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Autore: franceskik    19/02/2013    4 recensioni
Era una lettera: "Chiameremo il suo male "Jimmy". Questo ragazzo pensava davvero di combattere contro Jimmy, sai? Pensava di annientarlo in quache mese, niente più."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era inverno. Dicembre, per l'esattezza. Mancava ancora molto a Natale, fuori dalla finestra, solo buio.
Era inverno, l'aria era fredda, ma non gelata e cupa come le lacrime sul suo volto. Niente era più triste e doloroso.

Continuava a chiedersi fino a che punto sarebbe potuto arrivare quel freddo, per penetrarlo in ogni poro della pelle e gelare ogni sua cellula.
Si chiedeva per quanto, le sue lacrime, avrebbero solcato quel viso d'angelo che dicevano avesse.
E non ci credeva, poi, perchè diciamocelo: se avesse avuto un viso d'angelo, adesso lui sarebbe stato lì, affianco al suo volto dolce un po' martoriato.

"Non ti amo più come una volta. Ti farei soffire, perdonami. Sei troppo importante per me, perchè ti possa far star male."

Cazzate, continuava a pensare. Erano tutte estreme cazzate.
Soffrire? Avrebbe sofferto qualora lui se ne fosse andato ed effettivamente, adesso, si stava distruggendo di dolore.
Era inverno, fuori. Osservava il cielo così monotono e blu, erano solo le 20.30, ma d'Inverno il cielo diventa cupo in un batter d'occhio, si sa.

Cosa c'era di sbagliato in lui?
Cos'era cambiato in lui perchè non potesse più farsi amare?
Quando gli diceva "I tuoi occhi sono perfetti" moriva ogni volta, ma quegli occhi erano rimasti gli stessi. Stesso azzurro, stessa espressione, stessa dolcezza.
Gli sussurrava "Amo quando mi abbracci così." E lui, sostanzialmente, lo abbracciava ogni secondo, anche solo guardandolo.
Gli continuava a ripetere "Mi drogherei del tuo sorriso" Aveva quel sorriso, lo stesso sorriso di cui si era innamorato. Lo stesso.
Cosa diavolo non andava in lui?
Perchè se ne era andato da un giorno all'altro?

Era inverno, fuori.
Mancava da sei giorni, sei odiose notti in cui non dormivano insieme. Sei risvegli senza il suo bacio seguito dal suo "Buongiorno, amore."
Stava impazzendo, avrebbe giurato a se stesso che non ce l'avrebbe fatta a vedere la neve di metà Dicembre o i fiori sbocciare in Primavera.
Era freddo fuori, lo si poteva capire dai rami delle foglie che continuavano a muoversi in movimenti scordinati.
Osservava al di là della finestra, nella speranza di scorgere i suoi occhi color caramello, nel marrone di una foglia secca.
Niente.
Niente che gli potesse ricordar lui.
Apparte la loro canzone, ovviamente.
Apparte il suo profumo nel suo cuscino, ancora nel loro letto.
Apparte le loro foto su mobili e pareti della casa, la loro casa.
Apparte ogni frase d'amore, ogni dettaglio, ogni fiore, libro, cibo, che aveva un vago collegamento con le loro esperienze.

Osserva fuori dalla finestra, era inverno.
Un inverno di paure, il suo. Continua ad esser ossessionato dall'idea di potersi dimenticare della sua voce. Se non avesse dovuto ricordarsi che suono aveva?
Se avesse dovuto scordarsi come baciava?
Se la sua assenza, fosse stata talmente presente, da far dimenticare ogni dettaglio di loro?
Aveva paura, paura di andare avanti senza di lui, senza quell'abbraccio dai muscoli potenti, quel sorriso dai denti stretti.
Paura di non saper vivere senza le sue promesse.

Era inverno e lui era fragile come un ramoscello che si spacca con una folata di vento un po' più forte del normale.
Il ramoscello cade, si rompe, lo calpestano e se dovesse arrivare la pioggia a portarlo via?
Andrebbe lontano, sì, ma non dimenticherebbe mai di quell'albero che l'ha tenuto con sè fin dal principio.

Era inverno, fuori.
Alla porta bussarono, si alzò e andò ad aprire: Un uomo in divisa blu. "Questa è per lei." Sussurrò, con la voce flebile e l'aria un po' stanca. "Grazie" si sentì dire.
Era una lettera.
La lesse nel silenzio della sua cosa, anzi no, non era un silenzio così incombente. C'era il rumore della legna che si sgretolava nel fuoco, il rumore dei vetri che si spostavano un po' con un soffio d'aria fredda, il rumore dei suoi singhiozzi, che sarebbe stato capace di sovrastare anche quello di uno sparo di pistola.
E sicuramente, quello sparo, avrebbe fatto ancor meno male.

"Ciao amore,
Lo so, è tardi per scriverti, ma sai come funziona il sistema inglese: porterà questa lettera a casa nostra troppo tardi dalla mia assenza. Magari tu, ti sarai già dimenticato di me e forse, forse sarebbe meglio così, tesoro.
Mi manchi, ancora per poco, forse. Non so cosa ci sia, poi. Non l'ho mai saputo, ma giuro: me lo sono sempre chiesto.
Mi odi, amore? Faresti davvero bene, sai?
Ti ho lasciato, ti ho abbandonato nel silenzio di un inverno, i nostri due anni insieme, finiti così.
Ho inventato le prime scuse credibili perchè sai che non sono quel tipo che sa manovrare bene la sua fantasia.
Forse, sono state le peggiori. Ma non potevo parlartene, amore.
Adesso ti racconto una storia, capirai.

C'era un ragazzo, fidanzato, innamorato perso. Un giorno svenne durante le prove, lui suonava con la sua band, sai? Erano talentuosi, o almeno così facevano credere loro, le loro fans. Beh, fatto sta' che questo tipo il giorno dopo fece le solite analisi di routine, quelle che si fanno per accertare le perfette condizioni di salute.
Beh, no, non erano perfette, nè in salute.
Chiameremo il suo male "Jimmy". Questo ragazzo pensava davvero di combattere contro Jimmy, sai? Pensava di annientarlo in quache mese, niente più.
Diceva al suo fidanzato di andare in palestra, allora si metteva la tuta e partiva per l'ospedale, era lì che gli dicevano che l'avrebbero aiutato a sconfiggere Jimmy. Probabilmente ne erano convinti.
Sei mesi dopo la lotta, venne dato il verdetto. "Ci dispiace, ma non ce l'abbiamo fatta."
Restavano due mesi di tempo prima della totale vittoria di Jimmy, poi, poi avrebbe vinto il suo trofeo e l'avrebbe conservato a lungo, vantandosi della sua forza.
Ma il ragazzo combattè per molto, ne uscì a testa alta.
Jimmy, però, ebbe la meglio.

Questo ragazzo si allontanò da tutti, senza dire niente. Gli altri l'avrebbero trattato come un malato mentale, uno psicopatico, un depresso cronico e lui, odiava esser compatito. Gli sembrava una cosa futile e ridicola.
Voleva vivere gli ultimi giorni in una maniera quotidiana, senza cose speciali, feste, pene che l'avrebbero solo infastidito.
Voleva vivere anche a braccetto con Jimmy, ormai non gli restava da fare altro.

Sarebbe sparito nel silenzio, l'avrebbero odiato, insultato, dimenticato. Meglio così.
Perchè odiare è molto meglio di soffrire, avrebbero saputo di lui che era semplicemente andato via, non oggettivamente morto.
Avrebbe rincontrato tutti un giorno, avrebbe raccontato la storia ai bordi del paradiso.
Ma in fondo, qualcuno, doveva saperlo prima, no? Glielo doveva.
Prese carta e penna, due lacrime un po' deboli, il suo respiro smorzato e iniziò a scrivere qualcosa di non sensato. Non avrebbe riletto ciò che era stato messo per iscritto, non si voleva così tanto male.
E poi, avrebbe lasciato la lettera all'ufficio postale. "Inviatela dopo la morte a questo indirizzo." Disse.

Fine della storia, amore.
Sai come la so?
Beh, questo ragazzo sono io.
Jimmy è un mio amico, un po' speciale, lo chiamano "cancro", ma non pensi che "Jimmy" sia un nome più divertente, tesoro?

Non piangere, amore. Ci rivedremo un giorno, ti lascio un posto caldo là, tra gli angeli, quelli con gli occhi azzurri: non saranno mai belli come i tuoi.
Ti amo, mi manchi già.
-Il tuo piccolo moro."


Niente più rumore del legno che si bruciava.
Niente vento, pioggia, sulle finestre.
Solo il rumore delle lacrime che sfioravano la carta ingiallita di quella lettera.

Era inverno, fuori. Ma Niall, ora, non sentiva il freddo.
Sentiva il vuoto, ecco. Il vuoto sì, ma niente freddo.
Un vuoto allo stomaco, un senso di disorientamento, angoscia, paura.
Sentiva ogni muscolo piangere alla lentezza con cui lesse ogni singola parola di quella lettera, ma niente freddo.
Sentiva la voglia di morire, ma non alcun tipo di voglia di prendere la coperta e ripararsi dal freddo. Una coperta non ripara tale dolore, pensò.

Nessuna paura, adesso. Solo certezze.
Mai più quella voce che gli urlava di portare il cane a fare una passeggiata.
Niente più profumo del suo dopobarba, nelle sue guance bianche, dopo il bacio.
Niente più bacio, anche.
Niente più caramello dei suoi occhi, o rosso di quelle labbra perfette.
Niente più finti litigi per la sua decisione di un altro tatuaggio.
Niente più Zayn.
Niente più Zayn e Niall insieme.

Era inverno fuori, niente di più freddo del cuore del biondo in quel momento.
Niente di più gelato, irreparabile o sinistro del suo dolore, in quel momento.
La luce del fuoco illuminava i suoi perfetti occhi color del mare.
Quegli occhi che sarebbero stati aperti ancora per poco, la voglia d'abbracciare quelli color caramello era così forte e indissolubile che di lì a poco avrebbe vinto sulla sua vita.




Non so perchè ho scritto qualcosa di così depresso, ma eccomi, ahahah.
Spero vi sia piaciuta, l'ho scritta di getto, ora che non sto proprio benissimo.
So che non è niente di speciale o bello, ma abbiate un po' di compassione hahhahaha.
Mi piacerebbe leggere cosa ne pensate, se vi va lasciate un commento.
Baci,
Fra!
  
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