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Autore: harrys    16/02/2013    7 recensioni
Omegle era un sito, come dire, stupido.
Potevi chattare con gente anonima, scambiare opinioni e idee, ma per l'ottanta percento era costituito da maniaci e pervertiti provenienti da tutto il mondo; pur tralasciando l'ultimo dettaglio, Omegle rimaneva un sito infantile e poco interessante.
E se avevi la fortuna di capitare gente okay, rischiavi di cliccare erroneamente la x all'angolo della finestra e di terminare così la conversazione. Per sempre, perché anche con tutta la fortuna del mondo non saresti mai più riuscito a ritrovare la persona con cui stavi chattando tra trentamilacinquecento utenti online.
Omegle era un sito stupido visitato da gente stupida. Ma, si sa, in tutto esistono delle eccezioni.
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«Non è possibile, Harry – replicai, abbassando lo sguardo – Il Destino, il Fato o come vuoi chiamarlo.. non esiste»
«Se il Fato non esistesse, - mormorò lui puntandomi gli occhi addosso – Noi non saremmo qui»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(Fifth Chapter)
ice rink.

«Ariel, dannazione svegliati!»
Socchiusi gli occhi assonnata, infastidita dalle urla della ragazza al mio orecchio destro. Avendo notato di essere in biancheria intima di fronte a lei, la quale però non sembrava essersene neppure accorta tanto era agitata, sollevai con un sospiro il lenzuolo avvolgendolo frettolosamente al corpo.
«Sta prendendo a fuoco la cucina, ti vuoi sbrigare?» grugnì Pixie, incitandomi a fare veloce e a seguirla. Lanciai un’occhiata di sbieco a Zayn, ancora sotto le coperte con gli occhi velati dal sonno, chiedendo pietà col solo sguardo. Rise tirandomi scherzosamente un cuscino che riuscii a schivare per un pelo, per poi correre via seguendo il tanfo sempre più intenso man mano che ci avvicinavamo alla cucina. Vidi con ribrezzo Louis che tentava di soffocare le fiamme con un panno umido tenendone un altro sulla bocca, mentre Pixie era nel frattempo corsa in suo aiuto.
«Stavo saltando gli spaghetti in padella quando ha preso fuoco tutto!» spiegò affannato.
Fiamme color amaranto, alte un paio di centimetri, si ergevano prorompenti sulla padella. Afferrai mestamente un coperchio e con esso tappai le fiamme, le quali in pochi istanti si ridussero in cenere.
«Sei un genio!» esclamò Pixie fiondandosi tra le mie braccia.
«Non bisognava essere un genio per capirlo – esclamai sbigottita – È tutta una questione di logica.»
«Ieri sera l’uscita è stata un fiasco – disse poi cambiando di colpo discorso e umore – Spacciatori in ogni angolo, giuro. Pontia è quasi morta soffocata, ha ingerito un sasso pensando fosse una caramella.»
«Avrebbe mangiato una caramella presa da terra?» domandai sciogliendomi in una smorfia di disgusto. Ero a conoscenza del fatto che fosse una ragazza strana, ma speravo non fino a quel punto.
«Oh no, volevo offrirgliela io – ridacchiò Louis – Ma non pensavo ci cascasse davvero.»
«Siete delle pesti – scherzai estraendo dal frigorifero il cartone della limonata e lanciando un’occhiata fugace all’orologio da muro – Mi avete svegliato alle sei del mattino quando non c’è scuola, vi odio!»
Pixie ridacchiò, «pazienza, sopravvivrai.»
«Ehi Lou, piuttosto, perché stavi cucinando alle sei del mattino?» chiesi mentre sorseggiavo la bevanda asprigna direttamente dal contenitore. Potevo farlo, essendo l’unica in casa ad apprezzare una bibita sana che non fosse alcolica e che non gelasse la testa al primo sorso.
«Cucinavo per il pranzo, dato che dopo si va a pattinare.» esclamò entusiasta il ragazzo, rubandomi imperterrito il cartone dalle mani e posandolo in frigo. Il suo maniacale desiderio di voler vedere tutto in perfetto ordine all’interno della casa mi infastidiva a tal punto che il desiderio di buttarlo fuori a calci non mi abbandonava mai, peccato che fosse il fidanzato della mia migliore amica e che pagasse un quarto della pagnotta mensile.
«Pattinare? Voi non sapete pattinare – borbottai – E neppure io!»
«Pattinare in coppia è romantico – Pixie guardò Louis – E noi siamo romantici.»
«Se voi siete romantici Explorer è più veloce di Chrome – sospirai, stringendomi nel lenzuolo dal freddo – Vado a vestirmi, e non toccate i fornelli per favore.»
«Sì signor Capitano!» urlarono in coro i due, battendo buffamente una mano sulla fronte. 
Tornai in camera trascinandomi pigramente sulle babbucce, storcendo il naso per il fetore che nel frattempo si era propagato in tutto l’edificio. Bussai due volte alla porta, entrai.
«Zayn, dormi – sussurrai vedendo il ragazzo fissare con sguardo vacuo il soffitto – Sono ancora le sei del mattino.»
Mi accucciai sotto le coperte accanto a lui che mi cinse delicatamente le spalle col braccio e mi posò un bacio sulla fronte, «che è successo di là?»
«Niente di serio – mormorai posandogli la mano sul petto – Lou e Pixie vanno a pattinare più tardi, vuoi andare?»
«Perché no?» mormorò accarezzandomi la nuca.
«Perché non sappiamo pattinare, non abbiamo i pattini, potremmo annoiarci – elencai sollevando ad ogni pretesto un dito – Ci sarebbero tanti motivi per cui dire no.»
«E tanti per dire sì – abbozzò un sorriso – Dai,
andiamo. Sarà divertente.»
Sospirai, «okay. E con i pattini come la mettiamo?»
«Ce ne sono a bizzeffe lì, li danno in prestito.»
«Okay, mi hai convinto – sospirai rovesciando la testa all'indietro – Andremo a pattinare.»

La pista di pattinaggio era immensa tanto che era impossibile osservarla per intero con una sola occhiata. Era piena di bambini, coppie e professionisti che saltavano e danzavano sui pattini come se poggiassero sulla normale terraferma.
Zayn e io ci incamminammo mano nella mano verso l'entrata, dove un bigliettaio grasso, sudato e completamente calvo ci sorrideva meccanicamente.
«Buongiorno e benvenuti alla pista Ice Angel – esclamò annoiato – In cosa posso aiutarvi?»
«Due biglietti, per..»
«Aspettate, ci siamo anche noi! - strillò Pixie alle nostre spalle, correndoci incontro seguita a poca distanza da Louis – Quattro, i biglietti sono quattro.»
L'uomo ci lanciò uno sguardo interrogativo e ci porse i biglietti, «venti sterline grazie, dovete noleggiare anche i pattini?»
«Due paia, grazie.» sorrisi cortesemente, guardando con la coda dell'occhio Pixie piegarsi in due col fiatone per la corsa. Louis mi lanciò un'occhiataccia, rimproverandoci col solo sguardo per averli lasciati indietro in strada.
«Ecco a voi – fece riluttante il bigliettaio, porgendoci i pattini – Taglia standard. Potete andare, buon divertimento e buona giornata.» recitò.
Già attrezzati, Louis e Pixie entrarono subito in pista senza neppure aspettarci – ripagandoci con la stessa moneta – mentre noi ci avviavamo verso gli spogliatoi.
«C'è un freddo cane qui.» borbottai tremando come una foglia, forse a causa della leggerissima t-shirt con scritto ''Ice? No thanks'' indossata solo per essere in tema, per la quale però rischiavo di prendere una terribile influenza.
«Questi pattini sono stretti.» sbottò Zayn, strisciando la lama sul pavimento per testarla.
«Dai, andiamo, sarà divertente – lo scimiottai – Dov'è andato a finire quell'animo trasgressivo di stamattina?»
Zayn rise, «l'importante è stare insieme.» e sgattaiolò via.
«Piano, non correre!» gridai senza ricevere alcuna risposta dal ragazzo, il quale era già entrato in pista tenendosi sempre ben saldo sulla ringhiera. Feci anch’io il mio ingresso agitando elegantemente le braccia in aria nel vano tentativo di parere una pattinatrice professionista, ma fui subito costretta a sostenermi sulle sue spalle per evitare di ruzzolare sul ghiaccio.
«Tesoro.» sorrise guardandomi intenerito.
«Odio questo posto – grugnii per l’ennesima volta, tirandogli un pugno sul petto – Questa è la prima e l’ultima volta che mi trascini con te in un posto del genere, signorino Malik!»
Scoppiò a ridere, cingendomi i fianchi. «Sei bellissima quando ti arrabbi, amore.»
«Piccioncini, stop – squittì Pixie tirandomi un buffetto sul fianco – Zayn, te la rubo un attimo.»
Lanciai un’occhiata interrogativa a Zayn e immediatamente venni trascinata via dalla bionda, che pattinava serenamente senza alcun segno di cedimento.
«Corri! – sbottò acida, tirandomi ancora per il polso – Muovi un po’ quei piedi che non cadi.»
«Ma io non so pattinare! – urlai al culmine dell’esasperazione – Si può sapere dove mi stai portando? Giuro che se è una delle tue..»
«Stai zitta un attimo! – strillò coprendo la mia voce – Siediti, devo dirti una cosa importante.»
Scendemmo dalla scaletta togliendoci i pattini e dirigendoci affannosamente verso gli spogliatoi. Pixie mi incitò a sedermi sulla panca, obbedii fissandola con sguardo interrogativo.
«Forse mi odierai per questo – iniziò con un sospiro – Ma poi mi ringrazierai. Forse pensi che non sia la cosa migliore da fare in questo momento, ma magari lo è..»
«Smettila – sbottai – Passa al dunque.»
Inspirò chiudendo gli occhi, «c'è Harry.»
Aprii bocca per dire qualcosa ma ero troppo scioccata per formulare una frase di senso compiuto. Il riccio mi si presentò davanti, gli occhi puntati sul pavimento e il viso per metà nascosto dal cappuccio della felpa. Tamburellava nervoso sui jeans, mentre Pixie alternava lo sguardo da me a lui, con un ghigno stampato sulle labbra.
«Vi lascio soli.»
La guardai allontanarsi, giurando che al termine di quell'imbarazzante incontro l'avrebbe pagata cara. E strozzarla mi sembrava la vendetta minima.
«Quella è matta.» disse soltanto Harry, facendo spallucce.
Sogghignai, «già. Mi dispiace, sai.»
«Non è nulla.»
Silenzio di tomba. «..Ariel.» aggiunse, inghiottendo a vuoto.
«È-è impossibile - balbettai, incrociando le braccia al petto – Non è possibile che.. tu e io.. oh, hai capito.»
«Lo so – sibilò Harry, mordendosi il labbro inferiore – T-ti va di bere un caffè?»
Sussultai, non potevo assolutamente lasciare Zayn così su due piedi e andare al bar con uno sconosciuto, perdipiù il fattorino per cui lo sapevo essere geloso. Sospirai facendo spallucce mentre il cellulare vibrava nella tasca dei jeans.
«Scusami.» sussurrai mentre toglievo il blocco. Due messaggi inviati uno il minuto dopo dell'altro, di Pixie e di Zayn.
''Amore, dove sei?'' di Zayn, ''Lo distraggio il tuo boy, tu va' a bere qualcosa con Harry!'' da parte di Pixie. Sbuffai, arrivando a chiedermi se i due – Pixie ed Harry – non si fossero messi d'accordo prima dell'incontro e se dagli armadietti non sarebbe uscito un cameraman che mi avrebbe urlato ''Siamo su Punk'd!''. Harry mi fissava paziente e solo in quel momento notai che mi stesse porgendo qualcosa. Un biglietto per lo sconto in pizzeria.
«Oh.» dissi solamente, grattandomi la nuca.
«Tieni, è un regalo.»
«P-perché?»
«Così mi vieni a trovare.»
Scoppiai in una fragorosa risata, non sapevo se per la battuta o per la disperazione.
«Allora, quel caffè?»
«Oh, s-sì – balbettai, annuendo distrattamente – Oh, Zayn, se mi vedessi adesso..»
«Cosa? Non ho sentito.»
«Nulla – sospirai, prendendo il cappotto dall'attaccapanni e stringendolo tra le braccia – Andiamo.»
__________________________

Buongiorno!
Non so con che coraggio ho pubblicato il capitolo, dopo aver abbandonato la long per un mese. Perdonatemi çç
Non voglio dilungarmi perché l'ho già fatto col capitolo, quindi mi limito a ringraziarvi di cuore per le recensioni e perché stiamo raggiungendo le
CENTO seguite, e siamo solo al quinto capitolo! Grazie, siete stupendi/e :)
Ah, domanda che si pongono in molti: non ci saranno più discussioni su Omegle?
Sinceramente non ho ancora proseguito coi capitoli quindi
NON LO SO, ma.. magari ce ne saranno più avanti ;)
Al prossimo capitolo :D
Bacioni,
Lu
p.s. Vi va di passare dalla mia nuova mini-long sovrannaturale sui ragazzi, Welcome back? :)


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