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Autore: raganellabyebye    17/02/2013    1 recensioni
Le parole hanno un peso. In questo caso, 49kg, vestiti e accesori compresi. Ah, e pare abbiano approfondite conoscenze nel campo dell'autodifesa!
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Red Carnations'
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Parte seconda!
 
Avvertenze? Le solite!
 
Per J (La Mitica) e V (sei un tesoro!)
 
Il Corriere della Sera
Parte II
 
Ebbene, pare che Arthur non fosse l’unico a godersi l’inconsueta calma pomeridiana. Tirato un coppino a Irlanda del Nord e un’occhiata assassina a Galles – un po’ perché avrebbero dovuto fermare tutto quel macello prima che arrivasse lui, un po’ perché potevano anche averci a che fare, e un po’ perché non fa mai male ricordare loro chi è il maggiore, lì dentro – in due falcate raggiunge l’imbarazzante groviglio.
“Ian!”
Francis lo guarda come se fosse il nuovo Messia, ritraendosi e indicandogli con impotenza la peccatrice e il nuovo Lazzaro.
“AH!”
Serena squittisce sdegnata quando il rosso la solleva di peso per il colletto della giacca di panno grigia, usandole la cortesia di evitare sia la coda che i capelli sfuggiti dal fiocco durante la colluttazione, così da non tirarli. Riluttante, libera l’inglese, che inizia a boccheggiare come un pesce fuor d’acqua.
“Tesoro, ti dispiacerebbe spiegarmi perché stavi cercando d’ammazzare mio fratello? Non che non approvi l’iniziativa, ma venire fino qua in macchina solo per questo...”
Indica l’esterno della casa con il pollice, mentre l’altro braccio è abbandonato attorno alle spalle della ragazza, che di fianco a lui sembra ancora più piccola. Lei gli regala uno sguardo omicida, il viso così distorto dalla rabbia da farla assomigliare più a un cipmunk irritato che a un essere umano.
“Vorrei... pant... tanto... pant... saper- er... –erlo anch’io”
Con il sostegno del marito (/moglie), Arthur si è alzato e ha raggiunto la poltrona, il respiro ancora corto e la schiena decisamente a pezzi. Alle sue parole, il viso di lei s’infiamma di collera, fulminandolo sul posto come solo gli occhi di un coniglietto nano furibondo saprebbero fare.
“TUUUUU...”
Serra le mani a pugno, cercando di trattenere l’ira, mentre i tre Kirkland non coinvolti nella rissa sghignazzano, due dal divano, il terzo dal fianco di Serena, beccandosi un accenno di gomitata negli addominali. Lui non se ne accorge nemmeno.
“Ahahahahah... cos’hai combinato per farmela arrabbiare così?”
Intimidire Ian è una missione che nemmeno Tom Cruise potrebbe portare a termine. Un Arthur paonazzo, appena pestato da una ragazza la metà di lui e con il fiato corto, non ha chance. Motivo per cui l’unica conseguenza della sua occhiataccia “io-non-ho-fatto-niente-è-quella-pazza-che-mi-ha-attaccato-senza-motivo-quindi-non-dare-la-colpa-a-me!” è un sorriso da squalo seguito da un ringhio quasi impercettibile.
“Ecco cos’ha fatto! Guarda qua!”
Quello che ha in mano è un foglio di giornale, piegato e ripiegato per farlo entrare in tasca. Schiacciandolo in una mano per trasformarlo in una pallina, lo lancia all’avversario malconcio, che lo apre.
“Eh... si. Quindi?”
Serena sospira esasperata.
“In fondo. A sinistra.”
Le specifiche sono secche e brusche come la sua voce. Sono in tre a cercare d sbirciare oltre lo schienale della poltrona o le spalle di Arthur, ma solo Francis riesce ad afferrare abbastanza parole in italiano da abbozzare un’interpretazione.
“Un Ambassadeur du Amerique ha... come dire...”
“Pestato una merda? Yahwn”
Il suggerimento è seguito da un sonoro sbadiglio, che Cailean si preoccupa di coprire solo verso la fine. Stizzita, con la faccia di un criceto litigioso, Serena spiega – infine – la causa della recente aggressione.
“Ha osato avvisare i suoi connazionali di stare attenti quando girano di notte perché – a quanto pare – Milano si è trasformata in una sorta di covo di ladri, assassini e aggressori!”
Per cinque cervelli su sei, passa l’idea che l’ultima parte possa non essere poi tanto esagerata.
“Però, carino.”
“Credo che qualcuno debba farsi una piccola analisi di coscienza”
“È una mia impressione o il ragazzino sta venendo su un po’ ipocrita?”
“Guarda che non è colpa di Al, se l’ambasciatore è un cretino!”
“Je suis d’accord, però dovrebbe stare attento lo stesso a certe cose. Sarà anche giovane, tuttavia...”
“FERMI! Un attimo.”
Arthur alza un braccio, facendo segno agli altri di tacere.
“Tu mi hai quasi ammazzato per... questo?”
È incredulo. Forse sta cercando di auto-convincersi che non è vero. L’espressione decisa sul volto di lei conferma invece quanto ha appena detto.
“Ma... ma sei impazzita?! E io che c’entro?!?!”
“Tua l’ex-colonia, tua la colpa!”
“Ma allora perché non hai picchiato lui?”
“Perché lui è dall’altra parte dell’oceano, forse?”
“E io sono dall’altra parte della Manica!”
“Posto che riesco perfettamente a raggiungere in auto, da Parigi! Dove qualcuno-“
I suoi occhi si spostano su Francis per un millisecondo
“-mi avrebbe dovuto incontrare alla Borsa per discutere degli ultimi interessi sui Bond spagnoli e irlandesi...E poi non posso picchiare un ragazzino!”
“Quell’armadio un “ragazzino”? Ma se è il doppio di me e il quintuplo di te!”
“Fisicamente, forse, ma nella testa è rimasto un dodicenne! Idiota per di più!”
“Ehi, non parlare così di mio figlio!”
“Ah, ecco da chi ha preso! Se avessi un euro per tutte le volte che hai parlato male dei miei fratelli potrei azzerare il mio debito pubblico!”
“Ma se anche tu gli sparli dietro!”
“Già, perché sono i miei fratelli! Tu che scusa hai?!?!”
“Sono quello che se li deve sorbire ai meeting!”
“Tutti se li devono sorbire ai meeting! E poi non fare il fenomeno, che lo sanno tutti cosa fai tu, anzi voi due, durante i meeting!”
“Ah, comoda lei, che se ne sta a casa!”
“Ah casa?!?! A CASA!?!?! Io passo tutto il giorno a fare da baby-sitter a quella manica di disgraziati!”
“Con i tuoi due fratelli in giro a far cagnara a chi devi correre dietro, a Maria, che passa la metà del tempo a fare volontariato in parrocchia, l’altra metà con Save the Children o Emergency? O a guardare Lavinia che fa i conti su a chi estorcere cosa?!?!?!”
“Grrr... PUNTO PRIMO, mia sorella non estorce niente a nessuno, si limita a fare qualche consulenza-“
“Consulenza?!?! Ah, questa è buona!”
“Sei solo un vecchio frigidone geloso!”
“COSA!?!”
“... E PUNTO SECONDO, quello che succede a casa mia non sono affari tuoi!”
“Ma se sei stata tu a tirarlo fuori!”
“E tu quello che si comporta da so-tutto-io! Quando i tuoi “poteri” di preveggenza non sono degni nemmeno di pulire le scarpe a quelli delle mie sorelle! O di tuo fratello!”
“Lecchina!”
“Ti brucia, eh, apprendista stregone dei miei stivali! Un giorno o l’altro vedremo Londra invasa dalle scope!”
Continuano. E Continuano. E continuano ancora per un quarto d’ora buono.
Beh, tanto non c’è niente per TV.
Ian torna in salotto, dopo aver appeso il cappotto di un’accaldata Serena all’appendiabiti dell’ingresso. La ritrova naso a naso con suo fratello, mentre si trattiene dallo strangolarlo. Ah, se con le guance arrossate e gli occhi luminosi non sembra la Primavera di Botticelli. In versione “Nascita di Venere” è decisamente più interessante, ma anche con quelle pantacalze nere e il vestitino corto di lana grossa...
Bene, è ora di darci un taglio.
Passa di nuovo il braccio attorno alle spalle di Serena
“In effetti, tesoro, mi sa che hai preso una cantonata”
Spalancamento generale di occhi increduli. Non potrebbero sorprendersi di più nemmeno se la Terra iniziasse a girare intorno a Urano.
“Si, vedi...”
Continua, lasciando il suo fianco
“...quando sei arrivata, non avresti dovuto atterrare Arthur a quel modo...”
Con un sorriso fraterno che scatena una serie di incontrollati brividi di terrore lungo le schiene di tutti i possessori di un cromosoma Y nella stanza, prende l’avambraccio di Arthur
“... MA STENDERLO DIRETTAMENTE COSÌ!”
 
È difficile rendere a parole scritte il suono emesso da Arthur, quando Ian gli torse il braccio, costringendolo a terra. Anche dilungarsi sulle varie prese illustrate volenterosamente e con grande spirito di sacrificio dai suoi fratelli, coadiuvati – com’è facile immaginare – da Arthur sarebbe inutile e tedioso. Basti sapere che, a fine dimostrazione, mentre i gagliardi insegnanti si rifocillavano con tè e biscotti o venivano premurosamente accuditi da un avvenente infermiere biondo, Ian si prese l’onere di risollevare il morale – ancora un po’abbattuto dalle azioni dall’incauto nipote – della tanto cara ospite, caricandosela poco cerimoniosamente in spalla e facendo i gradini a due a due.
Alla maliziosa domanda
“E voi due cosa avreste intenzione di fare?”
fatta da Cailean mentre scomparivano su per le scale – diretti al terzo piano – Serena – praticamente a testa in giù – rispose pudica
“Ripetizioni di Storia dell’Arte!”
 
 
Fine!
Conclusione troppo sconcia? Spero di no (certo, come se non vi piacesse, piccoli pervertiti!)!
_Per chi non lo sapesse, mentre Arthur era occupato a conquistare il mondo, Francis è uscito con Roma (fem!Lovino me la sono sempre immaginata molto simile a Sofia Loren, come fisico e lineamenti, che però – ovviamente – sono praticamente identici a quelli di Lovi... per la voce, però, preferisco quella della doppiatrice Francesca Fiorentini... MA STO DIVAGANDO! PERCHÉ NON MI AVETE FERMATA?!?!?). Poi si sono lasciati (vedi fic “Lungotevere”)...
>Domanda per Serena: ehm, scusa, ma – esattamente – che cavolo succede a casa tua? Adesso che ci penso, è dalla festa dei 150 dall’unificazione che casa Vargas è tutta in subbuglio... mah... Ehi, no, aspetta un attimo: ma quand’è che tu e Ian vi siete messi insieme!?!?! L’ultima volta che vi abbiamo visti eravate ancora in una cantina umidiccia a festeggiare innocentemente (tu, almeno; lui non tanto) la liberazione di Roma, nell’ultimo capitolo di CSA!!!!
Un giorno, questi misteri saranno svelati! Per ora...
byeybye
  
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