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Autore: ValeA    17/02/2013    1 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Julie Carter ritorna dopo un'assenza di circa 17 anni, a Blackside portando con sé i suoi due figli gemelli Lucas ed Ashleigh di 16 anni.
I ragazzi si troveranno ad affrontare un mondo nuovo e di cui non ne conoscevano l'esistenza, in loro aiuto ci sarà la loro nonna, Tina Carter.
Julie rincontrerà la sua amica di vecchia data Anne Miller, anche lei con una figlia dell' età dei gemelli.
Perché avvengono delle misteriose morti? Perché Matthew Evans é tornato in città? Cosa nasconde Allison Cooper? Chi è veramente Michael Halo? Come è veramente nato tutto?
Chi saranno i buoni della situazione?
Problemi adolescenziali e soprannaturali verranno affrontati in ogni capitolo, verità nascoste e amori.
Come finirà tutto?
Genere: Fantasy, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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02. Mistakes

La sveglia iniziò a suonare, una stanca Ashleigh cercò di spegnerla ma invano. Si dovette alzare per forza. Si diresse verso lo specchio che vi si trovava in camera sua e cercò di dare una forma ai suoi capelli. Ci perse le speranze e andò in bagno. Era occupato.
C'era suo fratello, lo sentiva cantare sotto la doccia. Incrociò per le scale la madre.
«Buongiorno dormigliona!» e le scompigliò i capelli. Non sopportava quando sua madre li trattava come una bambina, sbuffò.
«Nonna ha preparato le frittelle come piacciono a te!» senza pensarci due volte scese le scale.
Dal bagnò uscì Lucas con i capelli bagnati che lasciavano goccioline sul pavimento e un asciugamano attorno alla vita.
«Se la nonna vede tutta quell'acqua per terra si arrabbia, ti conviene pulire...» lo avvisò la madre per poi entrare in camera sua per prepararsi. Lui annoiato si diresse verso la sua camera. 
 

 
 
George Adams si trovava per la strada che portava all'entrata di Blackside. Un'altro omicidio. Brown, il ragazzo che lavorava per lui stava visionando il corpo. 
«é stata avvisata la dottoressa Miller di venire?» gli chiese.
«Sì.» e appena pronunciò quelle parole arrivò una macchina. Parcheggiò e scese una donna. Era Anne.
«Scusate il ritardo... allora la vittima dove si trova?»
«Dottoressa da quella parte.» disse Brown mentre flirtava con lei ma George lo guardò male. Lei non sembrò farci caso. Si diresse dove le avevano detto.
 
 
 
 
«Buongiorno!» gridò la nonna ad un Ashleigh ancora mezza addormentata. La sua voce la infastidì. Non sopportava chi di mattina urlava.
«'Giorno!» ricambiò. La nonna le versò le frittelle nel piatto e lei iniziò a fare colazione. Dalle scale scese Lucas seguito da Julie. Si sedettero anche loro e arrivò anche a loro qualcosa nel piatto. Si erano trasferiti da due giorni. 
«Siete qui da due giorni, vi ho dato il tempo di ambientarvi un po'. Ora penso siate pronti per quella cosa.» disse la nonna sedendosi a sua volta con il piatto pieno a tavola.
«Quando?» Ashleigh sembrava che non vedeva l'ora di iniziare, Lucas un po' meno. Forse per niente.
«Oggi pomeriggio. Alle tre fatevi trovare in salotto!» Julie ascoltava e non proferiva parola, non voleva immischiarsi. Lucas era distratto. La nonna lo chiamò. Si girò verso di lei.
«Ho notato che sei l'unico che ancora non ha disfatto le valigie... che aspetti?» 
«Che la magia facesse qualcosa!» disse apaticamente.
Julie non sopportava quando il figlio dava questi tipi di risposta ma non sapeva che fare. Tina capì lo stesso che era nel suo carattere e non se la prese per la risposta.
 
 
 
«Matthew io esco!» la voce di Abigail risultò squillante.
«Ci hai preso gusto...» disse il fratello, scendendo le scale. 
«Veramente ho fame!» disse toccandosi la pancia.
«Non hai niente qui?» scosse la testa. Pensava che doveva provvedere oppure avrebbero dato troppo nell'occhio.
«Tu vieni?» lo invitò ad andare con lei.
«Passo.. Sono abbastanza pieno!» disse stiracchiandosi nel divano, accendendo la tv. Lei uscì di casa.
Non aveva voglia difare nulla quel giorno.
 

 
 
Qualcuno bussò alla porta di casa Miller, Caitlin aprì. Era David.
«Hey Dave!» lo salutò baciandolo. «Hai fatto colazione?» gli domandò.
«No, sono venuto a scroccarti qualcosa.» le disse sincero.
«Sei fortunato! Trovi dei croissant sul tavolo.» la baciò velocemnete «Grazie!» sussurò poi al suo orecchio.
Caitlin lo guardava, si divertiva a guardarlo quando mangiava, era davvero buffo.
«Ho di nuovo la macchina!» disse tutto contento. «Quindi domano ti passo a prendere io per andare a scuola!» 
«E stasera ci porti alla festa a casa di Allison»
«Ci?» chiese al plurale nella frase.
«A me ed Ashleigh.»
«Non la porta il fratello?»
«No, mi ha detto che non viene.»
«Quel ragazzo è strano.» anche lei pensava che lo fosse ma le stava simpatico, come chiunque conoscesse. Tutti tranne Allison Cooper.
«Allora vieni a prenderci tu?» disse poi lei
«E va bene passo alle 20.30 , sii puntuale!» Caitlin sorrise.
«Tranquillo, prometto che stavolta sarò puntuale!» Gli fece gli occhi dolci.
«Ok, l'hai promesso! Adesso vado, a stasera!» Si avvicinò ,le diede un bacio e le si mozzò il fiato in gola.
«...A stasera!» rispose riprendendo fiato e facendo un sorriso a trentadue denti.
 

 
 
«Lucas!» Ash era appena uscita dalla sua camera e vide Lucas che era appena salito, lo chiamò. «Come mai non vieni alla festa stasera?» Ashleigh era curiosa di sapere il motivo «E non mi dire che non ne hai voglia perchè non me la bevo!» 
«Perchè mi sta antipatica chi da la festa.» rispose con nonchalance, scrollando poi le spalle.
«Se non ricordo male l'antipatia verso qualcuno non ti ha mai impedito di partecipare a qualcosa o mi sbaglio? Mi sembra che quel tipo figlio di papà.. Aspetta come si chiamava? Ah si, Clark! Quello non lo sopportavi ma alla sua festa ci sei andato.»
«Sì, ma non so se ti ricordi che è successo.. Sai voglio evitare a fine serata un occhio nero o lividi sparsi per tutto il corpo!»
«Beh tu potevi evitare di baciare sua sorella e la sua ragazza, soprattutto nella stessa sera.» stavano ricordando una festa non andata nei migliori dei modi. «Fu una serata pessima per entrambi ma non per questo non partecipo alle feste. Dimmi
la verità, che hai in mente?» non era convinta del comportamento del fratello, era strano.
«Io? Nulla. Te l'ho spiegato il perchè. Non fare l'assillante tanto non riuscirai a convincermi.» ero uno di fronte all'altro finchè Lucas stufo di quella conversazione la superò dirigendosi nella sua stanza. Lei non insistette su quell'argomento, perchè come ben sapeva era difficile convincerlo quando si metteva in testa qualcosa.
«Va bene, io andrò con Caitlin!» lo informò semplicemnte e lo sentì sbuffare, cambio subito discorso «Tra poco si pranza» gli comunicò.
Lui annuì e lei invece scese al piano inferiore
 

 
 
«Svegliatiii!» Karen scosse Allison per farla svegliare, ma ella continuava ancora a dormire tranquillamente. Sbuffò.
«Se non ti alzi ti butto un secchio d'acqua gelida addosso!» la minacciò, di solito per lei le minacce non servivano perchè se ne fregava altamente ed infatti fu così.
Karen fu di parola, non le buttò un secchio d'acqua ma dalla sua borsa firmata prese una bottiglietta di cui il contenuto fu riversato tutto sulla ragazza che ancora dormiva. Finalmente quella diede segni di vita.
«Ma che ca...» non arrivò mai a terminare la sua frase perchè Karen le tappò la bocca con la mano destra.
«Non imprecare o dire volgarità» la sgridò come un buon genitore che vuole insegnare l'educazione al proprio figlio.
«Ora trova solo una valida motivazione per non ucciderti... Sai che il mio sonno è sacro!» disse innervosita, odiava che qualcuno interrompesse le sue ore di sonno.
«Si tratta della festa di stasera.» la guardò confusa, non capiva cosa volesse sapere. Non rispose aspettando che continuasse ed infatti riprese a parlare «Sono agitata!» Karen si buttò così nel letto dell'amica, stirandosi. Allison che era seduta la guardò male.
«Quindi tu sei venuta a svegliarmi solo perchè sei agitata?» la scansò dal letto, prese il lenzuolo che la copriva, sistemò il cuscino e si coricò. «Mi asciugherai tu il materasso!» furono le sue ultime parole prima di chiudere gli occhi per riprendere a dormire. 
«Sono seria Ally!» Karen sembrò una bambina per il tono che usò nel dire quella frase.
«Non chiamarmi così.» rispose da sotto il cuscino.
«Si tratta di Nick..» ad Allison non interessava quell'argomento ma dopo quello che era successo il giorno prima si sentiva un po' in colpa, forse. Si alzò come "una buona amica" pronta ad ascoltarla.
«Che c'è che non va con lui?» 
«Si comporta in modo strano.»
 

 
 
«Dottoressa Miller non le pare strano che sia successo di nuovo?» Adams era sempre più sicuro delle ipotesi della dottoressa.
«Sì, è molto strano. Ma stavolta non si può certo dire che sia stato un animale. Ci sono anche ferite di arma da taglio.» Era molto seria e decisa a scoprirne la causa.
«A meno che gli animali adesso usino i coltelli!» disse in tono scherzoso.
«La faccenda è molto seria, sceriffo.» lo rimproverò.
«Mi scusi, volevo sdrammatizzare. Lei che ne pensa di questo caso?» disse indicando anche il corpo del ragazzo.
«A questo punto potremmo confermare la nostra teoria. Ma l'uso dell'arma non mi convince.» rispose alla domanda la dottoressa.
«Si spiegi meglio..» non capiva dove volesse arrivare.
«Secondo le leggende un vampiro ha la velocità, la forza che un umano non potrebbe mai possedere e i canini.» Lo sceriffo la invitò a continuare «Che bisogno ha di usare un'arma se già per natura le hanno da se?»
«Ha ragione non ci avevo pensato. Ma l'altra vittima non ne aveva ferite di quel genere. Ciò significa che sono stati uccisi da due persone o cose diverse o...?»
«O la situazione non lo richiedeva» era di nuovo confuso. «Cioè la ragazza è stata presa di spalle, lo si nota dalle ferite. Mentre il ragazzo..» lo indicò «Beh dalla scena che ho visto si poteva notare che stava molto probabilmente correndo.» continuò e poi riprese a controllare il corpo.
«Quindi lei sospetta che...» lo interruppe.
«Non ne sono sicura! Potrei anche sbagliarmi... Ma sì, penso che prima l'abbia morso, il ragazzo è riuscito a sfuggirgli e poi colpito dopo averlo preso.» rispose confermando la sua idea. George guardò l'orologio.
«Dovrei andare. Mi faccia sapere se ci sono delle novità. Arrivederci dottoressa.» la salutò George.
«Arrivederci.» rispose ritornando al suo lavoro, mentre lui uscì dalla stanza.
 

 
 
«Era tutto buonissimo nonna!» Ashleigh aveva mangiato tutto con piacere.
«Grazie cara. Ashleigh hai visto Lucas?»
«Sarà di sopra nonna.» rispose lei. 
«Capita che salta il pranzo qualche volta» prese la parola Julie. «é una cosa normale.» Ash si era alzata dal tavolo e stava per andarsene per evitare di sparecchiare.
«Ah bene, Ricordati che alle 3 vi aspetto in salotto. Ricordalo anche a tuo fratello.» gli ricordò Tina.
«Ok nonna!» Ash sparì dalla stanza subito dopo.
«Oggi sparecchi tu, mia cara!» Tina si alzò dalla sedia e senza far obbiettare la figlia si diresse in salotto. Julie la guardò sconvolta «Ma coosa?!» sbuffò rassegnata e prese i piatti portandoli nel lavabo.
 
 
 
 
«In che senso strano?» era curiosa di sapere la "stranezza" del fidanzato della sua amica.
«Non lo so..» Karen non sapeva davvero cosa pensare. 
«Quando parla dice delle stupidaggini? Se la tira troppo? Allora è sempre lo stesso Nicholas che tutti conosciamo.» cercò di smorzare la tensione. Ma Karen non aveva voglia di scherzare.
«Sembra che non mi vuole più!» finalmente Karen confessò all'amica il suo problema.
«Non penso.. é così stupido che non riesce a provare più di un sentimento per più persone!» Allison cercava sempre in qualche modo di offenderlo, sia che lui era presente sia il contrario
«Non lo insultare..» prese le difese di Nicholas. «Dico sul serio.. penso che mi voglia lasciare» lo disse quasi sull'orlo delle lacrime.
«Cosa te lo fa pensare?»
«Ieri si è comportato in modo "strano"..» disse ripetendo di nuovo quella parola. «Ed anche oggi. Sembra che mi voglia nascondere qualcosa.»
«Ma cosa può nasconderti quella testa vuota? Assolutamente niente!» disse Allison cercando di convincerla. Stava ritornando a dormire ma fu interrotta «Stasera ci parlerò e risolveremo» il sorriso a 32 denti di Karen fece sentire un po' in colpa Allison. «Grazie!» furono le sue ultime parole, le diede un bacio sulla guancia e sparì da quella stanza.
Allison si buttò a peso morto nel suo letto ad una piazza e mezza. Le era passata la voglia di dormire.
 

 
 
«Sindaco Harris!» disse entrando nello studio del sindaco dopo che la segretaria lo fece entrare.
«Sceriffo Adams!»ricambiò quel saluto. «Si accomodi» lo invitò a prendere posto nella poltrona. Lui eseguì ciò che aveva detto Robert Harris, sindaco di Blackside.
«Di cosa mi voleva parlare? La segretaria mi ha detto che era urgente.» chiese Harris mentre scriveva qualcosa al computer.
«Lo è. Si tratta delle morti misteriose.» Harris diventò subito interessato e chiuse il computer, ascoltando con la massima attenzione tutto quello che George aveva da dire. Lo invitò ad andare avanti.
«Non sono delle morti normali. Pensiamo che dietro questo ci sia il sovrannaturale.» Harris scoppiò a ridere.
«Pensate?»
«Io e la dottoressa Miller.» sperava che l'avesse preso più seriamente quello di cui parlavano ma non fu così.
«Lei e la signorina Miller mi prendete in giro? Il sovrannaturale non esiste.» affermò convinto.
«Se non mi crede perchè non viene a guardare con i suoi occhi i cadaveri?» George si sentiva preso in giro per la reazione del sindaco così lo invitò a verificare lui stesso.
«Va bene, tanto oggi non ho nulla da fare» si alzò per prendere la giacca sull'attaccapanni.
«Mi sorprendo del contrario...» disse piano per non farsi sentire. Poi uscirono da quella stanza.
 

 
 
Lucas tirò due o tre borse dalla finestra di camera sua e poi si lanciò di lì anche lui. Dalle tasche prese un mazzo di chiavi, cercò quella giusta e poi fece scattare la serratura del furgoncino che apparteneva a suo nonno. Posò malamente le borse nel posto del passeggero ed entrò. Mise in moto. Il telefono gli squillò.
«Pronto?» non guardò chi lo stava chiamando.
«Lucas dove sei? sono entrata in camera tua per avvisarti che tra mezz'ora dobbiamo provare con la nonna.. Sbrigati a venire» era Ashleigh.
«Mi dispiace Ash, non vengo... Io ritorno alla mia vita di Chicago.» 
«In che senso torni "Alla tua vita di Chicago"? Lucas che combini?» alzò la voce, in tono di rimprovero.
«Lascia perdere, Ciao!» chiuse il telefono, ritornando alla strada. Mentre attraversava la strada dove finiva quella cittadina vide sbucare qualcosa che colpì. Si fermò di colpo per vedere cosa era successo.
Non vi era nulla. Era confuso, perchè era sicuro che avesse preso in pieno qualcosa. Si trovava vicino al bosco e sentì qualche rumore provenire da lì.
Si voltò di scatto per controllare. Nulla. Ne sentì un altro e si voltò dalla parte opposta, vide qualcosa. Una chioma rossa ma non era sicuro. Quale persone sana di mente se ne andava nel bosco alle tre di pomeriggio? Si rimise in macchina, ma non ripartiva. Scese, diede un calcio allo sportello.
«Meno male che non era stata mai usata!» urlò, nessuno poteva sentirlo o almeno lui pensava che così fosse.
 
 

 
«Dottoressa Miller, c'è una donna bionda che chiede di lei.» entrò nella sala una sua assistente, Anne era occupata ad esaminare il corpo.
«Quante volte dovrò dire alla signora Henson che suo figlio starà bene, di non preoccuparsi?» Era spazientita. Quella donna le stava sulle scatole.
«Non è la madre del ragazzino del quarto piano. é un'altra, non l'ho mai vista qui. In paese intendo..» cercò di spiegarsi bene l'assistente.
«Ha detto come si chiama?» non aveva voglia di essere interrotta da gente che poteva farle perdere tempo.
«No, ha detto solo che vuole incontrarla.» 
«Va bene, vado da lei io. Qui deve entrare meno gente possibile. Soprattutto sconosciuti.» Si tolse i guanti con cui stava esaminando il cadavere.
«é nella sala d'attesa al piano terra.» 
«Grazie.» uscì dall' orbitorio andando dalla donna che chiedeva di lei.

 
 
 
«Ashleigh dov'è tuo fratello?» La nonna e la nipote stavano sedute entrambe nel divano, che si guardavano aspettando. Poi Tina interruppe quel silenzio con la sua domanda. La biondina non rispose.
«Ashleigh?» domandò di nuovo, non vedendo risposta della nipote. Di nuovo niente.
«Si potrebbe mettere nei guai quindi se lo sai..» guardò Ashleigh «ti conviene dirmelo..» Non voleva che il fratello si cacciasse nei guai.
«Non lo so...» abbassò lo sguardo.
«Sicura?» la guardava e vedeva la sua espressione seria e con un filo di preoccupazione per il fratello.
«Prima l'ho chiamato, mi ha detto che ha intenzione di ritornare alla vita di Chicago e quando gli ho chiesto spiegazioni, lui ha attaccato.» disse tutto quello che sapeva, sperando di aiutare la nonna. «Non puoi fare una delle tue magie per scoprire dove si trova?» non voleva che succedesse qualcosa al fratello.
«No, la farai tu.. Ti servirà come prima lezione.. Anche se speravo di iniziare con cose più semplici per voi..» Ashleigh la guardava incredula.
«Ma.. ma non so come si fa!» non voleva avere quella responsabilità.
«Te lo spiego io, è semplice... Aspetta qui un secondo.» annuì non sapendo che altro fare. Dopo circa un minuto la nonna fece la sua comparsa in soggiorno.
«Una carta geografica?!» si sentiva presa in giro.
«Siete legati, avete lo stesso sangue che vi scorre nelle vene.. Chi meglio di te può trovarlo? Ascoltami bene..» la biondina non stava capendo nulla ma era intenzionata a trovare il fratello.
«Serve qualcosa di suo.. Se hai qualcosa qui è ancora meglio, per non perdere altro tempo.» pensò a qualcosa, poi si guardò il polso. Staccò una bracciale d'argento.
«Era suo.. me l'ha regalato tre anni fa quando sono stata operata d'appendicite ed ero costretta a rimanere all'ospedale... per farmi vedere che c'era anche se non era presente...» disse ricordando quell'episodio. «E pon gliel'ho ma ritornato..» concluse poi cedendolo a Tina.
«Ok va bene.. Serve anche qualcosa di tuo..»
«Un altro bracciale?» La nonna scosse la testa e le staccò un capello. Gemette dal dolore.
«Qualcosa tipo un capello, sangue o saliva ma di quest'ultime non ne era il caso..» Ashleigh era sempre più incredula. Tina prese la carta geografica la aprì e la poggiò nel tavolo, posizionò il bracciale dove la cartina indicava Blackside e posò il capello biondo al centro del bracciale.
 

 
 
«C'è qualcuno?» sentiva di non essere solo, se lo sentiva. «Ti ho visto!» gridò dopo l'ennesimo rumore che proveniva dal bosco. Si girò e fece un salto dallo spavento.
«Da.. Ma.. Come hai fatto?» si ritrovò davanti a sè una bella ragazza, capelli rossi e ricci, occhi verdi e non molto alta.
La sua carnagione era chiara.
«Fatto cosa?» e la sua voce aveva un tono gentile.
«Mi sei comparsa da dietro all'Uimprovviso...» era ancora incredulo. «E poi cosa ci fa una ragazza qui tutta sola?»
«Ehm niente... Passeggiavo!» fu evasiva.
«Capisco che il paesino non è granchè ed è anche piccolo, minuscolo direi... Ma i posti dove passeggiare non mancano...» 
«Ti sembrerò strana ma non amo la confusione..» spiegò. La guardò e poi pensò di fare la cosa più logica in quella situazione, si presentò. «Sono Lucas.» le porse la mano che venne ricambiata subito dopo. 
«Abigail» si sorrisero.
«Sei nuovo da queste parti?»
«Sei nuova da queste parti?» chiesero contemporaneamente e scoppiarono a ridere.
«Sono qui da tre giorni...»
«Da due mesi circa...» si sorrisero di nuovo.
 

 
 
«Anne!» fu chiamata da dietro la Dottoressa Miller, si voltò.
«Julie!» esclamò sorpresa. «Che ci fa qui?»
«Ti ho fatta chiamare io, ma se disturbo posso tornare un'altra volta.» 
«Oh no, tranquilla. Aspettavo lo sceriffo e il sindaco.. ma ancora non sono arrivati. Quindi ho del tempo a disposizione... Vieni prendiamo un caffè!» si diressero alla macchnetta.
«Cosa ti porta qui?» chiese Anne per far conversazione. Mise le monetine per un caffè lungo.
«Volevo vedere il luogo in cui lavori e magari fare quattro chiacchere se eri a disposizione..» 
«Lo sono, mi serve una distrazione dal lavoro.» le serviva davvero, era stressata da tutto ciò che era successo. Aveva gli occhi davvero stanchi ed era anche pallida. Lavorava troppo.
«Qualcosa non va?» Julie non sapeva nulla, essendo stata troppo lontana da quel paesino si era persa molte cose.
«é quello che stiamo cercando di capire..» non lo sapeva, non ne era certa.
«Tu e..?» Julie era interessata a sapere qualcosa. Anne le porse il primo caffè, selezionò la stessa cosa.
«Lo sceriffo Adams e forse il sindaco Harris.» non doveva parlare di cosa molto probabilmente non andava ma Julie era sua amica e si poteva fidare e poi del mondo sovrannaturale ne faceva parte anche lei, un tempo.
«Non dovrei parlarne con nessuno ma pensiamo che i "vampiri" siano tornati in città.» la parola Vampiri fu detta così piano che quasi Julie non la sentì.
«Ne siete sicuri?»
«Tutto ci porta a pensare questo.. Hai saputo delle vittime in questi giorni?» lei annuì. «Una persona umana ucciderebbe diversamente, ci sono dei morsi..» prese il secondo caffè. «Vieni che ti faccio vedere ma non ne devi parlare con nessuno, neanche con tua madre.» Julie annuì un'altra volta e seguì Anne che la stava portando nei sotteranei per farle vedere i cadaveri.
 

 
 
«Che metterai alla festa?» una ragazza spuntò alla porta della camera di Allison.
«Da dove spunti?»
«Dalla porta, devi nascondere bene le chiavi secondarie oppure i ladri ti faranno visita..» disse scherzando Karen.
«Come se in questa cittadina ci sono dei fuorilegge.» Allison odiava quella cittadina con tutto il cuore, la reputava piccola e noiosa. Secondo lei non succedeva mai nulla di interessante lì.
«A quanto pare ci sono..» fece riferimento alle morti misteriose ma Allison sembrò non capire oppure fece finta.
«Nel giro di tre giorni già sono morte due persone.» cercò di essere più chiara possibile.
«Una prostituta e un asociale, grande perdità per questo paese..» non le interessava nemmeno un po'.
«Beh non significa nulla quello che erano..» iniziò il discorso «Erano pur sempre delle persone e a quanto ho capito sono stati uccisi da un assassino ancora a piede libero... Allison nessuno merita la morte...» concluse il suo discorso.
«Non ho detto che l'hanno meritata!» cercò di difendersi dall'insinuazione implicita dell'amica.
«Ma hai fatto intendere questo..» la rimproverò.
«Hai capito male allora..» disse sbuffando, già stanca di quella conversazione. «Metto un vestitino che ho comprato ieri, stasera vedrai..» cambiò discorso, rispondendo alla domanda iniziale. «Tu che indosserai?»
«Un abito fucsia» disse semplicemente Karen.
 

 
 
Ashleigh guardava la nonna aspettando che le dicesse cosa fare.
«Pensa a tuo fratello.» ci stava già pensando da un'ora. «Pensa che lo vuoi trovare.» pensava anche a questo. «Concentrati sulla mappa e chiudi gli occhi.» fece come le era stato detto. Si concentrò ma non succedeva nulla. Aprì gli occhi dopo un paio di tentativi.
«é successo qualcosa?» Tina scosse la testa.
«Forse ti sei sbagliata, non sono una strega! Non ho nessun potere.» era arrabbiata perchè stava fallendo e non poteva perchè era davvero intenzionata a cercare suo fratello.
«Io lo sono da molto tempo, da così tanto che riesco anche ad avvertirlo. Avverto il tuo potere, so che ce l'hai dentro di te ma se tu non ci credi non risolverai nulla.. Devi crederci, devi sentirlo scorrere nelle tue vene il potere.» la guardava come se fosse pazza. «Non prendermi per pazza e fai quello che ti ho detto» Tina se ne era accorta dallo sguardo della nipote che cosa ne pensava. Ashleigh cercò di convincersi di quello che era ripetendo a bassa voce "devo crederci, il potere è dentro di me.." Lo ripetè almeno tre o quattro volte. Poi chiuse gli occhi concentrandosi sulla carta geografica. 
«Voglio trovare Lucas!» disse arrabbiata e qualcosa si mosse. Il suo lungo capello biondo iniziò a fluttuare nell'aria quasi come se fosse senza metà. Poi ricadde sulla cartina di nuovo. Riaprì gli occhi.
«Ora è successo qualcosa?» era stufa di sentire un no che infatti non arrivò.
«Guarda tu stessa il tuo capello.» Ashleigh fu incredula quando vide che non era dove lo aveva posizionato sua nonna. Guardò dove era poggiato. Indicava l'uscita dal paese, quella che il giorno prima avevano attraversato per arrivare in quel paese.
«Si trova lì, dobbiamo andare.» spiegò alla nipote, prendendola per il braccio.
«Teletrasporto? Scope magiche? Tappeti volanti?» aveva voglia di fare qualcosa di magico.
«Sono nelle favole, cara!» le rispose prontamente la nonna.
«Peccato, mi sarebbe piaciuto fare lezione di volo.» uscirono dalla porta di casa dirigendosi nel garage. Vi si trovava una macchina in pessime condizioni, disastrose.
«Di chi è questo catorcio?»
«Mio.» disse la nonna risentita. Era un furgoncino molto più piccolo di quello dato a Lucas e di un colore che ad Ashleigh ricordava il letame. La fece entrare dentro ma Ashleigh non ne era molto contenta.
«Lucas mi deve un enooorme favore!» si promise sottolineando la parola enorme. Mise in moto e si diressero per l'uscita del paese.
 

 
 
Matthew camminava per le strade della città, cercava qualcosa o meglio dire qualcuno. Cercava sua sorella, non la vedeva da quella mattina. Aveva paura che si fosse messa nei guai. La chiamò ma nessuno rispose. C'era la segreteria telefonica.
Una macchina sempre se la si poteva definire così passo davanti a lui, guardò bene chi vi era dentro. La donna alla guida le ricordava qualcuno ma non capiva chi, mentre la ragazza non l'aveva mai vista prima. Si scambiarono uno sguardo. Lui curioso di sapere chi era quella ragazza, lei infastidita dalla curiosità del ragazzo ma allo stesso tempo lo trovava affascinante.
Fu solo un secondo perchè poi la macchina scomparve dalla sua vista. 
Ricompose un numero di cellulare, di nuovo la segreteria telefonica. Si stava seriamente preoccupando. 
 

 
 
Anne tolse un lenzuolo bianco dove sotto si nascondeva un corpo privo di vita di una ragazza.
«Guarda qua.. Che ne pensi?» Julie guardò il punto indicato. «Tu sei stata morsa da un vampiro... era così?» 
«Sì, ma era meno profondo.. Era riusciuto solo a sfiorarmi, poi siete venuti in mio aiuto tu e Michael.» Anne a quell'ultimo nome sobbalzò, non lo vedeva dai tempi del liceo. Forse era meglio così. «Però non dovete escludere altre creature.» Anne non capiva che volesse intendere.
«Del tipo?» la invitò a continuare.
«Licantropi. Sappiamo che in questa città ci sono famiglie con la licantropia.»
«I Foster si sono trasferiti tutti in Canada, degli Edwards non esiste più nessuno, i Cooper sono sempre fuori città...»
«é tutta gente che lo è da generazioni ma non significa che c'è gente che non è stato trasformato.» Julie era convinta della sua ipotesi. Qualcuno aprì la porta interrompendole.
«Dottoressa Miller, lei chi sarebbe?» lo sceriffo non conosceva Julie.
«Oh lei è.. è una mia aiutante.» stava mentendo, ma non poteva dire che era una sua amica da ancora prima di nascere e che per lo stress le stava parlando di lavoro.
«Oh sì, sono Julie Carter.» porse la mano allo sceriffo. Ricambiò.
«Le avevo detto che era meglio che ne eravamo a conoscenza poche persone.» la rimproverò con lo sguardo.
«Di lei ci possiamo fidare ed oltre tutto le è stata morsa da un vampiro circa 17 anni fa, quindi può riconoscere se si tratta di questa creatura, o no...» Julie annuì.
«Ah bene, ma non deve esserne a conoscenza più nessuno. Non dobbiamo allarmare inutilmente la città se così non fosse.» disse pacato. Le due annuirono contemporaneamente. Nella stanza entrò il sindaco, che posò il cellulare nella tasca e si scusò ma l'avevano chiamato.
«Bene, fatemi capire qualche cosa...» arrivò subito al sodo, senza salutare nessuno.
 
 

 
Suonarono al campanello di un enorme villa, lui era Nicholas Harris. Alla porta aprì una ragazza, era Allison Cooper.
«Che vuoi?» non lo aspetava completamente, lo disse sgarbatamente.
«Perchè mi hai baciato ieri?» voleva sapere cosa l'avesse spinta a tradire un'amica, soprattutto con lui che non sopportava e che si odiavano da sempre.
«Ho fatto un enorme sbaglio che non si ripeterà più.» e stava per chiudere la porta ma lui la bloccò. «Che altro c'è?» 
«Non hai intenzione di dirlo a Karen, vero?»
«Hai i sensi di colpa, Harris?» si beffeggiava di lui.
«Hai baciato il fidanzato dell'unica persona che ti riesce a sopportare per più di dieci minuti, l'unica che puoi reputare un'amica e che ti difende sempre e non dimostri neanche un po' il senso di colpa?» Allison si sentì per un secondo una vera stronza ma subito dopo riprese ad essere quella che era sempre. Fece spallucce e una smorfia menefreghista.
«Sei una stronza e non capisco come fa ad esserti amica.» lei gli diede uno schiaffo.
«Tu non sai niente.» gli urlò minacciosa. Di nuovo uno di fronte all'altro, vicini come la sera prima. «E stronzo sei anche tu, hai ricambiato il bacio. Potevi anche bloccarlo ma non hai fatto nulla.» la tensione la si poteva tagliare con un coltello. Si avvicino ancora di più, che poteva quasi sentire il suo respiro in quel momento molto irregolare. Lui anche se non lo avrebbe mai ammesso era attratto da quella ragazza.
«Io riconosco il mio errore e mi sento in colpa, al tuo contrario.» lei non contrabattè ma si avvicinò ancora di più, poi lo baciò, lei aspettava che lui ricambiasse. Dopo due secondi, la staccò dalla sua bocca.
«Questo è quello che dovevo fare ieri...» lei rimase scioccata, mai nessuno aveva osato rifiutare un suo bacio. Era diventata una questione di orgoglio, se lo sguardo poteva uccidere, lui sarebbe già morto. Lui la lasciò lì, lei gliel'avrebbe fatta pagare.
 
 

 
«Tu cosa ci fai qui?» Abigail interruppe quel silenzio diventato imbarazzante. 
«Volevo andarmene da qui.» poi si girò verso al furgone che non partiva e fece una smorfia.
«Sai, non è male come paese... Devi darle un'opportunità.» suggerì a Lucas, ma lui era poco disposto a dargli un'occasione.
Voleva andarsene da lì. 
«Da quello che ho capito non esci molto? Come fa a piacerti?» 
«Conosco questo posto da quando sono nata, fidati se ti dico che non è poi così terribile.» Abigail gli sorrise. Non avevano altro da dirsi, rimasero di nuovo in silenzio.
«Vai alla festa stasera?» chiese con fare ovvio su chi l'avesse organizzata.
«Quale festa?» ma lei non ne sapeva nulla.
«Allison Cooper, la festa è aperta a tutti, a quanto ne so..» tolse il dubbio alla ragazza.
«Non ne sapevo niente...»
«Ci andrai?» non che gli interessava molto, era per fare conversazione con una bella ragazza. E perdere più tempo possibile prima di ritornare a casa e magari sorbirsi una ramanzina da sua nonna perchè l'aveva scoperto o perchè sua sorella aveva spifferato qualcosa.
«E tu?» lei non rispose ma ripropose la domanda al ragazzo.
«Sai che non è molto educato rispondere ad una domanda con un'altra domanda?» scherzò lui.
«Quest'ultima era una domanda.» gli fece notare lei. Risero. «Comunque forse sì, Matt mi ha suggerito di uscire e farmi degli amici.. Seguirò il suo consiglio.» disse lei, Lucas non sapeva chi era Matt ma già non lo sopportava.
«Ah...» Lucas non sapeva che altro dire e la situazione la prese in mano lei «Tu?»
«La mia intenzione era andarmene ma la macchina mi ha abbandonato. Molto probabilmente sarò lì, dopotutto...» quella festa non gli interessava. Furono interrotti, una macchina sbucò per quella strada. Nessuno dei due riconosceva quel veicolo. Ma quando la macchina fu più vicina, Lucas si accorse che l'avevano scoperto. Erano sua nonna ed Ashleigh. Scesero dalla macchina.
Tina arrabbiata, Ashleigh sollevata di averlo trovato.
«Che ti è saltato in mente?» Tina urlò non accorgendosi della rossa. Lucas guardò la sorella, era deluso. Sapeva che era stata lei a parlare. Lo si notava dal suo sguardo.
«Lucas...» iniziò a spiegargli il perchè dell'aver parlato. «Ero preoccupata, cerca di capirmi...»
«Tua sorella ha fatto bene, non prendertela con lei! Questa volta chiudo un occhio e non dico nulla a tua madre..» lo fece salire nel catorcio. Abigail si sentì sollevata quando capì che la biondina era la sorella. Tina poi si rivolse alla ragazza.
«Tu sei?»
«Abigail, stavo passeggiando e l'ho incontrato...» era intimorita dalla donna. Sentiva che era una strega, avvertiva la sua forza. Tina avvertiva il vero essere della ragazza.
«Bene... Ashleigh, sali in macchina...» Lucas si sentiva imbarazzato perchè comandato, lui odiava gli ordini. 
«Ci vediamo alla festa!» salutò lui cercando di non mostrare l'imbarazzo. Lei annuì non molto convinta. Ashleigh guardò la ragazza, sembrava simpatica oltre ad essere carina. Mise in moto la macchina e fece retro-front.
«Sta' lontana da quella, può essere pericolosa.» avvertì il nipote. Ashleigh non si immischiò invece Lucas chiese spiegazioni.
«é una vampira.» Lucas era sempre più incredulo, quel posto era davvero strano. Ashleigh strabuzzò gli occhi, più incredula del fratello.
 

 
 
«Voi state dicendo che... che in città ci sono dei Vampiri?...» Anne, Julie e George annuirono e Robert Harris scoppiò in una fragorosa risata, gli altri lo guardarono seri e lui si ricompose.
«Sapete che è impossibile?» li credeva pazzi. «Il sovrannaturale, seriamente?» lo sceriffo pensò che forse era meglio non coinvolgerlo. 
«Il sovrannaturale per me è solo un qualcosa che serve per spiegare avvenimenti a cui è difficile trovare un senso, che non hanno senso..» spiegò ciò che pensava. Anne e Julie lo guardarono male, loro durante l'adolescenza erano delle streghe.
La sua teoria era del tutto sbagliata, il supernaturale esisteva. Ma loro non potevano parlarne.
«Sindaco.. sappiamo tutti che in questo paese ci sono state quel tipo di creature.» prese parola lo sceriffo.
«Oh ma andiamo.. Ci credete veramente?» Julie non ce la fece più, era arrivata al limite della sopportazione.
«Se lei non ci crede è un suo problema.. Ma tanto per informarla, queste creature esistono. Diciassette anni fa una mi ha morsa..» gli inveì contro.
«E chi ci dice che lei adesso non lo è?» Ed iniziò a ridere di nuovo. Non li prendeva sul serio, non ci riusciva e loro erano stanchi di quel comportamento.
«Come glielo dobbiamo dimostrare?» prese in mano la situazione Anne, la più calma di tutti.
«Ovviamente con delle prove... ma prima di allora non vi darò nessun mio aiuto.» disse facendo per uscire da quella sala.
«Come se un suo aiuto servirebbe a qualcosa...» sussurrò Julie. George la sentì e sorrise per quello che aveva detto.
«Ha detto qualcosa Signorina..?» chiese cercando un modo per chiamarla.
«Signorina Carter.. e no, non ho detto nulla.. Avrà sentito male.» appena lui uscì lei come una bambina gli fece una linguaccia.
«é davvero odioso!» poi esclamò e tutti non riuscirono a non essere d'accordo.
 

 
 
Allison indossava un abito corto fino a metà coscia e molto elegante e ai piedi aveva un tacco dodici color nero. Si sentiva soddisfatta dal risultato finale. Legò i capelli in un chignon e fece un trucco leggero. Suonarono alla porta ed andò ad aprire, ritrovandosi una Karen in un vestito fucsia molto carino e le scarpe del medesimo colore.
«Come mai non sei venuta con Mr. Simpatia?» di solito loro si presentavano alle feste sempre insieme da quando erano fidanzati.
«Mi raggiunge dopo..» fu evasiva. Allison pensava che forse non si sarebbe neanche presentato dopo quello che era successo nel pomeriggio. 
«Meglio, non mi rovino subito la serata.» peccato che lei aveva voglia di stuzzicarlo dopo il rifiuto del suo bacio.
Karen sbuffò, voleva far andare d'accordo Allison con Nicholas, ma era del tutto inutile.
«Puoi occuparti del punch?» le chiese Allison. Karen annuì e subito dopo suonarono alla porta. Allison in un certo senso sperava che fosse Nicholas, ma invece era una decina di gente che non conosceva ma che frequentava la loro scuola.
 

 
 
«Caitlin sei... Wow!» David era senza parole, non appena vide la sua ragazza aprire la porta di casa Carter. L'appuntamento era lì. Subito dopo scese dalle scale una biondina che litigava con un biondino.
«Sei un'idiota!» disse. «Non dicevo a te, David.» sorrise. «Stai bene vestito così.» poi si complimentò col ragazzo.
«Oh anche tu sei molto carina.» ricambiò il complimento. Caitlin era quasi gelosa.
«Andiamo?» domandò alle ragazze. 
«Veramente...» prese a parlare Ashleigh. «C'è stato un imprevisto... Mio fratello ha deciso di venire ma c'è stato un problema con la macchina, ha bisogno di un passaggio se non ti dispiace...»
«Nessun problema...» Ashleigh gli sorrise piena di gratitudine. Julie e Tina entrarono nella stanza. 
«Ma come siete carini ragazzi!» fu Julie a parlare. «Cosa aspettate?» chiese.
«Vorrai dire chi..» la figlia gli rispose in tono stanco.
«Lucas non aveva detto che non voleva partecipare?» 
«A quanto pare ho cambiato idea..» e fece il suo ingresso il biondo vestito con un jeans blu scuro e una camicia bianca.
«Oh che bello il mio bamb.. ragazzo.» si corresse alla parola bambino perchè Lucas la guardò male. Fecero per andarsene ma Tina che in quel momento non aveva aperto bocca parlò.
«Mi raccomando!» lo disse a tutti ma era soprattutto riferito a Lucas.
 

 
 
«Matt, vieni ad una festa con me?» Abigail entrò in camera del fratello senza bussare. Per fortuna non era nudo o impegnato con qualche ragazza. Stava semplicemnte guardando l'armadio a torso nudo. Si avvicinò all'armadio. Prese una camicia blu scuro e gliela porse. «é adatta per la festa!» esclamò entusiasta.
«Ma non ho detto che ci vengo..» ribattè lui.
«Qui non hai nulla di meglio da fare, inoltre mi serve un passaggio e poi l'hai detto tu che dobbiamo fare conoscenza con le persone che abitano in questo paese.» Matthew indossò la camicia ed iniziò ad abbottonarla.
«Bene, dove dobbiamo andare?» Abigail fece un urlo di gioia e gli suggerì di sbrigarsi. Poi uscì dalla camera.
 
 

 
La festa era piena di gente. Lucas, Ashleigh, David e Caitlin erano appena arrivati. Lucas fu il primo a sparire appena adocchiò delle ragazze, poi sparirono subito dopo i due fidanzatini. Ashleigh rimase sola, non sapeva che fare. Si voltò verso l'entrata nell'enorme giardino e vide entrare due persone già viste. Una era la rossa che era quel pomeriggio col fratello, quella ragazza che sua nonna aveva consigliato di evitare di frequentare perchè vampira e l'altro l'aveva già visto, ma non ricordò dove. Poi le venne un flash subito dopo che lui sentendosi osservato la guardò. L'aveva visto quel pomeriggio mentre era in macchina con sua nonna. Distratta non si accorse che stava andando a sbattere con qualcuno. 
Troppo tardi quando se ne accorse, ormai era avvenuto un bel frontale. Era un ragazzo ed anche molto carino.
«Scusami, non ti ho visto!» si scusò lei per ciò che era avvenuto.
«Scusami tu, sono io ad esserti venuto di sopra..» lei sorrise. «Sei nuova da queste parti?»
«Si nota così tanto?»
«Solo un pochino.» e le sorrise, Ashleigh pensò che aveva davvero un bel sorriso. Era bello lui.
«Sono Erick Parker.» si presentò educatamente.
«Ashleigh Carter.» fece la stessa cosa lei. Si misero a parlare, si stavano simpatici.
Nel giardino di casa Carter fece il suo ingresso Nicholas, Allison lo prese per il braccio e lo attirò a se in un angolo buio.
«Allison?» non se l'aspettava, pensava che quel gesto l'avesse fatto Karen.
«Dispiaciuto? Preferivi Karen?» cercò di fare una voce calda.
«Sì.» la sua risposta arrivò secca. Allison alzò gli occhi verso il cielo. Lo lasciò perdere lì, non si divertiva a torturare quel ragazzo. Si allontanò, vedendo Lucas parlare con una bionda ossigenata. Lo fece voltare verso di se.
«Sparisci..» disse alla ragazza con cui stava parlando Lucas. Lei intimidita se ne andò. Senza farlo parlare si fiondò nella sua bocca. Lui non ricambiò subito preso alla sprovvista. Nicholas da lontano li stava guardando, era un po' invidioso di quello sconosciuto ma non lo avrebbe mai ammesso.
«Amore che guardi?» Chiese Karen accanto al suo ragazzo. Lui non rispose, così lei guardò lo stesso punto che guardava il suo ragazzo. «Allison e Lucas?» era incredula.
«Lo conosci?» era davvero interessato a saperlo. 
«Non tanto...» Nicholas fece l'indifferente. «Ha trovato qualcuno da torturare...» Karen lo guardò male ma lui fece finta di niente.
Allison e Lucas si staccarono da quel lungo bacio. In quel momento li vide Abigail, non si fermò. Non voleva intromettersi ma Lucas la notò. Notò soprattutto il suo sguardo non molto felice.
«Abigail..» la chiamò, lei si voltò verso loro. 
«Oh ciao Lucas..» salutò. «Sono Abigail!» si presentò alla mora.
«Ok! Io vado..» Allison era infastidita. Era già la seconda volta che qualcuno preferiva un'altra ragazza a lei. Andò vicino alla piscina fregandosene di tutto, non la meritavano. Si voltò verso Karen e vide che parlava felicemente con il suo fidanzato. Un po' la invidiava perchè anche lei voleva un ragazzo ma il suo carattere non glielo permetteva.
«é sempre così, lei è Allison.. la padrona di casa!» 
«Non si direbbe dalla sua gentilezza...» di solito si dovrebbe essere ospitali, soprattutto con chi non si conosce. «State insieme?» domandò curiosa. 
«Ti riferisci al bacio?» fece segno di sì. «So che non ci crederai ma mi è saltata addosso..» spiegò senza mentire.
Si sentirono delle voci provenire da vicino alla piscina. Erano Allison e un ragazzo dai capelli lunghi e castani ed alto poco più di lei.
«Perchè non mi vuoi conoscere?» le si era appiccicato come una cozza.
«Perchè sei orrendo e ubriaco. Vattene!» lo spintonò ma lui non sembrava mollare, i ragazzi si avvicinarono per guardare e capire ciò che stava avvenendo. Nessuno si fece avanti per farla uscire da quella situazione. Quel ragazzo si attaccò di nuovo a lei. «Lasciami stare!» urlò e si voltò verso tutti quelli che guardavano. «Che avete da guardare?» Nicholas le stava andando in soccorso ma lei spintonò più forte del dovuto quel ragazzo che cadde in piscina sbattendo la testa. Il ragazzo tornò a galla ma non dava segni di vita, Lucas si tuffò per farlo uscire dall'acqua, Caitlin sconvolta fece chiamare a David il padre. Erick e Ashleigh guardavano la scena preoccupati per il ragazzo. Abigail si dovettè allontanare per la puzza di sangue, dopo che il ragazzo fu steso nel terreno. Matthew l'accompagnò. Al ragazzo fuoriusciva del sangue dalla testa.
Karen non credeva ai suoi occhi, Nicholas le andò vicino e la fece allontanare da quella scena. Allison si sentiva male all'altezza dello stomaco, non era nè paura nè senso di colpa. 
Era diverso, faceva davvero male.
 
 

THE MYSTERIOUS BLACKSIDE


 
Note dell'autrice:
Ed eccomi qui, sono in ritardo e lo so... avevo detto che avrei aggiornato dopo quindici giorni ed ho fatto passare un po' di più ma purtroppo con la scuola tutto è più difficile nonostante abbia avuto delle vacanze di carnevale, non ho avuto nemmeno un giorno libero. Facevo parte di un gruppo mascherato e quindi dovevo sfilare #noninteressanoanessunoifattimiei e poi venerdì avevo scritto tutto e mentre stavo scrivendo le note dell'autrice, ho sbagliato ed ho chiuso la pagina perdendo tutto.
Quindi oggi l'ho dovuto ricoreggere e infatti ci sarà qualche errore in più perchè sono anche di fretta :)
Devo aggiornare l'altra, quindi scappo e alla prossima fra due settimane :)
Ah dimenticavo c'è stata l'entrata in scena di due personaggi nuovi. Il sindaco Rober Harris, il padre di Nicholas che lo immagino con il volto di Sebastian Rochè e Erick Parker che sarà spiegato meglio chi è nel prossimo che lo immagino con il volto di Avan Jogia.
Gli abbigliamenti:
Ashleigh, Caitlin e Abigail: http://www.polyvore.com/mysterious_blackside/set?id=70599132
Allison e Karen: http://www.polyvore.com/mysterious_blackside/set?id=70718353
Julie, Anne e Tina: http://www.polyvore.com/mysterious_blackside/set?id=70721234
Ora vado! :D


 
Alla prossima! 
ValeA <3
  
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