che non avrebbe fatto scorrere per orgoglio, ma che sentiva dentro, premere con forza. Lorenzo sbiancò, si irrigidì, e assunse un’aria adirata, che nons fuggì a Blaise, che ignorandola, voltò le spalle per dirigersi verso la porta.
“Blaise, fermati subito. Tua madre si è dedicata a questa cena  e…” Lorenzo tuonò verso di lui, ma il suo sguardo lo bloccò, lo paralizzò totalmente. Era ad un passo dall’uscita, ma prima, doveva punire quella donna che continuava a ferirlo.
“ Consumatela voi,  tutto questo schifo mi ha fatto passare la fame” le parole colpirono in pieno Dana, e le parole si paralizzarono in gola. Non fu fermato da nessuno, né da lei, né da Theodore o da Draco. Fu lasciato libero.gli fu permesso di gettarsi nella movida Romana, nelle luci di quella città che improvvisamente divenne buia.
 
 
 
Blaise camminava senza un senso. Non aveva una meta, non desiderava raggiungere un luogo preciso. Camminava, e lasciava che le gambe lo guidassero. Lasciava che i pensieri si spegnessero, e le luci lo confondessero. Non vedeva nessuno, non ascoltava la musica che si sprigionava dai locali. Non sentiva il caldo di quella notte, non sentiva il bisogno di mangiare o di fermarsi . Camminava pensando solo a quante volte si era sentito tradito da quella notte, quante volte aveva  desiderato restare solo con sua madre, e vederla felice con la sua semplice presenza, ma costatare ogni volta che lui non gli bastava. Camminava ancora, camminava, senza accorgersi della strada appena imboccata, ma rendendosi conto dove si fosse imbattuto una volta alzato lo sguardo. Rimase del tutto paralizzato, incredulo, e per un momento ciò che era accaduto poco prima, sparì dalla sua mente. Una figura si muoveva incerta, in difficoltà. Reggeva scatole che la sovrastavano, e sbuffava contrariata dalla loro volontà di voler cascare giu. Riconobbe quello sguardo, riconobbe quegli occhi, che nuovamente sembrarono illuminargli quel buio insediatosi in lui. Era splendida con i capelli tirati su, e con il volto appena arrossato. Solo le guance mostravano lo sforzo e la stanchezza, mentre  il resto del volto rimaneva candido. Si mordeva il labbro , sforzandosi, stancandosi, ma mostrava forza nello sguardo corrugato. La forza di non chiedere aiuto. Blaise ignorò quella volontà e la soccorse prima che cascasse lei e l’enorme scatolone, che non riuscì a raggiungere il camioncino che aspettava di essere caricato.
“Oh, Grazie” La sua voce sottile e dolce, fu un dolce piacere per il suo udito, e Blaise si ritrovò a sorridere, e non proferire parole. Bloccatasi del tutto.
“che  Lavoraccio mi tocca  fare…” Si giustificò lei, lasciando  a Blaise il lavoro di caricare lo scatolone . Il giovane Zabini si domandò come una figura tanto delicata, potesse sostenere un peso tanto enorme. L’aiutò a caricare altri scatoloni in silenzio, e quando finirono, i suoi occhi ritornarono a fissarlo. Questa volta con una luce di gratitudine che li rendeva piu splendidi.
“Scusami, ti ho lasciato fare il mio lavoro. ”La ragazza si portò le mani al volto, come se quella richiesta, accolta volentieri da Blaise , fosse stata sfrontata. Lo guardava imbarazzata, e il dolce sorriso non accennava a calarsi. Rimaneva dipinto sul volto, come manifestazione di tutta quella semplice bellezza
Blaise ricambiò quel gesto, e sorrise anche lui, sfoderando un debole ghigno, degno del componente serpeverde.
“Non dovrebbero lasciare che ti affatichi in questo modo.” La ragazza abbassò il viso, imbarazzata di fronte a quel sorriso , che la spiazzò per un attimo. Una debole ciocca le scivolò sul volto, richiamando a tentazione Blaise, che avrebbe voluto raccoglierla, e magari sfiorare quel viso tanto candido. Ma lei lo anticipò , e ritornò a soffermarsi sul suo salvatore, che continuava a fissarla. Aveva delle domande negli occhi, domande che le avrebbe voluto esporre , solo per conoscere il minimo di lei, il nulla che gli bastava.
 Voleva conoscere il suo nome, udito appena il giorno prima, ma se pronunciato da lei avrebbe avuto un suono diverso.
“Come ti chiami?” Blaise lo fece, pose quella domanda, dimenticando del tutto la lettera ancora sigillata che Daphne gli aveva mandato, che attendeva ancora risposta.
“Hanne… “ Lei rispose senza convenevoli, stringendogli la mano, ringraziandolo ancora con il suo splendido sorriso. Blaise rispose la stratta, tastando quella pelle tanto morbida, fresca.
“Blaise” Rispose lui, incerto se mai le  potesse interessare. Lei annuì, assimilando e ripetendo quel nome. Scrutando il viso bruno, perfetto, che ricordava di aver gia visto. Corrugò appena la fronte prima di cacciar fuori quell’interrogativo che pungeva sulla lingua.
“Sbaglio o qualche giorno fa sei venuto in gelateria” . Blaise soghignò di gusto, ringraziando la sua figura aitante, che non sarebbe passata in osserrvato. Lei si ricordava di lui, esattamente come lui, non aveva dimenticato quel breve incontro, durato troppo poco, considerato insignificante.
“Si, ieri… “ Rispose lui, ritraendo piano la mano, ma desiderando ancora quel tocco. Hanne annuì allegramente, ricordando la presenza di tre giovani, che con molta semplicità avevano attirato a se l’attenzione di quasi tutti i clienti, compresa la sua.
Un leggero spiffero mosse i capelli di entrambi, e Blaise non potè evitare di socchiudere gli occhi, saziandosi di quel piacevole, primo , fresco, che finalmente lo invase. Hanne fece lo stesso sospirando.
“L’estati qui a Roma sono insopportabili, quel poco fresco che c’è bisogna goderselo” Hanne spostò la conversazione sul clima, imbarazzata da quella figura che continuana a scrutarla, come se volesse trovare qualcosa in lei come se volesse parlarle ma senza invadenza.
“ Infatti, è quasi insopportabile, non so come facciate voi ad abitare in questo luogo” Blaise storse appena il naso, immaginandosi in quella città . Immaginando di dover sopportare quel caldo costantemente. Hanne rise di gusto alla sua espressione. Una risata cristallina e genuina, non fittizia. Rideva di gusto,rideva davvero.
“Ci si abitua…Non sei di qui vero?” Hanne si appoggiò al piccolo camioncino , stanca di quella giornata di duro lavoro, ma con ancora una piccola fibra di forza per poter parlare con lui.
“No, sono qui in vacanza..Anche se non è un luogo giusto per me”  Questa volta fu Hanne a storcere il naso, di fronte a quella breve manifestazione di presunzione.
“E dimmi, BLAISE..qual’è il posto giusto per te?” Hanne marcò per bene il suo nome, ghignando, curiosa di conoscere la sua giusta collocazione nel mondo. Blaise sorrise ancora, sfoderando un ampio e magnifico sorriso, che gli fece socchiudere appena gli occhi, che gli trasmise maggior bellezza in quel viso tanto perfetto.
“Non lo so ancora…Magari potresti aiutarmi a trovarlo” Il tono lascivo comunicò ad Hanne che era giusto battere in ritirata, e ritornando ritta e pronta, superò il giovane, che la seguì con lo sguardo.
“Quando troverò il mio, forse potrò aiutarti” Rispose lei, montando sul camioncino. Lasciando Blaise a fissarla con insistenza, lasciandolo ancora con quel splendido sorriso che gli curvava le labbra. Mise in moto, ma prima di andare, ringraziò nuovamente il suo salvatore.
“Ora devo andare Blaise…Grazie ancora per l’aiuto, ci vediamo” Si scontrarono ancora i loro sguardi, e Blaise non si limitò ad annuire a quella frase di circostanza.
“Puoi contarci” Rispose lui, comunicandole le sue intenzione. Lei sorrise ancora, e sventolando appena la mano, partì , lasciando a Blaise ancora la possibilità di sentire il suo profumo.  
 
 
 
Dana era appisolata sul divano, con ancora qualche perla salata che le pendeva dagli splendidi occhi. Aveva pianto tra le braccia di Lorenzo, pentendosi di quelle decisioni prese con troppa fretta. Ma era nella sua natura,non dar voce in capitolo  a Blaise, lo aveva sempre fatto, e aveva sempre dato a suo figlio, il suo unico erede, un motivo in più per odiarla. Guardava le venature del marmo, con lo stomaco ancora serrato per la vergogna e l’imbarazzo, per il dolore e la colpa. Lorenzo era ritornato nella sua dimora, mentre Theodore e Draco, suoi ospiti, dopo l’accaduto, erano ritornati in stanza, non volendo gettare su di lei maggior imbarazzo.
Dana attendeva, aveva atteso, e avrebbe continuato ad attendere. Blaise era fuori, e la paura di non vederlo tornare si ramificava ad ogni scoccar dei secondi.
Sentì la porta stridere nel silenzio della notte e quel peso sparì per un attimo, per poi riapparire, quando scontrò lo sguardo di Blaise. Duro e rabbioso.
“Dove sei stato?” La sua voce tremava di dolore e rabbia, ma non smosse il giovane Zabini che si indirizzò alle scale, non volendo darle la possibilità di schiacciarlo ancora di piu, con il suo ruolo di madre.
“Non voltarmi le spalle Blaise, io sono tua madre” Un altro rimprovero lo raggiunse, più rabbioso. Con la ferita d’orgoglio che le dava adito di urlare in quel modo.
Blaise era a qualche passo dalle scale, e quella serenità assaporata fino ad allora era sparita totalmente, lasciando posto a quell’odio che premeva allo stomaco, all’addome, al petto. Voltò appena lo sguardo. Incrociando appena i suoi stessi occhi, appartenenti a quella donna, che amava incondizionatamente, ma che non la smetteva di ferirlo.
“ Ed io sono tuo figlio, stanco di vederti tra le braccia di uomini diversi e sconosciuti. Stanco di dover fingere cortesia a persone che ci lasceranno ogni volta, sempre… Stanco di te e dei tuoi capricci di donna sola” Dana sentì sgretolarsi qualcosa in lei, sentì un dolore indecifrabile contorcerle ogni fibra del corpo. Il respiro sembrò mancarle totalmente, e le lacrime questa volta, scivolarono giu, senza la dignità di fermarsi.
“ Non parlarmi in questo modo…Io sposerò Lorenzo, che tu lo voglia o no” Difendersi con quelle parole caparbie , non fu una mossa astuta. Blaise sorrise amaramente, e prima di lasciarla sola, sguainò la sua lama tagliente che la colpì in pieno.
“Non hai mai dato peso a me,  quindi sposa chi ti pare. Ma non pretendere il mio amore….” Dana lo vide sparire su per le scale, e temette di vedere quel buio occupare il posto destinato a lui.
 
 
                                                                                          *
 
Blaise non riusciva a spiegare il perché quella mattina si era alzato con tanta fretta, ma non appena era sceso di sotto, la sua meta era stata stabilitia, al di la di quella porta, lontano da quella casa, da sua madre. Non l’aveva guardata in volto, non le aveva augurato il buon giorno, ma l’aveva lasciato nel freddo del loro litigio , che si respirava ancora, nonostante fosse giunta notte. Draco e Theodore lo avevano seguito, scusandosi con quella donna, che ormai sentiva la perdita di un figlio troppo arrabbiato per ragionare.
“Spiegami cosa ti trascina di tutta fretta fuori di casa.” Draco raggiunse l’amico, che a passo frettoloso , si spingeva oltre e lontano da quel luogo, solitario e silenzioso.
“ Voglio visitare Roma” Si affrettò a dire lui, non guardando gli amici , dirigendosi verso il punto in cui si sarebbe smaterializzato per raggiungere il centro.
“Cos’è questa storia adesso Zabini, non ci volevi nemmeno venire qui, e poi improvvisamente decidi di volerla visitare?” Draco seguiva a passo di marcia l’amico, con Theodore che lo guardava , percependo la tensione e la voglia di andare lontano. Blaise quella notte era rimasto sveglio, non aveva riposato,e  non aveva parlato con nessuno dei due. Ma nonostante ciò Theodore sapeva il perché di quel comportamento. Raggiunse Draco, e gli poggiò una mano sulla spalla, come segno di non polemizzare il comportamento dell’amico , che continuava ad ignorarli.
“ Siamo qui, tanto vale visitarla.” La voce di Blaise era piatta e inespressiva, segno di una notte insonne , trascorsa nella rabbia. Theodore spense l’ennesima polemica che Draco non avrebbe risparmiato, e raggiunse Blaise per smaterializzarsi con lui. Draco fece lo stesso, di malavoglia, e in poco tempo si trovarono in uno dei tanti angoli isolati della splendida Roma, che anche quella mattina brillava allegramente, profumava di mondo, urlava di felicità e curiosità. Blaise si mischiò quasi subito alla folla. Nascondendo il volto stanco dietro agli occhiali scuri. Theodore e Draco lo seguirono, silenziosamente non chiedendo dove si dirigesse con tutta quella fretta.
Ma quella domanda si materializzò , si trasformò e prese forma. Si ritrovarono nuovamente di fronte alla colorata gelateria, che attirava a se miriade di turisti, che anche quella mattina si erano concessi una dolce pausa. Draco guardò Theodore , in cerca di sostegno , in cerca di una risposta che non lo gettassero nella rabbia massima. Ma quando Blaise entrò all’interno di quel luogo, che pululava di Babbani, non potè evitare di caderci totalmente.
Lo seguirono inevitabilmente, e nuovamente si ritrovarono a mischiarsi tra i babbani, ignari del disgusto provocato nel giovane Malfoy , che piu di tutti lo mostrava a chiare lettere. Li evitava come se ognuno di loro fosse impregnato di sostanze tossiche, come se il solo guardarli gli avrebbe potuto rovinare la vista. Theodore li ignorava, attento più a capire del perché Blaise  fosse corso in quel luogo.
Hermione vide entrare le tre figure conosciute, e non potè evitare di sobbalzare. Ancora li, erano nuovamente li. Le tre serpi , che non solo tormentavano i suoi giorni ad Hogwarts, erano li, per tormentare anche le sue vacanze. Abbandonò la postazione lavorativa, e si parò d’avanti a Blaise, bloccandolo , costringendo lo sguardo a guardare lei, e smettere di cercare al di la del bancone.
“Non so a che gioco stiate giocando, ma la vostra presenza non è gradita qui…” Hermione sussurrò quelle parole piano, temendo che Hanne o altri potessero ascoltare le parole colme di rancore. Blaise abbassò lo sguardo verso di lei, e non solo lui la fissava con astio. Gli occhi di Theodore e Draco seguirono la traiettoria dello sguardo di Blaise , ed Hermione si ritrovò a fissare tre serpi pronte all’attacco. Manteneva lo sguardo duro, fisso su di loro, non permettendo di venir intimorita da conoscenti che avrebbero sfoderato sempre la medesima tattica
“Granger , sono qui per un gelato… Un semplice gelato” Blaise soghignò , scavalcandola nuovamente, mettendola da parte, e ritornando a fissare oltre il bancone, in attesa di lei. Hermione si voltò, pronta a fermare qualsiasi idea stesse attraversando in quel momento la mente di Blaise Zabini, che da come fissava la porta , del retrobottega, non presagiva nulla di buono.
“Zabini, non azzardarti a fare ciò che la tua mente da serpe ti sta suggerendo…” Hermione aveva scorto in quegli occhi scuri una luce di interesse, interesse riferito alla persona sbagliata.
Intanto la gente si accalcava nel negozio, e molti aspettavano impazienti di essere serviti.
“Mezzosangue, perché non ti togli dalle scatole?” Draco non aveva idea di cosa Blaise volesse fare, e forse non sarebbe stato suo alleato, ma preferiva assecondare le pazzie dell’amico, piuttosto che stare agli ordini della Granger, e battere in ritirata.
La giovane Grifondoro si voltò di scatto verso la sua nemesi, il suo nemico maggiore , e non gli risparmiò l’occhiatina gelida e tagliente.
“Biondastro , perché non ritorni nel tuo mondo di cristallo e seta?” Theodore si allontanò di poco dai due, sorridendo appena, e fiutando nell’aria la solita battaglia, vista e rivista milioni di volte tra le mura di Hogwarts.
“ Lenticchia e sfreggiato ti hanno rimasta sola in questo buco a servire gelati ai babbani?” Draco la fronteggiò,non temendola, non abbassando lo sguardo. Non dando alla sua nemica il gusto di metterlo k.o.
“E mammina ti ha mandato qui a Roma, per acculturarti un po’? Troppo troll per rimanere nella tua suntuosa villa di alabastro?” Non demordeva Hermione, puntava dritta alle offese, alle frecciatine glaciali, che riusciva a riservare solo a lui. Non notando le lamentele dei clienti, non notando nulla, oltre gli occhi odiosi del suo nemico.
“Tu , troppo pezzente per concederti delle vacanze ?” Draco si avvicinò ancora, sovrastandola, e cercando di schiacciarla con il suo tono borioso, il suo sguardo cattivo e glaciale. Theodore guardava la scena in disparte, godendosi quella rabbia che si manifestava sul viso di Draco, e Blaise attendeva che Hanne si presentasse a lui.
“Tu troppo stronzo per stare lontano da me…” Hermione non si ritirò indietro, ma si avvicinò quel tanto da poter essere invasa dal profumo, troppo dolciastro e costoso che ricopriva la pelle chiara di Malfoy.
“ Non era mia intenzione ritrovarmi nella tua traiettoria. La tua sola presenza mi da il voltastomaco….” Draco storse il naso, e si allontanò da lei, trovando il profumo alla vaniglia, nauseabondo e insopportabile.
“Hai lo stomaco delicato, Malfoy?” Hermione segnò una vittoria sul tabellone , e ritornò ad occuparsi di Blaise che ancora attendeva, poggiato al bancone.
“Vai via Zabini, tu e i tuoi amichetti non siete graditi”Ritornò seria, lasciando che il sorriso vittorioso scivolasse via dal volto. Blaise la guardò scettico, e prima che potesse rispondere , Hanne lo fece per lui.
Si scontrò con il volto di Blaise, con quegli occhi profondi e attenti, e non potè non sorridere .
“Blaise!” Esclamò Hanne , rifornendo al frigo dei gelati che mancavano, e accogliendo il salvatore , della sera prima, con il suo miglior sorriso. Blaise guardò Hermione, con un cipiglio soddisfatto. Hermione si zittì, ritornando al suo lavoro, abbandonato a causa delle tre serpi ed Hanne, non ritornò nel retrobottega, ma rimase li, in compagnia del giovane gentile, che non aveva esitato a ritornare .
“Come promesso, ci siamo rivisti” Draco e Theodore si guardarono, accorgendosi di aver mancato qualche passaggio. Non ricordando di aver udito una qualche conversazione tra i due che potesse riferirsi al “ritorno” di Blaise in quel luogo.
“Non hai perso tempo..” Hanne era imbarazzata eppure felice di quel ritorno . Era ferma dietro al bancone, e i suoi occhi non si staccavano da quelli di Blaise, che non voleva mollarla. La guardava, la teneva incatenata a se.
“Prometto e mantengo, e sono venuto qui per riscuotere il premio…” Hanne, Theodore e Draco assunsero la medesima espressione, non comprendendo quella affermazione, sfrontata e schietta. Draco e Theodore si avvicinarono di qualche passo, per ascoltare meglio, per comprendere a cosa si riferisse l’amico.
“Il premio?”Hanne era confusa, non ricordava di aver parlato di premi la sera prima, o di averne promesso. Blaise sfoderò il suo sorriso malandrino, e poggiandosi al bancone pose la volontà che quella notte aveva occupato la sua mente.
“Esci con me” Non era una domanda, ma un invito. Non le stava chiedendo di poter avere l’onore di ricevere un iptetico si, ma le stava semplicemente dicendo che da li a poco, l’avrebbe raggiunta, e portata in un luogo lontano, dove le loro parola sarebbero state  lo sfondo del loro incontro. Draco quasi non si strozzò, spalancò gli occhi, non nascondendo la sorpresa e l’incrdulità di quella proposta. Si voltò verso Theodore , temendo di non aver udito bene, ma lo sguardo dell’amico gli diede conferma della pazzia di Blaise. Si sporse per intromettersi, ma fu fermato da una gomitata in pieno stomaco, e dovette ritirarsi.
“U-uscire insieme?” Hanne ingoiò con forza, spaesata e confusa. Hermione serviva i clienti, ma percepì perfettamente quella richiesta, e maledì il turista Tedesco, che tentennava sulla zuppa inglese o cioccolato.
“Si, io e te…”Blaise era sicuro di ciò che voleva. Voleva nuovamente la tranquillità di quello sguardo, voleva nuovamente che la risata cristallina risuonasse nelle sue orecchie. Voleva lei che lo guardava con quegli splendidi occhi, di cui non riusciva a farne a meno.
“ O-ok…” Hanne sentì la sua volontà di decidere lucidamente venir meno, e senza tentennare ulteriormente accettò. Draco bisciò qualche maledizione tra i denti, che fu colta da Hermione, che sgretolò il cono tra le mani. Theodore sorrise ,e silenziosamente uscì di scena, mentre i due, concludevano quell’accordo, con dolci sorrisi,  e ancora perdendosi ognuno nello sguardo dell’altro.
 
 
 
 
 

 Angolo Posta:
eccomi con il terzo capitolo di questa fic, che dedico alla mia cara 
whitesnow . ma naturalmente ringrazio tutte le persone che mi seguono e che mi commentano, sperando di non deluderle ad ogni capitolo, e sperando in altri commenti che possano aiutarmi a continuare e conlcludere bene la mia FIC! Grazie a tuttiiii!! Un bacio
Medy ( ex sfiammella....che is dead) <3 
  
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