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Autore: Birbi_alex    16/02/2013    17 recensioni
Con lui doveva andare diversamente, lui era diverso. E in un certo senso ero diversa anche io.
Perché da quando l’avevo conosciuto mi sembrava di impazzire, non mi era mai capitato di avere la pelle d’oca solo perché qualcuno mi sfiorava ma con lui era così. Non ero mai stata quel genere di ragazza che si invaghiva di un ragazzo solo per la sua bellezza, e non lo ero tutt’ora perché in effetti Zayn non era solo quello, era anche simpatico e intelligente, dolce ma serio, misterioso quanto espansivo. Sapeva chiudere i discorsi con le sue frecciatine anche meglio di me, e parlare con lui era quello che aspettavo in tutta la giornata.
Anche dopo essermi svegliata presto, non aver bevuto il mio caffè, aver assistito a lezioni noiosissime, vedere il suo sorriso e i suoi occhi riusciva a cambiarmi la giornata e renderla migliore.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota d'autrice: vi consiglio di ascoltare "Kiss me" di Ed Sheeran leggendo il capitolo, renderà più piacevole la lettura.





CAPITOLO 47

 

Mi incamminai verso la stanza di Liam e Zayn, la 118 se non sbagliavo, sbuffando.
Camille mi aveva fatto una testa tanta che avrebbe voluto dormire con Liam e mi aveva praticamente costretta a scambiarmi con lui.
Non che non mi facesse piacere, in questo modo sarei stata con Zayn tutta la notte.
Ma erano le undici di sera e mi trovavo a camminare per i corridoi di quell’albergo con indosso una canotta e dei pantaloni di una tuta, ai piedi solo dei calzini grigi.
Avevo in spalla una borsa con un cambio di vestiti per il giorno dopo e i miei effetti per il bagno.
Che poi non poteva andare lei? Io infondo avrei resistito senza il mio ragazzo per una notte, ma lei voleva dormire con Liam.. e alla fine sempre io dovevo finire nei casini!
Se ci avessero scoperto saremmo andati nei pasticci, era vietato che un ragazzo e una ragazza stessero nella stessa camera.
Arrivai davanti alla camera 118, cercando di fare il minimo rumore, e bussai alla porta.
Poco dopo la porta si aprì mostrando un Liam con indosso una maglietta grigia e dei pantaloni neri come i miei, i capelli un po’ spettinati.
Mi guardò stupito e in un sospiro si girò verso la stanza – ti chiamo Zayn.. – mormorò fraintendendo il motivo per cui fossi venuta.
- veramente è te che cercavo – lo fermai e lui si girò non capendo sbattendo più volte gli occhi.
- me? – chiese in conferma posandosi una mano sul petto colpito.
Sembrava piuttosto addormentato, gli occhi erano leggermente arrossati e faceva anche fatica a tenerli aperti.
- Camille mi sta scartavetrando le ovaie perché vuole dormire con te.. allora ho pensato che potremmo scambiarci per stanotte – proposi vedendolo spalancare nuovamente gli occhi.
- quindi io dovrei andare in camera vostra con Camille e tu resteresti qui? – chiese sperando di aver capito male e io alzai gli occhi al cielo annuendo.
- bravo, vedo che hai capito! Allora, per te va bene? – gli chiesi veloce sbuffando, non mi andava di stare ancora in corridoio.
- sì ma.. domani mattina ognuno torna alle proprie camere? – chiese, e quel suo sì mi era bastato per intrufolarmi nella stanza calda.
- ci incontreremo tutti direttamente in mensa per la colazione – mormorai distrattamente guardandomi intorno sotto il suo sguardo esterrefatto.
Era come la nostra, a destra il bagno e più avanti i due letti con un piccolo televisore davanti.
- che numero è la vostra camera? – mi chiese socchiudendo la porta.
- 096 – risposi guardandolo velocemente. Gli occhi cioccolato erano davvero leggermente arrossati, segno che aveva sonno. Povera Camille, lei già sognava la sua notte d’amore.. avrebbe aspettato!
- va bene.. – mormorò riaprendo la porta per uscire, prima che potessi ricordargli di prendere dei vestiti per cambiarsi il giorno dopo.
Fatto ciò si congedò un’ultima volta chiudendo finalmente la porta e lasciando la camera piombare nel silenzio.
Dov’era finito Zayn?
Posai la borsa vicino all’armadio e diedi uno sguardo ai letti ma non lo trovai, quando poi il rumore del rubinetto nel bagno mi fece rinsavire.
Lenta mi avvicinai alla porta del bagno e mi appoggiai al muro lì affianco.
- Malik, sei lì dentro? – chiesi come se non conoscessi già la risposta.
- chi sta parlando? – domandò lui non riconoscendo la mia voce. Probabilmente non aveva sentito il mio discorso con Liam.
- pensa un po’, chi ti chiama sempre per cognome? – ribattei divertita mordendomi il labbro.
- oltre ai miei prof.. la mia ragazza – rispose infine probabilmente capendo chi ero.
La mia ragazza.
- bingo! – esclamai divertita sentendolo ridacchiare da dentro al bagno – dai, posso entrare? – chiesi facendo per girare la maniglia.
- sì sì vieni, entra pure – disse cordiale dandomi il via libera per aprire la porta.
Mi dava le spalle, ma appena entrai lo vidi guardarmi nel riflesso dello specchio e sorridermi.
Si stava lavando le mani, l’acqua scorreva veloce e potei vedere della schiuma tra le sue dita.
Mi soffermai sulle sue spalle larghe messe in mostra dalla canotta nera che indossava.
- lo sapevo che eri davanti allo specchio! – esclamai dopo un po’ facendolo ridere.
Riuscii a godermi quel sorriso meraviglioso nello specchio e di rimando sorrisi anch’io.
- ma perché sei qui? – mi chiese riprendendosi dalla risata mentre io mi avvicinai a lui.
- indovina un po’? Liam stanotte dorme con Camille, quindi io starò qui – gli spiegai e lui spalancò gli occhi colpito asciugandosi le mani con l’asciugamano, lasciandosi sfuggire un sorriso sghembo.
- non mi dire.. – mormorò posando distrattamente l’asciugamano sul lavandino, per poi girarsi verso di me.
I suoi occhi si agganciarono ai miei e quasi mi mancò il fiato un attimo.
- e sentiamo, chi ti avrebbe mandata qui in ricognizione? – domandò curioso alzando le sopracciglia scure e inchiodandomi col suo sguardo.
- sappi che è tutta colpa di Cam! È lei che ha le voglie perverse, non io! – ribattei alzando le mani al cielo con innocenza, facendolo scoppiare a ridere in un secondo.
- tu corri subito a conclusioni affrettate, alla fine fai passare me per il pervertito – commentò facendo qualche passo indietro, ancora divertito.
- non mi permetterei mai! – risposi retorica facendo la parte della finta tonta, e lui sentendosi preso in giro accennò un altro sorriso allungando le mani verso il mio stomaco indispettito.
- no ti prego Zayn il solletico no! – schiamazzai impaurita correndo fuori dal bagno, fatto sta che subito lui mi fu dietro spegnendo la luce dopo il nostro passaggio.
Andai verso i letti, illuminati solo dalla tv e dalla luce delle abat-jour e cercai riparo dietro al primo materasso, ma il moro ci salì sopra arrivando comunque a me.
Urlacchiai impaurita cercando di bloccare le sue dita veloci quando girando appena la testa verso il televisore notai una partita di calcio, e non una qualunque.
- ma stasera gioca il Manchester e tu non mi hai detto niente?! – sbottai indignata facendolo fermare per fortuna, tanto che alzò lo sguardo allo schermo davanti a lui come me.
- ti ricordo che io sono del Liverpool! – rispose guardandomi quasi schifato, lasciando la presa sul mio stomaco nel vedermi sorridere felice.
- che c’entra?! Avresti dovuto avvisarmi! – esclamai tornando a guardare la mia squadra del cuore.
- per tua fortuna è iniziata solo da dieci minuti! – gli dissi vedendo scritto sullo schermo un dieci, allora sospirai vedendolo sedersi sul letto che doveva essere suo dato che riconobbi una delle sue magliette appoggiata al cuscino.
- ma che palle invece! Adesso mi dovrò subire tutta la partita.. – mormorò beccandosi uno schiaffetto sulla pancia da parte mia, che non poté nemmeno schivare.
- stai zitto e fammi spazio! – esclamai scavalcandolo malamente, per poi sedermi appoggiandomi alla testiera del letto singolo, e non ci volle molto che anche lui a carponi si sedesse vicino a me.
Erano ancora zero a zero.
- dai che stasera facciamo il culo a questi francesi! – urlai alzando un pugno in segno di vittoria e lo sentii ridacchiare accanto a me.
- speraci – mormorò e gli diedi una gomitata in risposta – piantala! – lo ribeccai anche infastidita cercando di seguire la partita, nonostante la sua tenacia fosse esilarante.
Stavano giocando bene ovviamente, ma la difesa del Monaco era brava e non riuscivano a far passare la palla in porta.
- non avete niente da mangiare? – chiesi dopo un po’ sentendo un certo languorino.
- nel cassetto dovrebbero esserci delle caramelle di Liam – mi rispose indicandomi con un cenno di capo il comodino alla mia sinistra.
Mi allungai per aprire il cassetto, dove trovai il pacchetto di caramelline gommose che mi sarei fatta bastare.
- sicuro che Liam non mi uccide se gli mangio le caramelle? – chiesi dopo un po’ affondando la mano nel sacchetto come avevo appena fatto anche lui.
- lui non farebbe male nemmeno a una mosca! – rispose con tono ovvio.
Liam era la persona più dolce sulla faccia della terra, dopo Zayn ovviamente.
Rise per la mia frase mentre io morsi una caramella col sorriso sulle labbra.
Sentii i tifosi agitarsi, allora alzai lo sguardo al televisore e in un batter d’occhio il Manchester United fece goal scatenando il mio orgoglio
- si! Lo sapevo! Guarda e impara Malik! – esclamai gasata per il goal tirandomi quasi in piedi sul letto mentre lui invece guardò male il televisore, come se potesse nuocere alla mia squadra.
- solo fortuna – commentò addentando una caramella.
- fortuna un corno! Loro sanno giocare che è diverso da quello che fa il Liverpool! – presi in giro la sua squadra e lui in risposta mi lanciò un’occhiata assassina facendomi ridere.
- farò finta di non aver sentito.. – mormorò guardandomi male accentuando le mie risate.
Dai, forse quella nottata non sarebbe stato così terribile e imbarazzante come pensavo.
 



 
Mi chinai a prendere le mie cose per il bagno dalla borsa, mentre dietro di me Zayn si era appena seduto sul letto.
- così mi tenti – esclamò quando mi piegai per chiudere la cerniera facendomi sbuffare imbarazzata.
- sei un cretino – mormorai facendolo ridere e il suono della sua risata riempì subito la stanza.
Mi girai tornando eretta e lo trovai a fissarmi fin troppo sorridente – cancellati quel sorrisetto da maniaco dalla faccia – gli dissi secca puntandogli un dito contro però non riuscendo a trattenere un sorrisetto divertito.
- non sono un maniaco! – si difese guardandomi negli occhi tirandosi in piedi, tornando così nella sua altezza imponente, almeno per me.
- io dico di si! Basta poco per farti contento.. – commentai infine avanzando di un poco verso il bagno incrociando le braccia sotto il seno.
- e sai io che ti dico per farti cambiare idea? Che sei più bella del solito oggi.. – disse infine facendomi arrossire appena, allora tornai indietro di qualche passo.
- devo prenderlo come un complimento? – chiesi non capendo avvicinandomi cauta lui, in attesa delle sue parole.
Mi meritavo tutto quell’amore, se amore davvero era? Mi meritavo tutte le sue attenzioni? Ero davvero così speciale come lui diceva?
- certo. Non vedi che sei stupenda? – sussurrò guardandomi con quei suoi occhioni scuri e sinceri, mettendomi quasi in soggezione.
Vidi il suo sguardo passare dal mio volto a tutto il mio corpo, e lo sentii deglutire anche forse.
- sei troppo dolce, mi fai venire il diabete! – scherzai e lo vidi trattenere una risata che però gli scappò poco dopo.
- allora ti porterò dal dentista.. poco mi importa! – rispose a tono facendomi arrossire di nuovo in un sorrisino, allungando una mano verso il mio fianco che catturò con facilità.
- di solito sono le ragazze che dicono tutte queste cose sdolcinate, devo preoccuparmi? – lo presi ancora in giro guardandolo con enfasi.
- io mi preoccuperei per te piuttosto, non ti ho colpito neanche un po’ con tutti questi complimenti – mormorò forse un po’ dispiaciuto facendomi scappare un sorriso.
- te l’ho già detto che mi fanno piacere.. è solo che non mi sembra il caso di urlacchiare come una quattordicenne col suo primo amore – spiegai per l’ennesima volta guardandolo in quegli occhi penetranti.
- ma perché? Adesso non ci sono gli altri, non ti sente nessuno se anche ti lasci andare a qualche smanceria – mormorò come un chiaro invito ad essere sincera con lui quella volta.
- lo sai che queste cose non fanno per me, vero? Sei tu il romantico nella coppia – lo avvertii sentendolo poi sorridere divertito.
Se mi fossi lasciata scappare tutto quello che pensavo su di lui sarebbe venuto un poema, altroché.
- andiamo.. – sussurrò dolce piegandomi in un sorriso.
Avrebbe pagato pur di sentire un mio complimento.
Esitai un attimo, cosa avrei dovuto dirgli? Tra le mille cose che mi passarono in mente in quell’istante non riuscii a sceglierne una.
Avrei potuto dirgli che il suo sorriso faceva mancare il respiro, che i suoi occhi erano più belli di qualunque stella, che quando rideva mi sentivo mancare la terra sotto i piedi, che ogni suo bacio era una droga per me.
- allora? – mi incitò e vidi le sue labbra aprirsi in un sorrisetto nervoso.
- non mettermi fretta.. sto pensando ad una frase d’effetto, voglio stupirti – risposi facendolo ridere e sentii le sue mani dietro i miei fianchi accarezzarmi la schiena lentamente.
- mi stupisco con poco, credimi – mormorò ma non gli credetti neanche un po’.
Lo guardai negli occhi che in quel momento rifletterono la luce fioca della lampada sul comodino a pochi metri da noi, e lentamente mi allungai per raggiungere le sue labbra.
Incerto ricambiò il mio bacio e se ne sentì lo schiocco prima che potessi staccarmi dalla sua bocca per appoggiare la fronte sulla sua.
- non ti cambierei con nessun altro – sussurrai puntando gli occhi nei suoi e vidi una strana luce attraversargli quelle pozze scure, quando un sorriso si aprì timido sul suo viso.
- questo è il massimo che sai fare? – chiese retorico sorridendomi sghembo e io in risposta sgranai gli occhi stupita.
- sono una dilettante io! Adesso vedo se posso fare di meglio.. – mormorai alla fine dopo avergli tirato una manata sul petto che lo fece solo ridacchiare.
Allontanai un attimo la faccia dalla sua per spostare, con un colpetto, i capelli che avevo sul viso ma lui fu più veloce di me e con un dito spostò una ciocca ribelle portandomela dietro l’orecchio come era solito fare, tanto che tremai sotto quel suo sguardo sicuro.
- ho.. fatto molti errori in vita mia. Il primo è stato quello di prenderti in antipatia i primi tempi, il secondo è stato pensare che fossi uno stronzo.. ma se tutto questo mi ha portato a te, sinceramente rifarei tutto da capo di nuovo perché adesso sono qui tra le tue braccia e non desidererei essere da nessun’altra parte – mormorai puntando gli occhi nei suoi sorridendo appena, per poi arrossire ripensando a quella frase smielata che gli avevo appena detto.
Ma poco mi importava, se sentire quelle cose lo rendeva felice perché avrei dovuto negargliele?
- ecco.. così va meglio – sussurrò accennando un sorriso felice prima di far combaciare le sue labbra con le mie un’altra volta, e il mio cuore fece una giravolta.
Ma quel bacio durò dannatamente poco per sfortuna, e quando si staccò andò a mordersi il labbro inferiore emozionato.
- oh, non dirmi che sono l’unica a sentire le farfalle nello stomaco in questo momento – scherzai vedendolo ancora contento per la mia frase, ma i suoi occhi si illuminarono nuovamente alle mie parole.
- perché, le senti? – chiese stupito mantenendo quel suo sorriso meraviglioso sul viso.
- sento gli pterodattili, altro che farfalle! – ribattei in un moto di coraggio scherzando e lui scoppiò in una risata sommessa per poi stringere la presa sul mio corpo e strusciare la guancia sulla mia, gli lasciai quindi un rumoroso bacio sulle gote rosse.
- e.. lo sai che ti adoro, vero? – sussurrò al mio orecchio quando un brivido mi percorse la schiena sentendo la sua voce roca ma allo stesso tempo tanto dolce.
- sei speciale – mormorai a bassa voce sul suo petto e lo sentii chiaramente sogghignare stringendomi tra le sue braccia.
Quell’abbraccio durò un tempo che sembrò infinito durante il quale posai una mano sul suo cuore che batteva veloce sentendo il suo respiro sul collo.
Mi baciò il capo passandomi una mano tra i capelli e poi sciolse l’abbraccio non prima di avermi sorriso adorante, poi lento fece il giro del letto per poi buttarcisi sopra.
- ma come? Proprio adesso che cominciavo ad essere smielata anch’io? – chiesi sconvolta lasciando andare le braccia lungo i fianchi facendolo ridere ancora, mentre allargò le braccia sdraiandosi meglio sul materasso.
- puoi continuare ad essere smielata anche qui sai.. – rispose accarezzando le coperte con la mano, ma quando vidi un sorrisetto malizioso comparire su quel faccino furbo alzai gli occhi al cielo non prima di essermi concessa una risatina.
- non approfitterai di me e del mio romanticismo temporaneo, sappilo – lo avvisai incrociando le braccia sotto il seno dirigendomi nuovamente verso il bagno.
- ma perché stai sempre a pensare male tu? – mi urlò dietro divertito quando superai l’angolo del muro aprendo la porta del bagno.
- non so.. forse perché ti conosco così bene da riconoscere quel tuo sorrisetto furbo da un chilometro di distanza? – ribattei prima di accendere la luce della stanzetta e chiudermi la porta alle spalle.
Mi pettinai i capelli e mi lavai il viso togliendo in parte il trucco che mi ero messa quel mattino, poi uscii dal bagno tranquillamente portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, la stessa che aveva toccato Zayn prima.
Lo trovai steso lì come l’avevo lasciato, e appena ricomparsi nella stanza lo vidi spostare lo sguardo sul mio corpo.
- allora.. vediamo un po’ che c’è in tv – borbottai avvicinandomi al televisore ma come previsto un suo urletto mi ridestò dai miei pensieri.
- no Scar, parliamo io e te! – esclamò subito dispiaciuto facendomi mi scappare un sorrisetto.
- e di cosa vorresti parlare ancora, sentiamo? – lo stuzzicai riposando il telecomando sul comodino e girandomi verso di lui, sedendomi sul bordo del suo letto.
- prima non dicevi che volevi continuare a fare la smielata, scusa? – chiese divertito sdraiandosi più comodamente.
- io non ho detto proprio niente, sei tu che hai cominciato – lo corressi guardandolo con enfasi, puntandogli un dito contro.
Si prese il tempo per ridere appena, poi mi guardò un attimo e continuò a parlare – dai vieni qui vicino a me, ti prometto che non ti mangio! – esclamò facendomi segno con la mano di stendermi accanto a lui, portandosi anche una mano sul cuore durante la promessa.
- guarda che ti tengo d’occhio.. – mormorai poco convinta delle sue parole facendo per mettermi in ginocchio sul letto e avvicinarmi a lui, ma un secondo dopo si tirò a sedere e allungò le mani verso di me, non gli ci volle neanche molto per prendermi per i fianchi e tirarmi tra le sue braccia, tornando così sdraiato insieme a me.
Risi per la mossa avventata e lo sentii ribaltare le posizioni lasciandomi stesa normalmente, mentre lui rimase al mio fianco a pancia in giù puntando i gomiti nel materasso per potermi guardare meglio.
Ad illuminare la stanza c’erano solo le luci fioche delle due lampade sui comodini, e i suoi occhi riuscirono a prenderne tutta la luminosità.
Diventarono color nocciola come poche volte li avevo visti, e mi fissavano in attesa di qualche mia parola.
Era perfetto.. ed era mio. I capelli mori erano quasi arruffati in quel momento ma erano belli anche così. In effetti anch’io lo vedevo sempre bello, come anche lui faceva con me.
Le labbra piene si aprirono in un sorriso imbarazzato dopo qualche secondo perché lo stavo fissando in silenzio.
- che c’è? – chiese confuso notando forse la mia tensione, accarezzandomi appena una guancia scendendo fino alla mascella.
- grazie – mormorai dopo qualche secondo spiazzandolo probabilmente.
- per cosa? – chiese non capendo, aggrottando le sopracciglia scure.
- per essere qui – risposi semplicemente e lo vidi trattenere il respiro – per non essertene andato come tutti gli altri – continuai vedendolo poi accennare un sorriso comprensivo.
- non me ne vado da nessuna parte Scarlett – affermò avvicinandosi più al mio viso facendomi perdere un battito, anzi forse anche più di uno.
- e grazie per tutte le attenzioni.. – dissi ancora quando fu ad un centimetro dalle mie labbra - ..perché anche se non lo faccio vedere mi fai arrossire ogni volta – ammisi guardandolo negli occhi, riuscendo ad aprirlo in un sorriso.
Si allungò sul mio corpo fino ad arrivare col viso sopra il mio, e affondò i gomiti sul materasso a lato dei miei fianchi per non pesarmi addosso.
- credi che non me ne accorga? – chiese stupendomi. Sapevo di arrossire spesso, ma non credevo si vedesse tanto.
- speravo non così tanto – mormorai un attimo prima di ricevere il suo bacio.
Posò le mani sulle mie guance mentre premette le sue labbra sulle mie lentamente, e come poche volte nella mia vita mi sentii felice.
Il suo profumo mi inebriò e quando il suo respiro s’infranse col mio, le sue guance sfiorarono le mie, il suo naso strusciò contro il mio, credetti di essere la donna più fortunata della terra. E in un certo senso lo ero. Non ero  ricca, non ero immortale, ma avevo al mio fianco qualcuno che mi amava che era la cosa più importante. Perché quando ero giù di morale, quando tutti mi davano contro, lui c’era sempre stato e mi aveva fatta sentire unica e speciale ogni volta.
Non era un bacio passionale, ingordo, era semplicemente pieno d’amore e dolcezza.
Si staccò dopo qualche secondo e col viso vicino al mio continuò a guardarmi in silenzio.
Ma era amore il nostro? Il mio sì. Potevo finalmente dire di essermi innamorata, ci ero cascata dentro con tutte le scarpe.
- ti amo – mormorò serio facendomi mancare il respiro per qualche secondo. Probabilmente se non l’avesse detto lui l’avrei detto io.
Mi amava.. e aveva appena firmato la mia condanna.
In ogni modo sarebbe andata tra noi alla fine mi sarei ricordata di lui per sempre, avrei paragonato ogni ragazzo a lui e tutti sarebbero risultati inferiori.
Nessun altro avrebbe avuto quegli occhi, quel sorriso meraviglioso, quei capelli, quella risata..
Nessun altro avrebbe sopportato il mio carattere come faceva lui, non avrebbero risposto alle mie frecciatine, non sarebbero riusciti a farmi perdere il fiato solo sfiorandomi.
- ti amo Zayn – risposi solenne con gli occhi lucidi per poi tornare alle sue labbra in un sospiro arrancato.
Quelle parole non sarebbero andate sprecate come spesso facevano tutti i ragazzi, noi le avremmo dette quando i sentimenti avessero superato ogni altra cosa, e così era successo.
- volevo stupirti per una volta, ma tu hai stupito me – ammise sulle mie labbra e sorrisi di rimando mentre le sue mani rimasero ancora sulle mie guance accarezzandole appena.
- non credi che io sia capace di amare? – gli chiesi divertita e lui rise muovendo la testa in disapprovazione.
- non credevo di meritarmi il tuo amore piuttosto.. mi hai colto alla sprovvista – mormorò infine sorridendo emozionato riempiendomi il cuore di gioia.
- allora ti prometto che d’ora in poi sarò più sincera con te – promisi mordendomi il labbro, già sapendo che me ne sarei pentita ma tutta quella dolcezza mi aveva mandato in pappa il cervello.
- non mi dire.. – commentò retorico ricevendo in risposta una mia linguaccia.
- per esempio ora mi piacerebbe uno dei tuoi complimenti – ammisi vergognandomi come una ladra, ma quando mi sorrise felice mi sentii subito più leggera.
- come.. che non ti cambierei con nessun’altra, che quando sei vicino a me mi batte forte il cuore? – mormorò sicuro di sé per poi prendermi una mano nella sua e portarla sul suo petto in modo che potessi sentire i suoi battiti accelerati.
Sotto il mio palmo avevo tutta la mia vita, e sapere di essere la ragione di tanto amore mi fece toccare il cielo con un dito.
Continuò a fissarmi forse in attesa di una mia io ero rimasi immobile a contare i battiti veloci del suo cuore.
Inavvertitamente tornò sulle mie labbra, prima cauto poi sempre più deciso.
Schiusi la bocca permettendo il passaggio alla sua lingua e la mano libera andò dietro al suo collo; in quel momento potei giurare di sentire i suoi battiti diventare sempre più veloci e mi mancò il fiato.
Lasciò la presa sulla mia mano permettendomi di spostarla sulle sue spalle com’ero abituata a fare, mentre la sua si posò  sul mio fianco.
Avevo bisogno di lui in quel momento, non avrei desiderato di essere in nessun altro posto se non tra le sue braccia.
L’altra mano che era rimasta sulla mia guancia andò tra i miei capelli per poi spingermi dalla nuca verso il suo viso.
Con una mossa veloce salì completamente su di me ma non opposi resistenza, mi stava piacendo fin troppo quella situazione, con lui ero sicura che non avrei commesso errori.
Famelico mi torturò le labbra con la lingua mentre allacciai appena le gambe attorno alle sue, permettendogli così di stare più comodo su di me.
Sentii la sua mano scivolare sulla mia schiena per poi infilarsi timida sotto la mia maglietta, che a contatto con la mia pelle fredda sembrò ardere.
Passai una mano tra i suoi capelli ribelli spingendolo verso la mia bocca, non desideravo altro che baciarlo.
Quando le sue dita percorsero tutta la mia schiena da sotto la maglietta una scia di brividi mi pervase come quel pomeriggio di qualche settimana prima, e non ci mise molto a sfilarmela.
Tornai con la testa sul cuscino mentre anche la sua finì sul pavimento mostrando il petto nudo.
Mi ancorai alle sue spalle quando tornò alle mie labbra cauto, aveva gli stessi dubbi che avevo io? Di certo no, lui aveva già avuto le sue esperienze e per un certo senso ne ero felice.. sapeva già a cosa saremmo andati incontro se non ci fossimo fermati.
E per il momento non avevo intenzione di fermarmi, anche se non potevo negare di avere paura.
Ma con Zayn sarebbe stato tutto perfetto, già lo sapevo.
- Scar sei sicura? – mormorò dopo un po’ sulle mie labbra e non so con che forza annuii.
Si mise più comodo sul mio corpo, nonostante avessimo ancora entrambi i pantaloni, e mi baciò con meno foga a quel punto, esperto.
Nella stanza risuonavano solo gli scocchi dei nostri baci.
Mi tremò il cuore quando mi resi conto che non sapevo cosa fare esattamente, come muovermi, dove mettere le mani, cosa dire.
- non so che.. Zayn – cominciai a dire in un sussurro ma il suo nome mi uscì in un ansito strozzato dato che cominciò a baciarmi il collo avidamente, stringendo la presa sulla pelle della mia vita.
- rilassati, sei tesissima – mormorò con voce più roca del solito lasciandomi una scia di baci caldi fino all’incavo dei seni, ancora coperti da un reggiseno scuro.
Sentii anche il suo naso accarezzarmi la pelle nel suo lento percorso e credetti di poter svenire da un momento all’altro quando mi lasciò un bacio rumoroso sopra l’ombelico.
- Zayn.. – lo chiamai nuovamente a voce flebile e non ci volle molto che strusciando il petto sul mio tornasse sulle mie labbra dolcemente.
A quel punto cercai un punto d’appoggio, e non mi ci volle molto per aggrapparmi con una mano alla base della sua schiena e con l’altra alle spalle larghe che sembrarono fatte apposta per me in quel momento.
Sentii il suo corpo caldo contro il mio e mi sentii viva come una delle poche volte in vita mia.
Le sue dita scesero lungo tutte le mie curve fino a raggiungere l’elastico dei miei pantaloni, dove cominciò ad armeggiare con il leggero fiocco che avevo fatto quella sera, tanto che dovetti aiutarlo appena riuscendo finalmente a slegarlo dopo poco.
Dai miei fianchi infilò le mani sotto il morbido strato della mia tuta nera e me la sfilò accarezzandomi le cosce fino all’incavo delle ginocchia, alzando il bacino solo per far passare i pantaloni che vennero poi subito calciati via, cadendo per terra.
Fece lo stesso con i suoi rimanendo così solo con indosso dei boxer scuri, contrariamente a me che avevo ancora entrambe le parti del mio intimo.
Portò una mano sulla mia guancia con dolcezza e me la accarezzò continuando a baciarmi, l’unica distrazione che mi permettesse di non farmi prendere dal batticuore.
Nonostante questo non smise di passare l’altra in lungo e in largo sulla mia pelle, e in quel momento in particolare sentii il suo tocco passarmi dalla coscia al sedere che sfiorò appena, prima di continuare la salita lungo i fianchi fino ad imbattersi nella parte superiore del mio intimo.
Sentii il cuore esplodermi nel petto quando cominciò ad armeggiare con il gancio del mio reggiseno, intimandomi di inarcare appena la schiena per facilitargli il lavoro, nonostante non ci mise troppo a sbloccare i due uncini di ferro e sfilarmi via le due coppe lasciando così il piccolo indumento cadere per terra sul tappeto.
- sei stupenda – mormorò sulle mie labbra in un bacio forse più sentito degli altri, perché premette anche il suo corpo contro il mio facendo scontrare nuovamente i nostri petti, questa volta senza impedimenti.
Sentii una leggera pelle d’oca partirgli dalla base della schiena dove tenevo la mano quando i miei seni strusciarono contro la sua pelle ambrata, tanto che si lasciò ad un gemito roco sulla mia bocca che fece accendere qualcosa nel mio basso ventre.
La paura che avevo avuto fino a poco prima se ne andò in parte, coperta da un velo di desiderio, di eccitazione forse.
Era come se il profumo del suo corpo, della sua pelle, unito al mio mi stesse drogando.
Strinsi la presa delle mie gambe intorno al suo bacino spingendo anche appena la sua schiena contro di me con le mani, cosa che non gli sfuggì perché si sistemò meglio sopra di me facendo così scontrare le nostre intimità, sebbene fossero ancora divise dal tessuto delle mutande di entrambi.
Avvertii la sua eccitazione premere contro il mio inguine, a tratti anche il mio centro se il moro decideva di slittare un po’ più in alto su di me, e mi sentii di nuovo impaurita.
Avevo paura del dolore che sapevo che avrei provato, temevo che qualcosa potesse andare storto, magari di non essere abbastanza, di non essere pronta per quel passo.
Mi afferrò di nuovo per la coscia, stavolta con l’altra mano, e tirandomi appena a scivolare lungo il cuscino mi resi conto ancora della sua erezione sulla mia parte sensibile, di come in effetti mi desiderasse.
E anche io lo volevo, però al sol pensiero mi tremavano le mani dal nervoso.
Strusciò il naso col mio e, sebbene dovesse essere lui a tranquillizzare me, avvertii il suo respiro pesante e mi morì il cuore in gola nuovamente.
- amore posso? – abbozzò con voce roca portando la mano libera all’elastico dei miei slip, e sentire le sue dita leggere passare sulla pelle delicata sotto il mio ombelico mi fece tremare.
- mi fido di te – mormorai guardandolo negli occhi scuri e dopo un lieve cenno di capo afferrò delicatamente i lembi delle mie mutandine tirandole giù lungo le mie gambe lattee, e poco dopo fece lo stesso con i suoi boxer che notai chiaramente perdersi nel lenzuolo chiaro.
Ora svenivo.
Si allungò sul mio corpo e chiusi gli occhi aspettando il peggio, quando invece un suo braccio andò ad aprire il primo cassetto del comodino e dentro di esso il portafoglio, aprii gli occhi in tempo solo per vederlo tirarne fuori una bustina quadrata blu che guardai con inquietudine.
Fece per aprirla ma notò il mio sguardo preoccupato puntato su di essa, tanto che si piegò in un sorrisetto premuroso lasciandomi subito un dolce bacio sulle labbra – stai tranquilla, andrà tutto bene – sussurrò prima di baciarmi un’altra volta e poi tornare ad armeggiare con il quadratino tra le sue mani, portandoselo via verso il basso dove lo sentii sollevare appena il bacino.
Dovevo calmarmi, davvero.
Socchiusi gli occhi perdendomi a guardare addirittura le crepe del soffitto dal nervosismo, finché il ragazzo sopra di me tornò a puntare i gomiti nel materasso ai lati del mio corpo, mandandomi di nuovo in confusione.
Non mi disse nulla, ma portò la bocca sulla mia prendendomi il viso tra le mani con dolcezza, baciandomi con trasporto ma comunque premendo il corpo contro il mio.
Per un attimo sentii la sua eccitazione premere con più prepotenza sul mio inguine e nello stesso momento in cui lui lasciò le mie labbra mi uscì un mugolio agitato.
- ehi guardami, guardami.. – mi richiamò stringendo la presa sulle mie guance con le mani, accarezzandomi la pelle con i pollici e fissando gli occhi nei miei, anche se forse non fu una buona idea perché mi sentii fin troppo vulnerabile così.
- sono Zayn, ok? E ti amo, non ti succederà niente. Avrai tutto il tempo che ti serve, appena mi dirai di fermarmi lo farò, ma rilassati.. sono qui con te, non avere paura – disse imprimendo quelle parole guardandomi negli occhi con quel suo sguardo unico, finché mi sentii di annuire.
Dovevo fidarmi di lui.
Premette ancora le labbra sulle mie in un bacio pieno di amore e dolcezza, staccandosi poi tenendo comunque le nostre fronti unite – adesso che ne dici di provarci, mm? – mormorò quelle parole che mi fecero tremare il cuore dalle viscere.
Non dissi niente ma i miei occhi risposero al posto mio, perché il moro mi divaricò maggiormente le gambe con le mani e si sollevò appena dal mio petto, per poi tornarci con un po’ più di pressione baciandomi con il trasporto di poco prima, probabilmente per distrarmi.
Io rimasi con le mani tremolanti sulla sua schiena, una alla base e l’altra sulle spalle, permettendomi di stringere la presa quando il suo membro cominciò a varcare la mia apertura in un circolo lento.
Mi si mozzò il fiato in gola e fui costretta a concludere quel bacio, restando però con la bocca accanto alla sua rendendolo partecipe del mio respiro affannoso che andò a finire sul suo viso.
Approfittò per tenermi in parte per un fianco, continuando ad entrare in me lentamente, cauto e pronto a sentire ogni mio lamento.
Strinsi i denti e mi promisi di essere forte, nonostante cominciassi a sentire un dolore acuto partire dal basso mano mano che approfondiva il contatto.
Mi morsi anche il labbro per placare dei deboli singhiozzi, finché arrivò a un punto dove non ce la feci più, allora scossi la testa velocemente chiudendo gli occhi, beandomi momentaneamente della sensazione di libertà quando sgusciò fuori velocemente dandomi respiro.
- stai tranquilla Scar, sta andando tutto benissimo.. fidati di me, ancora un altro po’ e poi è finita, va bene? – mormorò preoccupato girando il viso verso il mio, catturando di nuovo la mia attenzione.
- mi dispiace.. è.. è che.. scusami – balbettai nervosa pensando inizialmente di ammettere quando facesse male, ma non era colpa sua.
Lui avrebbe voluto tutto il bene per me, non dovevo farlo agitare, bastavo già io.
Zayn era l’unica certezza che avessi in quel momento, non potevo dubitare anche di lui.
Mi diedi della stupida, infantile, e scusandomi sulle sue labbra mi sforzai di baciarlo con convinzione, nonostante mi mancasse proprio quella.
Allacciai le braccia attorno al suo collo e mi spinsi fino a giocherellare con i suoi capelli, visto che dopo qualche secondo di confusione ricambiò il bacio a tono.
Non dovevo essere debole.
Notai come si fosse trattenuto prima, dato che si gonfiò nelle spalle continuando a baciarmi con più trasporto, stringendomi per i fianchi e prendendosi la libertà di affondare nuovamente dentro di me.
Decisi di impegnare la mia attenzione alle sue spalle e ai suoi baci, cercando di non fare caso alla fitta che mi colpì quando continuò ad entrare in me con più sicurezza di prima, perdendosi nelle mie labbra.
Quando però cominciai ad abituarmi a quel dolore familiare, Zayn decise di approfondire la cosa con una spinta più sentita che mi piegò in un gemito sinistro.
Morsi inavvertitamente il labbro al moro per il dolore e lo sentii allontanare il viso dal mio indispettito, piegandomi in un sorriso divertito nonostante sentissi due lacrime salate rigarmi le guance.
- so che ti vuoi vendicare ma vorrei poter usare ancora la bocca per mangiare domani mattina – commentò retorico prima che potesse accorgersi dei miei occhi lucidi.
- ehi.. – abbozzò quindi con un tono addolcito lasciandomi dei baci sugli zigomi umidi – dai che il peggio è passato, rilassati – mi avvisò unendo la fronte alla mia e cominciando ad animarsi in piccole spinte, venendo contro di me.
Come poco prima riportai le dita tra i suoi capelli tirandoglieli appena quando sentivo ancora male, cosa che continuò per un po’ finché con l’aumentare delle spinte il dolore si affievolì, o meglio forse mi ci abituai, e cominciai a sentire una sensazione di pienezza piacevole.
Allacciai meglio le gambe attorno al suo bacino e accompagnai come potei i suoi movimenti ritmici, perdendomi in un ansito quando sentii le sue labbra succhiarmi avidamente una parte del collo, probabilmente lasciandoci dopo un segno.
- Zayn – ansimai di nuovo a mezza voce inarcando la schiena, e quindi il corpo, contro il suo in un sospiro mozzato che lo fermò un secondo.
Mi aggrappai ai suoi capelli e a una sua spalla e socchiusi appena gli occhi quando ricominciò a muoversi dentro di me ritmicamente, aumentando quello che fui sicura essere piacere.
Mi morsi il labbro in un gemito ma fu subito catturato dalla sua bocca che venne in cerca della mia, mentre entrambi trovammo un equilibrio in quel movimento lento ma pieno.
Lo strinsi a me avidamente beandomi di come la mia mano potesse ravvivargli senza volerlo i capelli mori, rendendoglieli ormai spettinati e sparati in ciuffetti disordinati, donandogli un’aria che volle essere erotica almeno per me.
Non ci volle molto che la velocità delle spinte aumentasse gradualmente, tanto che sentii chiaramente vari ansiti uscire dalle sue labbra gonfie, e la sua voce roca in quelle condizioni uniche fu musica per le mie orecchie.
Nessuno dei due rimase abbastanza lucido per continuare a baciare l’altro, infatti Zayn allontanò in parte il viso dal mio portandolo più in alto, all’altezza del mio orecchio, prolungando così quel fugace momento in cui entrambi rimanevamo senza respiro alla fine di un suo movimento.
Adesso morivo sul serio.
Non mi persi neanche un suo gemito, un ansito o anche solo i singoli respiri pesanti che fuoriuscirono dalla sua bocca dato che arrivavano tutti al mio udito, piegandomi in delle scie di brividi mai sentite.
- Dio quanto ti amo.. – mormorò anche con voce roca dopo qualche tempo, e ogni neurone che mi fosse rimasto andò a farsi benedire, riuscii solo più a vedere il collo ambrato del moro sopra di me, che iniziai a baciare in un modo che sperai potesse fargli piacere.
Tutto d’un tratto i suoi colpi di bacino si fecero più forti e distanti uno dall’altro, mentre quella bolla di calore che sentivo in ventre cominciò a sciogliersi in un’altra tempesta di brividi e pelle d’oca, tanto che senza rendermene conto non sentii più nessuna parte del mio corpo.
Era come se ogni mia terminazione nervosa si fosse spenta improvvisamente, incanalandone l’energia nel mio centro.
Infine in un gemito liberatorio anche Zayn cessò di muoversi, rimanendo sopra di me col fiatone, infatti il suo petto continuò ad alzarsi con regolarità, come anche il mio.
Strinsi le braccia attorno al suo bacino accarezzandogli la schiena nella sua lunghezza fino alle spalle, finché in un sospiro uscii da me e si rigirò a pancia in su al mio fianco, portandosi parte del lenzuolo sui fianchi nudi.
Chiuse gli occhi scuri per qualche istante e approfittai di quel momento per raggiungerlo e raggomitolarmi accanto a lui, sentendolo anche circondarmi con un braccio per stringermi a sé.
Appoggiai la testa sul suo petto venendo continuamente mossa dai movimenti del suo respiro affannato, e posando una mano un po’ più in là notai anche il suo cuore battere a mille.
- ti amo da morire – mormorò dandomi un bacio sulla fronte, l’unico tratto di pelle che potesse raggiungere senza troppi sforzi, ma alzai comunque il viso verso il suo ricevendo un’ultima volta il sapore dei suoi baci, anche se quello fu breve e dolce.
- prima ho creduto.. di poter morire davvero per un istante, lascia perdere – commentai col fiatone appoggiando più comodamente la testa nell’incavo del suo collo, sentendolo ridere appena.
- comunque dopotutto hai visto che non è stato così terribile, no? – ribatté per spezzare il silenzio della notte, accarezzandomi le spalle scoperte dal lenzuolo che mi ero tirata addosso.
- già, penso sarebbe carino riprovarci un giorno – abbozzai cercando di essere maliziosa anche se quello che mi uscì fu senz’altro una battutina troppo imbarazzante, ma riuscii comunque a piegarlo in un’altra risata dati i piccoli singhiozzi in cui si agitò il suo ventre.
Mi persi nei dettagli della sua pelle, del contorno del suo petto, delle piccole imperfezioni sul suo stomaco e dell’accenno di peluria sotto l’ombelico, e passai le dita su ogni centimetro che riuscii a vedere, prima che allungando un braccio verso il comodino lui potesse spegnere la luce debole della lampada facendo così piombare la stanza nel buio.
- ti amo Zayn – ripetei chiudendo gli occhi stanchi, cullata dal rumore del suo respiro e dal suono quasi impercettibile delle sue labbra che si arricciarono in un sorriso felice.
















OH QUANTO AMO QUESTO CAPITOLO!
Oddio asdfghjkl ok adesso vado a sotterrarmi AHAHHAHAHAHAH
Ci tengo a precisare che ho ricontrollato questo lunghissimo capitolo tipo una ventina di volte, spero di aver descritto la scena bene.. insomma, ho fatto davvero del mio meglio.
Insomma è arrivato il "ti amo" e la scena d'amore.. potete ritenervi felici e soddisfatte dai ahah
Adesso manca solo più un capitolo çwwwç *voglio morire*
Aggiornerò venerdì 22, e avrò davvero tante cose da dirvi!
Potete trovarmi su twitter, sono @birbi_alex
Non so che altro dire.. spero che il capitolo vi sia piaciuto perchè è uno dei miei preferiti, a me emoziona tanto c:
Un bacione ragazzuole!
   
 
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