Era la seconda volta che Tiberius si ritrovava a poca distanza dal viso di quella bestia. La seconda volta in cui poteva osservare da troppo vicino quelle labbra che si incurvavano in un ghigno animalesco non appena i loro occhi si incrociavano per più di un soffio di vento. Tiberius non comprendeva come mai il padre tenesse tanto a quell’animale. Lui parlava di un LUPO, parlava di abilità e ricchezze, ma non riusciva a scorgere quello che il giovane vedeva nella figura di Caio Giulio Cesare.