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Autore: YouOnlyLiveOnce6    17/02/2013    1 recensioni
In fin dei conti tutto ciò che ognuno di noi desidera è trovare la propria anima gemella. Ma solo chi rischia ci può riuscire. Mettere se stessi in gioco per trovare il pezzo mancante del nostro puzzle; ecco questo è ciò che dobbiamo fare.
Eccomi, con la mia seconda fanfiction, un bel po' diversa dalla prima, ma non voglio anticiparvi nulla, buona lettura!
Debby!:3
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non sapeva chi sarebbe rimasto e chi se ne sarebbe andato, perciò li allontanò tutti.”
                                                                                                                                                             Anonima.

Forse sbattere la finestra in faccia a Zayn non era il massimo da fare, ma in quel momento ero imbarazzata, furiosa, spaventata. Non mi era mai capitato che qualcuno mi chiedesse scusa dopo aver litigato, non ero abituata a veder persone combattere per qualcosa a cui tenevano, specialmente me stessa. Mi sono sempre abituata a lasciar andar via le persone quando litigavamo, e ora lui mi aveva chiesto scusa, in un modo dolce e plateale!
La Peterson entrò in classe. Odiavo lei, odiavo la fisica, odiavo il suo culo di dimensioni sproporzionato, odiavo i suoi capelli gonfi e privi di forma, odiavo i suoi abiti spenti e di pessima qualità.
-Signorina Jefferson, posso capire cosa sono tutte queste “romanticherie” a scuola? Devo ricordarle in che luogo ci troviamo?- iniziò quella vecchia petulante, appena entrata in classe.
-Mi scusi professoressa. In realtà non ero a conoscenza di queste sorprese. Farò in modo che non accada più una simile cosa. Capisco che magari potrà darle fastidio.- risposi sempre con la massima educazione. Scuola privata indicava assolutamente  massima educazione, comportamento perfetto e postura corretta.  Immaginavo Zayn in quella scuola, sarebbe impazzito di sicuro. Perdonare Zayn? Certo che l’avrei perdonato, non sapevo tenergli il muso, e poi dopo  quelle scuse fantastiche e così dolci come potevo tenergli il muso? Però gliene avrei fatte passare di tutti i colori.  Alla terza ora c’era l’intervallo e noi eravamo soliti ritrovarci fuori il cortile della scuola,mentre Ally fumava la sua sigaretta ,io chiacchieravo con Louis, analizzando lo  squallido abbigliamento dei professori e Liam giocava a calcio con i ragazzi. Vidi una moto posteggiata fuori la scuola con un ragazzo in piedi vicino ad essa. Era Zayn ed era ancora lì. Lasciai Louis a chiacchierar da solo e mi avvicinai al cancello della scuola.
-Cosa ci fai ancora qui fuori Pakistan?-mi rivolsi a lui da dietro le sbarre del cancello.-
-Stavo aspettando che ti accorgessi di me.-Mi rispose senza smettere di sorridere.-Vieni via con me.-continuò.
-Ma che diamine dici Pakistan?
-Sono maggiorenne, dirò di essere tuo cugino e che la nonna è morta. Ok?- mi disse illuminandosi di una nuova speranza, ed io stupidamente accettai spinta dal desiderio di trasgredire, come non avevo mai fatto. Salii sulla moto dietro di lui e partimmo verso mete sconosciute. Mi girai a guardare la mia scuola e vidi la Peterson affacciata che mi guardava con aria di sfida, ma non m’interessava, non stavo rischiandoìssolutamente. La salutai con la mano e poggiai la mia testa sulla schiena di Zayn. Mi ricordai che la prima volta che salì su quella moto ero impacciata  e spaventata, non ero mai salita su una cosa simile. Ed invece in quel momento mi sentivo come a casa, tranquilla ed in pace con il mondo, nonostante avevo appena compiuto una grande cazzata. Zayn parcheggiò la moto fuori un parchetto ed entrammo. Ci sedemmo su dei gradoni, lui sopra ed io sotto, appoggiata alle sue gambe. Di fronte a noi una fontana ed il panorama, bellissimo.
-Allora mi hai perdonato?- mi chiese serio Zayn.-
-Diciamo che le tue scuse e questo salvataggio mi hanno addolcita,credo.-risposi titubante.-
-Davvero, non so come potrei passare una sola giornata senza di te.
-Zayn non esagerare, è poco più di un mese che ci conosciamo. Non siamo così legati.
-Bree tu non capisci. Io mi sento legato a te in un modo assurdo. Non posso allontanarmi da te, neanche un attimo.-
-Oh beh vedrai, come tra qualche giorno, settimana al massimo non ci guarderemo più neanche in faccia.-risposi con un tono un po’ troppo malinconico.-
-Scommettiamo che per quando finiranno di costruire quel palazzo io e te staremo insieme?-Disse d’un tratto, sempre con il solito ghigno stampato in volto.-
-Scommettiamo.-gli dissi facendogli l’occhiolino.
Stemmo un po’ di tempo così, lui che mi accarezzava i capelli, io con il capo poggiato sulla sua gamba , a raccontarci aneddoti ed avvenimenti di una vita passata, che sembrava lontana anni luce da noi, ed invece era così maledettamente vicina, vicina per davvero.
-Perché lei non è stata un errore?-una vocina pronunciò quella terribile frase. Ad emettere quel suono era una figura esile dinanzi a noi, con i capelli arruffati e i vestiti sporchi. Quella fitta colpì il mio stomaco lacerandolo, ma Zayn mi strinse forte a se, accarezzandomi e cullandomi. Incredibilmente la crisi mi passò e ritornai a guardare quella figura, mentre questa assisteva alla scena con occhi terribilmente tristi e feriti. Più tardi,poi, scoprì che tale esile figura era una delle scopatine di Zayn, quella con cui parlava la mattina del nostro incontro. Zayn gli spiegò che io in realtà ero la sua migliore amica e tra noi non c’era mai stato neanche un bacio. Lei gli chiese di diventare la sua ragazza, lo implorò in ginocchio, a breve gli baciava i piedi. Zayn sembrava tristemente mortificato, la implorava di smettere di perdere in tal modo la dignità, ma lei non voleva saperne. Dopo che lei e Zayn andarono a fare una passeggiata lei capì che Zayn non era innamorato di lei, e ci lasciò sola. Non riuscivo ad immaginare che c’erano ragazze ridotte a tutto pur di stare con il ragazzo che mi chiedeva un appuntamento, che voleva star con me. Eppure io proprio non ci riuscivo. Ormai era chiaro che ero attratta da Zayn, ed ora non era più un fattore fisico, era diventato magnetismo. Io ero attratta da lui, come se lui fosse una calamita ed io il ferretto. Ma nonostante ciò io cercavo disperatamente di diventare il suo stesso polo, solo per allontanarlo. Sapevo ormai, che lui se ne sarebbe andato da lì a poco ed io non potevo sopportare un ulteriore delusione. Non ne avevo intenzione, assolutamente. Tornammo a scuola per salutare gli altri e, dopo innumerevoli implorazioni, decidemmo di andare da me. Acquistammo pizze e coca cola e ci rifugiammo nel mio abitacolo. Si buttarono tutti poco elegantemente sul sofà di casa mia.
-Perché non ci facciamo una bella spaghettata?- se ne uscì Harry con una delle sue magnifiche idee.
-Da quando in qua sai cucinare?-chiesi alquanto basita dalla sua affermazione.
-Da sempre!-rispose lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Da una parte del divano c’erano Ally e Niall che a momenti concepivano il loro primogenito, dall’altra Sarah ed El che guardavano i loro amanti cucinare. Louis ed Hazza avevano legato tantissimo. Invece più riservati in cucina c’erano Liam e Danielle che amoreggiavano tranquillamente. Io ero seduta tranquillamente sulla mia poltrona in pelle nera, comoda e assolutamente mia, quando Zayn mi venne a scompigliare i capelli. Credo che le urla si sentirono per tutta New York.
-Malik, leva le tue sudici mani da terrorista pakistano imbranato dai miei perfettissimi capelli.Subito.-sbottai in preda ad una delle mie innumerevoli crisi isteriche.
-Jefferson, le mie mani sono pulite! Le tolgo solo se mi fai sedere qui.
-Vattene sul divano Malik, potrebbe servire un ostetrico  pakistano ad Ally e Niall.
-Non voglio far nascere uno smorfioso nanerottolo.
-Qui ci sono io.- non riuscì a concludere la mia affermazione perché Zayn mi sollevò, si sedette e mi posò sulle sue gambe.
-Qui o a terra.-osservò Pakistan boy.
-Sei un pakistano spocchioso.
-Signorina le gambe tremaaaano!-affermò ed iniziò a muovere le gambe. Lo riempì di schiaffi, pur non recandogli alcun danno e alla fine grazie al cielo, arrivarono gli spaghetti e quindi si fermò per mangiare. Mi buttò per aria solo per  prendere un piatto, ed io caddi rovinosamente sulle mie mattonelle marcate Valentino, sentì il fondoschiena in fiamme, e la rabbia salire nel mio corpo.
-Brutto pakistano di merda e terribilmente imbranato, mi hai ammaccato il mio fondoschiena a mandolino! Ora prenderò quegli spaghetti e te li ficcherò nel tuo lurido fondoschiena pakistano.-urlai.
-Scusa Bree davvero, non voleva...E’ che...ho fame!-esclamò lui tranquillamente!-ok davvero, perdonami! Dai vieni qui, giuro che troverò il modo di farmi perdonare.-continuò pakistan. E ci riuscì. Alla televisione partì un film, colazione da Tiffany si chiamava. Iniziò ad accarezzare i miei capelli, era una cosa che gli piaceva da matti e anche a me, dato che nessuno prima l’aveva fatto. Mi addormentai come un pesce lesso,sulle sue gambe, con le sue dita tra i miei capelli. Aprì gli occhi qualche ora dopo, mi trovavo nel mio letto, con le coperte addosso. Sentivo le solite voci nel soggiorno, allora raggiunsi i miei amici con un sorriso raggiante. Decidemmo di andare in discoteca quella sera, come sempre del resto. Feci una bella e lunga doccia e shampoo, e mi rinchiusi nella mia cabina armadio. Ally era rimasta da me e le prestai io qualcosina. Indossai dei pantaloncini inquinali di jeans, tutti sfilacciati sotto, con le calze color carne, un top rosa confetto e una giacca nera con le toppe rosa dietro i gomiti, tutto rigorosamente acquistato da Hollister. Indossai decolté rosa confetto, come la pochette. Ally indossò anche un pantaloncino inquinale con la piega sotto, una canotta bianca con giacchetto di pelle nero, calze decorate, decolté neri e borsa tracolla nero. Quegli abiti li avevo acquistati in un negozio italiano molto carino quando andai lì in vacanza a quattordici anni, con Ally, Jeremy e Sharon. Non li avevo mai indossati e decisi di regalarli alla mia migliore amica che li adorava. Indossai bracciali,anelli e collana della nuova collezione Breil, mentre lei tutto marcato Ops. I nostri frodi cavalieri ci vennero a prendere in moto, quindi il viaggio fu un po’ freddo, nel vero senso della parola, perché con le gambe scoperte su moto che correvano al 180 chilometri orari era un po’ da matti. Arrivammo in quella discoteca e subito mi diedi alla pazza gioia sulla pista da ballo. Quella sera decisi che non avrei baciato nessuno, ma quell’intenzione fu stroncata dal momento in cui lui posò le mani sui miei fianchi.
-Sei molto sexy stasera, come sempre del resto.-mi sussurrò nell’orecchio.
-Grazie Pakistan.-gli risposi mentre sentivo l’adrenalina salire alle stelle.
-Niente scommessa stasera?-mi chiese continuando a ballare.
-Avevo intenzione di non baciare nessuno!
-Avevi?!
-Si Pakistan, avevo! Ora questa voglia mi è passata!-dissi prima di fiondare le mie braccia al collo di Malik e iniziare a strusciarmi su di lui. Zayn accettò senza alcun fastidio, e lentamente alzò il mio viso verso il suo, si avvicinò ed in un istante annullò la distanza tra di noi. Le note di qualche remix fuoriuscivano dalle casse di quel locale, assordando le orecchie di tutti. Le persone ballavano felici, chi si baciava, chi strusciava addosso a qualche sconosciuto e chi stava mandando a puttane un anno di due di picche per un pakistano del cazzo. Quel bacio stava prendendo ogni parte di me, tranne il mio maledetto cervello, che mi impediva di godermi quell’attimo di felicità. Infatti decisi di staccarmi da quelle labbra così tentatrici, e senza dargli spiegazioni mi diressi verso il bancone dell’alcool. Dovevo provare! Ordinai un cosmopolitan, lo prendeva sempre Samantha di Sex on the beach, poi un sex on the beach, poi un cuba libre e poi iniziai a mischiare tutto. Quella roba era dannatamente buona, non riuscivo più a smettere e quando arrivò Ally a prendermi fu troppo tardi.
#Zayn.
Quella ragazza non l’avrei mai capita. Prima incominciava a ballare con me, si lasciava baciare e d’un tratto mi lascia appeso come un pesce lesso in mezzo alla pista da ballo mentre sparisce da qualche parte. Avevo bisogno di parlare con qualcuno che la conosceva bene, dovevo capire come intervenire perché non ne potevo più di stare in bilico tra momenti di puro amore ed altri di puro odio. Io non ero mai stato innamorato e non sapevo esattamente se ero innamorato di Bree, ma nei suoi occhi verdi c’era qualcosa che mi portava automaticamente a sentir la sua mancanza. Era come nicotina, non ne potevi fare a meno una volta conosciuta. Stavo troppo bene in sua compagnia, adoravo accarezzarle i capelli e sentirla tra le mie braccia. Adoravo vederla arrossire e sentire i suoi brividi quando le toccavo il collo. Adoravo la sua risata e il suo modo di essere una ragazza per bene ed una cafona allo stesso momento. Adoravo i suoi momenti di dolcezza e sfogo che avvenivano ogni tanto. Adoravo calmarla quando aveva le sue varie crisi, e adoravo la sua forza e freddezza quando parlava del suo passato. Solo una cosa odiavo, la tristezza negli occhi quando parlava dei suoi genitori e di Marco. Vidi il riccio, sembrava si chiamasse Harry ed era suo cugino. Decisi che era l’unico che avrebbe potuto aiutarmi.
Zayn: Harry tu devi aiutarmi!
Harry: Mia cugina, vero?
Zayn:Esatto... io... non so come comportarmi. Tu la conosci bene, magari potresti dirmi se devo insistere o lasciare andare, perché sai... In alcuni momenti è così felice con me, e in altri invece mi odia! Non so cosa devo fare, come comportarmi!
Harry: Amico, è di Bridget Jade Jefferson che stai parlando, una delle ragazze più complicate al mondo. Devi sapere che Bree è sempre stata lunatica, ma una cosa devi tenere a mente! Bree è stata delusa dal ragazzo con cui stava da tre anni e che conosceva da tutta una vita. Bree non sa cosa sia affetto, amore! Solo Marco le aveva dato affetto in tutta la sua vita e l’ha delusa in quel modo! Quindi ora è normale che si comporti così. Bree tende ad allontanare tutti perché ha paura che se ne vadano, dato che non ha la certezza di chi resta! Io credo che lei sia interessata a te, e ti consiglio di insistere e farle capire che tu ci sarai! Per sempre! Solo che sarà molto lungo e difficile il cammino!
Zayn: Ho una vita davanti! Grazie di tutto amico!
Ormai avevo capito cosa fare, dovevo farle capire che io ero Zayn, non Marco! Iniziai a cercarla nel locale, ma non la trovavo, poi decisi di recarmi al bagno ed era lì! Stava rigettando ed Ally le manteneva la fronte. Quando si alzò vidi il suo sguardo, irriconoscibile. Era ubriaca! Bree aveva bevuto, ma lei era astemia, odiava l’alcool! Perché cazzo l’aveva fatto?! Decisi di avvicinarmi.
-Non guardarmi! Vai via...Non sono presentabile.- cercò di essere seria, ma il suo tono lasciava intendere le sue condizioni.
-sono qui per aiutarti! So come funzionano queste cose.-gli dissi provando di poggiarle una mano sulla spalla, volevo farle capire che io c’ero!Lei prima rise e poi mi spiazzò.
-Tu vuoi aiutarmi! Ma se è solo colpa tua se mi trovo in queste condizioni! Tu sei così terribilmente sexy e attraente! La finisci di essere così provocante?-disse tra le risate e un pianto. Decisi di abbracciarla, e credo che in venti anni di vita, quella fu l’unica cosa buona che feci! Era la prima volta che la vidi piangere, la prima anche per Ally! Bridget non aveva mai pianto!Bridget non aveva mai bevuto! Io non avevo mai abbracciato così nessuno! Io non ero mai rimasto sobrio ad una festa! La vita di tutti e due era cambiata ormai da quell’incontro di quella mattina! Ora però sapevo che lei, almeno fisicamente, era attratta da me! Amavo l’effetto dell’alcool,  ti faceva sempre dire la verità. Sentirla singhiozzare tra le mie braccia era la cosa più brutta che potesse capitarmi, così cercai in tutti i modi di farla calmare. La portai con me lì fuori, ed una volta calmata, decisi di portarla a casa sua. Quel viaggio fu uno dei più rischiosi fatti in strada. Con una mano sul manubrio, e l’altra dietro il suo bacino per paura che cadesse dalla moto, arrivammo da lei in un’ora. Sparò tante di quelle cavolate durante il viaggio che mi fece sbellicar dal ridere. Quando arrivammo scesi dalla moto e la portai in braccio fuori casa, non si reggeva in piedi.
-Vuoi fare come i matrimoni? Io però non sono la tua sposa! Poi non potrei sposarmi vestita così, io voglio il vestito bianco! Marcato Valentino però! Lo vogliooo!-piagnucolò mentre prendevo le chiavi nella sua borsa. Quando entrai e la posai, come il pomeriggio precedente, nel suo letto, mi fece gli occhi dolci e mi chiese di restare perché aveva paura di rimanere sola. Allora accettai e rimanemmo a dormire insieme. Bree si addormentò subito, io invece non riuscì a chiudere occhio. Era la prima volta che dormivo con una ragazza senza fare sesso. Ero dannatamente tentato dal provare a baciarla e fare altro, lei ubriaca com’era ci sarebbe pure stata. Ma non avrei mai approfittato di Bree, mai! Quando dormiva era completamente vulnerabile. Tutta la cattiveria e acidità del giorno svanivano,lasciando spazio ad un angelico volto tipico dei bambini. Vederla dormire, alzare ed abbassare il corpo al ritmo del suo respiro, era la cosa più bella che avessi mai fatto. Decisi di spogliarla e metterle il pigiama. Si lamentava e diceva cose inconcepibili. Dopo di che riuscì a chiudere gli occhi anche io.
Mi svegliai prima di lei, allora decisi di andare al bar giù. Presi due cornetti al cioccolato, due pancakes allo sciroppo d’acero, due cappuccini e due bicchieri di succo. Salii e lei era già sveglia. Aveva le occhiaie, tipiche del giorno dopo la sbronza, i capelli arruffati e lo sguardo confuso. Mi chiese cosa portavo nel vassoio.
-Mancava ancora la colazione, no?!Buon giorno principessa delle sbronze.
-To be continued.
Heilà bella gente!
Questo capitolo è un po’ penoso, però proprio non ne voleva sapere di uscire! Che dire, ringrazio sempre chi recensisce/segue/preferisce/ricorda e legge questa fan fiction! Siete la mia forza, sempre!

Al prossimo capitolo,
Debby!
   
 
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