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Autore: cOstanza    16/02/2013    2 recensioni
-Weasley, non posso credere che tu scrivi ancora su un diario!-.
-Malfoy, mi sembra che tu faccia la stessa cosa!-.
La faccia di Malfoy diventò tutta rossa, e lo vidi serrare la mascella.
-Non è la stessa cosa!- affermò con prepotenza.
Risi.
-Quindi non stai tenendo un diario segreto come tutte le bambine?-.
Mi avvicinai a lui e, con le mani, presi i miei capelli per formare dei codini.
-Scorpius è una femminuccia, Scorpius è una femminuccia.-
Digrignò i denti e afferrò i miei polsi con forza.
-Non sono una femminuccia.-
La sua voce era tagliente.
-Davvero?-.
Sentivo il mio cuore battere veloce, come se stesse correndo.
Avvicinò il suo viso al mio.
-Si...- sussurrò.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Salvarsi la pelle*

 
 


5 settembre 2022

 


Stare seduto, per ore, su una panca di legno accanto alla porta dell'infermeria non era mai stato il mio sogno. Sicuramente, non volevo stare lì, eppure c'era una sensazione dentro di me che mi obbligava a rimanere seduto.
-Caduta libera...-.
-Situazione stabile...-.
-Femore rotto...-.
Tutte parole che riassumevano in pochi secondi la situazione.
Dal mio punto di vista, io non avevo salvato la Weasley. Diciamo che l'avevo semplicemente intercettata sulla mia scopa. Stava cadendo ed io l'ho presa perché ero proprio sotto di lei. Un peso niente male, visto che siamo praticamente caduti dalla scopa entrambi. Io ho solo attutito la sua caduta.
Quindi non l'avevo salvata.
-Grazie a Merlino c'era Malfoy sotto. Se non ci fosse stato, non oso immaginare ciò che sarebbe successo...-.
-Non posso credere che devo rendere grazie ad un Malfoy. E' qualcosa di vergognoso.-
-Non essere altezzoso, Ronald. Quel ragazzo ha salvato la vita di tua figlia, gli dovresti fare minimo una statua.-
I genitori della Weasley erano accorsi dopo una chiamata da parte della Preside. Ma, per quanto la madre, praticamente la fotocopia della ragazza, fosse simpatica, provavo un odio quasi profondo per il padre, un uomo sulla quarantina, con folti capelli rossi e gli occhi di Rose.
Weasley. Gli occhi della Weasley.
-Signor Weasley, non permetta che una vecchia divergenza tra lei ed il signor Malfoy mini i suoi ringraziamenti. E' giusto che lei ringrazi Scorpius.- La voce della Preside raggiunse le mie orecchie senza particolari problemi. Praticamente, parlavano a dieci centimetri di distanza, quasi ignorando la mia presenza.
-Te l'assicuro, zio, Scorpius è un ragazzo esemplare- asserì in mio favore Al, accanto a me, seduto dandomi le spalle. Tutti erano animatamente coinvolti nella conversazione. Solo io, seduto con la schiena appoggiata al muro, non vi partecipavo.
Continuavo a ripensare a quegli occhi, a quel corpo che cadeva e che magicamente piombava tra le mie braccia. Ma poi, tutto riconduceva agli occhi. I suoi occhi verdi che ora chiudevano il mio cuore, lo tenevano serrato in una morsa invisibile.
-Ne sono certa, Albus. Infatti, Ron non intendeva dire niente di offensivo. Il tuo amico ha salvato Rosie, gli dobbiamo la nostra più umile riconoscenza.-
-Non ce ne sarà bisogno- intervenii io, meccanicamente. Non mi rendevo conto di quello che facevo. Mi alzai e, abbassando il capo, mossi qualche passo verso i suoi genitori tenendo i pugni ben stretti accanto ai fianchi. -Non voglio la vostra riconoscenza.-
-Ah, toh! Ora non accetta nemmeno i grazie! Tipico di un Malfoy...- cominciò a borbottare Weasley, girandosi verso la moglie.
-Ron, smettila, non fare il deficiente. Scorpius, capisco che...-.
-Posso vedere la ragazza?- domandai alla Preside, interrompendo la donna.
La Preside mi guardò sconvolta, però annuì. Mosse la bacchetta ed io riuscii ad entrare all'interno dell'infermeria, accompagnato dai lamenti per niente soavi del signor Weasley.
Quando le porte si chiusero dietro di me, riuscii a notare l'unico letto occupato. I capelli rossi spiccavano, illuminati dalla luce ed il suo viso candido quasi si perdeva nella luminosità che lo sfiorava.
Con passo lento, mi avvicinai al letto della ragazza, senza smettere un momento di osservarla. Non avevo mai visto Rose -Weasley, WEASLEY!- così rilassata, così... splendida.
Mi avvicinai ancora a lei e mi accucciai lievemente accanto al suo letto. Osservai di nuovo i suoi lineamenti, cercando di annotarmi ogni dettaglio del suo viso, di imprimerli bene nella mente.
All'improvviso dietro di me si aprì di botto il portone dell'infermeria. Affannato, con gli occhi rossi e i capelli scompigliati, Finnegan entrò.
-Dov'è, dov'è?- continuava a ripetere. Poi il suo sguardo cadde su di me. -Cosa diavolo ci fai qui, Malfoy?-.
Mi rizzai. Lo osservai e sorrisi.
-Controllavo la tua ragazza. Volevo solo assicurarmi che fosse ancora viva.-
Tom serrò la mascella.
-Bene, ora che l'hai vista, fuori.-
Non me lo feci ripetere due volte. Con una velocità che caratterizzava noi Cacciatori di Quidditch, mi volatilizzai.
 
 
 

7 settembre 2022

 

Tutti, all'interno di Hogwarts, non facevano altro che parlare della quasi caduta della Weasley, ovviamente omettendo la parte in cui finivo sotto di lei e le evitavo di sfracellarsi contro il terreno. Dicevano che era "quasi un miracolo che si fosse salvata". Avevo solo voglia di andare lì e dire: -Ehi! Sono io che l'ho salvata!-, ma poi mi immaginavo le loro facce che mi chiedevano: -E perché l'hai salvata?- e a quella domanda ancora non trovavo risposta.
Quella mattina, mi sedetti al tavolo dei Serpeverde ed avvertii qualche paio di occhi su di me. Quando li alzai, vidi che Finnegan e Taylor, l'amica di Weasley, mi fissavano, l'una con aria preoccupata, l'altro con odio.
Cosa diavolo voleva quel Finnegan? Non avevo chiesto io di salvare la sua ragazza, di trovarmi casualmente sotto la sua scopa e di prenderla al volo. Poteva benissimo farlo lui, inforcare una scopa e saltare alla volta della sua amata, ma... Non era accaduto.
-Ti stai prendendo tutta la gloria, eh?- domandò una voce dietro di me. Avvertii la pacca sonora di Albus sulla mia spalla e si sedette accanto a me.
-Gloria? Quelle oche pensano solo che sia per un colpo di fortuna che la Weasley si sia salvata.-
-Ed invece c'eri tu.-
-Ed invece c'ero io- ripetei sussurrando, osservando il mio piatto pieno di frittelle.
-Mi sembra impossibile dirtelo, ma hai veramente salvato mia cugina- affermò Albus.
-Beh, tua cugina di certo non è una piuma.-
-Però, l'hai salvata, e di questo- continuò imperterrito Al, mettendomi una mano sulla spalla -te ne sarò sempre grato.-
Mi girai verso di lui ed incontrai gli occhi verdi smeraldo. Mi ripeteva non si sa quante volte al giorno quanto fosse fiero di possedere quel colore degli occhi, così chiari e rinfrescanti, perché ricordavano un prato a primavera, ma soprattutto perché appartenevano a suo padre, e prima di lui a sua nonna. Quindi era quasi una sorta di etichetta, che mostrava quanto fosse simile al padre, in tutto e per tutto. Per anni, in quegli occhi avevo trovato rifugio, ma in quel momento volli fuggire.
Mi alzai e me ne andai subito, cercando di scacciare il pensiero che si stava formando nella mia mente, per paura che Albus, con quei suoi occhi, riuscisse a leggermi la mente.
Avrei preferito non essere stato io a salvare la Weasley.
Assorto completamente nei miei pensieri, non mi resi neanche conto che Finnegan mi superò con passo veloce e sparì dietro il muro. Non so ancora perché lo seguii, perché cominciai ad appiattirmi contro la parete e pedinarlo come un criminale, ma lo feci.
Quel ragazzo non mi piaceva per niente. La sua aria da santarellino e da giovane perfetto non mi ingannava. C'era decisamente qualcosa sotto e, in un modo o nell'altro, l'avrei scoperto.
Mi fermai all'istante.
Perché lo stavo seguendo? Ero del tutto impazzito? Cos'era quella sensazione che si era formata all'altezza dello stomaco e mi aveva fatto digrignare i denti? Ero confuso. Decisamente confuso. Confuso più di quanto in primo, durante una partita di Quidditch, un bolide mi aveva colpito. Questa volta, però, il Bolide lo aveva lanciato qualcun'altro, o qualcun'altra.
Vidi Finnegan girarsi intorno e poi entrare nella Stanza delle Necessità. Mio padre mi aveva insegnato tutto quello che bisognava sapere su quella strana Stanza, come entrarci, come nascondere le cose, come poter poi nascondere le proprie tracce. Potevo dire di essere un esperto. Quando Finnegan si chiuse la porta dietro di sé, sgusciai fuori dal mio nascondiglio e mi posizionai davanti alle enormi ante.
Desidero andare dove sta andando Finnegan, desidero andare dove sta andando Finnegan..
Due secondi dopo, la porta si aprì lentamente e di soppiatto, come se sapesse che volevo nascondermi da lui. La stanza era molto simile al dormitorio verde-argento. C'era il divano di pelle nera, il camino su un lato, un enorme tappeto sotto il divano con lo stemma di Serpeverde. Mi nascosi dietro un muro e guardai Finnegan avvicinarsi al divano. Spostai lo sguardo su di esso e notai una ragazza seduta. Aveva lunghi capelli biondi e spalle ferme. Era un profilo che conoscevo bene..
-Hai fatto presto- affermò quella ragazza, voltandosi verso Finnegan.
Sgranai gli occhi.
Alice Nott, Serpeverde fino al midollo, stava guardando sorridendo il ragazzo davanti a lei. Appoggiò il gomito sul divano e poi posò la testa sul braccio.
-Appena ho ricevuto il messaggio, sono venuto.-
-Notevole.-
Finnegan si avvicinò a lei e le accarezzò il braccio.
-Sei turbato, Tom?- domandò Alice.
Vidi il ragazzo sospirare e circondare il divano, per poi sedersi accanto a lei.
-A volte preferirei non doverle mentire.-
-A Rose?-. Alice gettò un sospiro di indignazione e si buttò contro il divano, con una mano sul viso. -C'è sempre lei di mezzo.-
-No!- fermò Finnegan. Le prese la mano che la ragazza teneva sul viso. Poi le accarezzò il volto e le sorrise.
-Allora, piantala di pensare a lei e pensa a me.-
-Lo faccio già tutto il mio tempo.-
-E allora perché sei qui, con me, e pensi a lei?-.
-Mi sento un traditore.-
Beh, non è che non lo sei, razza di verme schifoso, pensai, cercando di non saltargli al collo.
Alice si avvicinò a lui e gli posò una mano sul petto.
-Però il tuo cuore batte per me.. E quindi, non tradisci nessuno che ami veramente.-
Finnegan la guardò e sorrise, poi si gettò con prepotenza sulle sue labbra. La stinse a lui e scivolarono sul divano.
Mi nascosi meglio dietro il muro e pregai di essere fuori di lì il prima possibile. Le porte ascoltarono il mio desiderio e si aprirono di soppiatto. Sgattaiolai fuori di lì e strinsi i pugni. Poi, alzai lo sguardo e sorrisi.
Finnegan, Finnegan, Finnegan, sei nei guai.
Pensai di correre subito da Ros, dalla WEASLEY!, e pregarla di aprire gli occhi sul suo ragazzo, ma mi fermai all'istante. Chi mi dava il permesso di intromettermi così nella sua vita? Chi mi dava il permesso di andare da lei e dirle che il  suo ragazzo se la spassava animatamente con un'altra?
Nessuno.
Quindi, non avevo alcun diritto di andare lì e magari rovinarle la giornata. Forse, però, l'avrei solo salvata da un ragazzo che non l'amava veramente.
Se le avessi detto qualcosa, Finnegan sarebbe venuto da me e avrebbe preteso una spiegazione, e una rissa era proprio l'ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento. Se non le avessi detto niente, nel momento in cui l'avrebbe scoperto, avrebbe sofferto lo stesso. In entrambi i casi, Weasley avrebbe sofferto, ed io non volevo che questo succedesse.
Sgranai gli occhi di fronte al mio pensiero.
Non volevo che la ragazza soffrisse per uno scemo? Scossi la testa, cercando di non pensarci.
Non le avrei detto niente. Non potevo, non volevo. Non potevo immischiarmi in affari che non mi riguardavano e non volevo farla soffrire. Io ne dovevo stare fuori, per salvarmi la pelle.
E' un po' troppo tardi per dirti che non volevi immischiarti, Scorpius.
Oh, coscienza, taci!












********

Spazio autrice:
Ciao a tutti :)

prima di tutto, vorrei chiedere scusa a tutte le persone che attendono le mie storie. VI CHIEDO SCUSA IN GINOCCHIO. La scuola mi sta massacrando, non reisco neanche a trovare il tempo per scrivere i capitoli, ed infatti questo mi sta mandando al manicomio. Non riesco neanche a portare avanti Delirium, che doveva essere la mia priorità. -.-
Quindi, vi chiedo di perdonarmi e di apprezzare questo piccolo capitolo, che per quanto possa essere minuscolo, ha un'importanza rilevante. 
Passiamo, dunque, al capitolo.
Scorpius ha salvato Rose. Salvato è una parolona, lui stesso sente la pressione, ma nessuno riconosce il fatto che, anche se per puro caso, il ragazzo abbia salvato la bella dagli occhi verdi prendendola tra le braccia. 
Eppure, lui, in questo caso, si sente incredibilmente legato a lei. L'ha guardata un attimo ed è scoccato qualcosa. 
Magia?
Può darsi. 

Nel prossimo capitolo, il punto di vista cambierà e tornerà a parlare Rose ed il suo passato verrà a galla, attraverso le pagine del suo immancabile diario.

Ringrazio chi leggerà questo obrobrio di capitolo.

Ringrazio chi potrebbe avere la pazienza di leggere questo capitolo e, incuriosendosi, aspetterà il seguito.

Ringrazio chi leggerà l'intera storia e dirà quanto possa fare ribrezzo :)

In modo particolare ringrazio la mia beta, Red_Roses, che con amore e pazienza, e tanta tanta forza di volontà, si dedica alla lettura dei miei capitoli. MA QUANTO PUO' ESSERE BELLA? *-*

Un bacione enorme,
C.





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