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Autore: 1rebeccam    19/02/2013    18 recensioni
'Ripeteva le stesse parole in un sussurro, continuando ad accarezzarlo e ad asciugargli le lacrime che gli scendevano dagli occhi serrati. Il respiro era sempre più affannato, mentre continuava a ripetere la sua cantilena disperata'
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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..Ama quella donna, come non ha mai amato nessuno, ma come può spiegarle che è questa la sua paura più grande...


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Rick non si è mosso per vari minuti, perso nei suoi pensieri e nella visione del dipinto che ritrae la sua musa incorniciata dal camino in fiamme, con i capelli sparsi disordinatamente sulle spalle poco scoperte. Dà un ultimo sguardo alla notte fuori dalla finestra, una notte scura che sembra rischiararsi leggermente attraverso lo splendore della neve che le sta di fronte.
Chiude gli occhi e resta immobile per dare tempo a pensieri e parole di fare ordine nel suo cervello. Con un movimento lento si toglie la coperta di dosso, come se non avesse più bisogno di quella protezione calda sulle spalle nude, la ripiega con cura e la poggia sulla cassapanca, stringe i pugni e con un paio di passi decisi si avvicina al loro giaciglio, si distende accanto a lei e se la stringe al petto, mette la fronte praticamente tra i suoi capelli e le sfiora il collo.
-Sono davanti ad un’enorme croce di pietra. Intorno a me non c’è nessuno e nient’altro che quella croce… con il tuo nome inciso sopra…-
Il suo è solo un sussurro, lei ci mette un momento a realizzare che ha appena iniziato a raccontare il suo incubo e istintivamente fa per voltarsi, ma lui la blocca.
-No… non girarti ti prego… non mi guardare…-
-Ma…-
-Shhh… per favore, non mi guardare e ascolta.-
Lei gli stringe il braccio che le ha posato attorno alla vita e lo sente sospirare di nuovo.
-Sono confuso, non riesco a capire cos’è quel posto, quando un rumore rimbomba nell’aria. Sento urlare e mi guardo intorno spaesato, perché fino ad un momento prima non c’era nessuno vicino a me… e poi ti vedo… a terra, con gli occhi spalancati e un’unica lacrima che scende sul tuo volto mentre stai per lasciarmi… e le mie mani insanguinate…-
Si ferma a riprendere fiato, mentre lei continua a restare immobile, ricordando quell’incubo vissuto realmente.
-Ti chiedo di restare con me, di non andartene, ma qualcuno mi mette le mani intorno al collo e stringe forte. Con una forza sovrumana cerca di trascinarmi via da te e sussurra ‘è andata via… non esiste più…’ io cerco di restarti accanto, ma non riesco a respirare perché quelle mani mi soffocano, continuano a trascinarmi via e, inesorabilmente, lascio la presa dal tuo corpo…-
Continua a sussurrare e lei si rende conto di avere trattenuto il respiro per tutto il tempo che lui ha parlato. Chiude gli occhi, pensando al dolore e alla stanchezza che lasciano incubi del genere.
-Ho… ho sognato quella croce per settimane…-
Senza voltarsi a guardarlo corruccia la fronte.
-Per settimane? Ma…-
-Non in questi giorni… ho cominciato a sognarlo dopo che sei uscita dall’ospedale… certe volte non ricordavo, ma altre mi svegliavo con la sensazione di soffocare, allora prendevo il telefono, digitavo il tuo numero… ma poi…-
Lei comincia a sentire una strana sensazione alla bocca dello stomaco.
-Ma poi!?-
-Ma poi la tua voce mi ripeteva ‘ti chiamo io Castle!’-
Eccola! La sensazione che sentiva pochi secondi prima diventa un pugno allo stomaco bene assestato che le toglie il respiro.
-Per settimane sono uscito di casa solo per andare al distretto e collaborare alle indagini sul tuo ferimento, poi quando la Gates mi ha mandato via non sono più uscito, non c’era niente che suscitasse il mio interesse, non avevo nemmeno voglia di vestirmi e stare in ordine. Mia madre diceva che ero ancora sotto shock per quello che ti era successo, ed aveva ragione… non riuscivo a… com’è che hai detto tu prima? Si… a passare oltre… non ci riuscivo…-
Si ferma un momento stringendosi più forte a lei.
-…non ci riuscivo perché tu non c’eri!-
Lei chiude gli occhi e deglutisce, ricordando quei mesi in cui si era imposta di stare lontano da lui, estromettendolo completamente dalla sua vita, sempre per paura dei suoi sentimenti.
-Tu non c’eri Kate! Non eri con me per rassicurami. E’ vero, quella con un buco nel cuore eri tu, ma quel proiettile me lo sono portato dentro anche io per settimane. L’ho capito… dovevi riprenderti da sola, dovevi dimostrare a te stessa di potere tornare a vivere e fare quello che facevi prima senza l’aiuto di nessuno… ma una telefonata Kate! Una sola, per sentire la tua voce, per sapere che stavi bene…-
Si ferma un secondo e lei lo sente portarsi la mano al volto. Si sta asciugando gli occhi. Sta piangendo mentre continua a sussurrare il suo dolore.
-… per chiedere a me… se stavo bene! Forse hai creduto che non me ne importasse niente, ma continuavo a chiedermi come potessi anche solo pensarlo.-
-Castle io…-
-Shhh… ti prego… volevi sapere… perciò adesso ascolta in silenzio!-
Lei annuisce e cerca di nascondere le lacrime, anche se lui non riesce a vederla in viso.
-Mi sentivo in colpa senza sapere perchè. Era come se mi stessi punendo, come se la nostra amicizia non avesse significato niente per te… io… non significavo niente per te, nemmeno come amico.-
Lei chiude gli occhi, non riesce a trattenere un singhiozzo e Rick si ferma un momento. Sapeva che dirle la verità l’avrebbe fatta soffrire, ma non può più tenersi dentro il dolore, non vuole più avere paura, così deglutisce, riprende fiato e continua.
-Dopo un po’ mi sono detto che dovevo smetterla di vivere in funzione tua, mi sono detto che, se era stato così facile per te lasciarmi fuori dalla tua vita  dopo quello che avevamo passato insieme, non potevo più giustificarti, così mi sono imposto di dimenticarti. Volevo odiarti…-
Lei s’irrigidisce e lui allenta la stretta.
-…volevo odiarti con tutto me stesso, per riuscire a sopravvivere… mi sono buttato sul lavoro, ho finito quel benedetto libro, convinto che sarebbe stato l’ultimo su Nikki Heat, cercavo di stancarmi il più possibile, di tenermi occupato ogni minuto della giornata, per essere così esausto la sera da crollare e riuscire a dormire… per un po’ ha funzionato! Fino al giorno in cui sei riapparsa in quella libreria come se niente fosse, come se tutto fosse normale… e quando mi hai guardato, ho capito che non ero riuscito ad odiarti nemmeno per un secondo e che il dolore era sempre lì, a corrodermi!-
China la testa attaccandosi completamente alle sue spalle e lei gli stringe il braccio ancora di più.
-Qualche giorno fa, dopo mesi di assenza dalle scene, il senatore Bracken è tornato alla ribalta con quella farsa della costruzione del centro giovanile e mi sono reso conto che lui è ancora lì, pende sulla tua testa come una spada di Damocle e non importa che tipo di patto abbiate fatto, lui è pronto a colpire,  in ogni momento e… l’incubo è tornato prepotente. Ho sentito di nuovo ansia, inquietudine e questo mi ha fatto ripiombare in quel sogno terribile.-
Si ferma un attimo e sospira per l’ennesima volta per trovare il coraggio di continuare.
-Ma mi sono reso conto di una cosa ancora più terribile... mi sono reso conto che stavolta non sono le sue mani che cercano di soffocarmi e di portarmi via da te…-
A questo punto Kate si gira a forza verso di lui e restano qualche istante in silenzio, occhi negli occhi.
-Sei tu che mi trascini via da te… tu mi costringi a lasciare la presa come se io non fossi mai esistito per te! Il dolore di quelle settimane è tornato all’improvviso, la paura di perderti non mi ha mai abbandonato, meno che mai adesso.-
Abbassa un momento lo sguardo, perché non sopporta di vedere i suoi occhi pieni di lacrime, poi la guarda ancora e resta intrappolato dentro quella tristezza.
-Volevi sapere qual è la paura più grande che non mi fa dormire? Ho paura di perderti Kate, per mano di Bracken, per mano di un assassino qualsiasi… ma ancora di più ho paura che sia tu ad andartene, che possa renderti conto all’improvviso che noi insieme non siamo niente… che io non sono niente…-
Kate si sente crollare la terra sotto i piedi.
Come ho potuto pensare solo a me stessa e non vedere nient’altro?  
-Ti ho amata in silenzio per tanto tempo e prima poteva anche bastarmi, sono passato sopra a tutto fingendo di non provare nulla, ma adesso no…-
Come ho potuto pensare che quelle parole dette prima che perdessi i sensi fossero dettate solo dalla paura? 
-Ora che stiamo insieme il terrore di rivivere quel dolore, quel male che sentivo dentro…-
Lo sguardo di Rick è implorante, la pena che sente nel cuore è visibile nel blu scuro dei suoi occhi e lei si sente morire.
Come ho potuto pensare che non avresti sofferto? 
-…perché mi hai fatto male Kate… tanto e non posso pensare di…-
Come ho potuto avere paura di amarti… e la cosa peggiore è che ho ancora paura di farlo e non lo avevo ancora capito!
Non sopporta più le sue parole, gli mette la mano sulla bocca e lo ferma.
-Perdonami… non so che altro dire… io… io dovevo riprendermi è vero, ma non è solo questo il motivo per cui non ti ho voluto vicino. Io ero troppo…-
-Spaventata da quello che avevi sentito prima di svenire? Tanto da non avere il coraggio di dirlo nemmeno dopo mesi?-
La interrompe lui e Kate lo guarda con gli occhi pieni di lacrime, non si è mai sentita in colpa come in quell’istante. Annuisce abbassando di nuovo lo sguardo.
-Ho avuto paura. Hai detto di amarmi ed io non ero pronta, dopo un proiettile nel petto e la morte di Montgomery, non ero pronta a discutere di questo con te. E anche dopo sono stata codarda ed egoista e… davvero io… non credevo di averti fatto tanto male! Ora è normale che non ti fidi di me, del mio coinvolgimento nella nostra relazione… e se hai questi dubbi, è evidente che non sono brava a rassicurarti.-
China la testa e chiude gli occhi.
-Non riesco a capire perché non mi hai cacciata via quel giorno, perché stai con me ora…-
L’ultima frase è solo un sussurro e lui la guarda serio.
-Perché mi sei entrata nel sangue…-
Lei solleva il viso, ha l’espressione disperata e sembra diventata più piccola.
-Perdonami… ti prego…-
Rick scuote la testa.
-Non devo perdonarti niente Kate, abbiamo sbagliato tante volte insieme, evidentemente non eravamo pronti in due… ora però…-
Kate si asciuga le lacrime.
-Ora… però!?-
Chiede quasi spaventata.
-Io lo sono, non ho nessun dubbio su questo.-
-Ma non lo sono io, è questo che stai dicendo!?-
La sua voce è spezzata dal nodo in gola che la sta tormentando, ma lui scuote ancora testa.
-Non eri più stata qui dalla morte di tua madre, non hai mai voluto tornarci per paura dei ricordi e del dolore, ma oggi hai portato me qui. Perché?-
Lei non risponde, ma non distoglie lo sguardo dai suoi occhi.
-Mi hai portato qui per dimostrarmi qualcosa, mi hai portato qui per dimostrarmi che ti fidi di me… e soprattutto che credi in me… in noi…-
-Tu eri tormentato ed io invece di cercare di capirti ho detto quella cosa stupida su Meredith e abbiamo litigato senza motivo e...-
E’ così agitata mentre cerca di spiegarsi che Rick sorride e le accarezza la guancia, interrompendola per l’ennesima volta.
-Basta Kate! Ho capito… tutti quei discorsi su tua madre, il modo in cui hai cambiato prospettiva verso il suo omicidio e verso la sua morte, i ricordi di tuo padre… quelle candele… volevi che mi sentissi parte di te…-
Lei abbassa il viso e lui glielo solleva immediatamente.
-Guardami Kate! Mi hai portato qui per dirmi che con me puoi superare i fantasmi del passato e che io, con te, posso fare altrettanto. Mi hai portato qui per farmi capire che ci sarai sempre… ed io ti credo... non penserò più che potresti allontanarti ancora da me.-
Le fa un sorriso dolcissimo e lei gli accarezza il viso.
-Castle…-
Comincia lei, ma lui la zittisce subito sollevando la mano, le asciuga le lacrime e sorride.
-Basta piangere, ora ascoltami attentamente, ormai ho cominciato e voglio andare avanti ad oltranza.-
Kate corruccia la fronte, non riuscendo a capire a cosa si riferisce.
-Per quanto riguarda me, il mio passato, la mia vita, i miei segreti… non ho molto da dire, hai detto quasi tutto tu, hai imparato a conoscermi meglio di quanto credi!-
Lei continua a guardarlo stranita.
-Quel bambino seduto davanti alla finestra a guardare la neve ero davvero io, solo che invece di fantasticare su storie diverse, le scrivevo proprio. Avevo un quaderno con dentro le mie mille vite.-
-Addirittura mille!?-
-Già… in ogni vita cambiavo città, scuola, amici, ma tutte quante avevano un unico denominatore comune come soggetto: un bimbo, una mamma… ed un papà. Anche la sua faccia cambiava in ogni vita, così come il suo lavoro e in ognuna di quelle vite era orgoglioso di me e mi diceva che avrei potuto fare qualunque cosa, perché lui non mi avrebbe mai lasciato… era una cosa un po’ stupida, lo so… ma ero solo un bambino!-
Abbassa lo sguardo sorridendo mesto.
-Non ci vedo niente di stupido!-
Gli sussurra lei, mettendogli la mano sul viso e quel tocco lo aiuta a continuare.
-Quel ragazzo triste che sfogava la sua rabbia dando la colpa a sua madre per il vuoto che sentiva nel cuore, ero io… mi sentivo esattamente così: arrabbiato, deluso, senza riuscire mai a capire se sia stato lui a rinunciare a me, o se veramente non abbia mai saputo niente della mia esistenza.-
Sbuffa tra sé, perché si rende conto che anche dopo anni, quel vuoto è sempre lì, poggiato in un angolino del suo cuore.
-La solitudine quando ero lontano da casa diventava sopportabile solo con la lettura e la mia voglia di raccontarmi, di sognare che un giorno qualcuno avrebbe letto i miei racconti e avrebbe ricordato il mio nome… un nome che sarebbe stato solo mio…-
Lei gli sorride orgogliosa.
-Richard Edgar Castle! Ci sei riuscito… non ti sei mai arreso!-
Lui scuote la testa.
-Non ti dimenticare che io avevo Babbo Natale dalla mia parte, lui mi dava la forza e la speranza di un futuro migliore… e poi, per quanto io l’abbia sempre presa in giro per il suo comportamento, a volte frivolo, a volte indifferente, mia madre è sempre stata una grande con me, ha sempre fatto in modo di farmi sentire speciale quando mi dicevano che ero diverso perché non avevo un papà, o quando mi prendevano in giro sempre per lo stesso motivo. Si è fatta in quattro pur di non farmi mancare mai niente, a modo suo è vero, ma è mia madre… ed io l’adoro! Sono diventato quello che sono anche grazie a lei.-
Kate non può fare a meno di sorridere e si sporge a baciargli la punta del naso.
-E anche quel giovane uomo che ha cercato di essere un buon padre nonostante tutto, ero io. Quando Meredith mi ha detto di essere incinta, potevamo anche lasciar perdere, lei avrebbe potuto abortire, avremmo potuto continuare ognuno per la nostra strada… ma mi sono reso conto improvvisamente che, chiunque fosse mio padre, non volevo essere come lui. Io non avrei mai rinunciato a mio figlio.-
Mentre parla di sua figlia gli brillano gli occhi e lei si sente scaldare il cuore dall’amore di cui è capace il suo uomo. Corruccia la fronte e per un momento non riesce a sentire cosa dice. Il suo uomo, non l’aveva ancora definito esattamente così e pensarlo improvvisamente la fa stare bene. Sorride tra sé e torna a prestargli ascolto.
-E poi, quando Alexis è nata, quando ho cominciato ad occuparmi di lei, quando ho capito le responsabilità che mia figlia comportava, ho smesso anche di essere arrabbiato con mia madre. Qualunque sia il motivo per cui non ha mai voluto dirmi chi è mio padre…-
Si ferma un attimo e la guarda alzando un sopracciglio.
-…perché io ho la certezza assoluta che lei sappia chi è, ma qualunque sia il motivo per cui ha tenuto questo segreto con me, consapevole di farmi del male, deve essere stato un motivo importante, un motivo al di là di ogni ragione, qualcosa che si è tenuta dentro solo per proteggermi, non so da cosa, ma so che è così.-
-Come fai ad esserne certo?-
-Perché quando sono diventato padre, mi sono reso conto che per Alexis avrei mentito, omesso, picchiato… sarei morto per il bene della mia bambina e forse, ucciderei anche per proteggerla… quando era piccola le ho mentito tante volte pur di non vederla soffrire per la mancanza di Meredith, non era una cosa bella, lo so, ma avrei fatto qualunque cosa per farla sorridere… e credo sia quello che ha fatto mia madre con me…-
Si sorridono e restano in silenzio per un attimo, lui le scosta i capelli dalle spalle e le sfiora la pelle nuda.
-Castle, io…-
Lui la blocca di nuovo con un bacio a fior di labbra.
-Non ho ancora finito…-
Lei annuisce e lo incita a continuare, anche se comincia a fremere dentro.
-Per concludere, con Meredith è finita perché… beh… non volevamo più le stesse cose, forse non le abbiamo mai volute, forse ci siamo illusi solo per nostra figlia, ma alla fine nemmeno lei è riuscita a farci stare insieme. E’ vero, non sono mai stato molto espansivo sul mio passato o sui miei tormenti con lei, ma perché sapevo che lei mi voleva come mi mostravo, quello che le avrei detto di me non era quello che voleva che le rispondessi… e di sicuro non è per questo motivo che cerchi calore tra le braccia di un altro. Se hai bisogno di guardarti intorno, vuol dire che non tieni alla persona che hai vicino, tanto da importi di conoscerla davvero fino in fondo, con i suoi pregi e i suoi difetti, le sue gioie e le sue tristezze…-
Le stringe la mano e se la porta alle labbra.
-Per questo tu… non sei Meredith!-
Lei sorride e si avvicina ancora di più a lui, per quanto possibile, visto che sono già attaccati, uno di fronte all’altra con i nasi che praticamente si sfiorano.
-Adesso posso?-
Lui corruccia la fronte.
-Parlare. Mi hai interrotta due volte.-
-Si… si, ho finito, non sei ancora pronta per conoscere i miei momenti scabrosi!-
-Bene, perché mi è venuta in mente un’altra cosa molto importante che devi sapere di me!-
Lui solleva un sopracciglio.
-Un altro aneddoto della tua vita?-
Lei scuote la testa mordendosi le labbra.
-No… è un segreto!-
-Oddio! Un segreto? Uno di quelli indicibili? E’ molto scabroso?!-
Kate ride scuotendo ancora la testa.
-Non lo so, questo sarai tu a dirlo.-
-Quindi questa è la notte dei segreti? Sono tutto orecchi!-
Si sistema per guardarla meglio, ma lei si allontana improvvisamente trascinandosi la trapunta dietro, lasciandolo un attimo spiazzato. Apre lo sportello di un mobiletto basso accanto al camino, torna verso Rick e resta in ginocchio, facendogli segno con la mano di sollevarsi anche lui, che la guarda confuso, ma s’inginocchia comunque davanti a lei. Gli mette tra le mani una candela uguale alle tre sopra la mensola del camino. Rick passa lo sguardo sempre più confuso, dalla candela a lei, che invece lo guarda negli occhi seria.
-Dalle vita!-
Sussurra porgendogli un fiammifero acceso. Lui fa come gli ha detto e lei soffia sul fiammifero per spegnerlo, mette le mani su quelle di Rick che avvolgono la candela e guarda la fiammella che si muove al ritmo dei loro respiri.
-Una luce per un nuovo amore… perché la casa della vita deve tenere sempre aperte le porte al domani…-
Rick la fissa trattenendo il respiro e quando lei gli sorride radiosa, lui abbassa gli occhi sulla fiamma.
-C… cosa…-
Solleva ancora lo sguardo su di lei, che gli mette una mano sul viso.
-Mia madre diceva sempre che quelle candele sarebbero aumentate prima o poi… e questo è il momento giusto.-
Lo trascina davanti al camino, gli prende la candela dalle mani e la poggia accanto alle altre tre ormai consumate.
-Questo sei tu, Rick!-
Si gira a guardarlo, gli stringe le mani e si perde in quell’oceano illuminato dalla fiammella della candela.
-Io-ti-amo!-
Sussurra scandendo le parole,lui abbassa lo sguardo sulle loro mani intrecciate e poi torna a guardarla. Deglutisce e per un attimo non riesce a emettere alcun suono, anche perché Kate è radiosa, rossa in viso e sorridente, da togliere il fiato. Fissa la candela e cerca di ritrovare la lucidità.
-Senza nessun dubbio? A tempo… indeterminato!?-
Le chiede quasi intimorito e lei gli butta le braccia al collo.
-Senza nessun dubbio, a tempo indeterminato… e anche di più!-
Restano stretti per qualche secondo, lui tiene gli occhi chiusi aspettando che quel sussurro passi dalle sue orecchie al cervello perchè lo memorizzi, spedendolo direttamente al cuore.
-Wow… questo si che è un segreto scabroso!-
Esclama alla fine facendola ridere. Rick le scosta la coperta dalle spalle, guarda ancora una volta quel livido e lei gli prende il viso tra le mani.
-Anche tu mi sei entrato nel sangue Rick… non voglio più scappare… mi credi? Dimmi che ti fidi di me!-
Lui annuisce e assapora il calore delle sue mani sulla faccia.
-Mi fido di te… al punto che tra qualche ora mi farò attorcigliare le budella per passeggiare nel vuoto insieme a te.-
Kate ride e gli salta di nuovo al collo, lui la solleva da terra e la trapunta scivola via, si baciano mentre le fa fare un paio di giri tra le sue braccia, ma perde l’equilibrio e si ritrovano a terra, aggrovigliati tra loro, ridendo come due ragazzini, mentre si rotolano tra le coperte disordinate e scomposte sotto i loro corpi.
Il fuoco si sta spegnendo, ma loro non se ne accorgono.
Non si accorgono nemmeno che la prima luce del mattino sta dando vita al nuovo giorno, un nuovo giorno che li avrebbe sorpresi con qualche novità su quella relazione, che sicuramente non ha senso sulla carta… ma che ha l’aria di essere così assolutamente perfetta!
 

۝

 

Il sole è caldo, il cielo azzurro e limpido.
Sono appoggiati alla balaustra da circa cinque minuti, Kate osserva le persone che risalgono il pendio per raggiungere la stazione della funivia, mentre Rick tiene gli occhi fissi al cielo. Cerca di scorgere l’arrivo di quella cosa che ondeggia nel vuoto a non so quanti metri di altezza e che, a detta del guardiano, avrebbe dovuto fare capolino dalla montagna di fronte, entro un paio di minuti.
Quando vede apparire la cabina della funivia da dietro la montagna, sospira abbastanza forte da indurre Kate a sollevare lo sguardo su di lui e subito dopo verso il punto in cui guarda fisso. Gli si avvicina, ma lui continua a guardare l’ondeggiare impercettibile della cabina, che viaggia tranquilla e senza scossoni.
Arrivata a metà strada dalla stazione Kate gli prende la mano, non riesce a sentire che è gelata perché indossano entrambi i guanti, ma riesce ad immaginarlo benissimo, quello che invece non si sarebbe mai immaginata è che l’intrepido Richard Castle potesse avere paura dell’altezza.
Lui si gira a guardarla sorridendo, senza riuscire a nascondere però di essere rigido.
La cabina è ad una trentina di metri dall’arrivo.
-Se vuoi possiamo fare semplicemente una passeggiata a piedi costeggiando la montagna, non è necessario passare dall’altra parte.-
La cabina si ferma, le porte si aprono e una ventina di persone sorridenti escono da quel cubicolo una alla volta, con l’aria di essere soddisfatte.
-No, siamo qui… saliamo, voglio proprio ammirare il panorama.-
La guarda sollevando la mano stretta alla sua.
-E poi mi terrai per mano, giusto?-
Lei annuisce e sorride. Salgono e si sistemano nell’angolo vicino al vetro, per avere una migliore visuale.
-Non è l’altezza, dovrei avere paura anche dell’aereo se fosse così, è proprio quella sensazione di vuoto che ti assale alle budella e ti blocca il respiro, come quando vai sulle montagne russe, anche quelle non è che mi facciano impazzire!-
Lei gli si stringe contro, le porte si chiudono e con un leggero scossone, che gli fa chiudere gli occhi per un attimo, si ritrovano a viaggiare nel vuoto.
Kate guarda le montagne di fronte e il panorama innevato. Le persone rimaste alla stazione o che passeggiano sulla zona pianeggiante sembrano davvero tanto piccole. Sorride raggiante, con la fronte appoggiata al vetro e la mano stretta a quella di Rick. Ad un tratto solleva lo sguardo e si rende conto che lui la sta fissando.
-Non dovevi guardare il panorama?-
Gli chiede inclinando la testa verso il vetro.
-E’ quello che sto facendo. Il più bel panorama mai esistito, l’ottava meraviglia del mondo.-
Le sussurra avvolgendola nel suo abbraccio, lei si solleva per raggiungere le sue labbra e sentono entrambi quel vuoto che scombussola lo stomaco, ma non sono sicuri che sia colpa della funivia.
Uno strano silenzio li avvolge, sarà la montagna ricoperta completamente di neve che attutisce ogni voce, ogni rumore…
-Ehm… scusate…-
Il silenzio viene interrotto da qualcuno che si schiarisce la voce e si girano di malavoglia verso quel balbettio.
-Mi spiace disturbarvi, ma sono scesi tutti e tra un paio di minuti si riparte…-
Si rendono conto solo in quel momento di essere arrivati all’altro capo della montagna, Rick poggia la fronte su quella di Kate e le sorride.
-Che ne dici di fare un altro paio di giri, credo di stare riuscendo a superare la paura del vuoto… e poi il panorama è fantastico!-
Lei annuisce e scoppiano a ridere, mentre il guardiano sospira, scuotendo la testa.
-Ho capito… vi lascio soli…-
 

۝

 

Dove sta scritto che una relazione deve avere senso? Chiunque lo pensi o lo creda, chiunque cerchi insistentemente questa regola scritta non è mai stato innamorato veramente, non solo di un lui o una lei, ma innamorato dell’amore in generale. Della magia con cui due persone possono incontrarsi e sentirsi attratte senza motivo e senza sapere nulla dell’altro. Della sensazione che provano due anime completamente diverse nel fondersi insieme e sentirsi uguali: fragili e forti, pieni di paure e sicuri di tutto, bambini nell’animo e saggi nel cervello.
Nessuno può mettere sulla carta la sensazione di essere semplicemente innamorati, senza nessuna spiegazione razionale… senza un senso…
Ma non è forse questo che rende due anime sconosciute magicamente perfette!?




Angolo di Rebecca:

Come ho detto a qualcuna di voi, ci sono lacune che Marlowe non ha mai colmato,
almeno per me, forse intende farlo più avanti, o forse vuole lasciare tutto aperto,
ma io credo che una di queste lacune siano proprio quei 3 mesi,
mesi in cui Kate aveva bisogno di stare sola per potere reagire, ma che per Castle, dopo l'attentato al cimitero, devono essere stati terribili. 
Io li ho immaginati così e farli chiarire anche in questo, per me, non ha lasciato più ombre tra di loro e Kate... 
Lei ha capito quanto lo ami ed disposta a tutto adesso.

Anche questa è finita, troppo sdolcinata forse... boh... ho messo il lanca fiamme a riposo per adesso e non riesco a ritirarlo fuori *-*
Chissà... magari la prossima storia, se mai ce ne sarà un'altra.
Grazie a tutte per il vostro affetto e tanti baci...

PS:. ma quanto è stato bravo Nathan nella 5x15???
Splendido!
<3

 

 

  
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