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Autore: Trillo Sbadiglio    16/02/2013    1 recensioni
"«Dimmelo un'altra volta, ti prego» gli chiese con le lacrime agli occhi. «Non è affatto divertente Scorp. Ed è già abbastanza umiliante senza che ti ci metta anche tu» rispose l'altro con voce seccata, ma con gli angoli della bocca impercettibilmente sollevati. «Certo che è divertente, non dire scemenze. Dovevi vedere la tua faccia, quando ti sei accorto di essere vestito da coniglio pasquale»
[...]
Arrivata al suo palazzo si promise che la casa dove sarebbe andata a vivere con sua sorella non sarebbe stata quella. Sicuramente non sarebbe stata al quarto piano senza ascensore. 'Fossi atletica, almeno'. Al primo piano si ritrovò sbuffante per il disappunto; al quarto ansimante per la fatica. Si trascinò fino alla porta, maledicendo tutti quelli che avevano contribuito alla costruzione di un edificio con più di due piani senza nemmeno uno straccio di montacarichi. 'La cosa più triste è che anche quell'obeso di Anacleto è più veloce di me'."
 
Una nuova generazione alle prese con amicizie e avventure. Una ragazza dal passato misterioso. Potter, Weasley e Malfoy ancora una volta alle prese con un pericolo sconosciuto. Mescolate il tutto e aggiungete cantanti stonati, amiche curiose e gatti davvero antipatici: "Dietro lo specchio" è servito!
Sbadiglio
Genere: Avventura, Commedia, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 6

Il presente dov'è?


Il presente dov'è?
È su un biliardo pendente
va tenuto
fermo con la mano per fermarlo
altrimenti ti accorgi con ritardo
di quello che hai perduto

Samuele Bersani  Lato proibito

 
   
    Arrivarono di corsa al vecchio magazzino di mattoni rossi, chiamato Purge & Dowse Ltd. Alexandra, con l'aiuto di Selene, spiegò in fretta la situazione all'orrendo manichino dietro la vetrina e, all'annuire di questo, ci si trascinò attraverso, sostenendo con fatica Scorpius e Albus. L'enorme sala d'aspetto brulicava di maghi. Ignorando volutamente il cartello Informazioni, Alexandra bloccò un Guaritore con un movimento repentino del braccio. A quel punto Albus, privo di sostegno, iniziò una lenta discesa verso il pavimento. Fortunatamente il Guaritore fu abbastanza svelto da riacchiapparlo, prima che la sua già non troppo felice situazione si aggravasse. «Da qui me ne occupo io, d'accordo? Non vogliamo che il tuo amico si svegli con una bella frattura cranica» disse l'uomo sorridendo. Alexandra balbettò imbarazzata: «Non volevo farlo cadere... mi è scivolato». Il Guaritore fece apparire due barelle, ci sistemò i corpi svenuti dei due ragazzi e iniziò a camminare a passo spedito in direzione delle scale. Poi le si rivolse ancora, questa volta con aria tranquillizzante, facendole segno di seguirlo: «Il mio nome è Dennis Canon. Mi occuperò io dei tuoi amici, per ora, ma ho bisogno che tu mi dica come si sono ridotti in questo stato». Alexandra lo seguì ansimando su per le scale, fino al secondo piano (BATTERI MAGICI-MALATTIE CONTAGIOSE: VAIOLO DI DRAGO, NAUSEA DA SVANIMENTO, SCROFUNGULUS ECCETERA), spiegandogli dove e come li avesse trovati, in che modo l'avesse portati lì e in quanto tempo. Dennis ascoltava assorto; quando lei ebbe finito erano arrivati in una stanza rettangolare dove erano presenti quattro letti. Li depose su due di questi e fece scivolare fuori la bacchetta da una tasca del suo camice verde acido. La passo qualche volta sulle figure stese dei ragazzi borbottando. Dopo qualche minuto gli si dipinse sul volto un'espressione soddisfatta e tirò fuori da un'altra tasca una fialetta su cui era vergato con inchiostro viola 'Decotto Tiramisù'. Ne versò qualche goccia nelle gole dei due, le cui orecchie iniziarono immediatamente a fumare, facendo somigliare tremendamente la loro testa ad una grossa teiera con i capelli. Quindi le rivolse la propria attenzione, sfoderando un sorriso allegro: «Fortunatamente non hanno niente di grave: è solo una febbre virale che sta girando in questo periodo. In molti l'hanno contratta, ma il rischio di svenimento è praticamente nullo, se si rimane a riposo. I tuoi amici si sono solo strapazzati troppo: ci vorranno solo alcune ore di riposo prima che si riprendano completamente. Che ne dici di prendere una bella tazza di tè nell'attesa?». Alexandra tirò un sospiro di sollievo e annuì, dicendo: «D'accordo. Prima però devo mandare un gufo ai genitori di Scorpius e Albus: si staranno preoccupando non vedendoli tornare a casa». Sul viso del guaritore apparve una strana espressione quando le chiese: «Il figlio di Draco Malfoy? E di Harry Potter?». Lei lo guardò curiosa: «Veramente non lo so». Lo sguardo di Dennis si soffermò attentamente sul viso pallido dei ragazzi svenuti. Devono avere circa l’età di Colin quando lui è… «Ero solo curioso. Io e i genitori di questi ragazzi probabilmente abbiamo frequentato Hogwarts insieme» le rispose riprendendosi. Accorgendosi che la ragazza lo osservava ancora, sorrise nuovamente, forse un po' forzato: «Che ne dici, lo prendiamo questo tè?».

*

La prima cosa che Scorpius percepì, riprendendo coscienza, fu il peso di qualcosa di caldo sul suo braccio sinistro. Aprendo gli occhi si accorse che quel qualcosa era la testa addormentata di suo padre. Non lo svegliò subito, ma cercò prima di capire dove fosse e soprattutto perché. La testa gli doleva un po' e faceva fatica a ricordare qualunque avvenimento successivo allo scendere dall'autobus. Guardò fuori dalla finestra dell'asettica camera in cui si trovava e si rese conto che in cielo brillavano moltissime stelle. Cosa cavolo mi è successo? In quel mentre una disordinatissima testa bionda fece capolino dalla porta. «Buongiorno Scorpius. Finalmente ti sei svegliato! Io sono Dennis Canon e mi sono occupato di te da quando sei arrivato. Come ti senti?». Il ragazzo capì dal camice del Guaritore di trovarsi a San Mungo; stiracchiandosi gli rispose: «Bene, credo, ho solo qualche fitta alla testa. Ma come sono finito qui?». L'uomo non fece in tempo a ribattere, perché Draco Malfoy si riscosse e fissò con occhi ancora sonnolenti suo figlio: «Possibile che ti lascio solo per qualche settimana e devo ricevere un gufo che mi dice che ti hanno portato svenuto all'ospedale?». «Anch'io sono contento di vederti, papà» gli rispose Scorpius sbuffando. «Che ne dite se ripasso tra qualche minuto?» si intromise il Guaritore. «No!» esclamarono padre e figlio all'unisono. «Esigo sapere che cosa è successo a mio figlio e chi l'ha ridotto così» continuò Draco, mentre allo stesso tempo Scorpius diceva: «Vorrei sapere che cosa mi è successo e chi mi ha portato qui, per favore». Sarà una lunga nottata pensò Dennis.

*

Mi manchi nonna. «Alex, mi stai ascoltando? Alex?». La voce di Clara riscosse Alexandra dai suoi pensieri. «Eh? Certo, certo» rispose, riprendendo a passare meccanicamente uno strofinaccio su uno dei tavoli del pub. Erano le cinque di un caldo venerdì pomeriggio, e stavano sistemando la sala del locale che di lì a qualche ora avrebbe aperto le porte ad una nuovissima band di quattordicenni, seguita da tutti i suoi eccitatissimi fan. Si era decisamente persa nei suoi pensieri mentre Clara la rimbambiva con le sue chiacchiere su James. «E allora?» le chiese nuovamente Clara. «Allora cosa?» ribatté l'altra perplessa. «Vedi che non stavi ascoltando? Ti ho chiesto se potevo farti una domanda» dichiarò lei con voce trionfante. Clara che chiede se può fare una domanda ? Ma non stava parlando di quanto James fosse assolutamente “ troppo gnocco”? Decisamente devo essermi persa qualcosa. «Me ne hai appena fatta una, ma certo, spara» le disse curiosa Alexandra. La ragazza esibì un'espressione nervosa, come se proprio nel momento in cui l'amica le aveva rivolto tutta la propria attenzione, avesse cambiato idea. Infine parve decidersi e le domandò titubante: «Vivi da sola, giusto?». Mi aspettavo di peggio, direi. «Sì, sono in affitto ad una fermata di metro da qui» le rispose cauta. «E i tuoi genitori?». Ora sì che ti riconosco, Clara. «Incidente d'auto, circa dieci anni fa» replicò Alexandra, questa volta telegrafica. «Oh, mi dispiace» disse l'altra. Poi azzardò di nuovo «E con chi hai vissuto per tutto questo tempo?». L' altra ragazza rifletté se mentirle o meno. È solo curiosa, è normale. Io di lei so già qualcosa. Ciononostante il tono della sua voce risultò freddo e distaccato: «Ho vissuto con i miei nonni. Poi in orfanotrofio». Un silenzio pesante minacciava di scendere su di loro. Clara ci riprovò: «Hai qualche fratello o sorella?». Con suo grande sollievo vide l'espressione tesa dell'amica rilassarsi un poco, mentre rispondeva. «Ho una sorella. Si chiama Rebecca e ha compiuto da poco undici anni» disse mentre il viso le si apriva in un tiepido sorriso. «È un piccolo folletto ambulante». Dopodiché furono interrotte dalla voce del loro capo che le invitava a chiacchierare meno e a lavorare di più: i clienti sarebbero arrivati nel giro di mezz'ora e avevano un mucchio di lavoro da sbrigare. Ripresero perciò a lavorare in silenzio, ognuna immersa nuovamente nei propri pensieri.

*

«Nonna, perché il nonno fuma sempre la pipa?». Un sorriso furbo affiora sul volto dolce e rugoso di una signora dai candidi capelli bianchi, mentre osserva il marito fumare dall'altra parte del salotto. «Perché tuo nonno è un vecchio brontolone, rondinella. Hai mai visto quelle grandi locomotive a vapore che fanno quel chiasso infernale quando camminano? Come se brontolassero? Sbuffano il fumo proprio come tuo nonno». La piccola spalanca gli occhi e per qualche secondo osserva affascinata suo nonno che, circondato da dense volute di fumo, continua a leggere il giornale. Poi la bambina si riscuote e fissa sua nonna con aria assorta: «Ma il nonno non è una locomotiva vera, giusto? Mica si muove sulle rotaie».
*
Il pomeriggio del giorno successivo, le nuvole coprivano il cielo, e un gelido venticello scompigliava le cime degli alberi. Uscendo dalla pasticceria, Alexandra si strinse nella sua vecchia felpa e iniziò a incamminarsi verso la fermata della metro più vicina. Odio prendere i mezzi pubblici rifletté mentre scendeva l'affollata scalinata che l'avrebbe condotta nei sotterranei di Londra. Salita su uno dei vagoni, si appoggiò alla parete del mezzo e chiuse gli occhi. Alla radio del mezzo davano una vecchia canzone dei Beatles.
 
Michelle, ma belle.
These are words that go together well,
my Michelle.
Michelle, ma belle.
Sont les mots qui vont tres bien ensemble,
tres bien ensemble.
I love you, I love you, I love you.
That's all I want to say,
until I find a way.
I will say the only words I know that
you'll understand.
Michelle, ma belle.
These are words that go together well,
my Michelle...

*

«...Michelle, ma belle. These are words that go together well, my Michelle» canticchia  Garod O'Gallagher, mentre è impegnato con sua moglie a cucinare la cena del compleanno di Alexandra. «I love you, I love you, I love you. That's all I want to say» dice togliendo dalle mani di Eleonor un mestolo e mettendosi a ballare con lei in mezzo alla stanza, al ritmo della musica che proviene dalla vecchia radio babbana. «Adulatore» ridacchia lei, posando il capo sulla spalla di suo marito. «Questo e altro per le tue polpette» afferma lui scherzando. Eleonor lo spinge via, sorride e alza gli occhi al cielo. «Le donne mi abbandonano» protesta l'uomo con finta aria mesta, rivolgendosi alla nipote appena entrata. «Ballo io con te nonno!». Garod cambia canzone con un tocco di bacchetta. «Ballerina nuova, nuova canzone» spiega alla piccola.
 
Well she was just seventeen
You know what I mean
And the way she looked
Was way beyond compare
So how could I dance with another,
Oh, when I saw her standing there

*

Basta si impose la ragazza con decisione Lei non c'è più e lui...sarebbe meglio che non ci fosse. Devo concentrarmi su qualcos'altro. L'anziana signora con quel buffo tailleur che mi guarda dall'altra parte del vagone per esempio. Ehi ma io l'ho già vista...anche stamattina era sulla metro. E oggi ha ordinato qualcosa in pasticceria. Scosse la testa. Fine delle manie di persecuzione si impose. La ragazza non poté ignorare però che la signora scese alla sua stessa fermata. Né che percorse dietro di lei la sua stessa strada. Chi ha detto che mi conosce. Magari abita solo qui vicino. «Signorina, potrebbe venire qui un momento ad aiutarmi?» le disse una voce femminile dalle sue spalle.O forse no. Chissà se sono ancora in tempo per una fuga...non mi riprenderebbe mai. Ma qualcosa del volto della sconosciuta la colpì...come se fosse conosciuto. Si voltò e ripercorse lentamente i propri passi. Comunque, se è una ladra, non ho praticamente il becco di un quattrino. Magari si accontenta di mezza sterlina... Avanzando, studiava la vecchietta; ad una prima occhiata non sembrava niente di speciale. Alcuni elementi erano però fuori dall'ordinario: aveva candidi capelli bianchi, strettamente legati da un crocchia; la schiena, nonostante l'età, era dritta come un fuso; i suoi occhi la scrutavano insistentemente, da dietro le lenti degli occhiali.  Curioso, poi, il fatto che non sembrasse affatto bisognosa d'aiuto. E poi...un lampo di comprensione attraversò la mente della ragazza.
 
 


N.d.A.
Salve a tutti,
direi che (* risata malefica/compiaciuta *) vi lascio con il fiato sospeso… chi sarà la donna misteriosa? Datemi un segno e ditemi che ne pensate =) Un enorme, gigantesco, fantasmagorico grazie a _Elly che continua - molto coraggiosamente, direi – a recensire! Un grazie straordinario anche a Rose98 e a jade free che hanno inserito la storia tra le seguite (yeah!) e a tutti quelli che hanno dato una sbirciatina al capitolo! Ed ora… precisazioni:
  • traduzione delle canzoni, la prima si intitola Michelle, la seconda I saw her standing there (entrambe dei Beatles):
Michelle mia bella
queste sono parole che stanno bene insieme,
mia Michelle.
Michelle mia bella,
sono parole che stanno bene insieme

molto bene insieme.
Ti amo, ti amo, ti amo,
è tutto quello che voglio dire.
Finché non troverò il modo,
ti dirò le sole parole
che so che tu capirai.
Michelle mia bella
sono le parole che vanno molto bene insieme,

molto bene insieme;
 
Lei aveva solo diciassette anni
sai cosa voglio dire
ed il suo aspetto
era al di sopra di ogni paragone
quindi come potevo ballare con un’altra
quando l’ho vista lì;

 
  • tutte le informazioni riguardo al San Mungo sono riprese da Harry Potter e l’Ordine della Fenice.
 
Ciao a tutti quanti,
Sbadiglio
  
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