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Autore: Marcy_    17/02/2013    17 recensioni
La vita felice e spensierata della giovane Laila viene catastroficamente rovinata il giorno del suo sedicesimo compleanno, momento in cui le verrà rivelato che, al compimento dei diciotto anni, sposerà un ragazzo di nome Zayn Jawaad Malik.
L'obbligo deriva da un'accordo stipulato molti anni prima tra le due famiglie, sottoscritto da entrambi i nonni paterni in cambio di aiuti economici da parte della famiglia Malik.
Ma se non fosse solamente quello il vero motivo del contratto?
La ragazza avrà solo dieci giorni per evitare il matrimonio e non dover convolare a nozze con l'arrogante, misterioso e sfrontato ragazzo appena conosciuto.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Quattro
 



Avrei dovuto capire già dal nome che ‘’Delirium’’ non è una discoteca tranquilla. Ne ho avuto la conferma subito dopo essere riuscita ad entrare tra la calca di gente che spingeva come degli assatanati per accalappiarsi un posto abbastanza in avanti nella fila per poter entrare all’interno del locale.
Fortuna che abbiamo i pass se no sarei come minimo morta soffocata tra la gente. Sia benedetta Sofia, per una volta.
‘’Allora, cosa te ne pare?’’ mi chiede ridendo la mia amica, stretta in un abito color panna, il quale le risalta la terza abbondante di seno che si ritrova, schizzandogliele verso l’alto.
Mi guardo intorno per poter definire quel posto.
Gabbie con cubiste al soffitto, pali da lap dance qua e là, divani di pelle nera già occupati da ragazzi sballati e luci sul pavimento.
‘’Particolare’’ ridacchio cercando di concentrarmi su qualsiasi cosa non sia la musica assordante o la tipa poco lontano che sta praticamente scopando su uno dei divanetti con un tizio che continua ad alzarle sempre di più la minigonna, che è ormai arrivata fin sopra i fianchi della bionda.
‘’Dai, è fantastico! Altro che quella robaccia  in cui potevamo andare prima che tu compissi i diciotto!’’ mi spinge con un gesto scherzoso e sto per cadere a terra, ma riesco ad evitare una figuraccia per un pelo.
‘’Stai dicendo che è colpa mia?!’’ ribatto facendo la finta offesa, constatando che i locali che frequentavamo prima non erano poi così male. Niente ragazzi ubriachi che barcollano in giro o, ancora peggio, che vomitano agli angoli della sala. Niente ragazze seminude che sbattono il culo in faccia a degli arrapati o file di animali ammassati per cercare di entrare. Se lei considerava questi posti robaccia..
‘’Su, vieni a ballare!’’ ride cambiando argomento e prendendomi per mano, trascinandomi verso la calca di ragazzi che si strusciano tra di loro.
Si alza una nebbiolina di vapore colorato, la musica inizia a farsi più alta (sintomo che ci stiamo avvicinando alle casse) e il ritmo comincia ad impossessarsi dei nostri corpi facendoci muovere quasi convulsamente. Impiego poco ad amalgamarmi alla massa, non è così difficile come immaginavo.
Cominciamo a muoverci agitando le mani verso il cielo e, per un istante, riesco a sentirmi libera, quasi immortale. Come quando non hai nulla di cui preoccuparti, solo la musica che ti pompa nelle orecchie annebbiandoti la percezione sensoriale e annullandoti la capacità di qualsiasi ragionamento.
Rido, così forte da scommettere che mi sarei svegliata la mattina successiva senza la voce, e faccio la maliziosa con Sofia che sembra trovarsi a suo agio in quella strana situazione. Non penso più che il vestito sia troppo corto, anzi, lo trovo stretto ed insopportabile da tenere addosso, la temperatura corporea del mio corpo si alza, causa della massa di ragazzi che ci ballano attorno creando una strana danza fatta di salti, urla e spinte. Ma non è spiacevole, anzi.
E balliamo, balliamo per un’infinità di tempo, ridendo e scherzando. Prendendo in giro qualcuno o maledicendo qualcun altro.
Mi sventolo con una mano cercando di creare aria e di riprendere fiato , guardandomi intorno per vedere ciò che mi circonda. Oltre la massa di ragazzi impazziti; oltre il pogo che, ogni volta che la musica si abbassa per poi ricominciare più potente, sembra accendersi cominciando a spingere più freneticamente; oltre la coppia di ragazzi addossati ad u pilastro che si scambiano saliva; oltre al bancone del bar che serve alcolici.
 Oltre.
E lo vedo.
Noto Zayn bellamente seduto su un divano riservato e delimitato da delle transenne di velluto rosso che parla animatamente con dei ragazzi, sorridendo e bevendo da un bicchiere di plastica trasparente un liquido giallo scuro simile a della birra corretta.
Mi fermo di colpo cercando di deglutire.
La bocca si secca all’improvviso e Sofia deve essersene accorta perché mi chiede, ancora sorridendo, cosa succede.
‘’Hai detto di voler vedere il mio futuro marito?’’ chiedo seria per un momento.
‘’Certo! L’hai trovato?’’ esulta tutta felice mentre saltella come un pinguino impazzito.
Oh, aspetta.
I pinguini non saltano. Forse è la musica a farmi fare questi strani ragionamenti poco consoni alla situazione.
‘’Guarda l’area riservata, è il ragazzo con la maglietta blu scuro’’ dico semplicemente puntandolo con lo sguardo.
Vedo il suo viso allegro cercarlo tra la folla prima di bloccarsi di colpo ‘’E’ quello con i capelli scuri e la barbetta?’’ chiede seria, smettendo di colpo di ridere.
Annuisco ‘’Perché fai quella faccia? Lo conosci?’’ chiedo notando la trasformazione del suo visto ma, soprattutto, dei suoi occhi.
Torna felice e sorridente, tenendo ancora occhi lucidi ‘’No, ovvio! Ma è proprio un figo!’’ ride cristallina alzando le mani al cielo per evitare di guardarmi in faccia.
Forse la musica avrebbe potuto annebbiarmi i sensi, o forse la calca di gente, forse anche l’atmosfera ma non sono ancora ai livelli di non capire che Sofia sta nascondendo qualcosa. Qualcosa che riguarda Zayn.
Lo guardo un’ultima volta e lo vedo alzare gli occhi verso la mia direzione guardando un punto non molto definito ma capisco che mi ha notata, visto che mi manda un bacio volante e mi fa l’occhiolino.
Decido di far finta di niente, sposto lo sguardo e smetto completamente di pensare che lui è lì.
A guardarmi.
Perché ne sono certa, mi sta fissando. Non ho nemmeno bisogno di controllare perchè ne sono sicura.
Continuo a ballare più provocante di prima, strusciandomi anche più del dovuto e ridendo con Sofia come se nulla fosse, pur vedendo che si è leggermente irrigidita più di prima.
Alle mie spalle sento qualcuno cingermi la vita, mi giro di colpo ritrovandomi davanti Marck che mi urla all’orecchio per sovrastare la musica ‘’Auguri per i tuoi diciotto anni e un giorno!’’ ride lasciandomi un bacio leggero sulla guancia per poi avvicinarsi a Sofia.
Lo ringrazio ridendo ma sembra che  io non esista nemmeno visto che ha occhi solo per la mia amica.
Roteo gli occhi al cielo e lo prendo per un orecchio avvicinandolo alla mia bocca per non dover urlare ‘’Vedi di non farla soffrire o saranno le tue palle a risentirne’’ gli dico facendolo smettere di ridere prima di rivolgermi a Sofia ‘’Vado a prendere qualcosa da bere’’ le sussurro e capisce che lo faccio solamente per lasciarla sola con Marck, quindi mi ringrazia con una stretta di mano ed un sorriso pieno di gratitudine.
Mi  avvicino al bancone dove ordino un drink a caso tra i tanti nomi presenti e comincio a trangugiare quel liquido azzurro, anche se mi brucia la gola ad ogni sorso, ma non ne posso fare a meno e mi accorgo solo in quel momento di avere una sete pazzesca.
Non soddisfatta del primo drink ne ordino un secondo, di un colore meno acceso. Mi lascio ingannare dal liquido meno fluorescente e più tenue ma me ne pento subito notando (a spese della mia povera gola) che è molto più forte e bollente al tocco con la parete dell’esofago.
Sento una mano stringermi il fianco con poca gentilezza e mi va di traverso un sorso di bevanda.
‘’Attenzione a non abusarne’’ sorride al mio orecchio Zayn, divertito come non mai.
‘’Sono brava, a reggerlo’’ mento spudoratamente senza voltarmi, lasciando che il suo corpo si spinga contro il mio e cominci a muoversi  senza un ritmo preciso, senza seguire il tempo della musica e andando completamente contro corrente. Lo lascio fare, probabilmente troppo frastornata a causa dell’alcool e dell’atmosfera.
‘’Chi era quel ragazzo che ti ha toccata, prima?’’ chiede mordendomi il lobo dell’orecchio e facendomi rabbrividire all’istante.
‘’Geloso, per caso?’’ domando ridendo visibilmente della sua insicurezza nascosta dalla spavalderia ed evitando di rispondere.
‘’Non voglio che si tocchi la roba che è mia, molto semplice’’ scandisce stringendomi maggiormente a sé e facendomi rabbrividire nuovamente.
‘’Vorrei ricordarti che non sono ancora tua’’ ansimo staccandomi da lui (con non poca fatica) e allontanandomi  senza nemmeno voltarmi.
Barcollo in giro per il locale cercando qualcosa da fare, qualcosa che non comporti troppo ragionamento mentale perché non ne sarei per niente capace.
Esco nell’area fumatori trovandola brulicante di persone -ma non troppo esageratamente- e mi siedo confusa su un muretto basso, accavallando bene le gambe per evitare di far vedere qualche spettacolino gratuito ai ragazzi presenti.
Respiro più volte cercando di riordinare le idee per poi prendere il cellulare e controllare l’ora.
2.23.
Troppo presto per tornare a casa, troppo tardi per chiamare qualcuno.
E perché avrei dovuto chiamare qualcuno, poi?
Per chiedere come sta? Oppure avrei potuto chiamare Jenny e dirle che mi dispiace di averle ucciso il pesce rosso a otto anni. O a Demi per confessarle che sono stata io a romperle la penna che le piaceva tanto a dieci anni. O magari Peter per confessargli che il motivo per cui l’avevo lasciato non era perché non mi piaceva più ma perché avevo scoperto che mi faceva le corna.
Scuoto il capo cercando di tornare a ragionare lucidamente ma me ne pento immediatamente sentendo la testa leggera e poco propense a rimanermi sopra il collo.
‘’Hei ciao!’’ sento la voce calda di qualcuno che richiama la mia attenzione ed alzo il volto per capire di chi si tratta.
Metto bene a fuoco la sua figura che si trova contro luce, cercando di capire chi diavolo è.
Capelli castano chiaro che gli ricadono sulla fronte, naso ritto e lentiggini su tutto il viso, bel sorriso e labbra carnose.
Capisco dopo pochi secondi che si tratta di un mio vecchio caro amico e gli sorrido di rimando.
‘’Andrew!’’ cinguetto felice di aver trovato qualcuno con cui parlare, alzandomi in piedi per salutarlo meglio. Barcollo per un paio di secondi ma lui, prontamente, mi afferra per le spalle in modo da non farmi inciampare. Lo abbraccio calorosamente stampandogli un bacio sulla guancia.
‘’Wow! Quasi non ti riconoscevo! Sei uno splendore!’’ mi sorride guardandomi dall’alto al basso.
‘’Grazie, nemmeno tu sei male! Sono anni che non ci vediamo’’ gli rispondo leggermente più su di giri del dovuto. Maledetta adrenalina.
‘’Dall’ultimo anno di medie, anno in cui tu portavi costantemente la treccia ai capelli e io ero il brufoloso Andrew’’ sorride ricordando i vecchi tempi andati e non posso fare a meno di notare quanto sia cambiato e di quanto sia diventato bello, tra l’altro.
‘’Allora, cosa mi racconti?’’ gli chiedo veramente curiosa di sapere che fine abbia fatto in città.
‘’Ho cominciato a studiare, ora sono al primo anno di college ma intanto lavoro alla caffetteria in centro! Quella dalle inferriate rosse e le pareti bianche! Tu?’’
‘’Ho finito con la scuola, per adesso. Forse riprenderò l’anno prossimo ma non ne sono sicura..’’ faccio spallucce con nonchalance evitando di dirgli –no, non riprenderò gli studi considerando che sono prossima alle nozze-.
‘’Mi pare che amassi viaggiare, no?’’
Mi stupisce che lui se ne ricordi ancora e ne rimango piacevolmente sorpresa ‘’Si, esatto!’’ ridacchio convulsamente e non ne capisco nemmeno il motivo. Forse era meglio se il secondo drink non lo  bevevo così velocemente.
Continuiamo a parlare ancora per qualche minuto del più e del meno. Mi chiede chi mi accompagna e gli rivelo della nuova e scottante coppia di cui anche lui ne rimane sorpreso fino alla punta dei capelli e ribatte che è sicuro che io lo stia prendendo in giro.
Guardo il cellulare e noto che sono le tre passate. Sono stanca e quei tacchi mi stanno letteralmente uccidendo quindi chiedo ad Andrew se vuole accompagnarmi all’entrata.
Si offre più volte di accompagnarmi lui in macchina a casa ma rifiuto categoricamente dicendogli più che preferisco cento volte prendere un taxi e lo saluto dandogli un bacio sulla guancia proprio all’ingresso del locale, tra le bodyguard che ci guardano con indifferenza.
Vengo assalita da una ventata di aria gelida e mi maledico di non essermi portata una fottutissima giacca. Mi sento leggermente nuda sotto lo sguardo dei ragazzi che passano per quella strada in macchina ma non ce ne faccio caso.
Prendo il cellulare pronta a chiamare un taxi quando sento un conato di vomito salirmi su per la gola e mi piego, letteralmente, in due sputando fuori l’anima,
La testa mi gira quindi mi appoggio con una mano al palo della luce per poi essere scossa nuovamente dal secondo conato di vomito più violento di prima che mi costringe a piegarmi di nuovo su me stessa. Stavolta sento una mano raccogliermi abilmente i capelli per evitare di sporcarli e con l’altra mano strapparmi il cellulare dalle mani per cercare di non farlo cadere tra la pozzanghera di roba che sto sputacchiando. Ringrazio di chiunque si tratti, capendo solo dopo pochi secondi di chi sono quelle mani.
‘’Ti avevo detto di non abusare di quella roba’’ mi rimprovera severo Zayn, trattenendo una risata.
‘’Fottiti, Zayn’’ biascico tra un conato ed un altro cercando di spostarlo con un braccio.
‘’Sbrigati a vomitare l’anima che ti porto a casa, mi scoccia che tutti quelli che passano ti vedano mezzo culo per colpa di questo vestito assurdo’’ sbuffa abbassando la stoffa del vestito verso la coscia.
‘’Ti stai comportando come un maritino geloso e perfettino…’’ ripeto –più o meno- le sue parole della mattina, imitando la sua voce bassa e rauca, sputando nuovamente prima di continuare ‘’..lasciami almeno vivere i miei ultimi giorni da scapola libera’’
L’alcool mi rende stranamente audace, forse fin troppo.
‘’La frase non era proprio così ma..direi che è un punto per te, che vale il doppio considerando che stai vomitando’’ ride passandomi un fazzoletto per pulirmi la bocca, prima di prendermi in braccio a forza sotto i miei insulti affannati e sommessi mentre mi trascina verso chissà dove.
Presente la foto dei due uomini delle caverne, in cui l’uomo trascina la donna per i capelli? Ecco, mi sento così, più o meno.

 


My Corner.
ma buongiorno! passando il sabato sera a casa (-.-) ho avuto il tempo di scrivere il quarto capitolo!
sono davvero entusiasta delle 9 recensioni ricevute nell'ultimo, grazie mille *-*

Vi ricordo che potete seguirmi su Twittah (ditemi chi siete che ricambio :) sono @Bubu______ e come nome ho be my Patch.

cosa pensate succederà adesso?
come mai Sofia sembra essersi 'irrigidita' non appena ha visto zayn? cosa sta nascondendo?
Bo, tanto non ve lo dico u.u

alla prossima lol 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

   
 
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