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Autore: Sam27    19/02/2013    4 recensioni
La bocca di lui le sfiorò i capelli, scendendo verso la fronte e avanzando pericolosamente. Quando sarebbe bastato un soffio per far incontrare le loro bocche Fred si fermò. Rimasero così per un po', gli occhi persi in quelli dell'altro.
-Baciami- sussurrò Hermione.
-
Fred/Hermione, un'idea che mi frullava nella testa da un po'.
-
Ginny guardò Harry, Harry piantò gli occhi verdi in quelli castani di lei. Entrambi trasudavano tristezza e rabbia. Pansy afferrò la manica del Bambino-Che-E'-Sopravvissuto e lo trascinò via. Blaise afferrò delicatamente la mano della ragazza e le stampoò un bacio sulla guancia.
-
E se la coppia più amata (al meno secondo me) fosse in crisi? E se entrambi ricorressero ai modi più infimi per riprendersi l'altro?
-
La professoressa McGranitt scrutò il ritratto di Silente inorridita. Un ballo? Ad Hogwarts? Tradizioni Babbane? Principessa e principe del ballo? No! Assolutamente no!
-
Un ballo per Natale, meno famoso del Ballo del Ceppo, più eccitante di un semplice Ballo di Fine Anno.
-
-Io l'amo ancora, Lav- le confidò con le lacrime agli occhi. Lavanda se l'era aspettato. Lo sapeva da sempre eppure fu un colpo al cuore.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Harry/Pansy, Lavanda/Ron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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             2. Ritorno a casa
                              


La Tana era immersa nel soqquadro più totale, come ogni santo 1^ Settembre. La colazione era finita, rimuovendo gli ultimi sbadigli e il sonno, lasciando spazio solo al caos pre-scuola. La signora Weasley era al culmine della felicità mentre, con un leggero tocco di bacchetta, metteva a posto il tavolo, i piatti e i bicchieri. Suo marito, invece, era piuttosto affaticato mentre scendeva e saliva (per poi scendere di nuovo) le scale nel tentativo di infilare tutti i bauli, più i gufi e i manici di scopa, in macchina. La camera di Ginny, condivisa per quell’estate con Hermione, era impeccabile come lo sarebbe stata per i dieci lunghi mesi in cui la ragazza non ci sarebbe stata. Le due stavano chiacchierando allegramente mentre la più giovane si spazzolava i lunghi capelli fiammeggianti e l’altra aveva aperto sulle gambe uno dei suoi libri “leggeri” che consisteva in un tomo di circa 600 pagine (più il prologo e l’epilogo, sia chiaro).
-Non avrei mai pensato che Fred alla fine avesse deciso di venire con noi ad Hogwarts, sai?- stava dicendo in quel momento Ginny.
-Mmm … Nemmeno io, chi baderà al negozio?- chiese la bruna in tutta risposta, mentre si decideva a posare il libro.
-Lee prenderà il loro posto come direttore-
-Ah bene-
-Questa mattina eri particolarmente felice …- osservò Ginny mentre l’altra avvampava furiosamente.
-No io .. Non … Ma cosa?- balbettava la bruna mentre dentro di sé avvertiva una strana sensazione che non avrebbe saputo ben definire.
In quel momento i due gemelli si affacciarono sulla soglia e gridarono che se non volevano imbattersi nella furia della madre conveniva loro scendere. Era ora di partire. Subito dopo Fred e George si smaterializzarono in camera di Ron, questa era al culmine del disordine, con la scacchiera e gli scacchi sparsi sul tappeto, Leotordo (che non era stato ancora portato in macchina per via di tutto il casino che faceva) che saltellava eccitato, avendo capito che dovevano intraprendere un viaggio, alcuni calzini sporchi giacevano qua e là abbandonati, mentre i letti erano sfatti e le lenzuola ripiegate su sé stesse.
-Arriviamo- borbottò Ron ai fratelli mentre cercava furtivamente di infilare la maglia al posto dei pantaloni. Harry si sforzò di non ridere dell’amico e corse ad aiutarlo e spiegargli pazientemente che la maglia doveva metterla dalla testa.
Poco dopo una voce femminile e piuttosto irritata gridò loro di spicciarsi, finalmente scesero. Il signor Weasley aveva fatto un ulteriore incantesimo alla macchina, per cui ci entrarono con estrema facilità.
Durante tutto il viaggio regnò il silenzio più totale. Erano tutti consapevoli che quello sarebbe stato il loro ultimo anno.
Harry era perso a guardare fuori dal finestrino dell’auto, mentre vedeva il paesaggio della Londra babbana si perse nei suoi pensieri. Hogwarts, la sua casa, lo era stato per così tanto tempo che ora gli sembrava più che strano cambiarla. Lui e Ginny avevano deciso di fare un piccolo viaggio appena concluso il settimo anno e poi sarebbero andati a vivere insieme, a Grimmauld Place. Quel posto gli ricordava tremendamente Sirius, il suo padrino, morto qualche anno prima, quanto gli mancava … L’ultima volta che lo aveva visto era stato alla battaglia di Hogwarts, nella Foresta Proibita, lo aveva “invocato” lui con la Pietra della Resurrezione. Insieme erano arrivati anche suo padre, James Potter, sua madre e Lupin. A volte, quando si svegliava nella notte, fradicio di sudore, con il solo ricordo di tutti i morti, di grida strazianti, be’ … Erano in quei momenti che avrebbe voluto più di ogni altra cosa averli al suo fianco.
Ginny guardava la sua famiglia in silenzio, ognuno sembrava perso nel suo mondo. Rivolse la sua attenzione ad Harry, era così bello mentre osservava corrucciato la strada, non aveva mai smesso di amarlo dalla prima volta che l’aveva visto e non avrebbe mai smesso di farlo. Gli sfiorò una mano con la sua, lui si girò e le sorrise, lei rispose a quel sorriso sincera.
Ron era imbronciato, da quando lui e Hermione si erano lasciati gli sembrava di essere perennemente di cattivo umore. Sperava che il suo ritorno ad Hogwarts avrebbe cambiato tutto, in più quel giorno stava morendo di sonno. Come a dimostrazione sbadigliò sonoramente. La mora sedeva affianco a Ginny e George, i capelli le ricadevano sul viso, mentre gli occhi erano concentrati su un libro. Era bellissima, perfetta, sarebbe mai riuscito a dimenticarla? Ne dubitava seriamente. In quel momento lei si girò verso di lui e il ragazzo seppe di essere diventato di fuoco, come i suoi capelli.
Hermione stava leggendo tranquillamente, si rilassava così e ne aveva proprio bisogno, non sapeva dire il perché ma si sentiva inquieta. Quando incrociò lo sguardo di Ron gli fece un rapido sorriso e tornò a leggere, era tutto come prima, erano tornati migliori amici eppure lei sapeva di piacergli ancora. Lo intuiva nel modo in cui la guardava o in cui alcune volte le rivolgeva la parola. Eppure erano ancora loro, il fantastico trio e nulla avrebbe potuto separarli. Mentre osservava Ginny ed Harry mano nella mano, sorridersi pensò che anche lei avrebbe voluto un’ amore così. Fatto di piccoli gesti che solo l’amato riusciva a vedere.
Fred rimuginava sull’ultimo prodotto, poco prima di partire aveva spedito a Lee una lettera in cui gli aveva rivelato il suo colpo di genio: aggiungere un pelo di unicorno. Sì, quello sarebbe stato l’ingrediente decisivo per i nuovi dolcetti rompi-ossa. Se lo sentiva …
George, per una volta, non aveva gli stessi pensieri del gemello. Non riusciva a concentrarsi sui Tiri Vispi Weasley perché aveva uno strano presentimento, era come se Fred gli nascondesse qualcosa, aveva intuito che la promessa non era stato l’unico motivo a spingerlo a fare quella scelta, di certo il motivo decisivo ma non l’unico. Mentre guardava l’altro si accorse che aveva occhiaie evidenti sotto gli occhi e, ora che ci pensava, ultimamente non mangiava molto … Ma no! Si sbagliava di certo … Non poteva essere … Cioè solo il pensiero di Fred che … Nah! Si stava immaginando tutto …
Alle dieci e cinquanta arrivarono. Attraversarono la stazione babbana con circospezione e poi si appoggiarono due per volta alla barriera, quasi casualmente. Furono dall’altra parte e l’atmosfera cambiò: da frettolosa e movimentata diventò più allegra e vivace. L’espresso iniziò a fischiare e allora si misero a correre, mentre i ragazzi si issavano con un balzo, i signori Weasley li salutarono con la mano: Molly urlò a Ron di pulirsi la faccia e ai gemelli di fare i bravi. L’ultima visione che ebbero di loro era questa: i due coniugi Weasley abbracciati, che li guardavano sparire, la donna con gli occhi umidi.
-Allora cerchiamo uno scompartimento libero?- domandò Harry allegro, gli altri annuirono.
Lo trovarono quasi subito e si sistemarono per bene, con Edvige che tubava appena tranquilla e Leotordo che continuava a saltellare per tutta la gabbia mentre Ron gli lanciava qualche Zuccherotto o imprecava contro di lui.
-Che ne dite di una partita a Scacchi Magici?- propose Ron continuando a lanciare occhiate malevole al gufetto.
-Buona idea- disse George tirando fuori una scacchiera e gli scacchi.
Il gioco si fece subito avvincente, i due fratelli erano davvero bravissimi e la partita sembrava non voler finire mai. Hermione li guardava con sguardo perso, stava ancora pensando a quella strana sensazione quando …
-Per tutti i gargoyle galoppanti!- esclamò scattando in piedi mentre tutti si voltavano a guardarla.
-Herm?!- chiese Ginny alzando un sopracciglio.
-Siamo Caposcuola, Harry!- esclamò la bruna battendosi una mano sulla fronte e trascinando l’amico fuori dallo scompartimento, gli altri li guardarono ridacchiando (nel caso dei gemell)- e scuotendo la testa esasperati (nel caso di Ginny e Ron).
Harry e Hermione corsero a perdifiato –o meglio lei corse trascinandosi dietro lui- fino ad arrivare al vagone del capotreno. Aprirono la porta e tutti si girarono (nuovamente) verso di loro.
-Ci s-scusi professoressa- ansimò Harry. –Ce n’eravamo dimenticati- aggiunse imbarazzato.
Mentre la McGranitt lo guardava le labbra le diventarono una linea sottile e inflessibile, Hermione deglutì.
-Bene. La carica di Caposcuola è molto importante e comporta grandi responsabilità ragazzi- disse guardandoli uno ad uno.
-Quest’anno farete dei turni di guardia notturni, pattugliando i corridoi. Potete togliere punti anche ai Prefetti ma non  fra voi, e comunque confido che non usufruiate del vostro potere e lo usiate con giudizio.- li osservò ancora, lanciando a tutti quanti un’occhiata seria come a dire che se non l’avrebbero fatto ne avrebbero subito le serie conseguenze.
-Ora qui il signor Tom MacDonald mi farà alcune foto come ricordo …-
-Perché dobbiamo fare le foto?- chiese una ragazza di Serpeverde con l’aria non molto intelligente.
-E’ una tradizione della scuola signorina Parkinson e noi rispettiamo le tradizioni- rispose secca la preside, la ragazza annuì un po’ scettica.
Il signor MacDonald li sistemò in modo che la macchina fotografica prendesse tutti e poi scattò alcune foto singole, infine la McGranitt distribuì loro i fogli con i turni di guardia. Mentre tornavano tranquilli allo scompartimento Hermione sbirciò in quelli di Harry.
-Il primo lo abbiamo insieme- osservò sollevata la ragazza.
-Sì, il secondo lo dovrò fare con quella vacca totale della Parkinson- disse Harry fra i denti.
-Ed io con Luna, non male- disse Hermione sorridendo.
Continuarono a commentarli, ne avevano solo cinque sparsi per il primo quadrimestre.
-Sai, pensavo che sarebbe diventato Ron Caposcuola, siccome è stato Prefetto …- le confidò Harry.
-Anche io- ammise Hermione guardando di sottecchi l’amico.
Lui rispose all’occhiata un po’ corrucciato e poi scoppiarono entrambi a ridere, felici di essere ancora lì, felici di essere ancora insieme.
Mentre i due eroi del mondo magico ridevano, Fred fissava Ginny e Ron che urlavano avvertimenti e ordini ai loro pedoni come se fossero sul campo di battaglia. In realtà il suo sguardo era vuoto, non vedeva davvero la scacchierà né suo fratello che in quel momento imprecava contro Merlino, si sentiva perso, triste e non sapeva spiegare il perché. Insomma! Lui era Fred Weasley!!! Non poteva essere giù di morale!! Era come se gli mancasse qualcosa a dirla tutta …
La porta dello scompartimento si aprì e lui alzò di scatto la testa, era la donna con il carrello del cibo e loro comprarono un po’ di tutto, subito dopo Ron abbandonò gli scacchi per tuffarsi avidamente su tutto quel ben di Merlino, come se non mangiasse da mesi.
Presto carte di Gelatine Tutti i Gusti +1, Cioccorane, Zuccherotti (ecc. ecc. ecc.) ricoprirono il pavimento e i sedili. Così che quando Hermione e Harry entrarono, la prima mise su un espressione severa e simile alla McGranitt e il secondo iniziò a mangiare i pochi dolci rimasti.
-Cofe è anfata?- chiese Ron a bocca piena, Hermione gli lanciò un ulteriore occhiata disgustata.
-E’ andata bene, grazie Ron- rispose Harry trattenendo a stento le risate.
-Quindi chi sono i nuovi Zuccacaposcuola?- chiese Fred in tono allegro mentre George guardava di traverso il fratello.
-Allora per Serpeverde Pansy faccia-da-carlino Parkinson e Draco doppia-faccia Malfoy. Per Corvonero Luna Lovegood e Michael Corner. Di Tassorosso Justin Finch-Fletchely e Kristine Cattermole- spiega Harry elencandoli sulle dita.
-Beh … Almeno sappiamo di non essere gli unici che dovrebbero aver già finito la scuola- dice George sospirando.
-Già! Ma noi saremo comunque i più grandi! Ahahaha- disse Fred già assaporando il pensiero dei poveri primini, delle punizioni, degli affari, … insomma di tutto quello che combineranno.
-Ed io e Harry siamo Caposcuola, non vi lasceremo torturare dei poveri …-
-Torturare? Non siamo mica Bellatrix, ehi!- sibilò George fingendosi offeso e incrociando le braccia.
Hermione scoccò un’occhiata tra il non-ci-provate-o-vi-toglierò-100-punti-anche-se-siamo-di-Grifondoro e il ma-siete-scemi-o-lo-fate-apposta-?
-E dai Hermione! Faranno come hanno sempre fatto, che a te piaccia o no …- disse Ron alzando le spalle mentre Hermione guardava male anche lui.
Alla ragazza sembrava di essere appena salita quando vide il sole calare all’orizzonte e lei e Ginny andarono in bagno a cambiarsi.
-E’ strano ritornare qui vero?- chiese alla sua migliore amica mentre le aggiustava il nodo della cravatta.
-Be’ per te credo di sì. Ma io qui ci sarei venuta lo stesso …- osservò Ginny.
-Giusto … Mi sento vecchia …- commentò quasi fra sé e sé.
-Vecchia? L’eroina del mondo magico?- la rossa rise. –Aspetta che arriveremo a Hogwarts e vedrai quanti ti chiederanno l’autografo o faranno la fila per uscire con te …-
La bruna la guardò male.
Autografi? Richieste di uscite? Corteggiamenti? A lei? Le veniva quasi da ridere.
-Buongiorno ragazze- disse loro un professore che assomigliava ad un tricheco, in corridoio.
-Buongiorno- risposero loro quasi nel medesimo istante.
-Vedo che avete già indossato le divise, molto bene, vengo giusto dal vagone del Capotreno a dire che siamo quasi arrivati; avvisate anche gli altri- disse Lumacorno e poi fece per andarsene.
-Ah! Signorina Granger, i miei complimenti per la sua nuova spilla: brillante come sempre. Signorina Weasley la trovo in ottima forma. Un’ultima cosa ragazze: a giorni organizzerò una delle mie cenette, so che a voi piacciono tanto, siete invitate ovviamente ed anche il signor Potter.- detto questo proseguì il suo giro lasciando le due ragazze piacevolmente imbarazzate ma anche un po’ seccate.
Arrivate allo scompartimento bussarono e appena sentirono “avanti” entrarono.
-Cosa sono quelle facce?- domandò Ron scrutando le due ragazze.
-Abbiamo appena incontrato Lumacorno e ci ha invitato alle sue cenette- rispose Ginny, calcando sulla parola “cenette” con un certo disprezzo.
-E ha detto di invitare anche te- informò poi Harry ,mentre gli si sedeva accanto ed Hermione annuì ancora leggermente rossa.
-Ci andrete?- chiese George.
-Beh … Non possiamo evitarlo per sempre …- osservò Harry mogio.
-Avesse invitato anche noi …- mormorò Ron immusonito.
-Noi? E perché? Ci sono cose molto più divertenti da fare!- esclamò Fred anche se un qualcosa, nei suoi occhi, faceva intendere il contrario.
Il treno iniziò a rallentare e pian piano si fermò. Presero i loro bagagli, dopo aver recuperato l’allegria, e scesero dal treno.
La sensazione di essere a casa li invase quasi subito. Per prima cosa sentirono Hagrid dire “Quelli del primo anno! Sì voi! Seguitemi! Quelli del primo anno con me!” e salutarono il loro grande amico sbracciandosi sopra la folla, poi arrivarono le solite carrozze trainate (come ormai loro sei potevano vedere) dai Thestral. La vista del castello fece loro assaporare in pieno quella sensazione.
Cara,vecchia Hogwarts. Pensarono tutti, guardandola con gli occhi lucidi.
La Sala Grande era stupenda come sempre e forse anche di più agli occhi di coloro che l’avevano vista piena di macerie e morti. I quattro tavoli iniziavano a riempirsi di studenti assonnati e affamati, mentre il tavolo degli Insegnati era già pieno da vecchie e nuove conoscenze. Iniziarono a chiacchierare: come stai, come non stai, le vacanze, i posti, nuove amicizie, i compiti, lo studio che gli aspettava, … Eccetera, eccetera, eccetera …
Quando la preside portò sullo sgabello un vecchio cappello tutti si azzittirono, grandi e piccoli, insegnanti e fantasmi. Subito dopo da una porta laterale entrarono quelli che agli occhi di Hermione parevano bambini, non era soltanto il fatto che fossero bassi, ma si guardavano attorno con aria spaurita e con gli occhi grandi, con la curiosità dell’innocenza. La ragazza rammentava a stento il periodo prima di Voldemort, in cui anche lei era così.
Il mago più grande di tutti i tempi
Ha preso ormai una botta fra i denti
Fra le macerie e le rovine
Di Hogwarts son risorte anche le cantine
Quindi ora amici miei cari
Scusatemi tanto se vi metto le ali,
Per crescere insieme ad amici e nemici
Per vivere sempre ancora più felici.
Posatemi in capo ed io vi studierò,
Subito dopo ad una casa vi assegnerò.
Forse a Grifondoro
Che di coraggio lui fa tesoro.
O anche a Tassorosso, Tosca il leale
Che chi è amico e lavoratore lì non ha eguale.
Oppure a Corvonero voi capiterete
Dove intelligenza affilerete.
O forse Serpeverde è la vostra via?
Dove chi abita ha astuzia e furbizia.
Mettetevi in capo e io vi dirò,
sì in una di queste case vi smisterò!
La canzone del Cappello Parlante fu accolta da tutti con grandi applausi e persino da alcuni fischi da parte dei gemelli. Subito dopo avvenne lo Smistamento, i piccoli indossarono il cappello uno ad uno e sedevano tremanti mentre quello sussurrava loro nell’orecchio qualche suggerimento o osservazione per poi urlare a tutti la casa a cui li assegnava. Ogni volta che ciò accadeva il tavolo della casa scelta si alzava in piedi, batteva le mani e pacche sulle spalle dei nuovi “acquisti”. Con “Wiburth Wiliam” (Grifondoro) la fila di primini si esaurì e la McGranitti si alzò in piedi, disse qualche parola mentre i piatti si riempirono delle pietanze più differenti.
Ron diede un piccolo grido di guerra ed iniziò a gettarsi sul cibo con voracità, Harry si riempì il piatto di un po’ di tutto ed Hermione dapprima guardò esasperata gli altri due poi iniziò a mangiare tranquillamente. Ginny chiacchierava con Steven Emma, una sua compagna di classe. Fred e George stavano dando il “benvenuto” ai nuovi studenti.
-Ciao piccoli Grifondoro!- esclamò Fred guardandoli tutti intensamente, loro risposero a monosillabi, chi osservandolo stralunato,chi spaventato.
-Come vi chiamate?- chiese George.
-Io sono William!- esclamò un bimbo paffutello, ergendosi in tutta la sua (minima) altezza e spingendo il petto infuori.
-Io mi chiamo Tom- disse un altro, quasi scoprendolo solo in quel momento.
-Io … Io s-sono F-Federick- balbettò un ricciolino con gli occhi arrossati dalla stanchezza.
-Il mio nome è Kevin- disse un altro facendo una piccola smorfia, quasi non gli piacesse il suo nome o non lo reputasse degno di sé.
-Ed io Arthur-
-Ah sì? Sapete che anche nostro padre si chiama così?- domandò Fred cercando di essere gentile.
-Voi invece?- chiese subito dopo rivolto alle bambine.
-Rose- disse una biondina, tuffandosi subito dopo a mangiare la sua zuppa, per non mostrare che era arrossita.
-Krystal- rispose un’altra osservando i gemelli con grande interesse.
-Taylor-
-Madison-
-Anne-
-Noi siamo Fred e George- disse George facendo un gran sorriso a tutti, che ricambiarono.
-S-siete ge-gemelli?- chiese Federick studiandoli.
-Sì ed anche i ragazzi più fighi della scuola- sussurrò Fred, come fosse un segreto mentre Madison ridacchiava.
Ginny scoppiò a ridere. –Non ascoltateli piccole, sono miei fratelli e vi assicuro che c’è di meglio- disse scoccando una veloce occhiata al suo ragazzo.
-Sta scherzando!! Su bimbe ditemi: chi sono i ragazzi più carini qui?- chiese George ridendo, scoccando un’occhiataccia alla sorella ed indicando la tavolata dei Grifondoro.
-A me piace lui- mormorò Krystal arrossendo di nuovo mentre indicava Ron. Il ragazzo, che fino a quel momento stava mangiando, si voltò verso di loro e avvampò diventando tutt’uno con i capelli.
-No! Lui è più bello …- disse Taylor sicura riferendosi a Harry.
-Sì, lui sì, che è figo- aggiunse Madison annuendo.
-Hai due rivali Ginny- disse Harry ammiccando.
-Per me siete più belli voi due …- disse Anne guardandoli titubante.
-Una bambina che ne sa qualcosa della vita!- esclamò Fred scompigliandole il caschetto corvino.
-Le nuove generazioni …- disse George scuotendo la testa.
Hermione constatò in quella cena che i due gemelli ci sapevano davvero fare con i bambini, forse perché erano molto simili a loro, con i modi stravaganti, il sorriso sempre stampato sulla faccia, l’aria spavalda e la risata contagiosa. Un po’ per quello e un po’ per l’allegria che avvertiva dentro di sé quando Fred si girò verso di lei e le fece l’occhiolino la ragazza sorrise di rimando.
A banchetto terminato la McGranitt fece lo stesso discorso che normalmente sarebbe toccato a Silente, indicando a tutti le regole principali più i divieti assoluti e informando su quando si sarebbero tenuti i provini.
Hermione lasciò piacevolmente il compito di guidare i piccoli alla Sala Comune ai Prefetti, era davvero stanchissima. Attraversato il ritratto della Signora Grassa salutò con un bacio sulla guancia i due amici che prendevano le scale opposte e on un cenno i gemelli che progettavano un minifestino per far divertire i nuovi arrivati. Lei e Ginny accolsero i letti a baldacchino con grande felicità e si cambiarono in uno strano tepore, lo stesso che pian piano le avvolse e fece loro mormorare appena un “buonanotte” prima di cadere di nuovo addormentate. Felici. Di nuovo a casa.
  
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