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Autore: Pando91    20/02/2013    4 recensioni
Santana e Brittany si conoscono alla fine del liceo, quando è tutto ancora in gioco.
Dopo una conoscenza infuocata e festini compromettenti, la mora e la bionda cominciano a conoscerci meglio, grazie ad un impegno preso da Brittany per concludere l' anno al meglio. Un esame l' aspetta.
La loro vita subirà dei cambiamenti, bisogna solo vedere chi riuscirà ad accettarli per prima.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Anticipo le scuse per possibili Orrori ortografici, ero di corsa e volevo lasciarvi il capitolo prima di andare in palestra!
Buona lettura.



NON INSISTERE, CAPISCIMI




C’ erano molti motivi per cui non avevo mai partecipato agli appuntamenti serali del Glee, uno tra questi era che non potevo sopportare la vista troppo ravvicinata della Berry, che in quel momento si stava esibendo in uno dei suoi tanti assoli di Barbra.
Sbuffai un attimo e mi chiesi perché avessi accettato quell’ invito. Il mio sguardo non poté che cadere sui lineamenti dolci della bionda che avevo accanto e capì: l’ avevo fatto perché per lei era importante. Aveva insistito talmente tanto che non avrei veramente potuto rifiutare. Ci teneva a contribuire al Glee con la sua danza e per lei sarebbe stato sconveniente non andare alla solita cena settimanale. Fino a quel giorno c’ era andata senza chiedermi niente: sapeva che non amavo affatto la loro compagnia, o in realtà sapeva che era troppo per me ammettere che invece mi faceva piacere.
Si insomma, erano tutti strani e alcune persone proprio non le sopportavo, però capì che facevamo tutti parte di una grande famiglia, eravamo speciali. Ma quello era troppo per me, ammetterlo intendo.
E così, quando mi aveva praticamente tampinato di richieste per ben tre giorni, alla fine ci ero caduta ed avevo accettato.
Quando mi presentai davanti alla porta di casa di Kurt ( era il suo turno ), prima di bussare, Brittany mi prese la mano. Rabbrividì un attimo a quel tocco leggero.

“ Vedrai che ti divertirai “ mi disse, sorridendo.

Quando si decise a suonare il campanello, mi lasciò la mano, come ormai faceva da tempo.
Era diventata quasi un’ abitudine: mi prendeva la mano quando eravamo sole, e quello era il massimo contatto che avevamo avuto dopo quella notte. Era liberatorio. Mi sentivo leggera quando intrecciava le sue dita con le mie, e io glielo lasciavo fare con tranquillità. All’ inizio, quando ancora non era diventata un’ abitudine, mi afferrava la mano e poi mi lanciava uno sguardo indagatore, cercando di capire se lo volessi. E quando capì che effettivamente non avrei rifiutato quel conforto, lei si decise a farlo quando voleva. Ed era bello, rassicurante. Al di fuori del nostro mondo, ero sicura che la gente non avrebbe capito. Non avrebbe capito che era semplicemente un gesto di affetto, ci avrebbero additato e prese di mira. Ma all’ interno di una camera, quattro mura, e il conforto del suo profumo, sembrava tutto così reale, e possibile.
Così mentre faceva i compiti, che ormai variavano, anche se ci concentravamo sempre sulla letteratura spagnola, si avvicinava e mi stringeva la mano, sedute sul letto con la schiena attaccata alla spalliera. E io mi rilassavo. Il momento dei compiti quindi era diventato piacevole.
Oppure quando guardavamo un film, dandoci un attimo di tregua, e lei si accoccolava su di me. Intrecciava le sue dita con le mie e il mio cuore instancabile cominciava a battere così forte e velocemente che avevo avuto sempre paura potesse sentire tutto quel rumore, quel mio affanno. Prendevo dei respiri profondi, che però servivano a poco, ma lei non sembrava farci caso. E io dopo un po’ mi tranquillizzavo, il battito del mio cuore diventava regolare, ma le emozioni, non mi lasciavano mai.
E avevo accettato tutto quello. Era stato impegnativo all’ inizio, ma piano piano stavo capendo che se mi faceva stare bene, allora era ingiusto che io non mi permettessi di vivere tutto quello. Non avevo mai provato sensazioni di quel genere, con nessuno. Ed ero veramente felice che fosse stata lei a farmele scoprire.
Quindi si, sostanzialmente era stato facile farmi convincere da quell’ angelo, anche se sapeva quanto mi costava mettere da parte l’ orgoglio.
Quando Blaine aprì la porta, fece uno sguardo sorpreso.

“ Pettirosso, non fare quella faccia. Sono stata obbligata e non avevo niente da fare “

Vidi Brittany scuotere la testa, e poi lui ci fece entrare.
E così era per quello che mi ritrovavo proprio sul divano di casa di Kurt, con un pacchetto di pop corn tra le mani, e Brittany vicino a me, che però non mi degnava di particolari attenzioni. Sembrava più interessata ad ascoltare quello che aveva da dirle Bocca di Trota, libero per l’ assenza di Mercedes. Sbuffai varie volte, lei si girava, mi faceva un sorriso e poi ogni due per tre la sentivo ridere forte.
Mi maledissi per aver accettato. Avevo pensato che lei sarebbe stata sempre con me. Si, era egoista come pensiero. E invece mi ritrovavo a parlare con Puck e a discutere con lui, che mi stava rifilando uno dei suoi amici.

“ Senti, non mi piace ok? Ci vuole poco a capirlo, diglielo e basta “

Lui sbuffò.

“ Ma San, poco tempo fa avevo detto che saresti uscita con lui, cos’ è cambiato? “

E quando usava quel soprannome, voleva dire che ci teneva veramente.

“ Bhe, ora sono impegnata con la scuola, i Cheerios, devo seguire Brittany e ho altro a cui pensare, tipo prendere questo dannato diploma. E dovresti pensarci anche tu “

Lui sembrò evitare la mia ultima frase.

“ Anche prima avevi tutti questi impegni. Dai San, concedigli un appuntamento, mica tanto. Mi sta facendo una testa così. E poi è un bel ragazzo “

Sbuffai un attimo, pensandoci su.
Cos’ era cambiato?
L’ idea di uscire con quel ragazzo, Mark si chiamava, un po’ di tempo fa mi avrebbe reso particolarmente eccitata. Appuntamento, e poi sesso. Meglio di così. Eppure in quel momento niente mi attraeva. Non mi scatenava nessuna emozione il pensiero di uscire con quel ragazzo. Forse avrei potuto farlo per Puck, così si sarebbe messo il cuore in pace e io me lo sarei tolto dalle scatole.

“ Chi deve uscire con chi? “

La voce di Brittany si insinuò tra i miei pensieri e mi girai di scatto verso il suo viso.

“ Niente”

Non avevo voglia di metterla in mezzo in tutto quello. Non sapevo perché, ma mi sembrava poco rispettoso. Ma Puck non accontentò i miei desideri.

“ Ecco Brittany, diglielo. C’ è questo ragazzo, Mark, che vuole uscire con lei da secoli. Una volta gli aveva detto che si sarebbero visti, poi gli ha dato buca e continua ad insistere. Diglielo anche te che dovrebbe concedergli almeno un appuntamento “

Mi massaggiai la tempia, stanca di tutte quelle parole.
Vidi nello sguardo di Brittany passare fuggevole un’ emozione che feci fatica a capire.

“ Oh .. beh San, forse .. forse è giusto che tu vada “

Ma sembrava titubante: nella sua voce non c’ era niente di sicuro od entusiasta. Pensai che per lei fosse difficile dire quelle parole. Dopo Puck io non ero più stata con nessun altro e non ne avevo nemmeno le intenzioni: avevo perso la voglia di portarmi a letto il primo che capitava, ero troppo indaffarata a capire cosa provavo per Brittany, o comunque ero troppo assorbita da lei stessa. Non mi importava altro, ed era duro ammetterlo.

“ Oh va bene .. dammi il suo numero così poi lo chiamo “

Sbottai, e Puck eccitato tirò fuori il telefono e mi dettò il numero di cellulare.
In tutto questo, lo sguardo di Brittany mi sembrava mi perforasse e mi entrasse dentro e non era piacevole. Non era piacevole perché sentivo che c’ era qualcosa che non andava. Così, quando Puck scappò via, probabilmente per avvisare il ragazzo, saltellando, l’ unica cosa che mi venne in mente di fare fu cercare la sua mano, ed afferrargliela. Sentì un sussulto da parte sua: mai ero stata io a fare quel gesto per prima, troppo intimidita da quella dolcezza che sentivo non far parte di me. Ma in quel momento, capì che ne aveva bisogno. Mi rilassai subito, anche se avevo paura che qualcuno se ne accorgesse, ma eravamo troppo vicine per rendere visibile quella stretta.
Quando mi girai, la vidi sorridermi e non potei fare a meno di ricambiare. Ma subito dopo, sentì un altro sguardo su di noi e vidi Quinn che ci fissava. E probabilmente lo stava facendo da un po’, perché sembrava quasi incantata. Mi agitai un attimo e mi alzai, lasciandole bruscamente la mano, dicendole che sarei andata a versarmi da bere. La lasciai alla compagnia di Bocca da Trota, che sembrava avesse ricominciato con la maratona delle imitazioni. Fosse stato almeno bravo.
Mentre mi stavo versando un po’ di analcolico alla frutta, mi si affiancò Quinn. Tremai un attimo.

“ Vedo che ormai te e Brittany siete una cosa sola “

Mi irrigidì un attimo, a quell’ espressione.

“ Fabray, non sai cosa stai dicendo “

Cercai di suonare il più tranquilla e rilassata possibile.

“ Oh si che lo so invece .. da quando prendi a mano di una tua amica, in pubblico? “

Deglutì un attimo, nascondendo il viso nel bicchiere di plastica.

“ Sta zitta Quinn “

“ Guarda che secondo me è una cosa bellissima. Si insomma, se finalmente hai trovato qualcuno che ti tiri fuori qualcosa di bello, è straordinario. Io dopotutto non ci sono riuscita “

Cercai di capire un attimo cosa volesse intendere: era contenta perché qualcuno mi aveva fatto esprimere ciò che ho dentro. Non del tutto magari.

“ Io.. “

Restai un attimo inibita da quelle parole.

“ Beh io torno di là “

Disse soltanto, e poi si allontanò da me. Rimasi un attimo confusa, finì l’ analcolico che avevo nel bicchiere e andai in bagno, a rinfrescarmi.
Ripensai a Puck, e a quello che aveva detto. E una domanda mi colpi: cos’ è cambiato?
Ed era incredibile come fosse strano ammettere che prima non c’ era Brittany, o almeno c’ era, ma non in quel modo. Mi aveva assorbito, e dentro provavo sentimenti attorcigliati tra loro, che prima o poi, si sarebbero rimessi al loro posto. Solo in quel momento, tutto sarebbe andato bene e io avrei capito veramente.
Cos’ è cambiato?


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Stavamo tornando a casa e Brittany mi stava raccontando noncurante delle chiacchierate con Bocca da Trota. Era difficile ascoltarla perché dentro di me un sentimento, propriamente detto gelosia, si stava facendo spazio, e non volevo che accadesse. Cercai più volte di non dargli adito. Ma non era facile, quando lei per tutto il viaggio non fece altro.

“ San, ma mi stai ascoltando? “

“ No “ risposi subito, senza pensarci. Mi morsi subito la lingua.

“ E perché no? “

Sembrava confusa. E io per la prima volta decisi di essere sincera. Nel mentre, eravamo arrivate di fronte a casa sua.

“ Perché Bocca da Trota non mi sta simpatico e tu non hai fatto altro che parlare di lui “

Lei abbassò lo sguardo sui suoi piedi e le sentì emanare un leggero “ Oh “

“ E perché non ti sta simpatico? “

“ Perché no , non c’ è un motivo “ le mezze verità non facevano mai male.

“ Non è vero, ci dev’ essere per forza un motivo “

Strinsi forte il volante, mentre lei insisteva ancora.

“ Tu e Puck mi avete stancato stasera: se non voglio fare una cosa non la faccio, se mi sta antipatica una persona non deve per forza esserci un motivo, punto “

Sbuffai arrabbiata. Non sapevo perché mi stessi alterando in quel modo, ma sentivo il bisogno di sfogarmi. Dopo pochi secondi di silenzio mi resi conto di non averle risposto nel migliore dei modi.

“ Scusami, sarà la stanchezza, non volevo risponderti male “

Lei sembrò comunque non farci caso: sapeva quando avevo bisogno di silenzio.

“ Ci uscirai con quel Mark? “

Usò lo stesso tono con cui mi chiese se avrei rivisto di nuovo Puck. Mi dispiaceva, sentirla così inerme.

“ Non lo so, non credo comunque, non ho neanche il tempo di lavarmi tra poco, con tutti gli impegni che ho “

Cercai la prima scusa. Non volevo dirle dichiaratamente che non ci sarei uscita. Non perché volevo che lei fosse gelosa, ma perché sarebbe stato stupido che io dicessi di no ad un invito del genere.

“ Beh, puoi smetterla di darmi lezione, questo ti lascerebbe più tempo. Non sei obbligata, manca poco all’ esame, hai fatto il tuo dovere “

E si offese. Si offese come mai l’ avevo vista. Probabilmente aveva sentito un tono stufo, e non le era piaciuto.
E così, velocemente, scese dalla macchina e mi lasciò dentro, senza dire più una parola. Istintivamente, la seguì: non volevo certo chiudere la serata in quel modo.

“ Britt aspetta “

La presi per la mano, cercando di non fare troppo rumore: non volevo che i suoi si svegliassero.

“ Che c’ è? “

Cercai di tranquillizzarmi un attimo, prima di rispondere.
Lei avevo uno sguardo arrabbiato, ma sapeva che stava esagerando.

“ Per me non è più un dovere da tanto. Se ti aiuto è perché ci tengo che tu passi quell’ esame e perché so che puoi farcela “

“ Solo per quello? “

Mi chiese lei. Eravamo arrivate al punto del non ritorno: probabilmente lei non riusciva a mantenere tutto dentro e per invece il problema era proprio quello.

“ Senti Britt .. lo sai come sono, mi ci vuole tempo. Non so neanche cosa provo, cosa c’ è tra noi, è così difficile e incasinato “

“ Non è così che descriverei il nostro rapporto “

Mi lasciò andare la mano che tenevo ancora stretta. Ero in difficoltà, mi sentivo mancare quel contatto, come se mi mancasse l’ aria. E non sapevo cosa fare, cosa dire. Mi misi una mano tra i capelli, sconsolata. Perché cazzo doveva essere così difficile?
Lei si girò e fece due passi per entrare in casa, ma la formai di nuovo.

“ Senti non insistere ti prego .. giuro che prima o poi ci riuscirò. Riuscirò a dirti quello che provo. Ma IO mi sento incasinata, e non so come altro spiegarti quello che succede ogni volta che mi sei accanto. Io ..  “

Sbuffai ancora, in completa difficoltà. Ma vidi in lei questa volta uno sguardo più dolce.

“ Devi semplicemente ascoltare il tuo cuore San .. non c’ è cosa più bella “

E io la guardai ancora, ma senza dire più niente. Mi sentivo speciale: e mi sentivo in quel modo perché sapevo quello che lei provava per me, quello che voleva che io imparassi, soltanto per farmi stare meglio. Mi sentivo speciale perché sapevo che mi avrebbe aspettata, anche se ci sarebbero stati quei momenti in cui avrebbe insistito, forse troppo stanca di combattere contro il mio cervello che poche volte lasciava spazio ai miei sentimenti. Mi sentivo speciale perché anche solo tenerle la mano, anche solo una coccola, una carezza, mi facevano provare quella sensazione di essere il centro del suo mondo. Mi sentivo speciale perché lei, mi rendeva speciale, e nessun altro.

“ Scusami per aver insistito .. a volte mi comporto come una stupida “

Scossi la testa piano, mentre lei abbassava lo sguardo imbarazzata.

“ No Britt, è colpa mia, se solo mi lasciassi più andare tutto ciò non accadrebbe. E non sei una stupida, anzi penso che tu sia una delle persone più mature che io abbia mai conosciuto “

Le sorrisi piano, prendendole anche l’ altra mano. E continuai a parlare.

“ E non vedo l’ ora che tu passi quell’ esame. E sono sicura che succederà, perché te lo meriti e perché obiettivamente io sono una grande insegnante “

E lei rise. E lì mi ricordai le risate che per tutta la serata la avevano scossa.

“ Riguardo a Sam .. mi sta antipatico perché lui riesce a farti ridere come io non riesco “

E mi ero scoperta, e mi sentì quasi nuda. Era una sensazione strana, ma nel contempo mi sentivo più libera di quel peso. Lasciare andare, era quello che dovevo fare, lasciar andare i pensieri e le emozioni.

“ Santana Lopez è .. gelosa! “

E rise ancora, giocando con le mie dita.

“ Mai “

Le risposi, ma oramai stavamo scherzando. E si, mi sentivo più libera.

“ E comunque ci credo, Sam è simpatico, tu no “

E mi fece la linguaccia. E io risi e poi, per istinto probabilmente, la abbracciai. Stemmo un attimo così, respirandoci, con il silenzio della notte di maggio. Quando mi staccai da quel contatto così caldo, così vero, ci fermammo a metà strada, ancora mezze abbracciate.
Ci guardammo ancora, e dopo pochi secondi il mio sguardo cadde inconsapevole sulle sue labbra morbide. Di nuovo, quella voglia di baciarla di impossessò di me e fece crescere un fuoco dentro. Le volevo: volevo le sue labbra sulle mie, volevo sentire cos’ avrei provato. Volevo capire cosa mi spingesse così tanto a precipitarmi su di lei, quando ero ubriaca. Passò le mie mani sui suoi fianchi. Cominciai ad accarezzarle la schiena dolcemente. Lei sospirò piano e chiuse gli occhi. Mi sembrò un acconsentire, mi sembrò un gesto per farmi capire che potevo farlo, potevo baciarla. Mi avvicinai piano, un po’ timorosa. Sentivo il suo respiro veloce sul mio, così caldo e buono. Il suo profumo inebriò i miei sensi, quando poggiai le labbra sul suo collo. Pensai che quell’ odore della sua pelle mai l’ avrei scordato. Poi salì e lasciai un bacio veloce sul mento. Ero così vicina che quasi non mi sembrava vero. Dopo poco, decisi di farlo, decisi di prendere le sue labbra tra le mie, mentre le mie mani continuavano imperterrite a solcarle la schiena. Ma quando mi sentì pronta e cercai di annullare le distanza, lei mi bloccò. Mi stupì così tanto, che mi immobilizzai. Pensavo che lo volesse. Perché per me era il desiderio più forte che provavo in quel momento. Aprì gli occhi e mi guardò fissa.

“ Voglio che tu sia pronta .. insomma so che per te è complicato “

E sospirai: forse aveva ragione, avevo bisogno di metabolizzare del tutto ciò che eravamo. Trattenei uno sbuffo, perché c’ ero andata talmente vicina, e lo volevo così tanto, che ero dispiaciuta. Ma capivo i suoi sentimenti: voleva essere tranquilla che io fossi veramente pronta.
Così le diedi un bacio sulla guancia, prima di annuire.

“ Hai ragione “

Le sorrisi e piano ci allontanammo. Fu una sensazione spiacevole.

“ Buona notte San “

E lei ricambiò il bacio e poi si girò, per avvicinarsi alla porta di casa sua. Come sempre aspettai che entrasse, poi mi diressi un po’ sconfitta in macchina.
Era tutta colpa mia .. se solo fossi più coraggiosa e leale con me stessa, ora non saremmo a questi punti. Calciai piano un pietrolino e rimasi pochi secondi ferma. Mi godetti per un attimo la brezza di quella notte di maggio. Non vedevo l’ ora che arrivasse l’ estate. Inspirai e poi ripresi a camminare.
Stupida Santana.

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BRITTANY.

Quando entrai in casa e mi richiusi la porta alle spalle, feci fatica a trattenere un sorriso. Mi accovacciai per terra, con le mani sul viso. Avrei voluto urlare, ma ovviamente non potevo farlo: avrei svegliato tutta la casa e Lord T. non ne sarebbe stato entusiasta. Mi rimisi in piedi e osservai dalla finestra Santana: la vidi fermarmi un attimo, con gli occhi verso il cielo.
Quanto avrei voluto andare lì a baciarla. Ma non potevo, non potevo perché non sarebbe stata ancora pronta. Raccontavo tutto alle mie Fatine e loro erano d’ accordo con me. Perfino Lord T. mi aveva fatto capire di aspettare. Ma era così prepotente la voglia in me di prenderla e posare le mie labbra sulle sue. Mi sentì tremare le gambe anche solo al pensiero di avere un contatto così diretto con lei. E lei lo voleva. Sapevo quanto fosse difficile per lei, e probabilmente le mie insistenze non le facevano bene.
Ma come facevo a starle lontana? Era impossibile. Mi chiese se potesse avere dentro di sé una specie di calamita .. però poi mi venne in mente che le calamite attraevano il metallo, e io ero fatta di ossa, e quindi non poteva essere una spiegazione plausibile.
Sapevo soltanto che non potevo farcela senza di lei. Era così cambiata da quando l’ avevo conosciuta la prima volta che non mi sarei certo aspettata comportamenti del genere. Né tantomeno di innamorarmi di lei, perché io ero sicura di amarla. E non mi importava fosse una donna, affatto. Anzi immaginai i suoi baci ancora più dolci. Sorrisi tra me e me, pensando ancora a quello che mi era sfuggito poco fa. Forse non avrei dovuto allontanarla, in fondo lei si era avvicinata, lei lo voleva, lei aveva deciso. Magari era pronta, come facevo a saperlo io? Sbuffai e mi diressi per le scale. Feci piano, ma quando misi piede sul primo gradino, mi resi conto di aver fatto come lei: avevo pensato. E io non potevo pensare, quando lei dava ancora soltanto a quello. Ero io che dovevo utilizzare il cuore. Dannata me. Corsi verso la porta, sperando di non aver perso quell’ opportunità.

--

SANTANA.

Stavo per infilarmi nella macchina, per coprire quei pochi metri di distanza che dividevamo casa mia da quella di Brittany, che sentì il mio nome.

“ San “

Non lo urlò, però sentivo la sua voce agitata. Chiusi la portiera che avevo aperto e mi diressi verso di lei. Cosa poteva essere successo? Quando mi si avvicinò, era affannata più per l’ agitazione che per la piccola corsa.

“ Che succede Britt? “

Glielo chiesi, domandandomi perché fosse in quello stato.

“ Sono stata una stupida San, ho fatto proprio come te. Ho pensato. Prima ti ho dato un consiglio e non so neanche seguirlo io. Cioè, sono stata una stupida perché avevo così vogli- “

Ma non la feci finire: quel fiume di parole mi fece capire di quanto si fosse pentita di ciò che era successo poco prima. E la voglia che mi aveva attanagliata poco fa era ancora dentro di me, quindi non me lo feci ripetere una volta in più: la presi e semplicemente a baciai. La baciai come se fosse la cosa più bella al mondo. Le sue labbra sulle mie mi sembrarono perfette, il ritmo del bacio, all’ inizio leggero e timido, si fece più affannato. Misi le mie mani sulla sua schiena e lei le intrecciò sopra la mia testa, dopo aver riottenuto la mobilità degli arti, essendo rimasta sorpresa. Sentì un calore, sentì felicità e quel bacio era veramente quello che avevo sempre voluto. Capì subito che era giusto che succedesse, che pronta o meno, lo volevo troppo e questo bastava. Lei mise una mano nei miei capelli, lasciati liberi. Quel gesto mi fece sentire eccitata, non sapevo come, ma quel piacere si faceva sempre più opprimente. Così, senza preavviso, insinuai la lingua fra le sue labbra, e dopo un suo gemito, lei la accolse tramante. Sentire il suo sapore, era emozionante. Sapeva di buono, e tutto di lei aveva un buon’ odore. Sarei stata a baciarla per ore. Il mio stomaco faceva a botte con la mia pancia, e quasi mi fece male. Qual’ era il mio problema? Il mio problema era che pensai non ci fosse niente di più bello. E mai lo avevo pensato, neanche del sesso.
Le nostre lingue lottarono in un duello frammentato, ma così dolce e sensuale che dovetti trattenermi da prenderla e infilarla in macchina con me: non sapevo niente del sesso tra donne, ma se un solo bacio era così, chissà cosa potevo aspettarmi. Feci un passo e la feci aderire all’ auto. Non resistetti più e così infilai le mani sotto la sua maglietta. Sentire la sua pelle mi fece tremare. La sfiorai con le dita, cercando di non sembrare troppo vogliosa. Quando smisi il bacio, in mancanza di ossigeno, posai le mie labbra sul suo collo, pronta a inebriarmi della sua bellezza. La baciai piano, dolcemente.

“ San .. “

“ Mmmh “

Non avevo voglia di interrompere quel contatto, anche se sapevo che prima o poi sarebbe successo. Mi chiesi se avrei avuto mai il coraggio di rifarlo. Non mi risposi.
Brittany mi prese il viso e mi guardò dritta negli occhi.

“ Buona notte “

Mi baciò ancora, teneri baci appena sfiorati. Avrei voluto di nuovo approfondire quel contatto, ma sapevo che ci sarei dovuta andare piano: ancora non avevo compreso quello che era successo.

“ Buona notte “

Strofinai il mio naso con il suo prima di liberarla dalla presa. Lei si diresse verso casa, continuando a guardarmi. Le sorrisi, appoggiata alla portiera della mia macchina. Quando entrò definitivamente, partì per la mia destinazione.
Mi fermai davanti a casa mia. Restai un attimo in auto. Ancora non potevo crederci ma l’ unico sentimento che avevo in quel momento era pienezza, e una sensazione viva. Mi passai una mano tra i capelli e poi mi toccai le labbra: pulsavano ancora, o almeno quella era la mia impressione. Sorrisi sulle mie dita e dopo poco scesi dalla macchina.
Tutto ciò che volevo in quel momento, era riavere Brittany nella mia auto, mentre andavamo a scuola. L’ unica cosa che volevo era rivederla. 


ANGOLO AUTRICE.

Ce l' ho fatta .. probabilmente sono in un ritardo colossale e mi dispiace tantissimo, veramente. Solo che perdo la cognizione del tempo. Ho appena finito 6 esami e mi dovevo riprendere!! 
Spero che questo capitolo vi piaccia, si muove qualcosa e questo è positivo. Questa fan fic sta diventando più lunga di quanto immaginassi, mi sembra di avere ancora un sacco di cose da scrivere, spero solo non vi stai annoiando!!
RINGRAZIO tutti, come sempre, coloro che leggono/recensiscono/ricordano/preferiscono/seguono. Mi fa un sacco piacere! Per chi è un po' timido, o viene preso dalla pigrizia, lasciatemi anche solo due paroline, mi fa piacere sapere cosa ne pensante!! 

L' altro giorno ho postato una One Shot, per chi volesse leggerla, questo è il link: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1597437&i=1 . Ovviamente è una Brittana. 

Invece per contattarmi, questo è il mio profilo:
 http://www.facebook.com/giulia.efp !

Grazie ancora a tutti, un bacio, Giulia ;) 
  
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