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Autore: Fiamma Erin Gaunt    16/02/2013    1 recensioni
1977, la prima guerra magica infuria e Voldemort recluta seguaci.
Il giovane Regulus Black desidera unirsi a lui per ripristinare il giusto ordine nel mondo; cosa accadrà quando incontrerà Charis Selwyn, misteriosa ed imprevedibile Serpeverde, che sembra essere l'unica in grado di capirlo sul serio?
Ciascuno, a modo suo, trova ciò che deve amare, e lo ama, la finestra diventa uno specchio; qualunque sia la cosa che amiamo, è quello che noi siamo.
Dal capitolo 5:
- Black, si può sapere che ti prende? –
- Non mi prende nulla, piuttosto, come mai sei qui? Mulciber è un baciatore così pessimo da spingerti a fuggire? – replicò stizzito.
- Ti prego, dimmi che non ti stai davvero atteggiando a marito tradito – esclamò divertita.
- Io non mi atteggio a niente, ma non sono un pupazzo con cui puoi giocare e aspettarti che non provi nulla, Selwyn – le soffiò a fior di labbra, rabbioso.
- Non ti avevo mai visto perdere il controllo, mi piace questo Regulus – commentò, mordicchiandosi il labbro con fare provocatorio.
D’impulso annullò la distanza che li separava, reclamando le sue labbra come se fossero una sua proprietà e cingendole i fianchi.
Genere: Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bartemius Crouch junior, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Rabastan Lestrange, Regulus Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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 Cap 5














 
Mentre finiva di prepararsi, Charis si ritrovò a pensare a Regulus Black. Lo aveva sempre considerato un tipo particolare, non era arrogante come suo fratello, ma era molto abile nella sottile arte della manipolazione; era una cosa che aveva imparato ad osservare durante i loro anni di scuola, quando lo aveva visto diventare sempre più rispettato anche dagli studenti degli ultimi anni. Inizialmente aveva pensato che fosse unicamente dovuto alla sua parentela con Bellatrix Lestrange, che a distanza di anni Serpeverde ancora ben ricordava e rispettava, ma poi era giunta alla conclusione che quella fosse una caratteristica tipica di Regulus.
In un certo senso, in lui vedeva una sua immagine, ma non sapeva ancora dire se la cosa la disturbasse o meno. Di sicuro, la incuriosiva più di quanto avessero fatto tutti gli altri studenti della scuola.
Scosse la testa, riscuotendosi dai suoi pensieri, e osservò il riflesso che il grande specchio a figura intera le rimandava.
Doveva ammettere che sua madre ci aveva visto giusto quando le aveva regalato quello splendido abito da sera color smeraldo, che le fasciava il corpo mettendo in risalto le curve senza risultare volgare e riprendeva il colore degli occhi. L’acconciatura, un elegante chignon, le lasciava liberi un paio di ricci ad incorniciare artisticamente il viso. Sorrise, consapevole di essere decisamente all’altezza della gelida bellezza di Regulus Black, e si avviò verso la Sala Comune.
Lo trovò ad attenderla, appoggiato alla parete accanto all’ ingresso dei dormitori, con il solito sorriso sghembo.
Si avvicinò lentamente a lui, constatando con compiacimento che il sorrisetto per un istante era vacillato. Evidentemente lo aveva colpito, considerò.
- Vogliamo andare, Regulus? – esordì, porgendogli la mano e sincerandosi che Mulciber, seduto poco più in là, la sentisse chiaramente.
- Naturalmente – assicurò Regulus, portandosi la mano al volto, in un lento baciamano, e posandola sul suo braccio.
Charis avvertì la solidezza dei muscoli al di sotto dell’ elegante completo di sartoria e rinserrò la presa.
- Devo dedurne che mi hai perdonato? – le chiese, non appena furono lontani da orecchie indiscrete.
La ragazza gli rivolse un sorriso altezzoso – Non so di cosa tu stia parlando, Black –
Regulus trattenne una risata, era evidente che, a dispetto della sua aria gelida, le sue parole l’avevano ferita.
- Sai, stai molto bene con quest’abito – aggiunse, osservandola dalla testa ai piedi e rendendosi conto per la prima volta che la Selwyn era davvero bella. Si sorprese di non averci mai pensato prima, forse ciò era dovuto a quell’aria di irraggiungibilità che l’avvolgeva.
- Solo con quest’abito? – replicò lei, con un tono tra l’indignato ed il risentito che lo lasciò di stucco.
- No … assolutamente no. Cioè, stai sempre bene – balbettò imbarazzato, non era sua intenzione quella di offenderla, ma doveva riconoscere il fatto di essere un disastro nel fare i complimenti.
Charis osservò l’aria impacciata del ragazzo e scoppiò a ridere – Rilassati, Black, stavo solo scherzando – chiarì, ancora scossa dalle risate.
Regulus le lanciò un’occhiata offesa, non gli piaceva quando qualcuno si prendeva gioco di lui.
- Comunque, devo dire che anche tu fai la tua gran bella figura in completo – aggiunse, con l’aria di chi non era abituata ad elargire complimenti alla leggera.
- Solo in completo? – la punzecchiò, sorridendo malizioso.
- Non montarti la testa, Black – replicò ironica.
Regulus sorrise e le aprì la porta dello studio di Lumacorno, invitandola a precederlo.
Per l’occasione il professore aveva fatto le cose in grande, la stanza era stata ingrandita e sontuosamente addobbata, inoltre erano presenti gli esponenti più in vista della società magica. Non c’era che dire, Lumacorno sapeva coltivare bene le sue amicizie.
- Regulus, Charis, miei cari ragazzi, sono contento che ce l’abbiate fatta a venire – esordì l’uomo, avvicinandosi ai suoi studenti preferiti e indirizzandoli verso un gruppo di distinti gentiluomini, tra i quali spiccava il celebre battitore Ludovic Bagman.
- Ecco il ragazzo di cui ti parlavo, Ludo – esordì Horace, spingendo leggermente in avanti Regulus.
Il battitore gli rivolse un sorriso amichevole e gli strinse la mano.
- Horace mi ha parlato molto di te, a quanto sembra sei un Cercatore eccezionale – esordì, con un vocione allegro che ben si adattava al suo aspetto.
- Diciamo che me la cavo – replicò diplomaticamente.
- È anche modesto – commentò Ludo in tono scherzoso.
Charis, stufa di tutti quei convenevoli, prese la parola.
- Scusatemi, signori, spero mi perdonerete se vi rubo il mio cavaliere per un paio di giri di danza –
- Oh, ma certo. Vai pure, Regulus, non bisogna mai contraddire una dama, specie se bella come la tua – replicò Bagman, strizzandogli l’occhio con fare complice.
Regulus annuì, congedandosi con un sorriso garbato, e condusse Charis sulla pista da ballo.
- Finalmente, non ne potevo più di starli a sentire – sospirò la Selwyn, allacciandogli le mani dietro al collo e lasciandosi guidare a tempo di musica.
- Anche io, ma è sempre meglio stringere “amicizie convenienti” il prima possibile, indipendentemente da quanto la loro conversazione sia noiosa – replicò, sfoderando i modi del perfetto uomo d’affari.
- Del resto nessuno si aspetta che Bagman sia un abile oratore, il suo compito è respingere Bolidi – concluse Charis con una punta d’ironia.
La frecciatina era chiara: i giocatori di Quidditch non dovevano necessariamente essere grandi intellettuali, ma Regulus decise di passarci oltre. Non aveva senso mettersi a discutere nel bel mezzo di una serata, che per giunta si prospettava piacevole.
Erano al terzo ballo quando una mano picchiettò discretamente sulla spalla di Regulus.
- Posso rubarti la ragazza per un ballo, Black? – interloquì Mulciber, con un sorriso di sfida sul volto dai tratti scolpiti.
- Se Charis non ha niente in contrario – replicò, lanciandole un’occhiata interrogativa.
Charis soppesò la situazione, in fin dei conti si trattava di un ballo, e non aveva voglia di dare spettacolo davanti a tutti, come era certa sarebbe accaduto se si fosse rifiutata.
- D’accordo, un ballo solo – acconsentì, sciogliendo la presa da Regulus e accettando la mano che gli porgeva Mulciber.
Regulus corrugò la fronte, accigliato, ma si limitò ad un – Ci vediamo tra poco – appena sussurrato e si diresse verso il tavolo delle bevande, dove c’erano Rabastan e Barty intenti a sorseggiare dell’Idromele.
- Sembra che il tuo fidanzato sia geloso – commentò Mulciber, con un ghigno divertito, stringendola a sé leggermente più del dovuto.
- Sai, Mulciber, non credo che la conversazione sia compresa nel ballo – commentò ironica.
Lo sguardo di lui si rabbuiò – Mi detesti davvero così tanto, Selwyn? –
- Io non ti detesto, Mulciber, mi limito ad ignorarti, quando me lo consenti – precisò.
- Eppure sembri andare molto d’accordo con quel bamboccio viziato, non capisco cosa ci trovi in lui –
- Non mi aspetto che tu lo capisca –
- È un manipolatore, quando si sarà stufato di te, ti getterà via e passerà alla prossima – insistè.
Charis inarcò un sopracciglio – Chi ti dice che non sia io ad usarlo? –
Mulciber la osservò, perplesso, - Non lo ami? –
- Non credo che ciò che provo siano affari tuoi – ribattè pacatamente.
- Mi basta un sì o un no, Selwyn, non chiedo altro –
- Bene, Mulciber, al momento non provo amore per nessuno all’infuori di me stessa – decretò, mettendo insieme la risposta più diplomatica che le venne in mente.
Il ragazzo parve rassicurato e tornò a sorriderle sfrontatamente.
- Era quello che volevo sentire, sappi che non mi ti farò sfuggire, ottengo sempre quello che voglio – asserì, mentre la mano le accarezzava la schiena lasciata scoperta dal vestito.
- Siamo in due, allora – decretò, cercando di ignorare il fastidio che provava per quella vicinanza forzata.
In una frazione di secondo le labbra del ragazzo si appropriarono delle sue, coinvolgendola in un bacio infuocato che si trovò suo malgrado a ricambiare.
- Credo che il tuo tempo sia scaduto, Mulciber – osservò, dal momento che la canzone era stata sostituita da un’altra più vivace.
- È stato un vero piacere, Charis – assicurò, calcando appena sul nome, e lasciandola libera di tornare da Regulus.
 
 
 






*****
 






Regulus non aveva perso di vista neanche per un attimo i due sulla pista da ballo e aveva frantumato il calice di cristallo che stringeva tra le mani, quando aveva visto Mulciber posare le labbra sulle sue.
Quello che lo aveva fatto star male, dal momento che aveva facilmente immaginato un tentativo di seduzione da parte di lui, era stato il fatto che Charis avesse ricambiato il bacio.
Uscì sul terrazzino che dava sul Lago Nero, non aveva voglia di continuare a guardare quei due.
- Ehi, che ci fai qui fuori? Si gela – commentò la ragazza, affiancandolo e stringendosi tra le spalle nel vano tentativo di scaldarsi da sola.
- Ti riguarda, forse? – replicò bruscamente.
Lo disturbava il fatto che fosse tornata da lui come se non fosse successo niente, ma non riusciva a capire il perché. In fin dei conti loro due non stavano insieme, la loro era solo una recita, ma quel bacio lo aveva comunque fatto soffrire.
- Bè, non vorrei passare le giornate al tuo capezzale, solo perché hai deciso di farti venire una polmonite – replicò ironica.
- Nessuno ti costringe a farlo –
- Black, si può sapere che ti prende? – chiese, prendendolo per un braccio e costringendolo a girarsi.
- Non mi prende nulla, piuttosto, come mai sei qui? Mulciber è un baciatore così pessimo da spingerti a fuggire? – replicò stizzito.
Charis sgranò gli occhi; certo, ora sì che era tutto chiaro, li aveva visti scambiarsi quel bacio e se l’era presa.
- Ti prego, dimmi che non ti stai davvero atteggiando a marito tradito – esclamò divertita.
Gli occhi grigi di lui lampeggiarono di furia repressa a stento e l’afferrò per un polso, incastrandola tra il suo corpo ed il parapetto.
- Io non mi atteggio a niente, ma non sono un pupazzo con cui puoi giocare e aspettarti che non provi nulla, Selwyn – le soffiò a fior di labbra, rabbioso.
- Non ti avevo mai visto perdere il controllo, mi piace questo Regulus – commentò, mordicchiandosi il labbro con fare provocatorio.
D’impulso annullò la distanza che li separava, reclamando le sue labbra come se fossero una sua proprietà e cingendole i fianchi.














Spazio autrice:

Finalmente il loro primo bacio! Tuttavia, se pensate che le cose da ora saranno rose e fiori, vi sbagliate di grosso u.u
Al prossimo capitolo.
Baci baci,
              Fiamma Erin Gaunt
  
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