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Autore: white_tifa    05/09/2007    3 recensioni
Riscuotendosi dai suoi pensieri, si accorse che doveva proprio tornare, anche perché tra poco sarebbe stata ora di cena. Sospirando si avviò verso la porta; non fece in tempo ad uscire che andò a sbattere contro qualcuno cadendo rovinosamente a terra. “Ehi!!!stai attento a dove vai!!!” disse parecchio irritata, ma non appena alzò gli occhi, le parole le morirono in gola… questa è la mia prima ff: è una storia senza pretese, ma gradirei che mi lasciaste una recensione, anche piccola piccola!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I will love you until the end of time

 

Chapter twelve: The True

 

 

Listen to your heart
when he’s calling for you
listen to your heart
there’s nothing else you can do
I don’t know where you’re going
and I don’t know why
but listen to your heart
before you tell him goodbye...

 

“Listen to your heart”, DHT

 

 

 

“Finora ignoravo cosa fosse il terrore: ormai lo so.

E’ come se una mano di ghiaccio si posasse sul cuore.

E’ come se il cuore palpitasse, fino a schiantarsi,

in un vuoto abisso.”

Oscar Wilde

Dopo aver cercato inutilmente di studiare Trasfigurazione per ben due preziosissime ore del suo altrettanto preziosissimo tempo, un Draco Malfoy alquanto stanco e sfibrato uscì dalla Sala Comune di Serpeverde, tentando di accendersi una sigaretta.

Quella sensazione di disagio e angoscia che aveva provato da quando quella fiamma nera era divampata nel ciondolo della Granger non lo aveva ancora abbandonato.

Era come un nodo alla gola che gli impediva non solo di respirare, ma di fare qualsiasi cosa.

Invisibile cappio di seta intorno al suo collo.

Si diresse in Sala Grande per la cena con la solita falcata elegante e senza prestare attenzione a nulla e nessuno, troppo perso nei suoi pensieri.

Si sedette di fianco a Blasie che, come di consueto, era intento a specchiarsi nel cucchiaino d’ argento del dessert e, evitando accuratamente di guardare verso il tavolo dei Grifondoro, cominciò a servirsi di mala voglia del pasticcio di carne davanti a lui.

Stava cercando di ingoiare quella che era diventata all’ improvviso una sorta di palla di pietra che avrebbe dovuto in teoria costituire la sua cena – dannata angoscia e dannata Granger – quando la voce di Millicent Bullstrote giunse sgradevole alle sue orecchie; e quello che disse lo lasciò senza fiato.

“ Avete sentito? La Mezzobabbana Granger è stata trovata oggi pomeriggio sanguinante e svenuta nel corridoio del settimo piano con i vestiti a brandelli e uno sfregio sul braccio sinistro. Non so bene in che cosa consista, ma non è di sicuro qualcosa di lusinghiero…” disse ridacchiando malignamente.

Draco era allibito, esterrefatto. Pietrificato.

Si girò subito verso il tavolo di Grifondoro, che fino a quel momento aveva continuato ostinatamente ad ignorare, notando che non solo la Granger era assente, ma nemmeno Potter e Weasley erano a cena.

Il suo viso divenne di pietra mentre chiedeva, con un tono che gelò tutta la tavolata:

“ Davvero? E, di grazia, Millicent, chi te lo ha detto?”

La ragazza, sentendosi quasi nuda sotto lo sguardo inquisitorio di quegli occhi gelidi come affilate lame d’ acciaio, rispose nervosa:

“ Le voci girano in fretta Draco, soprattutto in una scuola come Hogwarts!”

“ Oh sì… e tu lo sai bene, vero Millicent?” disse il ragazzo con voce suadente e pericolosa, mentre la ragazza arrossiva furiosamente.

Con queste parole il Principe si alzò da tavola e si diresse fuori dalla Sala, verso l’ infermeria.

Il senso di angoscia aumentava ad ogni passo, appesantendolo sempre di più, tanto che per un momento si domandò stupidamente se sarebbe riuscito a fare le scale.

“ Che pensiero idiota!” mormorò subito dopo e, mentre saliva i vari piani, cercò di analizzare razionalmente e di collegare quello che era successo; perché era chiaro che tutto fosse in qualche modo collegato.

Quella strana fiamma scura era divampata quel pomeriggio e dal quel momento aveva iniziato ad avere un brutto presentimento; e Millicent aveva detto che la Granger era stata trovata ferita quello stesso pomeriggio.

“Possibile che le tre cose siano tutte collegate?”

Questi interrogativi lo accompagnarono fino alla porta dell’ infermeria. Dopo aver fatto un profondo respiro, aprì piano la porta ed entrò.

Il sole era ormai tramontato da un pezzo e l’ unica fonte di luce era costituita da poche e ormai consunte candele che davano alla stanza, sempre piena di boccette e strumenti medici, un’ apparenza quasi spettrale.

Draco, vedendo le consuete tende bianche da ospedale tirate intorno ad un letto sulla sinistra, vi si avvicinò piano, quasi guardingo.

Hermione Granger era sdraiata, appoggiata su due cuscini candidi e dormiva profondamente, forse a causa di uno degli intrugli che la Chips propinava costantemente ai suoi pazienti.

Sulla fronte aveva una profonda abrasione, segno probabilmente di una brutta caduta, mentre sotto il tessuto leggero del camice che indossava si intravedevano lividi violacei che, Draco suppose, la ragazza doveva avere un po’ su tutto il corpo.

Il braccio sinistro, fasciato fino al gomito, era poggiato mollemente sul ventre.

A vederla così, in quel letto e coperta di lividi, una rabbia sorda gli montò dentro.

Chiunque fosse stato, l’ avrebbe pagata cara.

Senza riflettere sul pensiero che il suo cervello avevo appena formulato, sferrò un pugno alla parete al suo fianco, per poi passarsi un fazzoletto sulla mano.

“ Sta diventando un’ abitudine…” mormorò poi osservando le nocche arrossate della sua mano.

Tornò ad osservare la ragazza dormiente di fianco a lui.

La luce delle candele donava riflessi cuprei ai suoi capelli e un leggero rossore sulle guance, facendo risaltare la purezza della pelle eburnea.

Era bella.

Senza minimamente pensare a cosa stava facendo, Draco si chinò a porle un bacio sulla fronte; la ragazza aggrottò le ciglia e sospirò nel sonno, rilassando poi i muscoli del viso in un’ espressione serena mentre un sorriso lieve si distese sulle sue labbra.

“ Sogni d’ oro, mia piccola Mezzosangue”, sussurrò prima di uscire dall’ infermeria.

Il sorriso di Hermione non svanì nemmeno dopo che la porta si fu chiusa dietro il ragazzo; nel silenzio che ormai regnava sovrano nell’ infermeria, un debole sussurro, una parola pronunciata inconsciamente nel sonno da una giovane strega dagli occhi dorati.

“Draco..”

 

bd

 

High

running wild among all the stars above.
Sometimes it's hard to believe you remember me.

James Blunt, “Hig”

 

 

 

 

Vale sempre la pena di fare una domanda,

ma non sempre vale la pena di dare una risposta.

Oscar Wilde

 

 

 

La mattina dopo, Draco si svegliò più sereno: il nodo d’ angoscia era svanito.

Sollevato, si cambiò dopo una doccia veloce e dopo aver indossato un morbido dolcevita di lana nera e un paio di jeans si diresse in biblioteca: aveva deciso di vederci più chiaro e di indagare sul ciondolo che la Granger gli aveva donato.

Entrato nel regno di Madama Pince, si sedette, dopo aver scelto alcuni libri, ad un tavolo piuttosto nascosto ma posto sotto una grande finestra che dava sul parco e sul lago ancora ghiacciato. Cominciò così la sua ricerca, che durò per più di due ore e che lo distrusse sia per la fatica sia per la delusione per la mancanza di risultati.

Snervato, si alzò e si diresse fuori dalla biblioteca. Aveva controllato decine e decine di tomi polverosi senza però aver trovato nulla, se non le solite cose: racconti mitologici e favole, per lo più.

Si era ridotto persino a cercare su libri di leggende babbane, ma senza risultati. Non che ci avesse sperato, s’intende.

Con passo indolente si avviò fuori dalla biblioteca dirigendosi verso il parco immerso nella luce bianca del primo pomeriggio.

Il vento gelido di dicembre ululava deciso fra i rami degli alberi da tempo spogli, come un vecchio fantasma tra il clangore di catene arrugginite dal tempo.

Passo dopo passo, si godette il rumore dei propri stivali sulla neve, un rumore soffice, soffocato.

Arrivato in riva al lago, fece vagare lo sguardo sulla sua superficie cristallina, brillante per il riverbero baluginante del sole.

Cosa l’ avesse spinto a promettere una vendetta per ciò che era stato fatto alla Mezzosangue, ancora non lo sapeva.

L’ unica cosa di cui era sicuro, era il fatto che vederla lì, così indifesa in quel letto e coperta di lividi, gli aveva fatto provare una rabbia cieca.

Lei, così orgogliosa e gentile.

Lei, la Regina dei leoni che aveva fatto così tanto per lui, spezzata in una maniera così misera.

Lo aveva preso per mano, quando tutto sembrava precipitare, cullandolo e stringendolo, impedendogli di vedere per la prima volta la spazzatura del mondo a cui apparteneva e aprendogli invece le porte di un paradiso a lui sconosciuto.

Lo aveva condotto lì tenendolo per mano, riscaldandogli il cuore con il suo sorriso di Sole.

Il suo cuore.

Nemmeno pensava che esistesse, fino a quel momento.

Lei lo aveva preso tra le sue mani, misero pezzo di ghiaccio, riscaldandolo e donandogli Vita, per poi restituirglielo pulsante come mai l’ aveva visto.

Chiunque fosse stato, ribadì con decisone verso sé stesso, l’ avrebbe pagata molto cara.

Stava tornando al castello per poter fare una visita in infermeria, quando vide qualcuno venirgli incontro dal campo da Quidditch.

Harry James Potter marciava con decisione verso di lui, un’ espressione dura sul viso ancora da fanciullo.

Il Bambino Sopravvissuto, nonostante tutto ciò che aveva passato, conservava ancora un’ espressione fanciullesca, i tratti del viso permeati di una limpida innocenza che ingannava molto spesso chi gli stava di fonte.

La speranza del mondo magico aveva il volto di un bambino, l’ innocenza che confondeva il nemico che gli stava di fronte.

Dritte le spalle, alta la testa – un portamento di cui Godric sarebbe stato fiero- si fermò di fonte a Draco, una luce minacciosa negli occhi color speranza.

“Sei stato tu?”

Dritto e incisivo, senza tanti giri di parole.

“No.”

Questa semplice risposta parve stupirlo lievemente, lasciandolo per pochi secondi senza parole.

Probabilmente non si aspettava una risposta altrettanto diretta e, soprattutto, negativa.

“Non prendermi in giro, Malfoy. Tutti sanno che detesti Hermione almeno tanto quanto detesti me; non ti conviene cercare di salvarti la faccia, perché nessuno ti crederebbe.

Piuttosto vedi di confessare, e in fretta anche.

Non ho tutto il giorno.”

Aveva estratto la bacchetta, puntandola contro il suo petto.

Lealtà Grifondoro: sarebbe morto piuttosto che tradire non vendicandola quella che ormai era come una sorella per lui.

Lealtà e vendetta: connubio di bene e male, equilibrio così fragile e allo stesso tempo indistruttibile.

Serpeverde per smistamento e Grifondoro per scelta.

“Sprechi il fiato, Potter. Io non ho fatto nulla alla Granger, e ti conviene non cominciare a fare insinuazioni infondate: tu non sai nulla di quello che è successo, quindi vedi di chiudere la bocca”.

Gelido e coinciso.

Lo superò senza rivolgergli un solo sguardo, svolazzare del mantello e ghiaccio nei suoi occhi.

Pochi passi, un sussurro nel vento.

“Lascia questa questione a me, Potter.”

Si avviò verso il castello senza più voltarsi in dietro lasciando dietro di sé solo neve e un paio di occhi verdi spalancati dalla sorpresa.

 

bd

 

And all I can taste is this moment
And all I can breathe is your life
'Cause sooner or later it's over
I just don't want to miss you tonight

“Iris”, Goo Goo Dolls

 

Hermione Jane Granger aprì lentamente gli occhi per poi richiuderli immediatamente a causa della troppa luce proveniente dalle finestre dell’ infermeria.

Un gemito le uscì dalle labbra dopo che ebbe cercato di muoversi, il corpo dolorante e ancora coperto di lividi che protestava sonoramente.

Un flash.

La luce delle candele gettava scure ombre sugli oggetti che dimoravano nell’ infermeria, fantasmi vecchi quanto il tempo che osservano come avvoltoi la sofferenza degli studenti.

Una figura stava ritta di fianco a lei –presenza rassicurante e allo stesso tempo minacciosa, un’ ombra sconosciuta e allo stesso tempo così famigliare, legame tra passato presente e futuro- e gli occhi scintillanti nella luce soffusa erano l’ unica cosa che riusciva a distinguere, così luminosi di un sentimento che però non riusciva a riconoscere.

Il suo sguardo bruciava sulla pelle, intenso a tal punto da fare male.

Un tonfo e un mormorio –la sua voce era la cosa più inebriante che avesse mai sentito: profonda e vibrante, doveva avere un sapore piccante sul palato, la più pregiata delle spezie che, nelle favole che la madre le raccontava al lume di candela durante i temporali, il Gran Khan teneva in grandi sacchi di iuta nei magazzini reali e usava per profumare i cuscini di seta azzurra, rossa, gialla e verde- e poi un lampo sul suo viso.

Un attimo dopo –o una vita?- la sue labbra si posavano sulla sua fronte, carezza di brezza marina sulla sua pelle, dolce e allo stesso tempo salmastra.

E infine, un sussurro nel silenzio intorno a loro.

“Sogni d’ oro, mia piccola Mezzosangue”

Un sussurro…

E un nome.

Aprì gli occhi di scatto, l’ immagine del sogno –sogno?- marchiata a fuoco nella sua mente e nei suoi occhi.

Fece un respiro profondo, cercando di calmare i battiti frenetici del suo cuore, senza successo.

L’ adrenalina non voleva saperne si calare.

Il suo profumo sulla sua pelle, ormai indelebile e così… intossicante.

Si voltò verso la finestra a guardare la neve che cadeva a grossi fiocchi, lo sguardo momentaneamente lontano, la mente immersa nei ricordi.

Un pianoforte, petali di rosa che si disfacevano nell’ aria pervasa da un profumo piccante.

Occhi d’ argento fuso che la fissavano, miele caldo che scioglieva i nodi del suo cuore inaridito.

Sussultò quando la porta dell’ infermeria si aprì con un cigolio, segno che chiunque fosse al di là della soglia non voleva fare rumore.

Cercò di alzarsi a sedere, ma invano, ed emettendo invece un gemito di protesta e frustrazione.

Sorrise in un primo momento quando vide che gli occhi color speranza di Harry James Potter la stavano fissando, ma la felicità venne spazzata via totalmente dalla luce dura che vide nel suo sguardo.

“Credo che tu mi debba delle spiegazioni, Hermione.”

E Hermione Jane Granger capì che il momento della verità era arrivato.

 

 

Note dell’ autrice:

Lo so ragazze/i, sono imperdonabile.

Imperdonabile, semplicemente.

So che molto probabilmente –anzi, sicuramente- mi avrete inviato tante di quelle maledizioni che sarebbe un miracolo se non venissi schiacciata da un autobus o cose simili O__O.

So che ho ben poche scusanti, e voi molto probabilmente siete stufi di ascoltare una povera autrice che delira blaterando scuse come mancanza di ispirazione, svogliatezza, e impegni vari.

Ma non posso fare a meno di scusarmi con voi, una volta di più.

Spero che, un giorno o l’ altro, mi perdonerete.

Questo è più un capitolo di transizione…non dirò una parola sulle ipotesi che alcune di voi hanno formulato sull’ ipotetico aggressore; scoprirete tutto più avanti ^^!

Ma ora passo ai ringraziamenti.

Prima di tutto volevo ringraziare tutte quelle persone che hanno recensito le mie due ultime shot: Aeris_chan, la mia Angy (Mary Black), Daewen eselene87 per “Memories of a mudblood”.

Dora83, biba, lockheart, Angy, mkath, Senara, pippimag per “Odi et amo”. Mi scuso per questo momento pubblicitario, ma mi piacerebbe che qualcuno di voi la leggesse e lasciasse un commento… giusto per sapere se vi piace il mio nuovo stile ^^!

E adesso, i ringraziamenti per lo scorso capitolo:

Mars: sono felice che la mia storia ti piaccia! Wow… hai divorato tutti i capitoli, sono lusingata ^^! Spero mi perdonerai il ritardo!

Arwel: tesoro, grazie delle due recensioni al prezzo di una XD! Spero non mi maledirai molto per il ritardo… un pochino te lo concedo, ma non troppo XDXD! Comunque, ti sono piaciuti i risvolti della storia? Diciamo che questo capitolo è di transizione più che altro… fammi sapere cosa ne pensi ^^! Bacioni

Mojito86: grazie mille carissima, sono contenta che tu abbia gradito il cap… e chi non avrebbe nei confronti di “Dracuccio” una parte che inneggia all’ irrazionalità e allo stupro XD?

Princess_Nana: sono contenta che ti piaccia il mio modo di evolvere i sentimenti dei personaggi. Anche io penso che la maggior parte delle volte l’ evolversi dei sentimenti sia troppo veloce: Draco ed Hermione hanno un rapporto troppo delicato, che deve essere trattato con i guanti! Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo, anche se è solo di transizione!

MartyViper wow, un recensore fisso *_*! E’ il mio sogno… sono estremamente felice che la fiction ti piaccia a tal punto. Cosa ne pensi di questo capitolo?

Mione09: grazie mille, sono contentissima che ti piaccia! Sì è vero, Draco suscita una miriade di emozioni contrastanti… anche io che sono l’ autrice qualche volta vado in escandescenze con lui ^^! Fammi sapere cosa ne pensi di questa! Bacioni

   
 
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