-Quei due tardano ad arrivare - osservò Zoro,
fissando con aria torva Jamais, benché lei gli desse la schiena.
-Se scopro che Rufy sta allungando le mani sulla MIA Nami, io... io...!
-Lo sopravvaluti - tagliò corto lo spadaccino - piuttosto, dove sono finiti?
Ragazzina, parlo con te.
-Sono per le scale.
-Grazie tante. Dove, di preciso?
-Come posso saperlo?! - sbottò lei, voltandosi di scatto - Ascoltami bene. Io
conosco bene questo campanile e ho deciso di accompagnarvi, ma potrei non farlo.
Ti assicuro che salire quassù senza una guida è un'esperienza che non voglio
augurare a nessuno. Ma se continuerai ad accusarmi e minacciarmi, vi butterò
giù tutti quanti! Chiaro?
Tutti si bloccarono per un attimo, percorsi da un brivido freddo di paura. Usopp
fu il primo a riprendersi.
-N-n-n... non devi badare a quello che dice quello lì. N-non pensa mai prima di
parlare, ahahah! Se hai bisogno di qualcosa, parla pure con me. Sono sicuro che
noi due n-ne possiamo discutere!
Lei annuì, ma stava ancora fissando Zoro. Lo sguardo della bambina s'era fatto
di colpo gelido e penetrante. Ma lui non si fece spaventare, e lo resse senza
abbassare gli occhi.
Forse questa battaglia di sguardi sarebbe durata molto a lungo, se Sanji non
fosse intervenuto a calmare le acque.
-Avanti, ragazzi, Rufy e Nami staranno per arrivare. L'ha detto Jamais, no?
Questo posto sembra essere imprevedibile. Quindi nessuno può prevederlo, e
quindi neanche Jamais. Giusto?
Le sorrise amichevolmente. Lei, dopo un attimo, distolse lo sguardo da Zoro per
posarlo su Sanji. Vedendolo tranquillo, si rilassò anche lei.
-Certo. Scusatemi. Andiamo avanti.
Proseguirono. Chopper era sul punto di diventare blu come il suo naso, e stava
aggrappato alla schiena tremolante di Usopp senza dar segno di volersene mai
più distaccare. Gli altri proseguivano in silenzio, ascoltando il rimbombo dei
loro passi, e osservando le rose rampicanti e le impronte rosse di mani che
tappezzavano le pareti. Nessuno osò chiedere come quelle mani fossero arrivate
fino a lassù.
-Nami? Ma quelli non ti sembrano gli altri?
-Uh? - fece lei, assottigliando gli occhi - Sì, può essere. Ma a ben pensarci,
non possono che essere loro; non c'è nessun altro, qui.
-Dai, raggiungiamoli! EHIIIII!
-Sta' zitto! Qui dentro c'è un eco terribile. Non strillare come una
pescivendola.
Ma Rufy aveva ottenuto l'effetto sperato; i cinque si voltarono, e si fermarono
in attesa che loro due li raggiungessero. Sembravano non avere il coraggio di
parlare.
-S-se scopro che quel manigoldo... quel... quel
pollastrello... quel... quella specie di chewing gum con le gambe... se scopro
che sta mettendo le mani sulla mia Nami, io...!
Ormai nessuno prestava più attenzione ai vaneggi di Sanji, tranne Chopper, che
ogni tanto interveniva timidamente per rassicurarlo che "Rufy non avrebbe
mai fatto del male alla navigatrice".
Zoro ormai non faceva più commenti sul loro ritardo, perché era più
concentrato sulla prossima coppia di campane, che cominciava a stagliarsi,
apparentemente lontanissima, sopra le loro teste.
Presto sarebbe toccato a un altro di loro.
-Sanji! Zoro! Chopper! Usopp! - esclamò Rufy
felice - Ma... ma dove avete lasciato Jamais?
Zoro alzò le spalle.
-Pare che ce ne siamo liberati. Se n'è andata all'improvviso.
-Tu l'hai fatta scappare - l'accusò Sanji - ti sei messo a fissarla con quella
tua aria torva da lupo mannaro e lei si è spaventata.
-Non fa che accusarla! - berciò Usopp, con la sua voce piena di acuti - E lei
alla fine se n'è andata.
-Come facciamo a proseguire? - chiese Chopper, disperato.
-Sì, ma dov'è andata? - si perplesse Nami - Dev'essere per forza scesa per le
scale. E perché non l'abbiamo vista?
-Pare che qui né il tempo né lo spazio seguano il loro normale decorso -
osservò Sanji - in pratica dobbiamo solo proseguire sperando che non succeda
niente.
-Allora proseguiamo - fece lei, alzando le spalle.
Camminarono per un po'; poi, Sanji dette un colpetto scherzoso ad Usopp. Che
però, essendo con un piede a mezz'aria, perse l'equilibrio, e servì
l'intervento tempestivo di Rufy per salvarlo da morte certa.
-MA SEI IMPAZZITO?! - ansimò Usopp - Ho anche Chopper dietro le spalle! Non
vedi che è terroriz... - si voltò dietro di lui, e vide solo la testa rovesciata
dell'alce con la schiuma alla bocca. - Cioè, non vedi che è svenuto?
Nami afferrò prontamente Chopper e lo prese in braccio. Sanji intanto si
indispettiva.
-Avanti, è stato solo uno stupido scherzo.
-Certo che era stupido! Ma questi non sono scherzi!
-Oh, avanti, la fai così lunga.
-Ma insomma!...
La questione si chiuse momentaneamente. Ci fu qualche minuto di silenzio
assoluto, ma fu rotto nuovamente.
-Quella stupida ragazzina ci ha ingannati. Vagheremo qui dentro finché sui muri
non ci saranno anche le nostre impronte.
-Non essere macabro - lo rimproverò Nami - possiamo sempre scendere.
-Certo, e come?! Questo dannato posto non aspetta altro che tu ti perda. Anzi; a
guardare bene le cose, noi ci siamo già persi.
-In effetti, se qui andare avanti non vuol dire che stai andando avanti, è come
andare indietro - osservò Rufy.
-O di lato - disse Sanji.
-O giù - ridacchiò Usopp.
-Vi sembra divertente?! - sbottò Nami - Piantatela di dire sciocchezze, e
camminate! Quanto manca a quelle dannate campane?!
-Vuoi sentir suonare le campane? - chiese Usopp con un sorriso a trentadue
denti.
-Lo sai che significa quando le campane suonano? - ghignò Zoro.
-Non dite stupidaggini. Il mio turno è già passato, a quanto pare.
-E chi te l'assicura? - rise Sanji - Sai quante volte, nella tua vita, le
campane possono suonare a lutto per te?
-Sanji...?
-In effetti, in questo posto, potrebbe anche succedere - fece Rufy - qui può
succedere di tutto.
-Ma Jamais aveva detto: una volta sola! Una volta per ciascuno!
-Chiedilo a lei - fece Zoro - chiedile se suonano una volta soltanto, e se poi
ti lasciano in pace fino alla fine della tua vita.
-Jamais non c'è - gridò Nami - e voi, piantatela di parlare con questa
leggerezza!
-Perché? - fece una vocina vicino a lei - Ti spaventa?
Abbassò lo sguardo, e vide Chopper che aveva alzato la testa verso di lei; il
suo sorriso cattivo la spaventò al punto che lo lasciò cadere, con il cuore in
gola.
-Su, Nami, non badare a questi stupidi - Sanji la prese a braccetto - vedrai,
tutto si risolverà per il meglio. Andiamo.
-D'accordo...
Rufy guardava dritto avanti, apparentemente tranquillo. Nami, ogni tanto, lo
scrutava con apprensione, ma lui non cambiava espressione, e quindi non seppe
cosa pensare.
Camminarono per un po' in un silenzio pesante, poi, ad un tratto, si sentì un:
-EHI!
Nami si voltò di scatto; l'urlo proveniva da Rufy, che fissava indispettito uno
Zoro sorridente, con in mano il cappello di paglia.
-Ridammelo!
Zoro prese a giocherellarci e a farlo roteare attorno al dito; il cappello
pendeva a varie riprese, e sembrava sempre sul punto di volar via.
-Non ti ho detto che puoi prenderlo! - s'imbronciò - E poi così cade!
-Daglielo, imbecille - sbottò Nami, facendo per avvicinarsi; ma il braccio di
Sanji la trattenne fermamente. Usopp e Chopper osservavano in silenzio.
-Che cosa stai facendo, Zoro? - chiese Rufy, senza alterarsi.
-Sto giocando col cappello. Non lo vedi?
-Non si gioca con i cappelli! I cappelli si mettono in testa! - si voltò verso
la navigatrice, fiero per una volta di essersi espresso con logica - Giusto,
Nami?
-Giusto - mormorò lei, guardando in basso.
-Beh, non è vero - osservò Zoro - lo puoi usare per tante cose. Tu per esempio
lo usi così, guarda -
aggiunse, e poi si posò il cappello sulla faccia.
-Che fai?
-Mi nascondo.
-Beh, non proprio. So benissimo che sei tu.
-E come? Non vedi la mia faccia.
-E invece la vedo! - Rufy si avvicinò di gran passo a lui, e gli si fermò di
fianco - vedi? La faccia è la tua. Ti vedo beni...
Si bloccò di colpo.
Si era sbagliato.
-Nami sta bene e Rufy non le sta mettendo le
mani addosso. Nami sta bene e Rufy non le sta mettendo le mani addosso. Nami sta
bene e...
-Ti assicuro, damerino, che questa è l'ultima volta che ripeti questa solfa.
-Ti assicuro che se non ti fai gli affari tuoi, la suola delle mie scarpe sarà
l'ultima cosa che vedrai in vita tua.
-Ti assicuro che...
-Ma litigate sempre così, voi due? - chiese Jamais, curiosa - E sempre per le
stesse cose.
-Sempre - confermò Usopp, esasperato - e sempre per le stesse cose.
-Tu non conosci la pena che si soffre stando lontani dalla donna amata.
-Sì invece che la conosco! Io ce l'ho, una fidanzata.
-Parli di Kaya? Ma lei non è affatto la tua fidanzata. E' una ragazzina che si
divertiva a sentire le tue storie.
-E tu cosa ne sai? - esclamò Usopp, attonito - C-chi ha parlato?! Zoro! Sei
stato tu?
-Certo. Io parlo sempre delle disavventure sentimentali altrui. Va' al diavolo.
-Allora è stata quella strega di Nami! Quando tornerà, io...
-Attento a come parli. Stai MOLTO ATTENTO a come ne parli.
-C-chiedo scusa. Scusa, scusa.
-Chi è Kaya? - chiese Jamais.
-Oh! Kaya è una ragazza che abitava nella mia isola. Ed era molto malata,
quindi io le raccontavo le mie prodigiose avventure. Vuoi che ne racconti
qualcuna anche a te?
-No - rise Jamais; e a quel punto Usopp alzò lo sguardo, ed ebbe un leggero
fremito, che scosse Chopper.
-Ehi! - fece quest'ultimo! - Ma siamo quasi arrivati alla campana! Prima era
lontanissima!
-Anche questo è dovuto alle vostre misteriose leggi sullo spazio-tempo? -
sibilò Zoro in direzione di Jamais.
Ma lei scosse la testa.
-No. Semplicemente, hanno sentito e... temo...
-Temi...? - la incalzò Sanji.
-Temo che vogliano saperne qualcosa di più.
-CHE COSA?! - urlò Usopp; ma ormai non poteva più fare niente. Era già stato
segnato.
-Che scherzo è questo? - gridò Nami. - Si
può sapere che cosa state facendo?! E tu! Lasciami!
Ma Sanji non mollò la presa.
Rufy continuava a guardare Zoro, senza perdere la calma.
Solo che Zoro non era proprio Zoro.
Aveva i capelli rossi, lunghi, e una cicatrice sul viso che non poteva essere
confusa facilmente.
-Che significa? - chiese Rufy - Ehi! Ma come hai fatto?
-Non fare l'idiota anche in questa situazione - disse la voce di Nami, ma da
sotto il cappello. - Guardami bene in faccia, per una volta.
Il viso si voltò, ma sempre dietro al cappello, di modo che solo Rufy potesse
vedere chiaramente cosa c'era dietro.
Il volto di Shanks si stagliò vivace e chiaro contro il buio del campanile, e
Rufy vacillò per un momento.
-BASTA! - urlò una voce di bambina - Non è ancora il momento!
Nami si girò; una ventina di scalini avanti a loro, era apparsa Jamais.
-Ma dove accidenti è finita?! - gridò Zoro -
E' scappata?! Maledetta mocciosa! Questa me la pagherà cara!
-Calmati - ordinò Sanji - tornerà presto. Ma noi stiamo fermi qui. E' l'unico
modo perché non succeda niente.
-Jamais! Ma dov'eri finita? Ti hanno fatto
scappare? - chiese Rufy, ma lei non l'ascoltò; si parò davanti a lui,
spostandolo qualche gradino più in là, poi afferrò il cappello e si mise
faccia a faccia con Shanks.
-Smettila. Hai capito? Smettila - gli intimò, con gli occhi spiritati. - Una
sola volta per ciascuno. Le campane suonano UNA SOLA VOLTA. Sono sufficienti i
rintocchi dell'eco per fare del male, non c'è bisogno di ripetere tutto.
Lei strinse le dita attorno alla falda fino a farle diventare bianche; ma ad un
tratto, il cappello si spostò, e Zoro tornò ad avere la faccia di Zoro. Jamais
si allontanò, con il volto affranto.
-Grazie - mormorò Nami - credo che tu ci abbia salvati.
La bambina non rispose, e la tristezza nel suo viso aumentò.
-Mi dispiace - disse passandole accanto, poi proseguì verso l'alto nel buio,
finché la sua figura non svanì nell'oscurità.
-Ma che... ma che trucco è, questo?! - sbottò
Zoro, vedendo Jamais riapparire davanti a loro. Gli altri tre non dissero nulla,
ma rimasero in attesa.
-I vostri due amici erano in pericolo - fu la flebile risposta - ho dovuto
andare lì ad aiutarli.
-Ma lì dove?! Sopra, sotto, avanti, indietro, dove, accidenti?! Dimmi dove e
andrò io stesso ad aiutarli!
-In nessuno di quei posti, e contemporaneamente in tutti. E' come se non fossero
più in questo mondo, ma non preoccupatevi, perché tanto non ci siete più
neppure voi.
-Sta' a sentire...
-Aspetta - lo interruppe Sanji - credo che sia inutile cercare di capire, ora.
Preferisco fidarmi di lei.
-Grazie - sospirò la piccola, sollevata - so che è difficile, ma io devo fare
tutto questo.
-Devi...? - chiese Zoro, che continuava a non capire.
-Ascolta, Jamais, noi non ci siamo mossi mentre non c'eri. Mi pare di capire che
sia l'unico modo per evitare disgrazie, ho capito bene?
-Hai capito benissimo - annuì lei - l'unico modo per evitarlo è stare fermi e
zitti. E' l'unico modo perché non succeda niente, però significa che passerai
molto tempo ad aspettare in silenzio.
-Non so cosa sia peggio - rabbrividì Usopp; tutti gli lanciarono un'occhiata,
perché, oltre a doversi occupare di queste questioni, lui stava anche andando
incontro ai rintocchi.
-Zoro, che cosa ti era successo? - domandò
Rufy, avvicinandosi preoccupato all'amico.
-Eh? Ugh - fece quello, toccandosi le tempie - di che stai parlando?
-Di prima. Il cappello.
-Non ho la più pallida idea di cosa tu stia dicendo.
-Ok. Però dammi il cappello.
Zoro abbassò lo sguardo verso la sua mano, vide che in effetti lo stava
stringendo tra le dita, e poi fissò Rufy per qualche secondo.
Nami lo osservò, ansiosa, finché non lo restituì, scuotendo la testa e
chiedendosi che diamine potesse essere successo.
-Grazie - sorrise Rufy, visibilmente sollevato - sai, per un attimo non capivo
cosa ti fosse preso.
-Uh?
-Eri strano. Beh, tutti voi eravate strani.
-Ma dai, Rufy. Questo posto ti fa un brutto effetto - rise Sanji.
-Già, forse è così - rise anche lui - vieni, Nami - aggiunse, afferrandole il
polso e trascinandola vicino a sé. Lei non disse nulla, ma continuò a
guardarsi intorno circospetta. Dopo un po', sentì qualcosa batterle sulla mano.
Si voltò; era Chopper, che le sorrideva timidamente.
-Che c'è? - gli chiese, tentando di nascondere l'indecisione.
-Hai una ferita al braccio, vero? Posso vederla?
Osservò l'espressione dell'alce, che era quella innocente e un po' spaurita di
sempre. Lui la guardò, senza capire, e reclinò il capino di lato; a quel punto
lei si rilassò e sorrise.
-Certo. Mi faresti un favore. Guarda, è qui.
-Ragazzi, fermiamoci per un po' - fece Sanji agli altri due - la bellissima Nami
deve curare la sua bellissima spalla.
Nami sedette su un gradino e Chopper si sedette su quello sopra; Rufy si era
posizionato poco più in basso, e Usopp, appena sotto di lui, si era
inginocchiato per osservare, affiancato da un apprensivo Sanji. Zoro, ultimo
della fila, guardava le pareti senza particolare interesse.
Nami non fece una piega quando il disinfettante le fece bruciare la carne viva
come se fosse un tizzone ardente; e non parlò quando una benda fu stretta
attorno alla sua spalla, premendo sulla pelle aperta.
-So che stringe - mormorò il piccolo medico, con aria colpevole - ma è
necessario per evitare emorragie o perdite fastidiose. Scusami - Chopper tirò
ancora più forte il lembo di cotone, mentre la sua paziente fissava
inespressiva i tralci secchi di rosa che decoravano, lugubri, la parete.
-Basta così, no? - domandò Rufy - ormai ha smesso di sanguinare.
-No - l'alce scosse la testa - bisogna stringere ancora.
La spalla iniziò a farsi bianca, e il braccio a gonfiarsi e arrossarsi. Nami
iniziò ad avvertire una sensazione di fastidio.
-Chopper, stai stringendo un po' troppo.
-D-davvero?! S-scusami! - fece lui, concitato, e nel tentativo di slegare le
bende, le strizzò ancora di più, e il braccio di Nami si gonfiò
ulteriormente.
-Mi stai bloccando la circolazione...
-M-mi dispiace! Adesso ci riprovo! Ce la faccio!
-HO DETTO BASTA! - gridò la voce di Jamais, che però questa volta non apparve.
-Ehi! Che cosa ti succede?
Sanji si precipitò al fianco della bambina, che era crollata in ginocchio.
-Niente. Niente. E' solo che questo posto è capriccioso...
-Che sta succedendo? - s'informò Zoro, sospettoso.
-Sono di nuovo in pericolo? - chiese Usopp, agitato.
-Sì. Stanno rischiando molto. E anche se credo di poter fare qualcosa per loro,
è inevitabile che soffriranno.
-Soffriranno per che cosa?
-Se non riuscirò ad aiutarli, per loro stessi. E se ci riuscirò... no.
Succederà comunque. E' sempre una parte di loro, ed è sempre la loro... oh,
no!
-Jamais?!
-Non mi hai sentito? Ti ho detto di lasciarla.
Sai bene che andrò a riferirlo.
Sul musino di Chopper iniziarono a scorrere le lacrime.
-Ti avverto. Heru Dunkeru non ti darà certo un premio per questo. Non mi risulta che
questo sia il tuo compito! Perché lo stai facendo?
Tutti guardavano in aria, o attorno a sé, per capire dove fosse esattamente
Jamais. Ma lei non compariva.
Solo che ad un tratto, Chopper lasciò il braccio di Nami, abbassando lo
sguardo, e la voce sparì come era venuta.
-Per tutti i cadaveri dell'East Blue - ansimò
Jamais - devono raggiungerci al più presto. Ormai, non è più questione di
aiutarvi. Devono uscire di lì.
-Di lì dove? - domandò Chopper, che era più preoccupato ogni secondo che
passava.
-E' inutile - lei scosse la testa - lascia perdere. Dovrebbero essere già qui.
-E perché? - s'incuriosì Usopp.
-Perché la prima campana ha già suonato, quindi non dovrebbero avere problemi.
E invece sembra che voglia trattenerli.
-Che motivo ne ha?! - esclamò il nasone, che iniziava ad inquietarsi - Che cosa
vogliono da noi?
-Non vogliono nulla. Questo posto non vi chiede assolutamente nulla. Perché sa
che la vita vi ha già chiesto tutto quello che potevate dare.
-Ok. Adesso basta - fece Nami decisa,
indietreggiando di un passo - ditemi che accidenti state facendo.
-Uh - fece Sanji, poi poggiò la sigaretta accesa sulla fronte di Usopp. Quello
lanciò un grido di dolore.
Poi cadde all'indietro, volando come un aquilone giù dalle scale,
accartocciandosi nell'oscurità.
-SANJI! - Nami balzò verso l'orlo delle scale, inconsciamente, ma Rufy
l'afferrò in tempo.
-Che c'è, dolcissima Nami? - le sorrise, porgendole la mano - Vogliamo
proseguire?
-Sei impazzito?! Dico, ti ha dato di volta il cervello!? Perché l'hai buttato
giù?! Perché l'hai fatto?!
Rufy tenne fermamente Nami per il polso, mentre lei ansimava lacrimante.
Sanji le sorrise ancora, poi avanzò verso di lei, e nell'avanzare diede un
colpetto di caviglia a un esterrefatto Chopper, che cadde immediatamente,
piangendo aggrappato al suo cappellino.
-SANJI! - Nami strinse le dita attorno alle braccia di Rufy, che la tenevano
ferma. - Mollami! Che accidenti stai facendo?! E tu, Zoro!
Lo spadaccino, che s'era comodamente seduto su un gradino e fissava il vuoto, si
voltò verso di lei, con un'espressione che diceva 'e tu, che accidenti vuoi?'.
-Non ci posso credere. Non voglio crederci! Perché li hai buttati?! Cosa ti
avevano fatto?!
-Nulla. Erano soltanto sul mio passaggio.
-Ma questo non vuol dire nulla! Tu sei impazzito stando qui dentro! E anche tu,
Zoro!
-Mia cara Nami, hai paura che ti faccia del male? Non lo farei mai. A lui, per
esempio, farei del male. - Si chinò verso Zoro e lo afferrò per il bavero,
guardandolo con un sorriso. - Ti andrebbe di andare a fare compagnia agli altri
due?
-Ti andrebbe di fare compagnia a tutte quelle macchie di sangue che c'erano per
terra? - ghignò l'altro, afferrandogli il bavero a sua volta.
-Vediamo chi si congederà per primo?
-Ci sto.
-Fermatevi! Fermi! Sanji, che cosa stai facendo?!
-Ti ho detto che a te non farei mai del male, fiorellino. Ma a loro, perché no?
- rise. - Stai tranquilla, poi tornerò da te.
-Ma io non te l'ho mai chiesto! Non ti ho mai chiesto niente! Non ho mai voluto
NIENTE da te!
-Ciononostante, io continuo a porti al primo posto.
-Non ti piace, essere la sua maggiore priorità? - sogghignò Zoro, con la testa
che sporgeva dallo scalino.
In quel momento, Sanji sollevo il ginocchio e con un colpo di tallone affondò
il tacco nel collo dello spadaccino troncandogli definitivamente la testa, che
finì effettivamente a far compagnia agli altri due.
Rufy, che fino a quel momento era stato in silenzio, iniziò a stringere le dita
attorno al polso di Nami, finché lei non lo mosse un po', e lui allentò la
presa.
-Non mi piace affatto essere la tua priorità, quando tratti gli altri così! -
gridò.
A quel punto, si sentì battere la spalla. Si girò di colpo; Usopp la guardava
con aria grave.
-Nemmeno tu ci tratti con il massimo dei riguardi.
-Saresti capace di lasciarci tutti sulla ghigliottina - fece la voce di Zoro, di
nuovo dietro di lei.
-E poi - spuntò una vocina vicino al suo ginocchio - non hai mai dato una mano
quando bisognava lottare. Ti sei sempre fatta proteggere.
-Sono bugie! Io vi ho salvati, e ho anche combattuto - gridò ancora, mentre la
voce si esauriva per lo sforzo - e poi so che non siete voi. L'ho capito.
Chi diamine siete?!
Scoppiarono a ridere tutti in coro.
-E averlo capito a cosa pensi che ti servirà? - rise Sanji - Sei comunque
intrappolata qui.
-Oh, accidenti! Che diavolo devo fare per andarmene?!
-Tranquilla! Manca poco prima che suoni la campana. A quel punto, ti lasceremo
andare - disse un'altra voce; una voce vicina a lei, che, realizzò, proveniva
dalla bocca di Rufy. Lo guardò terrorizzata; lui le sorrise, poi la afferrò
per la vita e la lanciò in alto fino a dentro la campana, in un buio concavo e
vastissimo che le fece girare la testa fino a perdere i sensi. Ma fu presto
risvegliata dal suono della campana, che nel suo dondolio la sbatté
violentemente qua e là, dentro di sé, finché non smise di suonare.
-Non è possibile. Oh, non è possibile... -
mormorò Jamais - ma perché? Non riesco a capire.
Gli altri la guardavano, in attesa.
-Nami - spiegò. - Ho capito cos'è successo. Le campane la stanno trattenendo,
perché la prima volta... una non ha suonato.
-Che cosa?! - fece Zoro, allibito. - Vorresti dire che suonano due volte? Una
alla volta?
-Non sempre. Di solito, suonano assieme. Ma le campane sono due, e ben distinte,
e probabilmente Nami serba più di un lutto nel suo cuore.
-Dobbiamo fare qualcosa - mormorò Sanji, agitatissimo - dobbiamo andare a
cercarla, fare qualcosa.
-Oh, penso che sia stato meglio così. C'è chi riesce a sopportarle assieme, e
se la cava. C'è non ci riesce, e ha bisogno di separare i due momenti. Ma
purtroppo anch'io non riesco a restare indifferente al suono delle campane,
quindi... non ho sentito. Perdona...
-Ragazzi? - fece una voce, che sulle prime faticarono a riconoscere - Ehi? Siete
voi?!
-Rufy?! - esclamò Usopp esterrefatto - E tu che ci fai qui?! E Nami dov'è?!
-Non ne ho idea - si lamentò, dispiaciuto - stavo cercando di toccarmi il naso
con la punta della lingua, e poi mi sono voltato e lei era sparita!
-CHE COSA? - esclamarono tutti in coro.
-E come pensi che faremo a trovarla, stupido idiota?! - l'aggredì Sanji - L'hai
lasciata sola in un posto come questo!
-Stai tranquillo - bisbigliò Jamais - lei sta arrivando.
-MERDA - gridò Sanji, che la vide arrivare dall'alto - prendetela! Presto!
State attenti!
Nami planò giù a una velocità altissima, priva
di sensi, schizzando di sangue il pavimento e tutti i presenti.
Fu Sanji ad afferrarla al volo, mentre Rufy e Usopp lo sostenevano per evitare
che cadesse all'indietro a causa dell'impatto.
-Che cos'ha? - chiese Rufy a Jamais. - Che cosa le è successo?
-E' stata lanciata dentro la campana - rispose la bambina, preoccupata - e poi
è andata a sbatterci dentro, e infine è caduta.
-E perché è arrivata qui?! - sbottò Zoro.
-Perché il suo turno, adesso, è finito. Non c'era motivo di farla vagare
ancora... lei può andare.
-Lei PUO' andare - mormorò Sanji - chi l'ha deciso? Chi ha deciso che è lecito
fare questo a una ragazza?
-Non l'ha deciso nessuno. Qui è il luogo dove tutto ciò che c'è dentro di voi
prende vita. Non è colpa di nessuno...
(Nda: salve XD. E' bello come da un
assemblaggio di banalità riesca a venir fuori qualcosa di piacevole XD. Ma sono
affezionata a questa storia perché è facile scriverla e poi ci sono Rufy e
Nami. E mi vengono sempre idee XD. Comunque sono contenta che vi piaccia l'idea
delle campane, perché andrà avanti un bel pezzo.
Nel frattempo, mi sono comprata un portamonete a forma di pupazzino di Chopper e
un poster con Zoro, Mihawk e Kuina, ma in realtà a me interessava solo Kuina XD
- che, come gli esperti sanno, è il mio pg di OP preferito.
Ok, la smetto di blaterare.
Stavolta il saluto va a Kairi, ciao ^o^/ che bello vedere, assieme alle nuove
leve, anche dei veterani T_T. Spero che questa fic nuova sia all'altezza delle
vecchie XD mi fido del tuo giudizio!)