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Autore: Contessa    19/02/2013    1 recensioni
Quattro anni dopo quella che avrebbe dovuto essere la battaglia finale, Voldemort domina incontrastato sull'Inghilterra; che fine ha fatto il trio che avrebbe dovuto salvare il mondo magico?
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Le scuse dettagliate e profuse per la mia latitanza sono alla fine del capitolo. Ora vi lascio al gran finale! :D

 

Capitolo VI

IL MATRIMONIO

 

 

Gli sposi salutarono un'ultima volta gli ospiti, poi lui prese in braccio la moglie tra le risate e gli applausi. Lei gli sorrise, mentre varcavano insieme per la prima volta dopo il matrimonio le porte di Malfoy Manor.

Lo sposo fece qualche passo oltre la soglia, stringendo la giovane, poi la riappoggiò per terra con gentilezza. Le porte si chiusero alle loro spalle, lasciando fuori gli invitati, la brezza fresca della sera, la festa e il tramonto.

Lei sfoderò la bacchetta.

“Benvenuto all'Inferno, Draco Malfoy. - disse Hermione. - Ti ricordi, tesoro? Sono le stesse parole che mi hai rivolto la mia prima sera di prigionia. O meglio, le parole che credi di avermi detto...”

“Ti prego, io... io...” balbettò Draco allontanandosi di qualche passo.

“Fermo. Fermo. - disse Hermione, e lui si bloccò all'istante. - Da oggi siamo marito e moglie, e ci comporteremo come tali. Niente più cella, per te; dormiremo nella stanza padronale.”

“Ma lì... lì ci dormono i miei genitori.”

“Oh, tesoro, hai ancora problemi di confusione. I tuoi genitori sono morti. Tre mesi fa. - Draco aprì la bocca per ribattere, ma la richiuse subito; abbassò lo sguardo ed annuì un paio di volte. - Ne hai parlato al Profeta settimana scorsa, nell'intervista sul matrimonio, ti ricordi?”

“Sì, sì, io...mi ricordo qualcosa. - Hermione fece un paio di passi verso di lui, e Draco la guardò ad occhi spalancati, alzando le mani davanti a sé come per proteggersi. - Tu... non ti avvicinare, non venirmi più vicino! Io sono sotto Imperius!”

“Esattamente. Ora ho solo allentato un po' la Maledizione. - si allontanò da lui e appoggiò al bacchetta su un tavolino lì vicino, accanto ad un bicchiere di cristallo ed una caraffa colma di un liquido ambrato. - Ecco, vedi? Lascio la bacchetta qui. Tanto non mi serve. Calmati.” aggiunse con un sorriso.

“Che cosa... che cosa sta succedendo?”

“Una cosa alla volta, Draco. Ora siediti. - rispose Hermione indicandogli il divano più vicino, in una stanza attigua all'ingresso. Gli occhi di Draco saettarono verso le porte che avevano appena superato, ma subito dopo andò a sedersi in silenzio. La Maledizione era troppo forte. Si guardò intorno con aria spaesata, mentre Hermione prese la caraffa e riempì il bicchiere fino all'orlo. - Ecco, tieni.” aggiunse avvicinandosi e porgendoglielo. Lui s'irrigidì appena, quando sfiorò le dita della giovane.

“Che cos'è?”

“Solo una pozione per calmarti un po'; l'ho fatta preparare da Nott prevedendo la tua confusione. Bevine due sorsi abbondanti.”

“Nott? Theodore Nott? Quel Nott?”

“Certo; quanti altri Nott conosci? D'altronde, dovevo pur lasciar sopravvivere qualcuno. Ora bevi.” rispose mentre si sedeva accanto a lui, sistemando l'ampia gonna del vestito da sposa. Draco obbedì all'istante.

“C'è qualcosa di diverso, qui...” disse lui quando ebbe finito di bere.

“Abbiamo fatto dei lavori prima del matrimonio; non avrei mai potuto vivere qui con quell'arredamento.”

“Quale matrimonio?”

“Il nostro, Draco. Guarda.” rispose Hermione mostrandogli la propria mano sinistra: una fede d'oro giallo brillava accanto all'anello di fidanzamento.

“Quindi io sono... tuo marito? - chiese Draco incredulo, guardando ora la propria mano sinistra. Hermione annuì. - Ma tu... tu sei una Sanguesporco! Non ti avrei mai sposata!”

“Ottima osservazione. Bè, la Maledizione Imperio serve proprio a questo, no? Costringere un rampollo ricco e razzista a sposarmi. - Draco non sorrise neppure. - Oh, non hai proprio senso dell'umorismo. Su, bevi un altro po'; mi sembri ancora confuso.”

Lui bevve un altro sorso.

“Io... io mi sento più lucido, ora. Ma ci sono comunque troppe cose che non riesco a spiegarmi, che non capisco...” mormorò portandosi una mano alla testa.

“Sono qui proprio per questo, Draco: voglio che tu sappia esattamente quello che sta succedendo, e quello che succederà da domani. Gli ospiti se ne stanno andando, e i servitori hanno l'ordine di non disturbarci, a meno che non sia una questione di lavoro assolutamente improrogabile. Dopotutto, è la nostra prima notte di nozze!” disse Hermione con una risata.

“Lavoro? Quale lavoro?”

“Oh, ci arriveremo, non ti preoccupare. Probabilmente l'ultimo lavoro che ti ricordi io abbia fatto è pulire il pavimento del Manor. Allora, Draco, dimmi: cosa ti ricordi? Cosa pensi che sia successo?”

Il giovane fece un profondo respiro.

“Io so... so di essere sotto Imperio. Ora lo so con certezza. Prima non riuscivo a rendermene conto, ma adesso sento chiaramente che la Maledizione è allentata. È come se avessi una catena... una catena direttamente nel cervello. Qualcosa che stringe, e mi costringe a fare le cose ogni giorno.”

“Da quanto pensi di essere sotto Imperio?”

“Non... non riesco a capirlo. A volte mi sembra di ricordare perfettamente gli ultimi mesi, ma ogni tanto vedo delle cose... - Draco rabbrividì. - Immagini, più che altro. E mi sembra di essere stato io il prigioniero per tutto il tempo.”

“Ora che la Maledizione è allentata inizi a ricordare qualcosa della verità; è normale.” disse Hermione tranquilla.

“Ma da quanto? Da quanto sono così?”

“Oh, tesoro, pensavo che ormai l'avessi capito. Ho organizzato la mia stessa cattura in modo che fossi tu a trovarmi. Gli ultimi sette mesi sono stati solo un'illusione. - gli rispose scrollando le spalle. - Sai, il bello della Maledizione Imperio è proprio questo: non solo puoi far fare alle persone ciò che vuoi, ma puoi far credere loro quello che preferisci. Il controllo del corpo è solo il primo livello.”

Draco balzò in piedi, gettando il bicchiere a terra.

“Non è possibile. Non è assolutamente possibile! Io... io ho fatto l'Imperius, qualche volta, e non è possibile raggiungere un controllo di questo tipo, io, io me ne sarei accorto, ecco!”

“Mi fai quasi tenerezza, sai?”

“Che cosa? Perché? Io...” Hermione allungò una mano verso di lui, e Draco si accorse di essere ancora seduto, il bicchiere stretto in mano.

“Ora che la Maledizione è allentata hai una minima libertà di pensiero, ma senza il mio permesso non puoi fare assolutamente nulla. Hai desiderato di alzarti in piedi e gettare il bicchiere per terra, e io ti ho lasciato credere di averlo fatto. Di solito faccio in modo che tu non possa neanche pensare. - lui rimase immobile quando lei gli toccò la fronte. - Sei caldo. E sconvolto. Forse avrei dovuto farti preparare qualcosa di più forte. Su, bevi ancora. - Draco obbedì. - Ti sei mai chiesto che fine facciano i Mangiamorte catturati?”

“Ho sempre pensato che... bè, che venissero uccisi.”

“Noi siamo i buoni, non facciamo cose del genere! No, Draco; alcuni di voi sono stati uccisi in battaglia, ovviamente, ma i nostri prigionieri vengono interrogati a lungo, e, quando riteniamo che non possano più esserci utili, Obliviati. Inventiamo per loro delle nuove identità e li spediamo nei posti più disparati, spesso tra i Babbani. Nessuno di loro è mai stato ritrovato, o è riuscito a tornare indietro. E sono stati tutti molto utili per il mio allenamento. Sai quanti dei vostri prigionieri vi siete lasciati scappare dalla Battaglia di Hogwarts, negli ultimi quattro anni?”

“No; non credo che il Signore Oscuro facesse delle statistiche a riguardo.”

Hermione sorrise appena.

“Male, molto male, Draco. Bè, te lo dico io: cinque. Due sono morti poco dopo la fuga; erano in condizioni disperate. L'unica consolazione è che siano morti tra di noi, e non come animali nelle vostre case. Ma tre di loro, Draco, tre si sono ripresi, e ci hanno raccontato tutto della loro prigionia. Tra di loro c'era anche Calì Patil; te la ricordi?”

“Io... no, non credo. Dovrei?”

“Era una mia compagna di Casa, a Hogwarts. Circa due anni e mezzo fa è stata catturata da tuo padre; è stata vostra ospite per tre mesi, durante i quali diversi Mangiamorte hanno abusato di lei. Alla fine è stata ceduta ad Amicus Carrow, che era il suo più assiduo frequentatore; è rimasta con lui sei mesi. Ha avuto due aborti spontanei. Ora ricordi qualcosa?”

“Due anni fa, sì, sì. Amicus era furioso quand'è scappata! Diceva che lei era la migliore che avesse mai avuto.”

“Già, lo diceva anche a lei; un vero romanticone. Ecco, Draco, è stato in quel periodo che ho iniziato a concepire il mio piano. Voi Mangiamorte siete stati troppo sicuri della vostra intoccabilità: vi date tanta pena per difendere le vostre case, e poi lasciate che i prigionieri vi girino liberamente, con la possibilità che possano origliare qualsiasi cosa. Non solo, li scambiate come se fossero oggetti, dimenticandovi completamente che sono prima di tutto nemici.”

“Nemici in catene. Nemici senza bacchetta.”

“Oppure, nemici che stanno fingendo di esserlo. Vedi, Draco, dopo quattro anni la gente stava cominciando a capire che Harry non si sarebbe mai risvegliato; io l'avevo accettato da anni. Oggi Ginny non è voluta venire al nostro matrimonio. 'Mi dispiace così tanto, Hermione, ma preferisco rimanere con Harry; magari potrebbe svegliarsi proprio quel giorno, e voglio che il mio viso sia la prima cosa che vedrà.', mi ha detto. Lei non ha ancora perso la speranza; l'Ordine invece era ormai agli sgoccioli. La McGranitt e Shacklebolt hanno fatto del loro meglio negli ultimi anni, ma il Prescelto è sempre stato uno solo. E ormai era perso per sempre. Non avevamo nessuna possibilità di vincere in una battaglia campale, lo sapevo fin troppo bene. Ma uccidere Voldemort non sarebbe stato abbastanza: senza una guida forte ed un totale stravolgimento della situazione, tutto quello che avremmo ottenuto sarebbe stata l'ascesa di un nuovo Signore Oscuro. Avremmo dovuto indebolirvi lentamente, infiltrarci tra di voi... Inizi a capire dove voglio andare a parare?”

“Tu... Tu hai detto di aver organizzato la tua stessa cattura, giusto? Il ricordo reale è quello che mi hai mostrato dopo aver ucciso Voldemort?” chiese Draco esitante.

“Esatto.”

“Quindi quando siamo arrivati al Manor... aspetta, i miei genitori sono morti in quella battaglia; questo è reale? Sono morti in quel momento?”

“Sì; sono stati uccisi entrambi da Antonin Dolohov.”

“Come fai a saperlo?”

“Prova a pensarci, Draco. A Hogwarts eri piuttosto intelligente, dopotutto.” gli rispose Hermione con un sorriso.

Draco rimase in silenzio almeno due minuti buoni, cercando di mettere insieme ciò che rimaneva dei suoi ricordi, e distinguere quelli reali dalle illusioni. Ripensò agli ultimi mesi, alla morte del Signore Oscuro, alle espressioni sconvolte dei Mangiamorte durante quell'ultima battaglia, e, prima ancora, a tutti i Mangiamorte che erano passati dal Manor.. molti più del solito, e tutti per Hermione.

Quando finalmente capì, tacque ancora a lungo. Chiuse gli occhi e si portò una mano sul viso.

“Hai bisogno di altra pozione?” gli chiese Hermione dopo un po', sollecita.

“No. No, io... ce la faccio. - rispose lui con un lungo sospiro. Riaprì gli occhi; aveva un'espressione terrorizzata. - I miei genitori erano sotto Imperio?”

“Certamente.”

“E quanti... quanti altri?” chiese infine. Temeva la risposta.

“Tredici persone. Esclusi voi Malfoy, ovviamente. Ogni Mangiamorte che è venuto a Malfoy Manor pensando di trovare un nemico innocuo e piegato, poco più di un oggetto, ognuno di loro è caduto sotto la mia Maledizione.” rispose Hermione con perfetta calma.

“Ma sono... sono quasi tutti i più stretti Mangiamorte. Dolohov, Carrow, Yaxley, Mulciber, Lestrange... Anche i Lestrange? Tutti loro?”

“Sia Rodolphus sia Rabastan mi hanno fatto visita, quindi sì, Draco. Rodolphus stesso ha ucciso sua moglie. Sai, girava voce che Mulciber fosse uno specialista dell'Imperius, ma nemmeno lui è riuscito a resistermi a lungo. È stato facile, dopotutto: tutti si aspettavano una prigioniera disarmata e denutrita. Contavo proprio su questo.”

“Tu... tu sei completamente fuori di testa! Sedici persone sotto Imperio?! È... È un piano folle! Totalmente folle!”

“Be', ha funzionato. La sicurezza intorno a Voldemort era troppo alta: ucciderlo in un'occasione ufficiale, in mezzo alla gente, sarebbe stata una missione suicida. Te l'ho detto: io volevo cambiare il Mondo Magico.” rispose Hermione scrollando le spalle.

“Tu? Una lurida Sanguesporco?”

“Forse è meglio che tu beva un altro sorso di pozione, e poi vada a prendere il Profeta di oggi. È su quel tavolino alla tua destra. Su, bevi.”

Draco obbedì docilmente, nonostante avesse uno sguardo sconvolto. Quando ebbe finito si alzò e si avvicinò al tavolino: sulla copertina del giornale campeggiava un'enorme foto di un gruppo di persone nell'atrio del Ministero della Magia, da cui erano stati tolti tutti i segni del regno di Voldemort. Hermione era al centro del gruppo, sorridente ed elegante, e Draco fu sconvolto nel riconoscere in sé stesso l'uomo al suo fianco che le stringeva la mano. Intorno a loro, facce rilassate. E conosciute.

Il titolo recitava: “Il giorno del Ministro!”

“Ma che cosa?... Chi è il Ministro?” chiese Draco girando il giornale verso Hermione, ancora seduta.

“Io, ovviamente. Questo è il lavoro di cui ti parlavo, tesoro. Il numero di oggi è quasi interamente dedicato al nostro matrimonio.”

“E loro? Loro cosa ci fanno lì? Perché sono vivi? - urlò Draco puntando un dito contro le figurine sorridenti che li salutavano. - Tiger, Nott, Alecto Carrow... C'è anche mio zio! Che cosa diamine ci fanno lì?”

“Ti avevo detto che avrei pur dovuto far sopravvivere qualcuno, no? Non ascolti mai con attenzione, Draco.”

Il giovane lesse rapidamente la prima pagine del Profeta, sempre più sconvolto.

“Io ho detto queste cose su di noi? Sul nostro matrimonio? E Tiger... Per Merlino! Tiger lavora al Ministero?!”

“Tutti gli ex Mangiamorte lavorano al Ministero; sono i miei più fidati consiglieri.”

“Ma come diamine è possibile? Tutti sanno che erano dei Mangiamorte. E anch'io... io... - Draco guardò la fede sulla propria mano sinistra, confuso. - Perché sono ancora vivo? E perché mi hai sposato?”

“Vedi, Draco, la gente ha bisogno di speranza; la gente ha bisogno di amore, e di belle storie, e io ho dato loro tutto questo. Ho trasformato una terribile prigionia nel romantico inizio di un grande amore, ho inventato i Mangiamorte ribelli per far sì che la mia storia stesse in piedi, e ho ridato a tutti la libertà. Sai, un paio di persone si sono presentate per le elezioni alla carica di Ministro: hanno ricevuto a malapena un centinaio di voti. Chi avrebbe potuto competere con Hermione Granger, giovane paladina della giustizia dal passato tragico? Non credo che la storia degli Imperio avrebbe attirato la simpatia della gente in questo modo.”

“Perché mi hai sposato? Perché hai scelto me?”

“Oh, avevo bisogno di un cognome influente e di parecchi soldi; ti ho scelto perché conosco fin troppo bene te e la tua famiglia, ed ero già stata a Malfoy Manor una volta, purtroppo. E poi, il patrimonio dei Malfoy è uno dei maggiori d'Inghilterra, come tu ben saprai. Attualmente controllo anche tutte le proprietà dei cosiddetti Mangiamorte ribelli, tra l'altro. Insomma, ho una liquidità quasi infinita.” rispose Hermione sorridendo.

“Tu sei... sei solo una bastarda. Sei solo una bastarda fuori di testa. - mormorò Draco scuotendo la testa. - E sei molto peggio di noi, lo sai? Lo sai, stronza?”

Nell'istante in cui Hermione si alzò Draco cadde in ginocchio, spinto da una forza incontrastabile.

“Draco, Draco, non mi sembra questo il modo di rivolgersi alla propria moglie. - disse con aria di rimprovero, sfiorandogli appena i capelli biondi. - Vi meritate tutto questo e molto di più; lo sai.”

“Cos'hai intenzione di fare adesso, eh? Mi ucciderai?”

“Ti piacerebbe, tesoro. Ma no, no, la tua morte non è vicina. Ho già deciso come morirai, ovviamente: un infarto, nel tuo ufficio. Probabilmente intorno ai cinquantasei, cinquantasette anni. Sarà terribile: la gente sarà sconvolta, ma sarai morto svolgendo il tuo incarico, amato e rispettato da tutti. Non capisci? Ti ho salvato da una vita inutile al servizio di un pazzo.”

“E Luna? Luna non sei riuscita a salvarla, eh?”

Hermione impallidì. Per la prima volta, sembrò che la sua sicurezza vacillasse.

“Luna è stata un... un errore di calcolo. Non potevo usare l'Imperio su di lei, non l'avrei mai fatto. McNair era uno dei pochi Mangiamorte che mi mancavano; se solo l'avessi incontrato prima, avrei saputo della gravidanza di Luna, e... - sussurrò Hermione torcendosi le mani. - Ma lui ha pagato per quello che ha fatto. E verrà anche il tuo turno, non ti preoccupare.”

“Tu sei fuori di testa. Sei andata completamente fuori di testa.”

“Oh, può essere, dopotutto. - disse Hermione ridendo. - Ma cos'avevo da perdere, Draco? Harry è un vegetale. Ron è morto. La McGranitt e Shacklebolt anche. E i miei genitori... prima di partire alla ricerca degli Horcrux ho modificato la loro memoria cancellandomi dalle loro vite, e li ho mandati in Australia per proteggerli. Un anno fa sono morti in un incidente stradale. Io li mando dall'altra parte del mondo per proteggerli da Voldemort, e loro muoiono in uno stupido incidente stradale. - rise ancora, senza nessuna allegria. - Perciò, vedi, mi sentivo come se fossi rimasta l'unica persona viva sulla faccia della Terra. Continuare così era inutile. Se Voldemort mi avesse uccisa subito, sarei morta senza rimpianti. Ma, purtroppo per te, il mio piano ha funzionato. Noi saremo un esempio per il Mondo Magico, Draco: per quanto possa fare schifo anche a me, avremo dei figli. Dei bambini Mezzosangue che cresceremo con amore in un mondo finalmente privo di pregiudizi.”

“Non puoi tenermi sotto Imperio per sempre. Non appena allenterai la Maledizione io ti ucciderò, Granger.” disse Draco digrignando i denti. Era ancora in ginocchio, mentre lei torreggiava su di lui, bianca e implacabile.

“Credo che dovresti chiamarmi Lady Malfoy, adesso. - gli rispose accarezzandogli lentamente una guancia. Le sue mani erano gelide come la morte. - Ti lascio dieci minuti per pensare ai tuoi piani di vendetta. Poi, stringerò la Maledizione fino a che non ricorderai nemmeno più il tuo nome.”

“Sei solo una stronza.”

Hermione gli sorrise. Si chinò a baciargli la fronte.

“Dieci minuti, tesoro. Ti aspetto di sopra.”

 

***

 

EPILOGO

 

Hermione tolse la neve dalla pietra tombale con gesti delicati, poi si chinò all'altezza della foto.

“Ciao, amore. - disse passandoci sopra una mano guantata. - Neve a fine aprile? Non se l'aspettava nessuno. I lavori di ristrutturazione di Hogwarts sono stati un po' rallentati, ma riusciremo comunque a riaprirla a settembre. È difficile eliminare tutte le tracce di magia oscura, sai? Ecco, ti ho portato dei fiori. - posò un mazzetto di fiori colorati sull'erba coperta di neve. - Lo so, lo so, non passo da quasi due settimane, ma ho avuto molto da fare al Ministero. E ti ho pensato ogni giorno. I tuoi genitori stanno meglio, sai? Mi occupo io di loro, non ti devi preoccupare. Ginny sta come al solito, invece. È sempre al capezzale di Harry, Parla sempre meno. Ormai... ormai credo che non cambierà. - un lungo sospiro, un'altra carezza alla foto. - Sono incinta. - disse velocemente. - Di quasi due mesi. L'altra volta non ho avuto il coraggio di dirtelo. - una lunga pausa. - Oh, per Morgana... Non sai quanto vorrei che fossi qui. Questo bambino dovrebbe essere tuo! Questa... questa non è la vita che immaginavo. Non è la vita che volevo per noi. Sapevo che sarebbe stata dura, ma... diamine, è davvero tremendo. Oh, diamine, spero davvero che ne valga la pena, perché è così fottutamente dura! - un'altra pausa. Hermione rimase immobile, mentre le lacrime le rigavano le guance e cadevano ai suoi piedi. - Un tempo non avrei mai detto una cosa del genere. Ma sono cambiata così tanto... Oh, non avreste dovuto lasciarmi da sola. A volte non mi riconosco più. Ma se non l'avessi fatto io, chi altri avrebbe potuto farlo? - Hermione tacque a lungo, accarezzando la foto. Dei passi risuonarono dietro di lei, sulla ghiaia; si asciugò rapidamente le lacrime e si voltò. Draco la stava aspettando, sorridente e con lo sguardo vacuo. Hermione tirò su con il naso e si alzò. - Ora devo andare. Ho davvero tante cose da fare. - la sua espressione era tornata quella distaccata e cortese dell'efficiente Ministro Malfoy, quella che tutti conoscevano. - Tornerò presto.” sussurrò con un'ultima punta di dolcezza. Poi si voltò e s'incamminò verso Draco.

L'immagine sorridente di Ron li salutò mentre si allontanavano.

 

 

Sono passati più di sette mesi da quando ho scritto che avrei aggiornato entro una settimana, e non so bene in che modo scusarmi. Ho avuto qualche problema con la tesi di laurea, che ho dovuto rifare in un week end causa relatrice schizzata e latitante, ed ero agitatissima per la discussione. Ho dovuto scegliere dove e cosa fare per la Magistrale, e poi iniziare le lezioni, e dare i primi esami... Insomma, tra una cosa e l'altra mi ero completamente dimenticata di questa ff, e l'ispirazione latitava. Tutto questo non mi giustifica in ogni caso: non credo che qualcuno sia morto durante l'attesa, ma davvero, mi dispiace per l'enorme ritardo.

Detto questo... ecco, tutte le carte sono in tavola. In realtà avete letto cinque capitoli di quello che Hermione fa credere a Draco. Spero che vi sia piaciuto il colpo di scena! :) So bene che è alquanto improbabile che Hermione diventi così spietata, infatti ho messo OOC tra gli avvertimenti, ma mi piace immaginare che anche i buoni abbiano un lato oscuro. Molto oscuro, in questo caso. XD Se avete dei dubbi riguardo al diabolico piano di Hermione, ovviamente sono a vostra disposizione; spero che lo spiegone finale sia stato abbastanza chiaro. ;)

Come sempre, non vedo l'ora di leggere i vostri pareri! Grazie mille per aver seguito la mia storia fin qui. :)

Contessa

 

   
 
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