Genius 2: tre ragazze a
Tokyo
Quando Lucrezia riaprì
gli
occhi, aveva la strana sensazione di non essere più la
stessa, -ragazze...ci
siete?- domandò dato che non riusciva a vedere nulla
perchè intorno era tutto
buio -ma cosa è successo?- la voce di Stefania arrivo da un
angolo alla sua
destra -non lo so, tu stai bene?- -si...ma Michela dov'è?-
-sono qui...- disse
una vocetta -non è che potreste aituarmi a scendere? sono in
una posizione
piuttosto scomoda!- disse Michela. Lucrezia si alzò e
cominciò a tastare la
parete, nel tentativo di trovare l'interruttore, alla fine senti un
pulsante e
lo schiacciò. Subito si accese la luce, rivelando che si
trovavano ancora nel
bagno, Stefania era seduta con la schiena contro il muro e
dall'espressione
doveva essere piuttosto confusa, Michela invece era in una posizione
davvero
buffa, Non si sa come era finita dentro il lavandino, con le gambe
contro lo
specchio, le due amiche a vederla cosi scoppiarono a ridere -smettetela
di
ridere! aiutatemi a scendere piuttosto che mi gira la testa a forza di
vedere
tutto sottosopra!- esclamò agitata. Alla fine Stefania e
Lucrezia riuscirono a
liberare l'amica da quella scomoda posizione -finalmente!- disse
Michela quando
fu di nuovo in posizione eretta. Ad un tratto la porta del bagno si
apri ed
entrò una ragazza, che osservò per un attimo le
tre amiche poi entrò in uno dei
bagni. Non appena vide la porta aprirsi Lucrezia si fiondò
fuori seguita da
Stefania e Michela. Non si accorsero che qualcosa era cambiato finche
non
uscirono fuori dall'areoporto. -questo non è Fiumicino...-
disse Lucrezia
guardandosi intorno -no direi di no...- affermò Stefania.
-infatti questo è
l'areoporto di Tokyo!- disse Michela indicando una grossa insegna
proprio
dietro di loro scritta con gli ideogrammi -che cosa hai detto?-
domandò
Stefania esterrefatta -ho detto che questo è l'areoporto di
Tokyo!- -dove lo
hai letto?- -li guarda!-. Stefania alzò lo sguardo e vide
che effettivamente
c'era scritto proprio "areoporto di Tokyo" -allora?- chiese Michela
avvicinandosi a lei -...COME ABBIAMO FATTO A FINIRE A TOKYO?!?!?-
urlò Stefania
all'improvviso -e io che ne so scusa!-. Lucrezia che fino a quel
momento era
rimasta in silenzio, anche perchè non sapeva che dire dato
che quello che era
accaduto andava oltre i limiti dell'impossibile si avvicinò
alle due amiche che
stavano discutendo -ragazze...- le ragazze però non le
risposero -deve essere
successo qualcosa in quel bagno ne sono sicura!- esclamò
Stefania -ma davvero?
io è da quando ci sono entrata che ho capito che c'era
qualcosa di strano!-
disse sarcastica Michela -ragazze...- provò a richiamare la
loro attenzione ma
nulla -se tu non fossi andata in quel bagno a quest'ora io stavo
sull'aereo per
l'Argentina!- -quindi sarebbe colpa mia!- -beh non sono io quella che
doveva
andare in bagno all'ultimo momento...- -RAGAZZE!!!!- all'urlo di
Lucrezia,
Michela e Stefania si voltarono verso di lei terrorizzate
-c...che...c'è...?-
chiesero tremando -SONO TRE ORE CHE VI CHIAMO!! VOLETE PRESTARMI UN
Pò DI
ATTENZIONE!- Lucrezia odiava essere ignorata quando aveva qualcosa da
dire. -vi
prego...ditemi che quello che ho appena sentito è uno
scherzo- disse Lucrezia
-di cosa parli?- Michela non capiva a cosa si riferisse l'amica -noi
non
possiamo essere a Tokyo...- disse con la voce che le tremava -mi
dispiace
Lucrezia ma a me sembra piuttosto chiaro...siamo davanti all'areoporto
di
Tokyo- disse Stefania -ma non ha senso!- esclamò la ragazza
esasperata
rifiutandosi di credere a quella verità assurda
-c'è un altra cosa che non riesco
a spiegarmi...- disse Michela, Stefania e Lucrezia si voltarono verso
di lei
-la scritta "areoporto di Tokyo" è scritta con gli
ideogrammi
giapponesi...eppure io sono stata in grado di leggerla alla
perfezione...- -si
è vero, anche io l'ho letta- disse Stefania. Lucrezia allora
alzò lo sguardo e
lesse ad alta voce -areoporto di Tokyo...- -anche tu sai leggere gli
ideogrammi!- esclamo Michela -ma se non so nemmeno cosa sono!-.
All'improvviso
un ragazzo con un cappellino bianco calato sugli occhi che non guardava
dove
andava si scontrò con Michela facendola quasi cadere, poi si
allontanò senza
dire nulla -DISGRAZIATO!! TORNA QUI CHE SE TI PRENDO TI FACCIO SPUTARE LA
COLONNA VERTEBRALE
E CI GIOCO A CORDA!!- urlò Michela agitando le braccia.
Stefania nell'attimo
che il ragazzo si era scontrato con Michela lo aveva visto in faccia ed
era
rimasta a bocca aperta. Lucrezia che si era accorta dell'espressione
dell'
amica e le si era avvicinata -che hai Stefania?- le domandò
Lucrezia -quel
ragazzo...io lo conosco?- disse indicando il ragazzo che si stava
allontanando
-ma com'è possibile Stefania? siamo a Tokyo!- disse Lucrezia
-lo so!, ma io
quello lo conosco! e so anche come si chiama!- disse Stefania sicura
-davvero?-
domando Lucrezia -si! quello è Ryoma Echizen!- a quelle
parole Michela si voltò
di scatto -NO!- urlò furiosa -sperò tu stia
scherzando Stefania!- ma la ragazza
scosse la testa -non è possibile! siamo a Tokyo e la prima
persona che vediamo
è quel "principe del tennis" da quattro soldi!- mentre
parlava Michela
aveva gli occhi fiammeggianti -scusate...vi dispiacerebbe spiegare
anche a me?-
domandò Lucrezia -forse ti riuscirà difficile
crederlo, ma quel ragazzo che è
appena passato è un campione del tennis...- -ha solo
fortuna- -fammi finire
Michela!...dicevo...è un genio del tennis, e si chiama Ryoma
Echizen....però
c'è una cosa che non riesco a capire...- -e quale?- chiesero
in coro Michela e
Lucrezia -Michela tu dovresti saperlo...Ryoma è un
personaggio inventato! non
esiste, eppure poco fa era proprio davanti a noi! come te lo spieghi?-
-umm...-
Michela si picchiettò il dito sul mento -mi viene da pensare
solo una
cosa...anche se perfino io stento a crederci...ragazze...siamo dentro
Prince of
Tennis!- esclamò Michela -siamo dentro un cartone? qualcosa
frutto della
fantasia di un essere umano...- Stefania era sconvolta, ma dentro di se
si
sentiva felice, Lucrezia invece se ne stava immobile a bocca aperta
-avanti
Lucrezia! non fare quella faccia! ormai ci siamo dentro!- disse Michela
dandole
una pacca sulla spalla -come credete che sia successo?- domando
Lucrezia,
quando finalmente riuscì di nuovo a parlare, Michela
alzò le spalle -il mio
desiderio!- esclamò Stefania -eh?- -si! ieri alla festa ho
desiderato che
succedesse qualcosa per il quale non potevo più partire per
l'Argentina!- -e
come mai?- -perchè ad essere sincera l'idea di andare da
sola fino in Argentina
non mi entusiasmava affatto...- -ed è per questo che hai
desiderato di finire
dentro Prince of Tennis?- -non è che avevo desiderato
proprio questo...volevo
solo che accadesse qualcosa di particolare...di irreale forse...- -a me
questo
sembra abbastanza irreale- disse Lucrezia -sentite ormai siamo qui, e
non
sappiamo per quanto tempo ci resteremo, tanto vale darci alla pazza
gioia!-
esclamò Michela ritrovando la sua solita allegria -voi che
suggerite di fare?-
domandò Lucrezia -seguiamo Ryoma, ho visto che è
salito appena adesso su un
taxi- disse Stefania -ma perchè dobbiamo seguire per forza
quel tappo?-
-Michela non fare storie...e poi probabilmente seguendo il "tappo"
arriveremo anche agli altri...tipo Kaidoh...- -TAXI!- non appena aveva
sentito
pronunciare quel nome a Michela le si erano illuminati gli occhi. Un
taxi si
fermò davanti a loro -per favore segua quel taxi
laggiù!- disse Stefania entrando
dietro insieme a Lucrezia mentre Michela prese posto davanti accanto
all'autista -cerchi di fare in fretta!- disse mentre chiudeva la
portiera. Il
taxi dove si trovava Ryoma non era molto distante dal loro, cosi
riuscirono a
raggiungerlo quasi subito. Poi videro il ragazzo scendere proprio
davanti alla
stazione. -si fermi qui, grazie- disse Michela -dovete pagarmi- disse
l'autista
-già...emh i soldi ragazze- disse Michela -ti sei accorta
che non abbiamo nulla
con noi?- domandò Lucrezia mostrando il palmo della mani, -e
ora come
paghiamo?- chiese Michela, l'autista intanto aspettava paziente.
-aspettate...-
Stefania si infilò una mano in tasca e tirò fuori
un portafoglio, Lucrezia e
Michela la fissarono stupite -non fate quelle facce, nemmeno io so che
ci fa
questo nella mia tasca- disse Stefania aprendolo e tirando fuori uno
yen di
carta, lo porse al tassista -prenda, e si tenga il resto- disse poi
prese per
un braccio le due amiche e le trascinò dentro la stazione.
Il ragazzo salì su
uno dei vagoni e prima che si chiudessero le porte, anche le tre amiche
salirono e si sedettero dei posti lontani da lui. – non
capisco perché dobbiamo
seguire quel nano- borbottò Michela –shhh!!! Che
non riesco a sentire quello
che dicono!!- sgrido Stefania all’amica –AH AH AH
AH!!! NON DITEMI CHE NON
SAPETE NEANCHE IL NOME DELL’IMPUGNATURA CHE USATE!!! SE
VOLETE TIRARE UN TOP
SPIN, ALLORA CI VUOLE L’IMPUGNATURA WESTERN!- urlò
un ragazzo in piedi cn
addosso la divisa scolastica, portava capelli leggermente lunghi e
nella mano
destra impugnava una racchetta da tennis. Assieme a lui
c’erano dei suoi
compagni e al centro c’era, ma sembrava non averla notata,
una ragazza con i
capelli lunghi raccolti in due trecce. “oddio come faccio
adesso….spero di
scendere dal treno sana e salva” penso la ragazzi con aria
preoccupata e
spaventata –si afferra il manico della racchetta da sotto e
si impugna così,
quasi come se si volesse battere le mani…- continuo il
ragazzo –tks….quante
arie che si da quel ragazzo- borbottò a bassa voce Michela
–si hai ragione….-
disse Lucrezia –shhhhh…- le azzittì
nuovamente Stefania –STUPIDO, QUESTE COSE
SONO ALLA BASE DEL TENNIS!!- disse un suo compagno –WOW!
SASABE! SEI PROPRIO
GRANDE!- disse la ragazza che era assieme a loro. Il ragazzo da allora
cominciò
a fare delle mosse con la racchetta rischiando di colpire il viso di quella povera
ragazza con le trecce,
poi si sentì una voce provenire dalle loro spalle
-ehi…state facendo un po’
troppo rumore.- disse un ragazzo dalla bassa statura che si teneva la
testa fra
le mani - mhp…sbruffone…- disse nuovamente
Michela. Il ragazzo, Sasabe, a
sentire quelle parole gli cadde per sbaglio la racchetta e si
chinò per
riprenderla e mentre lo faceva disse –BHAHAHAHA! NON POSSO
CREDERCI….UN
RAGAZZINO DELLE ELEMENTARI CHE MI FA LA PREDICA!.- disse e mentre la
stava per
impugnare la racchetta –pin pooooon….stringere la
racchetta come se si dovesse
raccoglierla da terra….questo è il modo giusto
per l’impugnatura western….a
proposito….quel “come battere le mani”
di cui parlavi prima riguarda
l’impugnatura eastern. Un sacco di persone le impara al
contrario…- disse
risistemandosi il capellino che portava. –stazione
di seiharudai!
Seiharudai!- Sasabe e i suoi compagni scesero dal
treno e specialmente
lui più tosto imbarazzato e umiliato –CHE
FIGURACCIA, SASABE!!!!- disse un suo
amico –chiudi quella bocca, siamo arrivati!.- e cosi scesero
tutti, anche la
piccola ragazza e il ragazzo dal cappello –forza, scendiamo
anche noi…dobbiamo
seguirlo…- disse Stefania rivolta alle amiche, lucrezia la
segui a ruota ma Michela
non si voleva alzare dal sedile –e ora che ti prende?..-
disse Stefania
scocciata –non voglio seguire quel nano….-
risposte con voce stufata -….senti
non lo seguiamo non potremo ai capire dove diavolo ci troviamo e
poi….non
potremo vedere i principi….quindi sta a te decidere se
rimanere a vita dentro
questo vagone o venire con…- non fece in tempo di finire la
frase che Michela
prese per un braccio e partì a raffica
all’inseguimento del ragazzo con il
capello –PRINCIPI STO ARRIVANDO!!!!- si trovavano
all’entrata della stazione,
cera molta gente e il ragazzo non si fece più vedere
–dove sei, dove sei, dove
sei!!!!- bisbigliava Michela guardandosi attorno, anche le due amiche
si
guardavano attorno e Stefania individuò la ragazza con le
trecce appoggiata ad
una colonna. “forse…”
–venite!- disse trascinando le due ragazze verso la
piccola ragazza, si nascosero e la spiarono, a quel punto apparve il
ragazzo-capellino che sembrava essersi perso tanto quanto le tre
amiche. Si
avvicinò alla ragazza e gli domandò
–ehi…da che parte è il tennis garden
kakinoki?.- -a….anch’io sto per andare proprio li.
Partecipi al torneo? Io…e la
prima volta che assisto a un torneo di tennis e….-
-….e allora da che parte
sta?.- disse scocciato, intanto, le tre ragazze –ooooooh sta
per nascere una
storia d’amore!!- disse Lucrezia con gli occhi che gli
brillavano –si aspetta e
spera…- dissero Stefania e Michela –eh?
Perché sono una coppia perfetta!!!- -si
si…..- disse Michela -…ah…scusami
tanto….all’uscita sud e poi continua sempre
dritto, non ti puoi sbagliare.- poco dopo il ragazzo con il cappellino
se ne
andò e le tre uscirono allo scoperto –andiamo..-
disse Stefania andando alla
direzione opposta indicata da quella ragazza
–ma….lui va di la….- disse
Lucrezia, - lo so….ma dato che io conosco quella ragazza, ha
dato le
indicazioni opposte…- -ah….ok- cosi le tre amiche
uscirono dalla stazione e in
poco tempo arrivarono ai campi –PRINCIPI!!! DOVE SIETE!!!-
-hem non credo che
qui ci siano loro….- disse Stefania rivolta a Michela
–uffa…ma io gli voglio
vedere….- -ho capito ma non siamo nella loro
scuola….- -guardate, ma quello non
è lo sbruffone del treno?- disse Lucrezia indicando un
ragazzo che stava
giocando con capelli lunghi, e si era proprio Sasabe – GAME,
SET, MACH. VINCE
SASABE 6-0. –disse l’arbitro –wow Sasabe
sei forte!!!- disse un suo amico –era
un gioco da ragazzi..- disse asciugandosi il sudore –gia, ma
chissà cosa
faresti se come avversario avessi avuto quel ragazzino del treno.-
-mhp….logico…..lo stracerei come un moscerino
HAHAHAHA!!- -sbruffone….- disse
Stefania dall’altra parte della recensione –dai
andiamo avanti…- disse
Lucrezia. Le tre ragazze girovagarono ancora per un po in questo campo,
si
fermavano a vedere i ragazzi che giocava e poi proseguirono
-…..ma quello….hey
Stefania quello sdraiato sul prato non è quel ragazzo che
stavamo seguendo?..-
domando Lucrezia -?...si è lui….oh…- a
quel punto apparve anche la ragazza di
prima dai lunghi capelli castani, si avvicinò al ragazzo e
cominciò a scusarsi
del fatto di averle dato delle indicazioni sbagliate. Dopo di che i due
si
misero seduti accanto ad un distributore a bere qualcosa, Stefania e
company
erano nascoste dietro le aiuole – ma perché ci
stiamo nascondendo di nuovo?-
disse Michela –zitta….vediamo…- intanto
–scusami…non mi ero accorta di non
avere abbastanza soldi…hai dovuto pagare tutto
tu….- disse la ragazza
dispiaciuta –ehi….non è quel ragazzino
del treno?.- disse un ragazzo –ah!
Sasabe!!!- disse Lucrezia “oddio! Ma sono quelli di
stamattina sul treno!!” penso
la ragazza. Sasabe con un ghigno si avvicinò al ragazzo e
con una mossa per
poco non gli dava la racchetta in faccia ma si fermò e il
ragazzo sembrava che
non avesse paura –per un pelo….- disse Lucrezia
–vai Sasabe!! Ammazzalo!
Squartalo! Staccagli la testa!!- -MICHELA!!!- -che
c’è?...- -la vuoi far
finita? Abbiamo capito che lo odi!!!- - ok ok….- Sasabe se
ne stava andando ma
per sbaglio si scontrò cn la ragazza che gli rovescio
addosso la bibita –EHI!
MI HAI VERSATO QUELLA ROBA SCHIFOSA SULLA MAGLIETTA! ADESSO SONO TUTTO
APPICCICOSO PER COLPA TUA! COSA PENSI DI FARE BRUTTA SCEMA? AL
CONTRARIO DI
QUEL RAGAZZINO, HO ANCORA DEI MATCH DA SOSTENERE PRIMA DELLA FINALE!.-
disse
–mi, mi dispiace…- cercò di scusarsi la
ragazza ma il “ragazzo-cappello” gli
buttò
totalmente la bibita e disse –se ti sei ricordato
l’impugnatura…perché ora nn
mi insegni un po’ di tennis?-. le tre amiche assistevano alla
scena, nascoste
dietro i cespugli. Dopo un po’ Stefania si alzò
–dai ragazze andiamo, tanto qui
so già chi vincerà- -e chi?- domandò
Lucrezia –il ragazzo con il cappello…- -e
te pareva!- esclamò Michela scattando in piedi. Cosi le
amiche si allontanarono
dai campi.
Passarono la giornata per
le vie di Tokyo a guardare le vetrine. –non posso crederci!
Sono a Tokyo…questa
è la prova che i sogni si avverano!- esclamò
Michela con gli occhi che
brillavano –hai perfettamente ragione!- disse Stefania
–emh…ragazze, non vorrei
rovinare questo momento di gioia…ma non abbiamo pensato a
dove dormire…- disse
Lucrezia, -è vero…prese dalla foga di essere a
Tokyo non abbiamo ancora cercato
un posto dove alloggiare- -che facciamo?- -potremo cercare un albergo a
basso
costo…- propose Michela –e con quale soldi?- -ma i
tuoi Stefy!- -a ecco…-.
Le ragazze si misero alla
ricerca di un albergo economico, camminarono per ore ma non trovarono
nulla. –uffa!!
Ma dove sono finiti tutti gli alberghi!- Michela cominciava a perdere
la
pazienza. Lucrezia notò che non molto lontano da loro
c’era un chiosco di
giornali –prendiamo una cartina, potrebbe esserci utile- -si,
aspettate qui che
vado a comprarla- disse Stefania. Poco dopo tornò con la
cartina. Trovarono una
panchina e si sedettero, Stefania apri la cartina e si misero ad
osservarla. –ma
che è sta roba! Non si capisce nulla!- disse Michela. Dopo
circa un ora che
controllavano la cartina, arrivarono alla conclusione che nella zona
dove si
trovavano non c’erano alberghi e quindi dovevano spostarsi
più a nord. Vagarono
per Tokyo, per altre due ore, il sole ormai era tramontato
–che facciamo? ormai
è quasi buio!- -continuiamo a cercare!-. Finalmente davanti
a loro apparve come
per miracolo un albergo, e anche economico!. –non ci
credo…- -dai andiamo!!- si
fiondarono dentro….
Dopo aver fatto
l’accettazione,
a nome di Stefania perché era l’unica a possedere
la carta di identità poterono
finalmente salire nella loro camera. Non era molto grande, aveva tre
letti un
piccolo tavolino con cinque cuscini intorno, un armadio e un piccolo
bagno. –ma
è minuscola!- disse Lucrezia –e cosa ti aspettavi?
È un albergo a due stelle!-
-non lamentiamoci poteva andarci peggio!-. Lucrezia andò in
bagno, poco dopo lanciò
un urlo e Michela e Stefania si precipitarono da lei –Lucry!
Stai bene?- -s…si…ma
guardate lo specchio!-. Le due ragazze entrarono nel bagno e guardarono
lo
specchio, rimanendo a bocca aperta…ancora una volta invece
del loro riflesso c’era
quello delle tre
ragazze, che avevano
visto nel bagno dell’aeroporto. –ancora loro!-
esclamò Michela facendo un salto
indietro, la ragazza con i capelli più corti fece lo stesso.
Michela iniziò a
fare delle smorfie e ogni volta la ragazze
la copiava alla perfezione. –Michela falla finita! Quella sei
tu!- disse
Stefania –se quella è Michela…io chi
sono?- Lucrezia alzò un braccio e la
ragazza con i capelli di media lunghezza fece lo stesso
–trovata…-. A quel
punto rimaneva solo la ragazza coi capelli lunghissimi –e
questa dovrei essere
io…-.
Tornarono in camera e si
sedettero intorno al tavolo –quindi non solo capiamo, e
parliamo il giapponese…ma
abbiamo anche cambiato aspetto!- -e allora perché io a voi
vi vedo con il
vostro vero aspetto?- chiese Lucrezia –quindi noi ci vediamo
con il nostro
aspetto reale…mentre gli altri ci vedono con un altro
aspetto- -ma allo
specchio ci siamo viste con il nuovo aspetto!- -forse stiamo subendo
una specie
di trasformazione…presto ci vedremo anche noi con il nostro
nuovo aspetto-. Rimasero
a pensare per un po’, alla fine però la stanchezza
iniziò a farsi sentire e
andarono a dormire.