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Autore: yachan    05/09/2007    6 recensioni
Gocce di memoria che si alternano nei vari momenti della vita...piccoli frammenti di una storia piena di amore e tristezza...il seguito di "Prima o Poi"...un nuovo cammino è stato intrapreso...
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doremi Harukaze, Hana-chan, Tetsuya Kotake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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GOCCE DI MEMORIA

GOCCE DI MEMORIA

Cap. 5

 

Sono gocce di memoria
Queste lacrime nuove
Siamo anime in una storia
Incancellabile
Le infinite volte che
Mi verrai a cercare nelle mie stanze vuote
Inestimabile
E’ inafferrabile la tua assenza che mi appartiene
Siamo indivisibili
Siamo uguali e fragili
E siamo già così lontani
Con il gelo nella mente
Sto correndo verso te
Siamo nella stessa sorte
Che tagliente ci cambierà
Aspettiamo solo un segno
Un destino, un’eternità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te
Siamo gocce di un passato
Che non può più tornare
Questo tempo ci ha tradito, è inafferrabile
Racconterò di te
Inventerò per te quello che non abbiamo
Le promesse sono infrante
Come pioggia su di noi
Le parole sono stanche, ma so che tu mi ascolterai
Aspettiamo un altro viaggio, un destino, una verità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te

 

***********

Kotake camminava avanti e indietro per la casa. Presto sarebbe arrivata, l’aveva chiamato per avvertirlo che le avrebbe portato Hikaru.

Sentì rumore di passi e il campanello. Erano loro. Si precipitò ad aprire la porta. La bambina corse ad abbracciarlo.

-         Papà, ciao!

-         Tesoro, mi sei mancata- disse lui affettuosamente.

Doremì li guardava dolcemente.

-         Ho un po’ di fame, papà- disse la bambina.

-         Hikaru, ma se hai appena mangiato- disse Doremì sorpresa.

-         Eh, eh, eh…mi è venuta un certo languirino.

-         Tranquilla…in cucina ti ho preparato qualcosa- disse il padre sorridendole.

-         Grande! Posso andare?

-         Certo…vai pure, mentre io e tua madre parliamo un po’.

-         Sì…- lei si allontanò sorridendo, sperando che volessero stare soli per fare la pace- Ciao mamma.

-         Ciao Hikaru- Doremì la salutò. Poi guardò il ragazzo che era lì in silenzio- Come va Tetsuya?- chiese lei gentilmente.

-         …andiamo fuori a parlare- disse lui serio, iniziando per primo ad uscire dalla casa.

-         …d’accordo- acconsentì, un po’ preoccupata per il suo tono di voce.

I due camminarono per un po’ senza parlarsi. Poi Doremì decise di interrompere il silenzio.

-         Come va il lavoro?

-         Bene…e tu, come stai?

-         Meglio, grazie.

-         Ti sei ripresa, quindi?

-         Diciamo che stare a casa con i miei, mi ha aiutata a rilassarmi. E poi era da un bel po’ di tempo che non andavo sulla terra.

-         Mh…e quindi, hai riflettuto sulla situazione?

-         …sì, credo di sì.

-         Come che “credi”? Non ti è bastato tutto questo tempo, standomi lontana?

-         Detto così sembra che non volessi vederti più.

-         E’ così invece. Te ne sei andata dicendomi che volevi prenderti una pausa dal lavoro…da me.

-         Tetsuya, ho dovuto farlo…

-         Ah, sì? E cosa hai risolto finora standomi alla larga?

-         Tetsuya, non dire così…non è stato neanche per me facile.

-         Sì, posso immaginare…- disse lui sarcastico- Senza di me appresso che ti stressava, sarai stata libera di uscire con chiunque.

La ragazza si fermò e si voltò verso di lui. Il suo viso era chiaramente arrabbiato e triste.

-         Per chi mi hai presa, Tetsuya! Pensi che avrei potuto fare una cosa simile?

-         Non lo so…- disse lui abbassando lo sguardo- Non lo so più ormai…

-         Non ti fidi più di me?- lei lo guardò ancora più triste.

-         …- lui non rispose.

-         Capisco…è così che la pensi, allora?

-         Cosa dovrei pensare Doremì? Te ne sei andata, dopo che abbiamo litigato per Akatsuki…ti eri rifiutata di parlarmi.

-         Non c’era niente da chiarire. Io non amo Akatsuki…- lo guardò dolcemente- Io amo solo te.

-         Doremì…- la guardò, poi distolse lo sguardo- E allora cos’è accaduto tra di voi?

-         Niente, Tetsuya…

-         Eppure non sembrerebbe dalle voci che girano su di voi.

Doremì spalancò gli occhi sorpresa.

-         …voci?

-         Sì, su te e Akatsuki…come pensi che mi possa sentire, dopo quelle chiacchiere?

-         Sono solo pettegolezzi…

-         Già, ma è ancora vero che tu ne eri innamorata di Akatsuki…

-         E’ stato tanti anni fa! Non mi puoi recriminare qualcosa che non c’è stato!

-         E chi me lo assicura? Voi sembrate così amici…

-         E io che dovrei dire, Tetsuya?- lo guardò arrabbiata- Pensi che a me vada bene la tua amicizia con la Regina?

-         E adesso cosa c’entra lei? Non tirare in ballo persone che non hanno niente a che fare con noi.

-         E invece sì! Credi che non me ne sia accorta di quanto siete amici?

-         Non ci vedo niente di strano- disse lui confuso.

-         No, non finché si preferisce passare il tempo con altre persone, invece che con la propria famiglia.

-         Se ti riferisci al giorno del suo compleanno, non è successo niente. Ho passato un po’ di tempo con lei, solo perché era triste. Non me la sentivo di abbandonarla…- la guardò- visto che la sua migliore amica aveva altro da fare.

-         Hana è grande! Non ha più bisogno del mio aiuto! Se avessi continuato ad aiutarla ad ogni problema, lei non sarebbe mai stata capace di diventare responsabile.

-         A me pare piuttosto che l’hai abbandonata.

-         Tetsuya, lei deve imparare a cavarsela da sola, non può sempre contare sull’aiuto di qualcuno. Così finirà solo per diventare debole. E’ per questo che mi sono allontanata da lei, non l’ho fatto per cattiveria.

-         Eppure, non sembravi così preoccupata, quando lei soffriva…

-         Non potevo fare niente…- disse lei triste stringendosi nelle braccia- E poi, a quanto vedo, non aveva per niente bisogno di me…visto che c’eri tu.

-         Ho cercato solo di aiutarla.

-         E invece l’hai resa più fragile…ora lei per ogni cosa dipende da te. Non l’hai aiutata Tetsuya…

-         Pensi invece che il tuo modo di aiutarla, sia il più giusto?

-         Certo!- disse decisa- Ti avevo detto di lasciarla stare, ma non mi hai dato retta. E ora, è troppo tardi. E cosa in più…lei ora ti ama.

Kotake la guardò sorpreso.

-         Come?

-         …conosco Hana da più tempo di te. Credi davvero che non me ne sarei accorta? Lei ti ama da ormai tanto tempo…

-         Che assurdità, Hana è una bambina per me.

-         Però lei è grande, sai? E ti tratta con molta famigliarità in privato…ti chiama anche per nome, mentre in mia presenza ti chiama per cognome- fece una pausa- Ho avuto la conferma quando vi ho sentiti parlare in quell’aula…

-         Ma non significa niente. E’ vero, mi chiama per nome, però non vuol dire niente.

-         Se fosse così…me ne avresti parlato subito, invece di tacere su tutto.

-         Non volevo che per una sciocchezza simile, voi due litigaste.

-         Se non c’era niente per davvero, non ci saremmo certo messe a litigare. Però tu hai preferito tacere su molte cose.

-         Io l’ho fatto per te…non volevo farti preoccupare. Ma l’unico risultato è stato che tu hai preferito stare con Akatsuki.

Doremì abbassò lo sguardo triste.

-         Io credo piuttosto che tu voglia nascondere il fatto…che nonostante tutto, anche a te piace Hana.

-         Che stai dicendo!

-         E’ così invece!- alzò la testa- La ami, più di quanto ami me…sei più preoccupato per lei, che per me…è quasi come se non esistessi io. Per questo ho voluto allontanarmi per un po’…volevo rifletterci su, prima di prendere una decisione avventata.

Kotake strinse forte i pugni arrabbiato.

-         …E cosa hai deciso alla fine? Che non vado bene per te? Che è meglio stare lontani? Se è la separazione che vuoi…

-         No, Tetsuya, io…

-         Se dobbiamo continuare così, a farci del male…allora, è meglio lasciarci.

Doremì si irrigidì e lo guardò spaventata.

-         …lasciarci?

-         Sì, mi sembra di aver capito, che non ne puoi più di me- sviò lo sguardo- Se è la libertà che vuoi, te la lascio. Così sarai più contenta e potrai rivederti con chi vuoi.

-         Aspetta Tetsuya…io non voglio…non era così che doveva andare- disse iniziando a singhiozzare.

-         L’hai voluto tu…sei tu che ci hai messo alle strette. Invece di risolvere le cose subito, hai preferito andartene via- chinò la testa- Alla fine, io non sono così importante per te…

-         Che dici! Tu conti molto per me!

-         Non sembrerebbe…altrimenti, non mi avresti allontanato. Noi siamo una coppia…e se c’era qualcosa da risolvere, dovevamo farlo insieme. E invece, hai preferito fare di testa tua, come al solito.

-         Tetsuya, non è così…- le lacrime iniziarono a riempirle gli occhi color rosa- Io non potevo…non ci riuscivo…

Lui si voltò per non guardarla.

-         …Tetsuya?

-         Devo tornare a casa, da Hikaru.

-         Non te ne andare…non può finire così…

-         E’ quello che hai voluto tu…- disse lui serio- Lasciarci è l’unica cosa giusta. Noi…non ci saremmo mai dovuti sposare.

Doremì sussultò a quelle parole, come se qualcosa di molto affilato le avesse trafitto il cuore.

Allora…era davvero finita? Non era uno dei suoi soliti incubi? Forse sì…e presto si sarebbe risvegliata, ritrovandosi accanto il ragazzo che amava tanto.

-         …non mi lasciare…- disse quasi con una supplica- Io ti amo…

-         …forse il tuo amore è solo un illusione e non mi hai mai amato. E ora…vedendo bene la situazione…forse neanch’io.

Quello bastò per frantumare ogni piccola speranza nel suo cuore…le lacrime continuavano a scendere interminabili sulle sue guance, mentre vedeva la persona che più aveva amato, allontanarsi…sempre di più…di più…

E quando scomparve dalla sua visuale, si accasciò al suolo. Il suo corpo era come svuotato di ogni sensazione. Voleva solo chiudere gli occhi e dimenticare.

 

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Doremì aprì gli occhi. Si guardò intorno e stiracchiò le braccia.

-         Oggi sto bene…- si alzò in piedi- Forse la medicina di Yuri non era così male, in fondo.

-         Doremì…- si aprì la porta- Oh, ma stai già in piedi?- chiese sorpresa la madre.

-         Sì- fece cenno di sì.

-         Incredibile…solo ieri avevi la febbre alta. Hai dei anticorpi davvero forti.

-         O semplicemente, è stupida- commentò Pop.

-         Pop!- esclamò Doremì e la rincorse per la casa- Ora ti faccio vedere io!

La madre osservò le due figlie e sorrise sollevata. Doremi era guarita del tutto.

-         Va bene ragazze- disse lei con un battere di mani- Ora basta giocare e preparatevi ad andare a scuola.

-         Scuola?- Doremì si bloccò e guardò la madre.

-         Certo, se sei guarita…

-         Uh, già…- la ragazzina sospirò.

Doveva tornare a scuola, tra i banchi, tra i compagni di classe, con Yuri e…Kotake.

Sospirò di nuovo.

Ora che era guarita, doveva affrontarlo, già…

Poi come un fulmine a cielo sereno, ricordò il giorno precedente. Ma non erano venuti a trovarla Kotake e Yuri?

Sì, ricordava solo che era rimasta in stanza con Kotake, che non faceva altro che il pagliaccio. Poi quando si era decisa a parlargli, un colpo di sonno l’aveva presa facendola cadere sul letto. Il seguito non lo ricordava…cosa avevano detto Kotake e Yuri vedendola in quello stato?

Che imbarazzante…erano venuti a trovarla e lei era crollata dal sonno.

Ma ciò che più la imbarazzava…era dover affrontare Kotake.

Dalla sera in cui si erano baciati, lei si sentiva agitata, ma allo stesso tempo felice.

E se si fosse trattato di un semplice bacio e nient’altro? Si sarebbe illusa nuovamente.

-         One- chan, vuoi fare colazione o no?- chiese la sorella.

-         Eh…ah, sì- guardò il piatto, poi la sorella- Sentì…cos’è successo ieri?

-         Mh?- la guardò.

-         Temo di essermi addormentata- disse lei ridacchiando imbarazzata.

-         Oh, capisco- continuò a mangiare- Comunque, niente. Kotake e Yuri se ne sono andati qualche minuto dopo.

-         Erano arrabbiati?

-         No, tranquilla. Mi hanno detto di salutarti, una volta che ti fossi svegliata.

-         Ah…bene.

La sorella la guardò e sorrise.

-         Ti piace proprio, eh?

-         Che?- arrossì.

-         Intendo quel ragazzino…Kotake.

-         No, ti sbagli- scosse la testa agitata.

-         Certo, certo- appoggiò le posate e si alzò dalla tavola- Dai, andiamo a scuola.

-         …sì.

 

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-         Mamma, mamma!- la chiamò.

-         Shhh, Hikaru, non fare rumore…lasciala riposare- disse una signora dai capelli rosa.

-         Ma…

-         Tua madre è un po’ stanca…

-         Mh…- la piccola guardò attraverso quella piccola apertura della porta. La madre stava ancora dormendo…erano giorni che se ne stava rinchiusa in stanza- Va bene…

-         Bene, dai, ci vediamo qualcosa alla tivù…ti va uno spuntino?

-         Sì, grazie nonna…- scese in sala insieme alla signora.

-         Va pure ad accendere il televisore…io torno subito con il cibo.

-         Okey…- si sedette sul divano e prese il telecomando. Girò per vari canali, con aria poco interessata. Sinceramente, aveva altro a cui pensare.

-         Eccomi qui di ritorno- disse la signora sorridendo e si sedette accanto alla bambina- Allora, hai già scelto cosa vedere?

-         Io…non lo so…- disse lei fissando lo schermo.

La signora la guardò triste, poi le sorrise.

-         Piccola, lo so che sei preoccupata per i tuoi genitori…ma vedrai che presto tutto si risolverà.

-         Lo credi davvero, nonna?- lei la guardò triste- Torneranno insieme, vero?

-         Questo non posso assicurartelo, Hikaru…però i tuoi genitori ti vogliono un sacco di bene e cercheranno di fare quello che è più giusto per te.

-         …sarà, però…- abbassò lo sguardo- La mamma continua a piangere, vero?

-         Eh?

-         Io la sento…non me lo vuole dire, ma io la sento piangere la notte.

-         Hikaru…

-         Diceva che avrebbero risolto tutto…che era solo un litigio passeggero…e invece, papà se n’è andato.

-         Tuo padre non se n’è andato. Solo si sono separati per un po’ e lui continua a venirti a prendere, per passare un po’ di tempo con te.

-         Non è la stessa cosa…io voglio stare con tutti e due.

-         Lo so, piccola…- la abbracciò dolcemente- E mi dispiace che tu debba soffrire per questa situazione…non è giusto per nessuno.

-         Vorrei solo che i miei genitori facessero la pace…

-         Sì, lo vorrei anche io…- la guardò- Però puoi sempre aiutare tua madre ad essere più serena. Se ti vedrà con questo faccino triste, la farai rattristare di più…lei non vorrebbe mai farti soffrire.

-         Sì…allora, cercherò di sorridere.

-         Bene, brava bambina- le sorrise- E ora che ci vediamo?

-         Ho sentito che danno le repliche del Capitano Moore…sono curiosa di vederlo.

-         Ottimo, allora guardiamolo insieme.

 

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Che strano che era l’amore…in pochi giorni, era diventato un completo imbecille, era stato arruolato nel circo di Yuri…ah, sì, doveva vendicarsi…e credeva che Shakespeare fosse un Dio in terra…

Okey, l’amore rendeva proprio idioti…ma come si poteva vivere senza?

Kotake se lo chiedeva in continuazione, quando guardava con aria sognante la ragazza del suo cuore.

No, non si poteva vivere senza l’amore.

Non credeva fosse possibile stare lontani dalla persona che si ama, anche solo un minuto, e sentirsi così male…

E non faceva che ripetere nella sua mente la scena del suo bacio con lei, come se fosse una moviola al rallentatore e sospirando come un vecchietto.

Sì, era confermato…l’amore rendeva degli idioti.

-         Già, sei uno sciocco…

Kotake si girò verso il ragazzino moro.

-         Perché non mi hai detto subito come stavano le cose?

-         Di che parli?

-         Che sei innamorato di Doremì, no?

Kotake arrossì di colpo. Nonostante ormai avesse accettato questo suo sentimento…gli era impossibile non arrossire a quelle parole.

-         Yuri!- esclamò imbarazzato.

-         Cosa? Ho solo detto la verità.

-         P- però…

-         Non capisco…perché non me l’hai detto subito? Non siamo amici?- chiese lui un po’ amareggiato.

-         Scusa…il fatto è che…solo di recente l’ho capito…

-         Uhm…e adesso che farai? Suppongo che tu gliel’abbia detto a Doremì, no?

-        

-         Insomma Kotake! Non le hai detto niente?!

-         Non sono riuscito…

Kotake guardò fuori dalla finestra. Pensò al bacio con Doremì e sorrise.

Ricordò il giorno prima, come Doremì dormiva sul letto. Avrebbe desiderato così tanto riempirla di baci, le faceva così tenerezza.

Non era più una bambina, lo sapeva da tempo ormai. Ma neanche lui era più un bambino e il suo amore per lei era cresciuto con il tempo, soprattutto da quando le occasioni di parlare con lei erano aumentate.

Mentre ricordava, come prima lei rappresentasse un mistero per lei. Camminava da una parte e poi la rivedeva da un’altra parte. C’erano volte in cui parlava in modo strano, quasi non fosse lei e di come si trovasse sempre in situazioni a dir poco normali. Senza contare degli amici che le giravano intorno…prima Momoko, di seguito Hana, poi Akatsuki e i suoi compagni.

E si chiedeva guardando la ragazzina, se un giorno si sarebbe accorta di lui. Per quanto gli costasse ammetterlo…lui era già innamorato cotto di lei, già dalla prima volta che i loro destini si erano incrociati.

Pensava che una volta che avrebbero terminato le elementari, lì non avrebbe avuto modo per starle vicino.

Ma poi…una cosa incredibile.

La conoscenza con il nuovo compagno di classe di Yuri e del strano mondo della magia.

Già, all’inizio ne era un po’ spaventato da questa nuova realtà e quando gli fu fatta la proposta dallo stregone Harry, di diventare anche lui uno stregone, era tentato di dire di no. Ma poi guardò il viso di Doremì e capì che quella era la sua occasione. E da lì in poi, nulla fu come prima.

La sua vita era stata letteralmente messa a soqquadro da quelle ragazzine e dal suo nuovo compagno di studi, Yuri.

Ma guardando indietro, non si pentiva della sua scelta…non avrebbe preso migliore decisione.

Era contento così come stavano le cose. Si era abituato ai ritmi del Maho, alle urla di Majorika, all’entrate improvvise di Majodela, alle chiacchiere delle ragazze, alle bizzarre abitudini di Yuri, alla rivalità con Akatsuki, all’euforia della principessa Hana, agli incantesimi dei libri, ai consigli dello stregone Harry…e tutto questo per lei.

-         Doremì!

Sussultò a quel nome e si girò a vedere Yuri che andava incontro ad una ragazzina.

Era sorpreso, cosa ci faceva già a scuola? Certo che, aveva un fisico forte.

E dire, che solo il giorno prima si reggeva appena in piedi.

Sorrise e decise di raggiungerli.

-         Allora, come va?- chiese Yuri.

-         Bene, grazie- disse lei.

-         Sapevo che la mia medicina era formidabile- disse Yuri contento- Vedi, che hai fatto bene a berla?

-         In effetti…

-         Le hai fatto bere uno dei tuoi intrugli?- chiese Kotake giungendo da loro.

Doremì lo guardò sorpresa e un po’ agitata.

-         La mia medicina è fatta solo con ingredienti naturali- disse Yuri offeso.

-         Già…come l’ultima medicina che mi hai fatto bere?- disse Kotake ironico- Ricordi? Avevi detto che mi avrebbe dato energia durante la partita…

-         Ah, quello…ti sei lamentato quando hai saputo che avevo utilizzato un pipistrello.

-         Pipistrello?- replicò Doremì stupita.

-         Lo dici come se fosse una cosa scontata.

-         Certo- disse Yuri tranquillo- Anche nella medicina di Doremì, c’era. E anche la coda di topo. Ma come vedi, Doremì non si è lamentata.

-         Cos…?!- Doremì si appoggiò alla parete, impallidendo- Inizio a sentirmi di nuovo male…

-         Oh, vuoi che ti faccia provare un’altra medicina di mia nonna?- estrasse una boccettina- C’è l’ho già qui, pronta all’uso. Vedrai che ti sentirai meglio.

-         Ma tu vai in giro con queste medicine?- chiese perplesso Kotake- Comunque, meglio di no… per non rischiare.

-         Già, anche perché mi sento già meglio- disse prontamente Doremì, esibendo un sorriso raggiante.

-         Oh…in questo caso, d’accordo- mise via la boccettina- Sono contento che tu sia guarita.

-         Grazie Yuri.

Il ragazzino raggiunse il suo banco, mentre Kotake e Doremì rimasero all’ingresso dell’aula.

-         …si è allontanato?- chiese Doremì con ancora il sorriso stampato in faccia.

-         Sì- confermò lui.

-         Okey…- perse il suo sorriso e si appoggiò nuovamente alla parete- Credo che adesso andrò a vomitare…- disse disgustata.

-         Eh, eh…ti capisco. A me ci è voluto un giorno intero per riprendermi.

-         Uhh…- disse sconsolata Doremì, intenta a dirigersi in bagno.

-         Ah, prima che tu vada…- la trattenne per un braccio- Volevo chiederti di farti trovare, durante la pausa pranzo, in cortile vicino all’albero centrale.

La ragazzina lo guardò curiosa.

-         E perché?- chiese.

Lui sorrise.

-         Segreto- ridacchiò- Lo saprai se verrai.

-         Uh, d’accordo- disse lei confusa dal sorriso di Kotake.

Si comportava come se non fosse accaduto niente tra di loro due.

Forse, lui le voleva parlare proprio di questo…forse voleva chiarire…e molto probabilmente gli avrebbe detto ciò che lei temeva, ovvero che non l’amava.

Questo spiegherebbe la disinvoltura di lui. Oppure, più semplicemente, voleva sfidarla in qualche assurda gara…tipico di lui.

Sospirò. Era inutile starci li a pensare. Come aveva detto Kotake, solo presentandosi all’appuntamento l’avrebbe saputo.

 

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Doremì era seduta sul letto e guardava la sua vecchia stanza, di quando era ancora una ragazzina…sua madre l’aveva lasciata intatta com’era. Che nostalgia. Guardò le foto che erano sul comodino. Erano di lei e di Kotake da ragazzini…si coprì la bocca, come per trattenere la sensazione di nausea che la stava invadendo. A distanza di qualche giorno, non riusciva ad accettarlo…che Kotake l’aveva lasciata…

-         One-chan?- sentì una voce famigliare e si girò per vedere una ragazza all’ingresso della stanza.

-         Pop-chan?- la ragazza dai capelli rosa chiaro e un viso somigliante a Doremì fece cenno di sì.

-         Come va?- disse lei sorridendole e avvicinandosi alla ragazza.

-         …più o meno…- disse Doremì, abbracciandola- Come mai sei qui?

-         La mamma mi ha chiamato…Tu e Kotake non avete ancora risolto?

-         …- scosse la testa- A quanto pare…è finita.

-         Perché dici questo?

-         Perché è la verità…la nostra storia era destinata a finire.

-         Però…e Hikaru?

-         E’ lei che mi preoccupa di più…come farò a dirle la verità? Le avevo promesso che saremmo tornati ad essere una famiglia…- chinò la testa triste- Sono un fallimento.

-         Doremì, non dire così…tu ti sei impegnata. E come dicevi tu, forse era destino…

-         Sai…anni fa, non avrei detto una cosa simile…ho sempre creduto che tutto si potesse cambiare, che anche le situazioni più difficili si potessero risolvere. Ora mi rendo conto della mia ingenuità.

-         Non devi rattristarti One-chan…ce la farai sicuramente a rifarti una nuova vita.

-         Sì…credo di sì. Ma non so da che parte iniziare…

-         Chissà…- Pop guardò una delle foto che erano sul comodino- Forse se ci fossero in questo momento le nostre amiche…ti saprebbero aiutare.

Doremì alzò la testa, per guardare la foto scattata al diploma di sesta elementare.

-         Chissà…ma ora loro non ci sono…e non ho idea di dove siano in questo momento. Con il tempo, i nostri contatti si sono fatti sempre più rari.

-         Già…ognuno di noi ha preso strade diverse- sospirò e le sorrise- Ma tu non sei sola, ricordatelo. Ci sono io, ci sono i nostri genitori e tutte le persone che ti vogliono bene…e soprattutto, c’è Hikaru. Devi farti forza per lei.

La ragazza la guardò.

Sì, aveva ragione. Non poteva continuare così…Hikaru non glielo avrebbe mai perdonato.

-         …hai ragione- si alzò in piedi- Hikaru mi sta aspettando.

-         Bene- sorrise sollevata- Ora scendi giù che la mamma ha preparato da mangiare.

-         Sì…chissà se c’è la bistecca?- disse sorridendo.

-         Eh, eh, non saprei proprio- si alzò in piedi e insieme uscirono dalla stanza.

Le due ragazze scesero le scale e arrivarono in salotto.

-         Mamma!- esclamò Hikaru sorpresa.

-         Ciao piccola- sorrise Doremì.

-         Mamma, come stai?

-         …Bene. Scusami se ti ho fatto preoccupare.

-         No, tranquilla- scosse la testa e sorrise- Sono contenta che sei qui.

-         Oh, Hikaru- la abbracciò- Andrà tutto bene, vedrai…

-         Sì, mi fido di te.

La madre di Doremì e Pop le guardarono commosse.

-         Ehi tu, non muoverti di lì! Ho scoperto chi sei!

Doremì alzò la testa, per vedere da dove arrivasse la voce.

-         E questo…- guardò stupefatta- Ma questa è la serie del Capitano Moore.

-         Sì, io e Hikaru la stavamo guardando- spiegò la madre di Doremì.

-         Forte, da quanti anni non lo rivedo!- disse Doremì contenta.

-         Già, piaceva anche molto a Momoko e Yuri- disse Pop.

-         Hai ragione- Doremì si sedette sul divano- Sarà bello rinvangare i vecchi ricordi…

 

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-         Ehi, Doremì!

La ragazza si girò e guardò il ragazzo venire incontro a lei.

-         Sei in ritardo- disse scocciata la ragazza.

-         Eh, eh…scusami, ma Kimura mi ha trattenuto.

-         Ah, ma bene…mi chiami tu e mi dici di trovarci qui, e sei il primo ad arrivare tardi!

-         Ti ho già chiesto scusa (-_-)*

-         Sì, ma non basta. Spero almeno che il motivo valga la pena di averti aspettato. Allora?

-         Cosa? ('_')

-         Mi prendi in giro? Che cosa volevi dirmi?! (>_<)*

-         Ah, sì…però non mettermi fretta.

-         Tetsuya, non ho intenzione di aspettare un'eternità!

-         Ho capito, ho capito…dunque…sai la domanda che mi facesti tempo fa?

-         Uh, quale?

-         Perché io ho deciso di diventare un apprendista stregone…

-         Già, ricordo…però quella volta non mi hai risposto…

-         Ecco…il motivo sei tu.

-         Eh, e adesso che c'entro, io?

-         Quando ho scoperto che eri una strega, ho avuto paura che questo in qualche modo ci potesse allontanare…

-         Come?

-         Vedi…io- disse imbarazzato- ti voglio bene…

-         Eh? (°///°) Ah, sì…intendi come amica (^_^)'

-         No, io…ti voglio più bene di una semplice amica…- prese fiato- Io ti amo.

Doremì rimase impietrita e rimase zitta per un bel po'.

-         Doremì…tutto bene?- chiese Tetsuya preoccupato.

-         I- io…credo di non aver capito bene…tu, cosa?

-         Non me lo fare ripetere (-///-), hai capito benissimo.

-         P- però è impossibile…cioè, io…tu…ahhh, sto andando nel pallone! (@_@)'

-         Se ho deciso di unirmi a voi è perché avrei avuto l'opportunità di starti al fianco e proteggerti…e lo farò sempre.

-         Tetsuya (°///°)…

-         Kotake, muoviti, c'è la partita!- disse da lontano un ragazzo.

-         Ah, sì, è vero- disse Tetsuya ricordandosi- Scusa, devo andare. Ciao!

-         Ah, aspetta, Tetsuya io…- ma ormai se n'era già andato- Anch'io ti amo…- sussurrò lievemente.

 

~~~~♥~~~~**~~~~♥~~~~**~~~~♥~~~~**~~~~♥~~~~**~~~~♥~~~~

 

-         Guarda, guarda!- una piccola bambina si muoveva in buffe mosse- Sono il Capitano Moore!- fece una smorfia- E qui invece sono l’ispettore Capo, grr.

-         Ah, ah, ah- rise la ragazza che camminava affianco a lei.

-         Vero che ci assomiglia?

-         Sì, sì, hai ragione.

-         Ah, e poi c’è anche la dolce e dispettosa Susan…mitica!

-         Ti sei proprio appassionata, vedo…

-         Sì…mi diverte molto.

-         Bene…- si fermò e guardò davanti a se- Siamo arrivate.

La bambina guardò il portale magico che avevano davanti.

-         Tra poco tuo padre verrà a prenderti…

-         …devo proprio andare?

Doremì la guardò sorpresa.

-         Cosa ti prende Hikaru? Pensavo che ti divertissi con tuo padre.

-         Sì, sì…però…- disse triste- non voglio lasciarti sola…

-         Ma io non sono sola…- la ragazza si chinò per guardare la bambina- Perché so che tu tornerai da me. E poi, tuo padre, ti vuole un sacco di bene, sai? Si rattristerebbe se non ti vedrebbe.

-         …d’accordo.

Sentirono dei rumori di passi. Doremì si alzò e guardò verso il portale. Arrivò attraversando il portale, un ragazzo dai capelli blu. Camminò verso di loro.

-         Ciao Hikaru.

-         Ciao papà- gli andò incontro.

-         Come va piccola?- la prese in braccio.

-         …bene- sorrise.

-         Mh, sono contento.

La ragazza si avvicinò a loro.

-         Ciao Tetsuya….- cercò di sorridere.

Lui la guardò e poi depositò Hikaru a terra.

-         Ciao Doremì- disse lui serio.

Tra i due si creò un atmosfera gelida. La piccola guardò preoccupata i due.

-         …Hikaru, ci vediamo tra due giorni- disse Doremì distogliendo lo sguardo da lui- Mi raccomando, comportati bene.

-         Sì, mamma…

-         Allora, ciao…- salutò e si voltò.

Hikaru la salutò, mentre Kotake fece solo un cenno prima di voltarsi anche lui.

-         Andiamo Hikaru.

-         …sì- disse un po’ triste, guardando da lontano la madre.

Doremì camminò per un po’, poi svoltato l’angolo, sicura di non essere vista da qualcuno, si inginocchiò e iniziò a piangere.

Era ancora dura…molto dura…riuscire a sostenere quei suoi occhi gelidi. Non ricordava che l’avesse mai guardata in quel modo…era ancora arrabbiato con lei. E non poteva dargli torto. Aveva rovinato tutto con le sue mani.

Ma non c’era modo di tornare indietro. E ancora una volta, se n’era accorta dallo sguardo gelido di Kotake. Se prima aveva qualche speranza di potersi fare perdonare, ora era certa che non aveva più chance…forse lui ormai si vedeva con qualcuna.

Com’era dura andare avanti…

 

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Okey…cercò di rimettere in ordine le cose…lei aveva capito di amare Kotake e lui…si era dichiarato…però lei non aveva avuto tempo per rispondergli.

E così in teoria, doveva dargli una risposta?

Cavoli, e ora come faceva?

Bastava che lei andasse da lui e gli dicesse che anche lei provava gli stessi sentimenti…e poi?

Era confusa. Una volta detto quello, cosa sarebbe successo? Kotake non le aveva detto chiaramente di essere la sua ragazza…o forse era implicito?

Mosse la testa da un lato. Che doveva fare?

Si chiese se andava bene quello che stava accadendo.

Se ho deciso di unirmi a voi è perché avrei avuto l'opportunità di starti al fianco e proteggerti…e lo farò sempre.

E così…era lei il motivo del suo arruolo e non per qualche sciocco desiderio.

Lo aveva fatto per lei…

Arrossì. Perché non lo aveva capito dall’inizio? E da quanto tempo provava questo sentimento per lei?

Mh…ma non era quello il punto, in quel momento doveva ancora decidere cosa fare. Non che ci fosse tanta scelta…lei amava lui e idem Kotake…cosa c’era da capire? Era semplice…

E allora perché se ne stava lì per ore ad arrovellarsi su qualcosa di così banale?

Come se d’improvviso, l’avesse presa qualche dubbio…ma su cosa?

Lei e Kotake…era davvero la cosa giusta?

-         Doremì?- le quattro ragazzine la guardarono.

-         Cosa succede? Non ti convince la stoffa?- chiese Hazuki.

-         Eh? Ah…- si accorse di stare fissando la stoffa da parecchi minuti- No, no…ero solo soprapensiero…

-         Come al solito, quindi- Aiko alzò le spalle.

-         Dai, andiamo- disse Onpu e le ragazzine uscirono dal negozio di Scampoli.

Doremì seguì il gruppetto, mentre si avviavano al Maho. Si erano accordate di andare tutte insieme a comprare le nuove stoffe per il negozio, ma proprio quel giorno non riusciva a concentrarsi.

-         Senti Doremì, com’è andata con Kotake, poi?- chiese Onpu.

-         C-come, dici?- Doremì arrossì- Dunque…- abbassò lo sguardo- Tetsuya ha detto di volermi bene…

Silenzio. Le ragazzine si fermarono e si girarono per guardarla.

-         Cosa ha fatto Kotake?- chiese incredule Momoko.

-         …si è dichiarato- Doremì sviò lo sguardo delle amiche.

-         M-ma…è fantastico!- esclamarono le amiche.

Doremì le guardò, mentre le sorridevano contente.

-         Finalmente si è deciso!- disse Aiko.

-         E’ stupendo!- disse Momoko.

-         Quindi, adesso tu e Kotake state insieme- disse Hazuki.

-         …no- disse Doremì.

Le ragazzine si zittirono in attesa di una spiegazione.

-         Il fatto è che…lo ha fatto in modo così veloce, che non ho fatto in tempo a rispondergli…- non me ne ha dato il tempo- sospirò.

-         Quindi, lui ora aspetta una tua risposta, no?- disse Onpu.

-         Sì…

-         Ma allora dov’è il problema?- Aiko incrociò le braccia dietro la testa- Tu l’ami, no? Vai da lui, glielo dici e tutto si risolve.

-         N- non è così semplice…- disse Doremì incerta.

-         Non mi dire che ci hai ripensato…- disse Hazuki.

-         No, non è questo. Io voglio bene a Tetsuya, però non so se sia la cosa giusta.

Le amiche si guardarono a vicenda confuse.

-         Che intendi dire?

-         Ci ho pensato a lungo…le cose stanno cambiando troppo rapidamente…e se stessimo affrettando le cose?

-         Non dire assurdità- disse Onpu incrociando le braccia- Sei ad un passo ad ottenere la tua felicità e ti fai prendere dalla paura?

-         Onpu ha ragione…- disse Hazuki- Kotake non è il tipo da giocare con i sentimenti delle persone e lui ti vuole bene, da molto tempo ormai.

-         Sì, quindi vai da lui e digli chiaramente cosa provi per lui- disse Momoko.

-         Noi facciamo il tifo per te- disse Aiko sorridendo.

-         Fai del tuo meglio- disse Hazuki.

-         Amiche…- disse Doremì commossa-…grazie.

-         Noi vogliamo solo il tuo bene- disse Onpu- non vogliamo vederti soffrire di nuovo.

-         Sì, c’è la metterò tutta!

 

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-         Hikaru, sei pronta?- sentì la voce del padre chiamarla.

-         Sì, arrivo…- prese il suo cappello bianco e se lo infilò in testa, uscendo di fretta dalla stanza- Eccomi, pa…- si bloccò non appena vide una ragazza all’ingresso che parlava con Kotake.

-         Oh, eccoti qua…ti ricordi di Hana, vero?

-         Ciao piccola Hikaru- lei la salutò.

Hikaru rimase ferma a guardarla stupita.

-         Che hai Hikaru? Non si saluta?- chiese il padre vedendola silenziosa.

-         …ah, sì…salve…- disse con poca voglia, poi guardò il padre- Andiamo adesso?

-         Sì, certo…verrà con noi anche Hana.

-         Come?

-         Sì, passeremo un bel pomeriggio alle giostre, contenta?- disse sorridente Hana.

La bambina non rispose e avanzò per prima.

-         Hikaru?- lui la guardò preoccupato.

-         Ho detto qualcosa di sbagliato?- chiese Hana.

-         No, no…- disse lui confuso- Sarà solo ansiosa di andare alle giostre…penso.

I tre iniziarono ad avviarsi verso il parco che portava alle giostre. Kotake teneva per mano la piccola Hikaru, mentre d’altra parte c’era Hana. I due adulti parlavano tranquillamente, mentre la bambina se ne stava in silenzio.

-         Hikaru, come mai sei così silenziosa oggi?- chiese curioso Kotake- Non ti senti bene?

-         …no, sto bene.

Però la risposta non sembrava convincere Kotake che la osservò preoccupato.

-         Guarda, ci stanno osservando la gente…- disse Hana- Eh, eh…Tetsuya, non sembriamo una vera famiglia?

-         Eh…

-         No- disse secca la bambina.

I due si girarono per guardarla sorpresi.

-         Tu non sei parte di questa famiglia- disse la bambina acida.

-         Hikaru!- la rimproverò Kotake- Perché quel tono?

-         Ho solo detto la verità…

-         Ma…

-         Lascia stare Tetsuya- disse Hana- Ha ragione lei.

Lui guardò l’espressione dispiaciuta di lei. Sospirò, ma cosa stava accadendo?

In pochi minuti, arrivarono alle giostre, anche se l’umore non era dei migliori.

I tre andarono in più giostre, ma la situazione non sembrava migliorare…per quanto Hana cercasse di essere gentile con la bambina, Hikaru la rifiutava.

-         Ho fatto qualcosa?- chiese Hana preoccupata.

-         No, tranquilla…sarà solo di pessimo umore- disse Kotake, alzando le spalle- Succede.

-         Oh…allora- si guardò intorno e andò ad una bancherella- Tieni Hikaru, questo è per te- disse porgendole un gelato con un sorriso- E’ squisito, prova.

La bambina la osservò, poi con la mano, le buttò via il gelato facendolo cadere a terra. Hana rimase scioccata dall’azione della bambina.

-         Hikaru!- Kotake non capiva perché si comportasse così- Hai superato il limite! Chiedi scusa.

-         No!- disse lei decisa.

-         Hikaru!

-         Ho detto di no!

-         Che ti prende Hikaru! Non ti ho mai vista comportarti così! Hana cercava solo di essere gentile con te.

-         Non gliel’ho chiesto io! E non le ho detto di venire con noi! Non c’è l’ha lei una sua famiglia?

-         Ma che stai dicendo?

-         Hana non è la mia mamma! Non la voglio!- Kotake guardò dispiaciuto la figlia.

-         Doremì non è qui…lo sai.

-         So solo che tu non le vuoi bene!

Kotake guardò sorpreso la figlia.

-         Come?

-         Sì! Perché se no, saresti qui con un'altra persona, che non è la mamma!

-         La mamma se n’è andata. Lo sai anche tu.

-         No, sei tu che l’hai lasciata!- scosse la testa, mentre iniziava a piangere- La mamma ti vuole ancora bene! E sta soffrendo!

-         Hikaru…

-         Piange in continuazione! E anche se mi vuole far credere di stare bene, lei sta soffrendo!- strinse forte le mani- E’ così anche quando eravamo a casa…la vedevo sempre triste- alzò lo sguardo verso Hana- E tutto questo per colpa sua!- la indicò.

Hana la guardò confusa.

-         E’ lei che si è intromessa nella nostra famiglia! E’ lei che ha fatto star male la mamma! E’ tutta colpa sua!

-         Hikaru!!- la voce di Kotake era ora più forte e arrabbiata- Basta così!

-         Ma…

-         Ho detto basta! Non vedi che hai fatto star male Hana?- indicò la ragazza che stava versando qualche lacrima.

-         Io…- tentò di dire Hana, ma non ci riuscì. La tristezza e l’angoscia che provava in quel momento le impediva di parlare.

-         Scusati Hikaru. Non ti sei comportata bene.

-         No!

-         Non capisci che l’hai ferita con le tue parole?

-         No papà, sei tu che non capisci! La mamma non tornerà più come prima! Io…ti odio!- e corse via.

Kotake la guardò andare via di corsa piangendo, ma non ebbe la forza di rincorrerla.

Gli aveva appena detto che lo odiava. Si poteva cadere più in basso di così? Sua figlia ora la odiava.

-         Mi…dispiace…è colpa mia. Non sarei mai dovuta venire. Sei stato tanto gentile ad invitarmi…ma ha ragione lei, sono di troppo qui.

-         No…va tutto bene- disse lui senza guardarla- Ora….devo cercare…mia figlia…- disse con la voce spezzata e s’incamminò.

Stava andando tutto a rotoli.

 

~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~♪~~~~♫~~~~

 

Doremì camminò per i corridoi della scuola.

Doveva dirglielo…sì, era giunto il momento.

Non c’era modo di tornare indietro. Sarebbe stato da vigliacchi. E poi, le sue amiche facevano il tifo per lei…non le poteva deludere…lei c’è l’avrebbe fatta!

-         Oh…- notò il ragazzino poco lontano da lei- Tetsuya…- lo chiamò, ma lui vedendola, accelerò il passo e si allontanò- …eh?- guardò confusa la fuga del ragazzino. Ma che gli era preso?

Sospirò. E va bene, questa volta non era andata, ma non era il caso di demordere…aveva un sacco di occasioni per rincontrarlo.

Un sacco…

Peccato che quel ragazzino d’improvviso fosse diventato irreperibile…quasi fosse una star. Aveva tentato più volte di parlarci, ma lui scompariva subito appena si avvicinava. Era arrivato addirittura a rinchiudersi nel bagno, pur di non incontrarla. E lei sembrava così ridicola a rincorrerlo per i corridoi della scuola, mentre gli altri la guardavano con curiosità. Era assurdo…cosa stava accadendo?

Ormai la giornata era quasi al termine, le lezioni erano finite ed erano iniziate le attività dei club.

Sospirò…non aveva concluso niente quel giorno.

Però…

Guardò fuori dalla finestra della scuola. Il campo della scuola era occupato da dei ragazzini che si stavano allenando.

…c’era un modo per riuscire a parlargli, senza che scappasse. Sì, il club di calcio. Una volta terminato, lei lo avrebbe aspettato in attesa che uscisse da scuola.

Già, era un ottimo piano. Quasi come attendere al varco la sua preda.

Preda? Cavoli, quella situazione l’aveva scombussolata così tanto, che ormai considerava Kotake come un topo da acchiappare.

Ci rise sopra e uscì dall’edificio.

Mancava poco che terminasse…il suo cuore batteva più forte, mentre vedeva le lancette dell’orologio scandire i secondi.

Qualche minuto dopo sentì delle voci di ragazzini che stavano uscendo dallo spogliatoio.

Tra poco sarebbe uscito anche lui e lei lo avrebbe atteso lì…

-         …a domani Kotake!- sentì una voce.

-         Sì, a domani- rispose l’altro.

Ecco, era lui. Sbucò dall’angolo dove si era appostata e guardò il ragazzino che avanzava da solo.

Lui la guardò sorpreso e si bloccò.

-         Ciao Tetsuya- disse lei sorridendo.

-         …- lui non rispose e la guardò ancora sorpreso- …cosa ci fai qui?

-         Ti stavo aspettando…volevo parlar…

-         Ah, mi sono dimenticato la maglia- disse subito lui, voltandosi dall’altra parte- Scusa, devo andare.

-         M- ma…- lei lo guardò sbalordita, mentre lui si allontanava velocemente. Non le aveva dato il tempo per parlargli…non aveva neanche voluto ascoltarla. Si voltò triste.

-         …Tetsuya, tu mi stai evitando?

 

**********

 

Il parco affollato è il luogo ideale per il nostro ritorno a casa

Sto guardando te che sei sempre allegra

Ti sto ascoltando

Se il mondo venisse distrutto domani, cosa faremo?

Non dici niente

Ma stringi più forte il mio braccio

Ehi, voltati da questa parte

Le nostre labbra sono chiuse, il mio cuore sta palpitando

Non importa che tipo di persona tu sia, né dove, ti accetterò!

Quando sei ferita e stai piangendo

Voglio proteggerti, anche se mi scontrassi col mondo

Ti amo, non servono le parole

Il nostro ultimo bacio sarà eterno

 

CONTINUA…

********************************************************************************

Beh, dopo capitoli su capitoli che non avevano termine…sono arrivata agli sgoccioli. Voglio dire…sono rimasta ferma per un po’, perché non avevo tempo per scrivere e con il passare dei giorni, l’ispirazione si è andata a fare una bella vacanza. E così…eccomi qui. Il prossimo capitolo attenderà ancora un po’ prima di essere pubblicato, ma voi abbiate fiducia, che lo terminerò al più presto. Anche perché ormai siamo a settembre e gli impegni aumentano. A quanto pare però, finalmente è tornata un po’ di gente e sembra che questa fic incominci ad essere letta da più persone. Grazie, sono contenta!

Hey J: Ti ringrazio per i complimenti che mi fanno sempre piacere. In effetti, altre ideuzze per altre fic ne avrei…però le ho tenute chiuse nel cassetto, perché se dovessi rincominciare adesso a scrivere una nuova fic…non terminerei più XD. Hai ragione quando dici che ci si rispecchia in Doremì, chi di noi non è un po’ pasticciona? Sì, questo cartone è molto bello ed è davvero un peccato che non lo trasmettano più. Come dici tu, dietro a personaggi irreali e situazioni incredibili, racconta molte situazioni di vita comuni ai ragazzi e per questo ci si affeziona subito al cartone. Beh, non proprio subito, visto che io ho dovuto aspettare la seconda serie per finire di detestare Doremì XD. Però alla fine mi sono ricreduta ed ho cominciato a scrivere fic. Se vuoi diffondere questo cartone, hai tutto il mio appoggio! (^-^)

Rika94: Ciao! E’ la prima volta che recensisci una mia fic? Benvenuta! Continua a seguirmi, cercherò di non deluderti! (^o^)

Kry333: Allora siamo in due, anche a me piace molto Aiko. Sia Doremì che Aiko sono i personaggi che preferisco di più.

Marty95: Certo che aggiorno presto! (^o^) Se voi continuerete a seguirmi e recensire i capitoli, mi aiuterete a mandare avanti la storia più in fretta.

Con questo è tutto…ci rivediamo nel prossimo capitolo!

By Ya-chan

   
 
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