Erano le otto del mattino e, nonostante le lezioni sarebbero iniziate di lì a poco, me ne stavo seduta su quello stupido muretto nel piazzale del college, senza intenzione di staccare il culo dalla pietra.
Continuavo a pensare a quello che era accaduto la sera prima e la mattina stessa, poche ore prima.
Possibile che fosse Harry quel bastardo che ne uccideva una a settimana?
La campanella suonò precisa alle 8:15 e mi diressi verso la mia aula senza troppo entusiasmo. 
In corridoio mi scontrai con Harry, che senza troppi problemi infilò la mano nella mia tasca, lasciandoci dentro un foglietto che spiegai e allisciai con curiosità una volta seminato il ragazzo.

UOMO UCCIDE PROSTITUTE LASCIANDO UNA FOTOGRAFIA ACCANTO AL CADAVERE.
è mistero ciò che sta accadendo a Springfield nel Tennessee in queste ultime settimane. Sembrerebbe infatti che un maniaco uccida delle prostitute lasciando una loro fotografia accanto al corpo senza vita.

Girai il ritaglio di giornale e notai che dietro c'era scritto qualcosa.

Ora capisco perchè eri così spaventata ieri. Tranquilla, io e l'assassino in comune abbiamo solo la passione per le puttane e le fotografie.
Ci vendiamo stanotte.
xxx Harry Styles.

Mi sentii sollevata, talmente sollevata che per la prima volta ascoltai tutta la lezione.
Il nostro secondo appuntamento era al palo, come il primo. Quel fottuto palo ghiacciato a cui mi ero appoggiata nel mio primo giorno di "lavoro" era diventato una specie di posto fortunato.
Harry accostò davanti a me alle 23:00 esatte.
-Avanti, sali.
Salii sulla macchina scoprendo un ambiente abbastanza caldo.
-Uhm, c'è caldo qui.- mormorai.
Lui sorrise, ignorando la mia osservazione.
-E così credevi che io fossi il famoso assassino di Springfield, eh?
-Già.
-Ti facevo più perspicace, Acacia. L'assassino le lascia lì le foto, io le tengo.
Sorrisi tra me, spontaneamente, come per darmi della stupida da sola.
-Stasera che si fa?
-Si parla.
Mi girai verso di lui preoccupata.
-Tranquilla, ti pagherò ugualmente.
Sospirai.
Mi fece scendere dall'auto e mi fece entrare in casa.
-Non ho una vera conversazione con qualcuno da tempo..
-Neanche io. E' la prima volta che pago qualcuno per parlare.
-Se non avessi un disperato bisogno di quei soldi non ti farei pagare.
Sorrise.
-Avanti, siediti.
Mi sedetti sul divano della notte scorsa.
-Parlami di te.- dissi.
-Sono il contrario di quello che sembro, vado a letto con una diversa ogni giorno, mi piace sprecare i miei soldi, bevo, mi drogo e..faccio boxe. Si, ho un incontro a settimana, picchio duro.
-Ouch, non dovresti, è pericolosa la boxe..immagino che risse..
-Ti ho appena detto che vado a puttane, bevo e mi drogo e tu ti preoccupi del fatto che dia due pugni negli incontri? Sei ingenua, Aci.
-Non..chiamarmi Aci.
-Perchè?
-La mia famiglia mi chiamava Aci. Era il mio soprannome. Io non ero Acacia, io ero Aci. E ora Aci è morta, insieme alla mia famiglia.
Storse il naso in una smorfia di dolore.
-Brutta faccenda la morte. Ne so qualcosa.
-Hai avuto una grave perdita?
-Mio padre, diversi anni fa. Tornava in auto da un viaggio di lavoro..nevicava..è uscito fuori strada..
La sua voce fu rotta da un singhiozzo.
-Non piangere, o piangerò anche io.
-Non sto piangendo. Io non piango.
Si asciugò una lacrima che scendeva sulla sua guancia.
-Scusa..io...non volevo entrare in argomento..cazzo, rovino tutto.
-No..davvero, tranquilla.
-Per me qualcosa di buono c'è ancora in te.
-Non c'è nulla di buono in me.



Interrompo qui perchè devo scappare. Scusate se i capitoli solo così corti, ma ultimamente ho poca fantasia. Recensite? (: