Buio e tempestoso
 
Buio e tempestoso fu quel giorno del 23 dicembre 1969, quando la burrasca della malinconia s’imbattè sulla mia anima senza forze.
Il mondo intero si era rivoltato contro di me, cercando ingenuamente di farmi crollare addosso alla malinconia che in quei giorni pesavano sulla mia Terra, niente più rimarrà di questo mondo e di questo incubo.
Aspetto ardentemente quest’emozione che non arriverà mai e quel che rimane della mia mente si chiede come mai quell’emozione, quell’essere pronta alla notizia, ancora non arriva.
Sento l’emozioni passarmi via, ma nessuna, riesce sul serio a toccarmi nel profondo.
E lo sprezzar del tempo, il mio tormento, cresce ad ogni respiro delle persone morenti.
Potrà mai un sorriso spuntare sul fiore delle mie labbra, o una rosa appassita dovrà posare per un giorno senza fine?
Quando vidi i suoi occhi violentati dalla morte e dal passato che soffoca quel respiro già leggero, mi chiesi come mai non ero io al suo posto.
Ancora ora la sua immagine non me la levo dalla mente, ogni cosa di quei tempi divenne sfocata col passar del tempo, delle ore, dei battiti, ma tranne quell’immagine ben vivida della fine nei suoi occhi.
Il sangue che scorreva dalla ferita mi puliva l’anima, ogni goccia equivaleva a una mia lacrima, ma nessuno sa che lui morì dissanguato.
Mai più lo rivedrò e sentirò quel cantare sonoro che era il suo.
Quant’è debole un essere umano difronte ad una pistola… e io lo sto per scoprire…
Infatti, quando morì, lo rividi, era bello più che mai, ma i suoi occhi non avevano quella solita la luce… l’unica cosa che mi mancherà di più di lui è proprio quella. La luce nei suoi occhi.