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Autore: sciao_bela    16/02/2013    0 recensioni
un trasferimento,una nuova casa, un uovo lavoro e...il vero amore!!! Questa storia parte da una borsa di studio,un lavoro in un bar, ad un incontro misterioso,alquanto strano,insolito,che fa sbocciare un vero,grande amore:Marianna e Zayn sono i protagonisti,gli amanti,che stanno sempre inssieme fin quando un giorno...........
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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rono Liam, mentre io salì da Sofia. Bussai alla porta e sentii un flebile “avanti”.

Io:”Ehi!” dissi entrando. Mi sedetti sul letto, accanto a lei, e la abbracciai. Lei si sfogò liberando il suo pianto che, con fatica, opprimeva.

Io:”Ehi, devi essere felice per te! Poi...Liam...beh, capirà e ritornerete insieme, fidati!” Si strinse ancora di più a me e pianse, sfogando il suo dolore.

La mattina dopo, i ragazzi non vennero, ma ci mandarono un messaggio che ci diceva di stare tranquille che era tutto ok. Tutte ricevemmo un messaggio, tutte tranne Sofia. Passammo tutta la giornata ad aiutare Sofia a fare le valige, cercando di fare cretinate pur di vederla sorridere. Dietro il suo sorriso nascondeva un dolore immenso, e dagli occhi si notava: non era più la pazza innamorata, ma la povera ragazza col cuore infranto. Il pomeriggio ci vedemmo un film horror, per decisione di Sofia appunto. Durante tutto il film, io non facevo altro che piangere e lanciare urli per la paura! Le altre ridevano, e io invocavo il nome di Zayn abbracciando e stritolando Alessia. Finito il film andammo tutte a letto. Non riuscendo a prendere sonno scesi in cucina, dove trovai Sofia che divorava una barretta di cioccolata.

S: “Neanche tu riesci a dormire?” risposi di no. Mi offrì della cioccolata quando d'un tratto sentimmo dei forti colpi alla porta d'ingresso. Prendemmo un cucchiaio di legno e una padella molto pesante e, con molta cautela, ci avviammo all'uscio. Aprimmo. C-c-cosaaaa? Non credevamo ai nostri occhi! Ma era lui, Liam! Era ubriaco, con una bottiglia di vodka in mano e si manteneva in piedi a stento!

Li: “Ti prego non partire, non lasciarmi da solo, di nuovo!” Supplicava, barcollando, fissando Sofia con gli occhi pieni di lacrime.

S: “Cosa vuoi!” Disse con un tono autoritario.

Io: “Fallo entrare, dai!” Lo fece entrare e lo fece stendere sul divano. “Vado a prendere delle coperte.” Continuai avviandomi sopra a prenderne una. Intanto Sofia lo fece sdraiare sul divano.

Li: “TI prego, no, non un'altra volta! Non voglio restare senza di te, non ci riesco! Sei tutta la mia vita. Non ti lascerò partire, perché.......perché io ti amo...!” Disse tirandola a se e baciandola. Io, con la coperta in mano, li stavo osservando immobile per non disturbarli. Andai un secondo in bagno e, al mio ritorno, si erano addormentati una sull'altro! Che teneri!

La mattina dopo fummo svegliati da un urlo, quello di Liam. Accorremmo tutte da lui ma non avemmo il tempo di arrivare che sbatté la porta in modo violento lasciandoci tutte perplesse e confuse.


 

POV'S LIAM

Finalmente era li tra le mie braccia, non ci credevo! Per un pelo non l'avevo persa. Era bellissimo sentire il suo profumo e guardarla mentre si addormentava. Era mia e niente e nessuno me l'avrebbe portata via. Erano appena le 8:30 e un raggio di luce mi svegliò facendomi aprire lentamente gli occhi. Focalizzai l'immagine della stanza ma... ma dov'è? Non la vidi più. Probabilmente si era già svegliata. La cercai in cucina, ma non c'era. Allora provai a cercarla di sopra ma nemmeno; dopo essere sceso nel soggiorno mi accorsi di un biglietto che era attaccato allo specchio: “Caro Liam, mi dispiace di non averti svegliato stamattina con un bacio o con una carezza, ma mi faceva male allontanarmi salutandoti con una lacrima che bagnava il mio viso. Spero che un giorno tu mi possa perdonare per tutto il male che ti ho fatto. Di alle ragazze di non preoccuparsi per me e di stare sempre unite e che niente e nessuno possa rovinare l’amicizia che c’è tra di noi. Ti voglio bene e te ne vorrò per sempre! P.S. I LOVE YOU”. Il foglio era umido per le lacrime che sono uscite dai suoi bellissimi occhi. Mentre leggevo le lacrime scendevano sole e una rabbia saliva lentamente in corpo e per la troppa ira accartocciai il biglietto.
Non ci credo l’ho persa per sempre, come ha potuto lasciarmi. Dalla mie labbra uscì un urlo straziante.
Le ragazze accorsero subito da me, ma non li diedi tempo di capire che cosa stesse succedendo che sbattei forte la porta di casa. La volevo trovare a costo pure di dare l’anima al diavolo ma la volevo trovare e stringerla forte e non lasciarla andare. Non volevo che andasse via da quella casa, dalle sue amiche e specialmente da me, non potevo sopportare la sua mancanza e quindi decisi di andare di dirigermi immediatamente all’aeroporto e riprendermela e portarmela via.

POV’S ME

Ma che diavolo è successo? Perché è uscito così di fretta? E dov’è Sofia? Incominciarono a girarmi per la testa un’ infinità di domande a cui non sapevo dare risposte plausibili, quando ad un certo punto sentì Francesca che mi disse
Fr:“ Hey ma…ma che cos’è quella cosa per terra?”
Fe:“Cosa?”
Ale:“E’ un pezzo di carta?”
Io:“ Sicuramente…ma è successo qualcosa tra quei due! Magari ora vedo cosa c’è scritto”dissi con un tono di voce piuttosto preoccupato e impaziente di sapere che cosa aveva così tanto fatto infuriare Liam. Incominciai a leggere la lettera ad alta voce affinché potessero ascoltare anche le ragazze. Lentamente le lacrime incominciarono a scendere su ognuno dei nostri visi e le mie caddero sulla lettera poggiandosi su quelle di Sofia! Era doloroso averla distane e non sentire la sua voce che ti consolava, o che ti faceva sorridere, le sue parole che ti ispiravano fiducia e i suoi abbracci che facevano sentire protetta da tutto il resto che si trova intorno! Le ragazze erano molto tristi compresa io ma sapevamo che era il suo sogno e che niente e nessuno l’avrebbe ostacolata per seguirlo, quindi restammo li immobili senza dire niente ma sentendo una parte di noi che adesso era lontana.
Ma adesso eravamo preoccupati per Liam. Chissà cosa stesse facendo e come stava.

POV’S LIAM

Presi le chiavi della macchina e mi diressi immediatamente ad essa. Misi in moto e partii. Non ci voleva! C’era molto traffico e nella mente ripetevo sempre le parole che erano citate nella lettera. Non riuscivo a togliermele dalla testa. Finalmente dopo mezz’ora di strada arrivai all’aeroporto con il cuore che palpitava forte e con lo stomaco in subbuglio. Quasi non riuscivo a capire quello che stessi facendo, e nella mente ripetevo sempre le parole che avrei potuto dirle ma tanto era inutile poiché appena l’avrei vista mi sarei scordato tutto. Tolsi le chiavi dalla macchina e correndo mi diressi con molta fretta all’interno dell’aeroporto. Oddio! Troppa gente… non riuscivo a vederla e incominciai a chiedere alla gente se l’avesse vista, facendogli una descrizione molto dettagliata, ma nessuno delle persone a cui ho chiesto mi seppe rispondere. Improvvisamente nel panico più totale si avvicinò a me una signora che faceva parte del centro assistenza che mi incominciò a parlare
C.A.:“Ha bisogno di aiuto per caso?” 
Io:“ Emm…si magari…”risposi con molta preoccupazione “…mi sa dire se il volo numero 2583 per Los Angeles è partito?” guardai la signora con molto timore. 
C.A.:“Il volo per Los Angeles è partito giusto 5 minuti fa, mi dispiace!” e si allontanò.
In quel momento sentii il mondo crollarmi addosso. Ormai era troppo tardi. Era andata via. Non l’avrei più rivista per 2 anni. Non ci credevo, o meglio non ci volevo credere. Il mio ieri, il mio oggi e il mio domani era andato via da me silenziosamente lasciando un vuoto dentro.
Allora avvilito e con il cuore spezzato, ritornai in macchina e con molta lentezza delle lacrime amare incominciarono a rigarmi il viso e incominciai a piangere, ripensando ai momenti più belli e felici che passammo insieme. Arrivato a casa le ragazze mi chiesero dove fossi andato e cosa avessi fatto per tutto il tempo, ma non dissi niente e mi chiusi nella stanza del mio amore. Con molta calma aprii l’armadio dove aveva tolto tutti i vestiti. Ma vidi una maglia. Era la sua maglia preferita. Perché l’ha lasciata qui? La presi con le mani tremanti e con molta angoscia la portai al mio volto. Aveva ancora il suo odore. Il suo bellissimo profumo alle rose che le regalai per il suo compleanno. 
Ad un certo punto la rabbia esplose in me e incominciai a gridare e ad imprecare Dio perché mi avesse fatto questo, anche se ero consapevole che non era colpa sua, presi le foto e gli oggetti che erano situati sul comodino e le scaraventai per terra. Tra questi vi era il portafoto dove eravamo raffigurati noi due abbracciati e felici. Già come eravamo felici! Felici e spensierati come due innamorati che si amano. D’un tratto sentì delle voci che si avvicinavano sempre più alla porta della stanza. Erano le ragazze.

POV’S ME

Liam era strano! Non lo riconoscevamo più. Era stanco e avvilito, tanto da non dar peso a quello che gli stavamo dicendo. Era triste e confuso, qualcosa l’aveva scosso profondamente. Sicuramente la partenza improvvisa di Sofia.
D’un tratto sentimmo delle grida e dei forti rumori. Ma che diavolo stava succedendo? Io e le ragazze ci affrettammo a salire le scale, ma nella fretta Alessia inciampò e cadde facendosi male al ginocchio. Però non si fece molto male e quindi proseguimmo le scale, fino ad arrivare dinnanzi la porta della camera di Sofia da dove provenivano i rumori. Aprimmo la porta e vedemmo un disastro. Era tutto sottosopra. Il letto era disfatto, i cassetti dei comodini rotti e i cuscini erano per terra. Ad un angolino della stanza vedemmo Liam. Era stremato e disperato.
Fe:“Ma cosa è successo qui dentro?” disse con un’aria sbalordita e confusa.
Fr:“Liam stai bene?” disse guardando il suo viso triste rigato da lacrime.
Ale:“Già… hai bisogno di qualcosa?”.
Ma lui non rispose a nessuna delle domande che gli erano state poste. Stava malissimo, era diventato un pezzo di legno, non reagiva a niente e a nessuno. Voleva solo rivedere la sua Sofia, la ragazza che amava tanto e che avrebbe continuato ad essere innamorato. Allora decisi di parlarci e rivolgendomi alle ragazze dissi
Io“Ragazze potreste uscire un attimo? Dovrei parlare un po’ con Liam!”. Le ragazze annuirono e guardandolo con aria compassionevole uscirono dalla stanza. Allora mi avvicinai a lui con molta calma e, gli chiesi come stava, ma lui rimase lì, immobile senza dirmi niente. Era bruttissimo vederlo in quello stato. Ad un certo punto misi le mie mani sul suo viso, accarezzandolo.
Io:“ Sfogati, piangi fai quello che vuoi, ma ti prego non tenerti tutto dentro. Noi ci siamo e ci saremo sempre per te,quindi dimmi qualcosa!”dissi versando anch’io alcune lacrime. Non sopportavo che Liam stesse così male, perché ormai per me era diventato un fratello come d'altronde anche gli altri ragazzi. E in quel momento non ce la fece più e scoppiò a piangere, e senza esitare l’abbracciai forte e cercai di calmarlo. Dopo averlo consolato decisi di scendere giù nel salone dove c’erano le altre che aspettavano qualche novità e invitai Liam a scendere con me.
Li:“ No…grazie, preferisco stare un altro po’ da solo!” Senza obbiettare, mi diressi alla porta e gli sorrisi per poi aprire la porta e scendere per raggiungere le ragazze. Una volta che arrivai nel soggiorno le altre mi chiesero come stava e gli dissi che stava sempre male ma si era calmato. Allora tirarono un sospiro di sollievo e prepararono la cena.

  
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